Essenza di Gothic
Piranha Bytes si è fatta conoscere al mondo dei videogames grazie alla trilogia di Gothic, adventure/RPG dal setting fantasy che, nel 2001, si guadagnò una discreta fama – tra critica e pubblico – grazie soprattutto ad un’ampia libertà d’azione ed una trama particolarmente coinvolgente. Nel 2009, dopo alcune vicissitudini finanziarie, il team tedesco si ripresentò al pubblico con Risen, titolo che non ottenne la stessa gloria dei precedenti Gothic, ma che riscosse un certo consenso tra le frange più radicate della fanbase. Alla Gamescom 2015 la casa di sviluppo tedesca, mostrò al pubblico un trailer di quello che si rivelò il loro progetto più ambizioso di sempre: ELEX. Previsto per la fine del 2016, ELEX subisce vari slittamenti che ne hanno protratto l’uscita fino ai nostri giorni. Finalmente arrivato nelle nostre mani, possiamo analizzare a fondo l’ultima fatica targata Piranha Bytes.
Mai, mai, scorderai…
L’intro del gioco ci catapulta immediatamente nel mondo di ELEX. Il setting è l’avanzato pianeta Malagan, devastato dall’impatto con una misteriosa cometa, al cui interno risiede un particolare materiale – l’Elex, appunto – attorno al quale ruota tutto il plot narrativo del gioco: una sostanza capace di mutare il genoma degli esseri umani e conferire loro particolari abilità. In questo scenario post-apocalittico i pochi sopravvissuti si dividono in 4 fazioni, ognuna delle quali sfrutta l’Elex a proprio piacimento per ottenere la supremazia sulle altre ed ognuna con le proprie peculiarità: i Berseker sono dediti alla natura ed alla magia nonché avversi ad ogni tipo di tecnologia, i Chierici proibiscono l’assunzione di Elex ma lo manipolano per la creazione di supporti ed armi avanzate, i Fuorilegge non seguono alcun dogma specifico e sfruttano il materiale come se fosse una droga, infine le Albe, l’unica gilda che riesce a consumare l’Elex senza trasformarsi in un essere mostruoso e dominarne appieno gli incredibili poteri con un’unica conseguenza, la perdita delle emozioni umane.
Noi vestiremo i panni di Jax, membro delle Albe, che si prepara in maniera congiunta agli altri super-uomini all’assalto finale di Malagan. D’un tratto l’incursore sul quale viaggia il protagonista viene enigmaticamente abbattuto, Jax viene accusato di aver fallito la missione ed è pronto ad essere giustiziato, ma in un certo qual modo riesce a sottrarsi dalle grinfie dei suoi stessi fratelli e si ritrova solo in una landa desolata senza più equipaggiamento e poteri derivanti dall’Elex, nonché a fare i conti con le emozioni umane oscurate da tempo. L’incipit di gioco, pur non essendo di certo originalissimo, risulta abbastanza stuzzicante e l’apertura della trama nelle fasi più avanzate del titolo, aumenta in maniera abbastanza netta la voglia di procedere nell’avventura. Lo svolgersi degli avvenimenti è scandito dalle risposte che darete agli NPC; i dialoghi, pur non brillando mai per qualità, si attestano su livelli discreti e le scelte che effettuerete nel corso del gioco daranno anche un’impronta caratteriale al vostro personaggio, andando inoltre ad incidere le relazioni con le varie fazioni con cui entrerete in contatto, decidendo inoltre quella specifica con cui sviluppare le vostre caratteristiche, feature importantissima anche per il fattore rigiocabilità.
Lo scenario di gioco si presenta piuttosto vasto ed è diviso in 4 macroaree, una per fazione: si passa dall’ambiente vegetativo dei Berseker fino ad arrivare a quello desertico dei Fuorilegge. Ad onor del vero la scenografia di ELEX ci è parsa spesso ripetitiva e più volte spoglia, tralasciando il discorso tecnico (che verrà affrontato più avanti). Nonostante la scelta di mixare l’atmosfera sci-fi e quella fantasy possa essere considerata perlomeno originale e coraggiosa, purtroppo il risultato finale si è rivelato piuttosto anonimo nella sua interezza, caratteristica negativa che va ad incidere pesantemente su tutto il sistema del titolo targato Piranha Bytes.
Vintage
Il primo impatto con ELEX lascia pensare che ci si stia trovando di fronte ad un gioco delle scorse generazioni, e questo non riguarda soltanto il lato meramente grafico ma anche per quanto riguarda il gameplay. Le animazioni sembrano uscite fuori dalla fine degli anni 2000, dato che più volte avrete l’impressione di muovere un automa piuttosto che un essere umano. Sciaguratamente questo si ripercuote sia sulla fase esplorativa che su quella dei combattimenti. Quest’ultimi risultano spesso frustranti con l’aggancio del nemico di turno che avviene in automatico quando ci si ritrova nelle sue vicinanze, lasciandoci spesso e volentieri scoperti sugli altri versanti. Avremo poi due tasti adibiti all’attacco, uno per quello rapido ed uno per quello pesante, combinabili per eseguire più mosse, che sbloccherete tra l’altro acquisendo esperienza man mano che proseguirete nel corso dell’avventura. Infine ritroviamo la più classica delle capriole, da eseguire per schivare gli attacchi nemici. Ogni azione che compirete causerà un abbassamento del vostro livello di stamina (che potrete tenere sott’occhio in una barra collocata sotto quella della salute), ovviamente se proverete ad usare più volte la capriola durante un combattimento state pur certi che vi ritroverete a secco in men che non si dica, lasciando Jax alla mercè degli avversari.
Se avete seguito il gioco sin dalla sua presentazione, saprete che gli sviluppatori tedeschi hanno voluto sottolineare l’implementazione del jetpack e come esso vada ad incidere nelle meccaniche di gameplay.
Per quanto riguarda la fase esplorativa significa uno sviluppo in verticale, cosa che a più riprese ci è parsa piuttosto grossolana e fine a se stessa. Nel sistema di combattimento questo si tramuta in situazioni piuttosto caotiche, rendendo il tutto ancor meno godibile. Passando alla componente ruolistica, tuttavia, non si può non riconoscere ad ELEX una grandissima varietà: le abilità da sviluppare, infatti sono davvero molte e discretamente strutturate e per i veterani dei GDR c’è parecchia carne al fuoco. Questo aspetto va bilanciato anche in base alla fazione con la quale deciderete di aggregarvi: scegliendo i Chierici, ad esempio, vi specializzerete nello sviluppo del vostro arsenale bellico. C’è da dire che il loot lasciato dai nemici è spesso piuttosto misero e che la maggior parte dei potenziamenti saranno acquistabili solamente da specifici istruttori sparsi per il mondo di gioco. Questo aspetto potrebbe spaventare gli utenti più casual rendendo il titolo ancor più di nicchia di quanto non lo sia già a livello di concept.
Come già accennato in precedenza, il tallone d’achille di ELEX risiede nel comparto grafico: dalle texture ai modelli poligonali, tutto fa pensare che si trovi davanti ad un gioco di almeno 5 anni fa; unica nota positiva, il sistema d’illuminazione che però non riesce assolutamente ad oscurare le evidenti limitazioni tecniche del titolo Piranha Bytes. Anche la soundtrack non tocca mai vette d’entusiasmo e, più volte, gli effetti di gioco ci sono sembrati davvero sottotono ed antiquati.
Insomma, siamo conspaevoli del fatto che Piranha Bytes non abbia il budget di altre case di sviluppo ma, di sicuro, il team tedesco poteva – e doveva – fare qualcosa di più sul fronte audiovisivo.
Concludendo…
ELEX è un prodotto che offre molta quantità a discapito della qualità. Una trama interessante ed un sistema ruolistico piuttosto vasto e profondo, non riescono assolutamente a nascondere tutte le pecche tecniche e di gameplay di cui il titolo Piranha Bytes soffre. I veterani del genere potrebbero apprezzarlo ma, a tutti gli altri, il nostro consiglio è di rivolgere la propria attenzione altrove.