Per il nuovo capitolo di The Order c’è speranza…

Ru Weerasuriya, fondatore di Ready at Dawn e Creative Director di The Order 1886, ha di recente svelato che il brand è stato pensato per avere un futuro, quindi dei sequel. La sequenza finale di Sir Galahad, che parla al comunicatore con Nikola Tesla, preannuncia avvenimenti ancora più grandi di quelli che caratterizzano gli ultimi capitoli del tps story driven, uscito in esclusiva PS4 nel 2015. In questo speciale cercherò di spiegarvi perché, a mio parere, il grande potenziale della serie merita che The Order: 1887 veda la luce.

the order 1886

La battaglia di Caporetto e The Order 1886: gravi disfatte storiche

The Order 1886 è stato letteralmente distrutto dalla stampa e, sul famoso aggregatore di recensioni Metacritic, ha totalizzato una media di appena 63. Personalmente, non sono d’accordo con recensioni che vanno a sottolineare solo i lati negativi di un prodotto perché, spesso, causano un significativo decremento delle vendite, essendo molti quelli che si lasciano scoraggiare da un numerino, senza approfondire. Detto questo, è bene chiarirlo: il gioco non è esente da difetti, anche gravi. Vediamoli insieme.

I pro…

La splendida realizzazione tecnica, una cura per i dettagli davvero certosina, alcune delle vedute più belle della storia videoludica, una trama stellare con spunti davvero originali, sparatorie ultra realistiche valorizzate da una “photo mode” slegata dal personaggio, una colonna sonora d’impatto e un doppiaggio italiano sopra la media.

… e i contro

Gli scontri con i boss sono solo due e, purtroppo, totalmente identici, mentre le fasi di caccia alle bestie – che dovrebbero essere il compito principale dei cavalieri della tavola rotonda – sono pesantemente ripetitive, noiose e mal congegnate. I titoli di coda, precoci come un verginello alla prima tacca, brutalizzano il climax narrativo, mentre le sezioni cinematografiche non interattive, vanno a spezzare davvero troppo il ritmo dell’azione.

the order 1886

Il concept del primo capitolo è geniale

Perché, con questi presupposti, continuo a fare il Manzoni e a pensare che The Order: 1887 “s’ha da fare”? Andiamo con ordine. Innanzitutto The Order 1886 vanta un geniale sforzo creativo in fase di sceneggiatura: mischiare i cavalieri della tavola rotonda di Re Artù con l’ancor più leggendario Sacro Graal, ambientando il tutto nella Londra di fine ‘800, in piena rivoluzione industriale è… bé, fuori di testa! Come se non bastasse, Weerasuryia ha deciso di donare un ulteriore strato di profondità ai suoi personaggi: grazie ai poteri del Graal, i cavalieri possono vivere per secoli e, vedendo imperi sorgere e cadere, sembrano essere diventati più freddi e sempre meno dotati di “anima”. L’entusiasmo di un Lafayette è ben maggiore rispetto a quello di Grayson e Sebastian Malory, che hanno un qualcosa come 400 e 600 anni. Le apparizioni di Charles Darwin, Nikola Tesla, Lafayette e Jack lo squartatore non fanno altro che immergere ulteriormente il giocatore in questa linea temporale, tanto bizzarra quanto originale.

The Order 1887: la ricetta della nonna

Queste incredibili basi, l’ottimo comparto audiovisivo, sparatorie d’impatto e realistiche, sono tutti elementi che andrebbero mantenuti in questo fantomatico sequel, ma ovviamente andrebbero sostenuti da una serie di oculate modifiche al game design.

Esempio perfetto? Uncharted 4.

Uncharted 4 rappresenta, in toto, l’equilibrio definitivo tra cinematiche e fasi di gameplay. Filmati che non hanno paura di durare più di qualche minuto, si alternano magistralmente col dinamico e spettacolare gameplay. Una struttura semi open world, che riduce sensibilmente il fattore “treno in corsa sul binario”, trucchi, collezionabili – con un senso logico, modalità aggiuntive per favorire la rigiocabilità. Se Sony desse la green light per la produzione del sequel di The Order, quest’ultimo dovrebbe trarre spunto dall’ultima opera dei Naughty Dog. Una campagna di 12 ore, assieme alla maggior cura nella costruzione degli scontri con lycan e vampiri e, cosa non meno importante, con boss fight di spessore non ridotte a quick time events cinematografici, andrebbe a garantire il successo a Ready at Dawn.

the order 1886

Multiplayer? No, grazie

E per quanto riguarda il multiplayer? La serie è stata concepita come un’esperienza single player e, se questa è la volontà degli sviluppatori, è giusto che il prossimo titolo rimanga orientato in questa direzione. La parola chiave non è necessariamente multiplayer, ma è piuttosto “massimizzare” ciò che già fa parte dell’idea di base, fare tesoro delle critiche e riuscire a rimanere coerenti con le proprie convinzioni, andando, al contempo, ad accontentare un maggior numero di utenti.
Le esperienze troppo cinematografiche e poco interattive, me ne rendo conto, possono non piacere a una larga fetta di videogiocatori, e farebbero bene a capirlo anche Andrea Pessino, Weerasuriya e compagnia.
Insomma, spero ardentemente nel “via libera” di Sony e che The Order 1887 si faccia.

Che ne pensate della serie? Sperate in un sequel? Parliamone insieme, qui, su Cyberludus.com!

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Ha conseguito una laurea triennale in fotografia, cinema e televisione e, attualmente, si dedica a tempo pieno alla divulgazione dell’arte audiovisiva definitiva: il videogioco. Gira e sceneggia cortometraggi, video di dubbia sanità mentale con The Gentlemen e cura il canale YouTube “Lo Spazio di Donte”. Assieme ai compagni d’arme in Cyberludus.com e VG24/7.it, cerca di crescere nel campo del giornalismo videoludico ma, mal che vada, continua a coltivare il sogno proibito: costruire un insieme di piattaforme in mezzo al mare senza il controllo di governi, sistemi e religioni… Outer Heaven.

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