Per tutti gli amanti dei giochi di ruolo tattici, Fire Emblem rappresenta – da quasi trent’anni – uno tra i punti di riferimento per questa tipologia di giochi. Dopo la parentesi musou, recensita qualche mese fa, Fire Emblem Warriors: Three Hopes, il team nipponico di Intelligent Systems torna alla carica con un nuovo capitolo dell’apprezzata serie strategica, aprendo così le danze ad un 2023 che, con l’uscita del nuovo The Legend of Zelda alle porte, potrebbe rappresentare un vero e proprio canto del cigno per Nintendo Switch, visti i sempre più pressanti rumor su una nuova console in dirittura di arrivo.
Fire Emblem Engage, oggetto della nostra odierna disamina,cerca di riproporre – e migliorare – le consolidate meccaniche di gioco già apprezzate con le precedenti iterazioni, andando ad aggiungere diverse feature al gameplay, in grado di rendere le meccaniche di gioco ancora più accessibili ai “novizi”.
Come di consueto, grazie ad un codice review fornitoci da Nintendo, siamo qui pronti a fornirvi il nostro responso finale sul titolo di Intelligent Systems.
Buone lettura!
Fire Emblem All-Stars!
La storia di Fire Emblem Engage è ambientata nel continente di Elyos, dove i giocatori vestiranno i panni di Alear, il figlio del Drago Divino – come da tradizione, il nostro destino sarà quello di combattere e salvare il mondo dal malvagio Drago Maligno. Una trama che segue quindi il modello classico dettato dai “canoni” JRPG, con il protagonista intento a viaggiare per il mondo e visitare le diverse località proposte, combattendo contro le forze del male. Rispetto al precedente capitolo del franchise, Three Houses, in cui le diverse fazioni sono in lotta tra loro, la storia di si sviluppa in maniera più “tradizionale”: non che sia una cosa negativa, ma solo leggermente meno ambiziosa, se si pensa ad alcuni titoli precedenti della serie. Ciò che rende l’ambientazione davvero interessante è la possibilità di vestire i panni dei protagonisti dei giochi precedenti attraverso l’utilizzo del sistema degli anelli – questi personaggi includono protagonisti amati come Marth, Byleth e Sigurd, ma anche alcuni protagonisti meno noti di titoli che non sono mai stati pubblicati al di fuori del Giappone.
Detto questo, la storia procede in maniera piuttosto lineare e non prevede scelte da parte del giocatore. Viaggiando per Elyos, incontreremo una vasta pletora di personaggi che vengono introdotti principalmente attraverso le cutscene. E dato che il cast di combattenti è molto numeroso, solo quelli centrali riescono beneficiare di un vero e proprio sviluppo del personaggio nella storia principale, dato che gli altri vengono relegati a cutscene opzionali.
“Dodici anelli per ghermirli” semi-cit.
Il gameplay “core” di Fire Emblem Engage segue lo stesso combat system, prettamente tattico, che conosciamo e amiamo, ma è, al tempo stesso, uno dei migliori mai visti all’interno di questo franchise: senza perdere il concept “triangolare”, in grado di dettare vantaggi e svantaggi in battaglia, troveremo un fattore aggiuntivo, che prevede la capacità di contrattaccare nel turno in cui beneficiamo di un vantaggio su un nemico – questo effetto viene definito “rottura”.
Tenete presente che questo vale anche per voi e per le vostre unità l’effetto di rottura consente una vasta gamma di strategie e, con la giusta configurazione, si può addirittura vincere senza essere mai toccati, il che rende il gioco molto più incentrato sulla strategia – questo fa sì che avere il giusto tipo di arma sia estremamente importante in battaglia.
Come accennato in precedenza, il sistema Engage permette anche di vestire i panni dei protagonisti dei titoli precedenti. Utilizzando gli anelli degli emblemi ed equipaggiandoli, i giocatori sono in grado di trasformare alcune unità in eroi diversi per tre turni, a seconda dell’anello che equipaggiano. Questo conferisce loro nuove abilità e l’accesso a un attacco molto potente, utilizzabile però una volta sola. Queste abilità vanno dalla modifica della disposizione della mappa all’eliminazione dei nemici con colpi potenti.
Nel gioco sono presenti in totale dodici anelli degli emblemi, ognuno dei quali associato a un eroe. Ovviamente, unità diverse otterranno bonus diversi a seconda dell’anello equipaggiato e delle loro statistiche e, da questo punto di vista, avremo modo di sperimentare diverse combinazioni per osservare quale strategia maggiormente si adatta al nostro stile di gioco: la capacità di ingaggiare può cambiare le sorti della battaglia e sapere quando e chi ingaggiare sarà sicuramente la chiave della vittoria nella maggior parte delle battaglie.
Per sfruttare a pieno potere gli anelli, i giocatori dovranno raggiungere determinati livelli di legame con gli eroi, in modo da poter accedere a tutte le loro abilità – completate le conversazioni di legame, è possibile equipaggiare le varie abilità acquisite e provarle in battaglia.
Il combattimento in generale è molto ben bilanciato: a livello di difficoltà, se si desidera un’esperienza più “snella” con una leggera dose di sfida, allora la strada da percorrere è quella normale, se invece spunti dal desiderio di sperimentare appieno i tatticismi offerti da Fire Emblem Engage, allora le opzioni Difficile e Folle potrebbero rappresentare la sfida giusta, visto che si tratta di due modalità che richiedono una riflessione approfondita su ogni scelta effettuata (in questo caso, una singola mossa può fare la differenza tra la vita e la morte).
Fire Emblem Engage offre anche alcune modalità co-op e PvP, accessibili a Somniel presso la Torre delle Prove. Le Prove di Staffetta sono un modo interessante di usare la cooperativa in un gioco a turni: dopo un certo numero di turni, il gioco passerà il controllo a un altro giocatore e i giocatori dovranno cooperare ed elaborare una strategia collettiva per vincere contro l’IA. Dopo aver completato con successo una Prova a Staffetta, tutti i partecipanti riceveranno delle ricompense. Le Prove Altrotempo, invece, permettono ai giocatori di competere tra loro: i giocatori potranno anche creare mappe proprie, con la massima libertà di posizionare ostacoli e montare armi. Le mappe possono essere consultate anche da altri giocatori per competere.
Nel complesso, il gameplay di Fire Emblem Engage è un passo avanti rispetto ai titoli precedenti e il titolo mantiene appieno le sue premesse, grazie anche all’ottima introduzione della meccanica Engage.
Andando ad analizzare la componente audiovisivo dell’ultima fatica di Intelligent Systems, non possiamo che apprezzare gli sforzi effettuati dal team nel rendere, quantomeno, il comparto tecnico stabile e maggiormente d’impatto, rispetto a quanto visto nei precedenti capitoli. Rispetto a Three Houses, ad esempio, la maggior stabilità in termini di frame rate ci ha fatto molto piacere, oltre che la cura riposta nel rendere ancora più caratterizzati i modelli poligonali dei personaggi, oltre che gli effetti grafici durante gli scontri.
Buona, come sempre, la cura rivolta alla soundtrack e alla localizzazione in lingua italiana, priva di sbavature, come da tradizione nelle esclusive Nintendo.
Concludendo…
Fire Emblem Engage osa poco sia in termini narrativi che di gameplay, puntando forte su un consolidamento che a tratti funziona e in altri casi un po’ meno. Resta il fatto che l’ultima fatica di Intelligent Systems rimane un must have per gli amanti della serie e possessori di Nintendo Switch, dato che il titolo rimane un’esclusiva di spessore in grado di regalare un notevole grado di sfida ai giocatori amanti del suo gameplay tattico poco permissivo.