Alzi la mano chi non ha mai lavorato in un ufficio? Nessuno.

Ebbene, ancora una volta: alzi la mano chi non ha mai dovuto destreggiarsi tra colleghi serpenti, capiufficio dittatoriali e boss da “venerare” in pieno stile fantozziano, nel mentre si cerca a tutti i costi di difendere il proprio posto di lavoro? Qui, le mani sarebbero migliaia. E sono questi gli assurdi, in senso positivo, presupposti concettuali di The Company Man, titolo sviluppato ed edito dalla casa di sviluppo indipendente Forust, al debutto nel mondo videoludico con il citato titolo. Riusciremo a sopravvivere alla giungla delle grandi compagnie?

Bando alle ciance, ecco la review della versione Switch di The Company Man.

Una strada in (forte) salita

The Company Man è un gioco di piattaforme in due dimensioni, la cui azione si svolge a scorrimento e in senso orizzontale, obbedendo ai classici crismi del genere di Mario & Co. Come detto, i presupposti narrativi alle peripezie che ci troveremo a vivere sono assurdi quanto geniali: indosseremo i panni “macchiati di caffè” di Jim, un giovane e rampante virgulto intento a scalare i ranghi di una immensa e tentacolare multinazionale. Peccato che, arrivare in cima non sarà così semplice: il nostro malcapitato eroe, infatti, dovrà scansare colleghi dall’alito fiammante o in grado di “nuotare” (letteralmente) in mari di carte, e vedersela con capiufficio o settore dai “poteri” immensi.

Un incipit divertente e spassoso che, in un certo qual modo, colora e rende viva l’intera avventura anche se, ad un occhio più attento, tra stagisti lanciati come missili o impiegate anziane con enormi amplificatori infuocati, non è così difficile scovare una critica, impostata come parodia, al sistema venefico e pseudo-schiavista che, solitamente, aleggia all’interno delle enormi corporazioni trans-nazionali. Dunque, una risata ma anche una (leggera) riflessione sullo stato delle cose: chapeau agli sviluppatori per l’inventiva! La genialità degli sviluppatori nell’impostare l’intero gioco sui temi succitati, pervade praticamente ogni campo e plasma, coerentemente, i classici aspetti che solitamente emergono dai giochi di piattaforma.

Selfman mading a colpi di… tastiera

Dopo un brevissimo intro, il nostro buon Jim verrà degradato all’ultimo piano dell’enorme corporazione, il servizio clienti: da lì, inizierà la sua scalata sino al ruolo di CEO, tra nemici e assurdi e puzzle ambientali da risolvere a suoni di salti ed “e-mail” laser. The Company Man ha un andazzo ludico piuttosto semplice: ogni livello, caratterizzato da nemici e sfondi in linea con il reparto rappresentato, ci vedrà saltellare su piattaforme rigide o mobili, usando la provvidenziale abilità del protagonista di compiere uno scatto innanzi, nel mentre ci destreggiamo tra nemici dai vari poteri e puntando direttamente alla fine del livello, dove ci attenderà una divertente (e solitamente impegnativa) boss fight. Il nostro “impiegato-eroe”, all’inizio, sarà solo dotato di una semplice tastiera da PC che utilizzerà come una spada per destreggiarsi tra nemici ed “enigmi”. Progredendo con i livelli (ognuno dei quali rappresenterà in modo ironico i classici “compartimenti” in cui le grandi aziende sono suddivise), non solo ci ritroveremo ad affrontare nuovi e più potenti nemici (sempre pescati nell’immaginario dei “figuri da ufficio”) ma sbloccheremo anche nuovi e devastanti poteri, come il poter inviare della “multi-mail” (che, nel gioco, si tradurrà in una sorta di fucile a pompa).

Tra un livello e l’altro, tutti corredati delle classiche aree segrete da scovare, il nostro buon Jim riuscirà a riprender fiato (e bere una buona tazza di caffè, che fungerà nel gioco da checkpoint) nell’atrio dell’azienda. La hall fungerà anche da sorta di “avamposto” dove poter spendere le monetine che i nemici caduti, gentilmente, ci doneranno. Avremo, quindi, facoltà di aumentare i nostri punti ferita o potenziare determinate abilità che ci ritorneranno utili durante la dura risalita della gerarchia aziendale. In linea di massima, per potenziare al meglio il nostro eroe, sarà necessario completare i livelli più volte visto che, a conti fatti, i nostri avversari saranno un po’ avari di “dindini”: la qual cosa è nulla più che un piccolo artificio per allungare l’esperienza di gioco che, al contrario e in base all’abilità del giocatore, potrebbe concludersi definitivamente in un paio d’ore. Seppur sia sicuramente gradevole e divertente, The Company Man, a livello puramente meccanico, si “limita” a svolgere il suo compito senza “osare” o tentare strade alternative: gli appassionati del genere di piattaforme, probabilmente, potrebbero trovare il titolo un po’ troppo basico nelle sue meccaniche e senza nessun guizzo di personalità che lo possa far distinguere dall’enorme calderone di giochi simili che affollano l’ammiraglia Nintendo. Al contrario, visto anche il suo costo contenuto, il titolo potrebbe essere un buon punto di partenza per i neofiti o per i giocatori “old school”, visto il livello di sfida intermedio e le meccaniche “ridotte all’osso” che lo rendono piuttosto accessibile sin dai primissimi istanti.

«Pronto, qui reparto tecnico»

Seppur non faccia gridare al miracolo per natura, The Company Man è sicuramente un “plus” totale a livello sia artistico che meccanico. Un plauso enorme alla genialità degli sviluppatori nel reinterpretare in chiave “allegorica” tutte le storture più classiche che “vivono” all’interno dei grandi uffici, in grado tantissime volte di strapparci anche qualche sonora risata. Ecco che, ad esempio, le sezioni dedicate al “customer service” saranno ricolme di dipendenti perennemente impegnati al telefono e rinchiusi in gabbie, in una sorta di seminterrato simile ad una discarica. O, al contempo, l’area dedicata alla contabilità sarà un livello “glaciale” con enormi distese di monete sullo sfondo. La genialità “reinterpretativa” invaderà anche il complessivo design dei nemici e, specialmente, dei boss, che ci fustigheranno con lunghissimi cavi telefonici oppure ci spediranno contro missili fatti di fogli di carta o di… impiegati.

Il buon lavoro svolto a livello artistico, si riconferma pienamente anche a livello tecnico: premessa una sostanziale “semplicità” tecnica del titolo, The Company Man si comporterà benissimo su Switch sia in modalità portatile che docked. Durante il test, non sono stati esperiti bug o rallentamenti delle performance tali da esser degni di menzione: il gioco scorrerà fluidissimo e senza strozzature di nessun tipo.

Concludendo…

Un po’ satira, un po’ critica: The Company Man è un condensato di divertentissime situazioni grottesche e uno specchio sin troppo realistico di com’è destreggiarsi tra scrivanie e colleghi “venefici” nei grandi uffici multinazionali. In generale, il titolo è promosso con un ottimo voto seppur alla geniale resa artistica, sia stata poi affiancato un reparto più squisitamente ludico non particolarmente “arrembante”. In generale, un buon prodotto e un buon passatempo per chi ama il genere.

CI PIACE
  • Una satira della giungla delle grandi aziende
  • Artisticamente geniale
  • Un divertente gioco di piattaforme…
NON CI PIACE
  • …probabilmente un po’ troppo basico
  • Non particolarmente longevo
Conclusioni

Com’è la vita di un povero impiegato, alle prese tra aliti pestilenziali e capiufficio schiavisti? Ebbene, The Company Man tenta di rispondere a questa domanda con il proprio pacchetto ludico, intriso di una geniale ironia che pervade sia il design che l’effettività dell’esperienza ludica. Unici nei di una produzione comunque valida, sono una certa limitata longevità unita ad un gameplay riuscito ma probabilmente troppo basico rispetto alla (agguerrita) concorrenza. Consigliato a chi ama il genere o anche a chi vuol approcciarsi, in entrambi i casi senza grandi pretese.

7.8Cyberludus.com

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