La serie di Megami Tensei affonda le proprie radici nella mitologia, sia giapponese che classica: storia di angeli, demoni, concetti dell’aldilà – paradiso e inferno – e fine del mondo.

Per riscoprire le origine della saga JRPG targata ATLUS, dobbiamo portare indietro le lancette di oltre trent’anni, più precisamente all’anno 1987, dove i giocatori giapponesi “armati” di NES ebbero l’opportunità di mettere le mani su Digital Devil Story: Megami Tensei, primo – vero – capitolo ufficiale di questo brand, che pescava a piene mani dall’omonimo romanzo horror di Aya Nishitani.
Per molti anni, la serie di Megami Tensei è rimasta pressoché relegata al solo territorio giapponese, almeno fino all’uscita del terzo capitolo di Shin Megami Tensei, Nocturne, che recentemente ha beneficiato di una rimasterizzazione in alta definizione. Con l’avvento della saga spin-off, Persona, il publisher ATLUS riuscì nell’intento di portare agli occhi di ancora più giocatori queste piccole perle videoludiche, strappando – in alcuni casi – addirittura una localizzazione in lingua italiana – ne sono un esempio l’oggetto della nostra odierna disamina, Shin Megami Tensei V e l’ultimo Persona V in edizione Royal.

Bene, dopo aver provato il titolo in anteprima e, successivamente, post lancio – grazie ad un codice review fornitoci da Nintendo – abbiamo spolpato per ore l’enorme offerta contenutistica di Shin Megami Tensei V, titolo scomparso un po’ dai radar per diversi anni, dopo il suo annuncio, e giunto finalmente a finire di un anno un po’ anomalo per l’industria videoludica, in esclusiva su Switch.

Diamo quindi inizio alle danze con la nostra recensione!

Uno studente di Tokyo e il suo Nahobino

La storia di Shin Megami Tensei V inizia lentamente, quasi a voler calare piano piano il giocatore nei panni del misterioso protagonista, uno studente liceale di Tokyo che, per una serie di misteriosi eventi, si risveglierà nel Da’At, una versione alternativa di Tokyo sull’orlo dell’apocalisse.

Una stranezza chiama un’altra e, giunti in questo desertico scenario (invaso da demoni non proprio amichevoli), faremo la conoscenza di un individuo noto come Aogami che si fonderà a noi creando il Nahobino.

Avete capito qualcosa? Beh, noi non molto. Ma con questo incipit, piuttosto bizzarro, si apre la storia di Shin Megami Tensei V, l’ultimo capitolo del franchise JRPG di lunga data che non solo è in circolazione dal lontano 1987, ma, come dicevamo poc’anzi, ci ha regalato il suo spin-off, Persona, una serie che ha probabilmente eclissato il franchise principale.
In effetti, è quasi impossibile non menzionare Persona quando si parla di Shin Megami Tensei V. Mentre si applicano i confronti del caso relativi al sistema di combattimento (rigorosamente a turni) e al sistema di cattura dei demoni (che per certi versi, ricorderà quello della celebre saga di Game Freak), passeremo tutta la durata della nostra avventura a difendere Tokyo da demoni e, ovviamente, guidare il nostro protagonista nelle sessioni “scolastiche”.

Il cast di personaggi di Shin Megami Tensei V, sebbene “accattivanti”, non sono così memorabili come quelli di Persona 5, ad esempio, così come i menù e le musiche che mancano della stessa originalità. Questo non vuol dire che il titolo in questione non sia assolutamente meritevole di amore e attenzioni, anzi, tutt’altro.

Nelle circa cinquanta ore che abbiamo impiegato per portare a termine l’avventura, siamo rimasti comunque pienamente soddisfatti dall’impianto narrativo imbastito da ATLUS, pregno anche di missioni secondarie che, seppur non originalissime, sono comunque propedeutiche al sistema di crescita del nostro personaggio.

Il combattimento per la propria vita

Dove Shin Megami Tensei V brilla davvero è nel suo sistema di combattimento.

Il combattimento a turni non è una novità per la serie targata ATLUS, ma il titolo pone ulteriore enfasi sugli abbinamenti di tipo, atti a colpire i punti deboli di un nemico durante gli scontri: colpisci un nemico con un attacco a cui è debole e avrai la possibilità di eseguirne un altro nel turno immediatamente successivo. Ciò significa che la formazione giusta può farti concatenare attacchi – ma, attenzione, che lo stesso vale anche per gli avversari.

Il giocatore avrà la disponibilità di reclutare i demoni, durante lo spostamento nel mondo di gioco, con la possibilità di tenerne fino a tre nel party attivo. Il “trio di demoni” potranno altresì essere potenziati tramite oggetti, o magie, ma possono essere anche combinati tramite il sistema di Essenze, che ci permetterà non solo di creare nuovi demoni da zero (sacrificandone due in nostro possesso) ma anche di trasferire tra di loro magie, debolezze e abilità. Il sistema di reclutamento in Shin Megami Tensei V avviene in maniera molto “inusuale”: scordatevi poke ball, master ball o ultraball – voi, il Nahobino, per reclutare un demone dovrete semplicemente parlarci, scegliendo la risposta giusta al momento giusto e, soprattutto, esaudendo le sue richieste (che variano da semplici richiesti di oggetti fino a “sacrifici” di punti vita o punti magia).

Shin Megami Tensei V non è un JRPG adatto a tutti i palati. Il gioco di ATLUS è infatti molto difficile, se paragonato alla media del genere di riferimento, e sarà sempre quindi necessario ottenere il massimo dalla propria formazione. Molte volte ci siamo ritrovati a perdere un corposo minutaggio di progressi, dopo essere stati “travolti” da un semplice gruppo di demoni addirittura dopo una boss fight. Il gioco non perdona e vi costringerà a passare molto tempo nei cervellotici menu di gioco, per trovare la giusta combinazione di demoni per quella determinata area o boss fight. Siete avvisati.

Tra una battaglia e un’altra, esploreremo una serie di ambientazioni, interconnesse in una sorta di open map, caratterizzata da scorciatoie, segreti e, per non farci mancare nulla, missioni secondarie. Ogni ambientazione proposta è stata caratterizzata ottimamente, con una palette di colori “giallastra”, atta a mettere l’accento sullo scenario post apocalittico su cui, per la maggior parte delle nostre ore, saremo tenuti a percorrere.

Non sentite anche voi questo bisogno di upgrade?

Sul fronte grafico, Shin Megami Tensei V sembra faticare più del dovuto. Nulla togliere al comparto audiovisivo, ottimo e caratterizzato da un art design decisamente sublime, ma abbiamo notato – specialmente in modalità docked, una certa “fatica” nel proporre un frame rate stabile e privo di rallentamenti di sorta: non stiamo parlando di un gioco frenetico e il gameplay a turni aiuta molto nel rendere “sopportabile” il frame rate, ma i costanti cali – specialmente nelle fasi esplorative – ci fanno sperare in qualche patch correttiva atta a sistemare la stabilità generale.

Ottime le musiche e il doppiaggio, in lingua inglese, affiancato da una localizzazione in lingua italiana eccellente, che traduce dialoghi e menù senza problemi di sorta.

Concludendo…

Shin Megami Tensei V è l’esclusiva Nintendo Switch di spessore che mancava in questo 2021 videoludico. Sebbene si tratti di un titolo un po’ “di nicchia” che forse rischierà di vivere un po’ all’ombra del suo stesso spin off, Persona V, abbiamo apprezzato moltissimo l’ultima fatica di ATLUS, che ci ha tenuti incollati alla console per un quantitativo smodato di ore. Gioco indubbiamente consigliato agli amanti del genere JRPG ma anche a tutti i giocatori desiderosi di aggiungere una nuova esclusiva Switch alla propria libreria videoludica, magari sotto l’albero di Natale.

CI PIACE
  • Sistema di combattimento a turni eccellente
  • Le combinazioni di Essenze, se familiarizzate a dovere, vi daranno grandi soddisfazioni
  • Art design sempre pregevole
  • Ottimo comparto contenutistico
  • Narrativamente ben scritto…
NON CI PIACE
  • …anche se ci mette molto a ingranare
  • Frame rate non al top, specialmente in modalità docked
  • Non per tutti
Conclusioni

Shin Megami Tensei V prova a scrollarsi di dosso la pesante ombra di Persona V, proponendo un titolo incredibilmente vasto e stratificato, caratterizzato da un combat system complesso, ma altresì capace di dare molte soddisfazioni al giocatore. Consigliato, senza riserve, a tutti gli amanti del genere JRPG, interessati ad aggiungere un pezzo da novanta alla propria libreria Nintendo Switch.

9Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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