Il mondo indipendente dell’arte videoludica, nel corso delle ultime annate, ha saputo regalare esperienze digitali uniche nel proprio genere. L’espressività progettistica che lo caratterizza, delle volte acerba ma capace di ammaliare il videogiocatore, viene spesso esaltata da un game design che designa la bellezza di un intero settore. Una divisione che, a conti fatti, potremmo definire come un oceano, ove tra tante navi alcune risaltano più di altre. Tra la foschia che avvolge il feroce mare burrascoso che rappresenta l’industria videoludica, una piccola nave appare in lontananza: King of Seas. Sviluppato dai talentuosi sviluppatori italiani di 3D Clouds, già noti per alcune produzioni dal calibro di Xenon Racer e Carrumble, il titolo in questione ci catapulta in un’inedita avventura a tema piratesco, con un mondo tutto da scoprire ed in continua evoluzione.

Siete pronti ad invertire rotta, insieme a noi, verso la conquista del mare sotto il vessillo dei pirati?

Benvenuti nel regno dei Sette Mari

La nuova sfida del panorama indipendente, targata 3D Clouds e Team17, trova la propria concretizzazione in un titolo dalle premesse stimolanti. L’intero concept di gioco, prima ancora di svilupparsi in una formula ludica interessante, si traduce nella creazione di un immaginario dal forte potenziale. Questo è capace di coinvolgere il giocatore nell’immersione in un prodotto che, all’atto pratico, potremmo definire story driven, caratterizzato da vari espedienti narrativi degni di nota. Stiamo parlando, nel caso di King of Seas, di uno storytelling che pone al centro delle vicissitudini raccontate il regno dei Sette Mari. L’impero oceanico, all’interno del quale vigono le leggi della pirateria e la stregoneria voodoo, si ritroverà ben presto ad affrontare una contesa del territorio tra le forze più illustri dei mari: pirati e marinai.

La morte dell’imperatore Alexander, che sancisce la fine di un lungo periodo di pace, vedrà ben presto i legittimi eredi della corona in una feroce lotta contro un temibile ed oscuro potere. Marylou e Luky, i figli del sovrano ed in antitesi con il malvagio ammiraglio Byrne, detteranno le sorti di tutti i continenti marittimi e dei Sette Mari. Potremmo quindi definire la componente narrativa di King of Seas come il fiore all’occhiello di una produzione che, nel suo insieme, mostra dell’incredibile.

Il cambio di rotta verso un nuovo mondo da scoprire, guidati dalla stella di zaffiro

Nonostante siano state spese belle parole per la componente narrativa dell’ultima fatica del team di sviluppo italiano, il titolo mostra la sua effettiva ossatura con un sistema di gioco coinvolgente. Prendendo esteticamente spunto, soprattutto nell’uso di una palette cromatica calda, da alcune produzioni che rientrano del novero degli action-rpg a tema piratesco (basti citare l’opera di Rare, Sea of Thieves), potremmo dire che King of Seas sia un’ottima alternativa rispetto all’offerta della controparte. Vi sono numerosi aspetti che, nel concreto, determinano una varietà di gameplay ed una rigiocabilità lodevole, capace di decretarne a conti fatti il suo successo. L’intero bilanciamento di gioco verte su di un unico principio cardine: dinamismo. Questo, nel dettaglio, si traduce nella generazione procedurale di un mondo vivo e soggetto costantemente a cambiamenti, sia esso in termini climatici o nell’incontro di determinati NPC, ove diverse meccaniche interne determinano numerosi tipi di esperienze possibili.

Se da un lato si può dare adito al proprio animo collezionista con un loot system che incentiva l’esplorazione e diluisce la longevità e la mole di contenuti in modo, a nostro avviso, per nulla artificiale e che esalta l’indole piratesca del videogiocatore, dall’altra parte vi è la possibilità di vivere un’avventura più propensa al commercio, ove all’interno di ogni porto un elementare sistema di domanda-offerta (quale merce viene prodotta in grande quantità e quale no) determina un processo di scambio più articolato. Sulla base di questo si incentivano vari aspetti di gioco anche meta-ludici, come una componente puramente gestionale che incoraggia una maggiore esplorazione.

Il tutto, successivamente, viene condito da un processo più avanzato di controllo della propria nave, che in totale permette ben cinque alternative diverse tra cui scegliere e sulle quali ci si ritrova ben presto ad intercambiarvi sulla base del proprio stile di gioco e delle necessità correnti. Il sopracitato elemento gestionale si lega inoltre ad ulteriori meccaniche secondarie, come le attività nei vari porti. Al loro interno è possibile prendere parte ad una serie di interazioni che, al di là del semplice mercante, si legano alla progressione del personaggio con numerose quest ben pensate e diversificate tra loro, oppure ad un più generico miglioramento dei porti (quest’ultima meccanica è più avanzata).

Vele spiegate e cannoni armati. Pronti a conquistare l’oceano!

King of Seas ha saputo conquistarci sotto vari punti di vista. Uno di questi è il sistema di combattimento, capace di regalare un bilanciamento della sfida meritevole di nota. L’intero corso dell’avventura fornirà sfide tanto ostiche quanto divertenti, ove a vincere sarà il più temerario dei capitani. Le battaglie fino all’ultima palla di cannone esaltano quella che è una stratificazione ludica legata ad ogni singola imbarcazione e che contribuirà alla personalizzazione del proprio gameplay. All’esistenza di un ramo abilità dei talenti grazie al quale modificare una serie di parametri per tutte le navi (come, ad esempio, la velocità di sterzo del timone), segue la modifica di ogni componente del mezzo selezionato e che si lega al loot system definito dalla natura procedurale degli elementi del mondo di gioco. Saranno questi fattori a definire un gameplay system articolato e dinamico, la cui maestria viene complicata dall’associazione di una funzionalità a qualsiasi tasto del controller.

Pad alla mano, in altre parole, siamo difronte ad un’esperienza capace di soddisfare qualsiasi giocatore, da quello meno avvezzo a sistemi di gioco più articolati a chi vede in quest’ultimi un valore aggiunto. Viene a crearsi un corollario di meccaniche principali e secondarie, che coesistono sinergicamente in una struttura ludica apparentemente impeccabile e che assume un valore visto di rado in produzioni di minor calibro.

Anche sotto il profilo tecnico l’ultima opera targata 3D Clouds appare come una piccola perla nel mercato indipendente. King of Seas è un prodotto il cui colpo d’occhio risulta essere spiazzante nella sua semplicità che, a conti fatti, ne costituisce la sua stessa bellezza. L’impeccabile uso dell’Unreal Engine 4 viene visivamente tradotto in un cromatismo che definisce una caratterizzazione notevole dell’intero ambiente open map di gioco, a cui ne segue a rotta di collo una descrizione meta-narrativa che viene definita da una serie di soundtrack valide e che contribuiscono alla creazione di un contesto piratesco.

Concludendo…

Siamo parecchio soddisfatti dal prodotto confezionato da 3D Clouds e Team17. Tutti gli elementi che costituiscono questo titolo vengono digitalizzati in una sinergia tale da mettere in commercio un’esperienza marinaresca che potrebbe convincere molti giocatori. Per quanto non si possa definire unica nel proprio genere, anche a causa di una narrativa ricca di intrighi ma che comunque si distacca veramente poco dai classici canoni di un generico schema narrativo, l’idea che un team di sviluppo indipendente abbia concepito un titolo da queste premesse è lodevole. Noi di Cyberludus, in questa sede di recensione, abbiamo voluto premiare l’impegno evidente nella realizzazione di un titolo che cerca di offrire, nei limiti del possibile, un’esperienza il più originale possibile.

CI PIACE
  • Dinamismo di un mondo in continua evoluzione
  • Il sistema di progressione è abbastanza semplice e lineare
  • Comparto narrativo ricco di colpi di scena e congeniale all’intera produzione
  • Grande supporto linguistico al prodotto
  • Sistema di loot che ben incentiva l’esplorazione
NON CI PIACE
  • Lo schema narrativo vede un eccessivo ricalco sulle figure archetipiche di alcuni personaggi
  • Vi è poco spazio per una più approfondita introspezione dei personaggi
  • Gestione statica della telecamera
Conclusioni

Consigliamo caldamente l’acquisto a tutti gli amanti del genere videoludico di riferimento. Attualmente disponibile a 19,99 euro su tutte le console di gioco supportate, King of Seas potrebbe costituire un ottimo pretesto di avvicinamento, per molti giocatori, allo scenario dello sviluppo videoludico indipendente.

7.2Cyberludus.com

Articolo precedenteNintendo Switch Pro, l’annuncio sembrerebbe imminente
Prossimo articoloPrimo gameplay di House of Ashes alle 18:00 di oggi!
Nato successivamente all'uscita di Playstation 2 e poco prima dell'approdo di Microsoft nel settore del gaming con la sua primissima Xbox, il suo amore per i videogiochi sboccia con i Pokémon, nella quale vi approda con l'indimenticabile Game Boy Advance SP. Ancora alla ricerca di un genere videoludico ideale, l'interesse per i vecchi classici del cinema gli ha permesso di comprendere l'ineccepibile importanza della narrazione nel videogioco, seppur non gli dispiaccia affatto destreggiarsi con prodotti antitetici dal calibro di Animal Crossing e Monster Hunter, o in alternativa recuperare perle del retrogaming a lui non appartenenti.

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!