Dopo l’annuncio dei remake di Pokémon Diamante e Pokémon Perla, avvenuta nel Pokémon Presents dello scorso 26 febbraio, i fan del mondo dei mostriciattoli tascabili si è infervorito. I rumor legati a due dei capitoli più importanti del brand più redditizio al mondo sono divenuti realtà, costituendo un punto di non ritorno per “The Pokémon Company” e “Nintendo”. Nonostante il successo delle vendite sia rimasto invariato, se non addirittura aumentato con gli ultimi capitoli, il vero problema di Pokémon è stato il suo controverso distacco dalle origini: la quarta e quinta generazione Pokémon (per intenderci, parliamo di Pokémon Diamante/Perla e di Nero/Bianco più Nero 2/Bianco 2) costituirono il punto più alto delle produzioni targate The Pokémon Company, con un apice narrativo inarrivabile che pose in dubbio il carattere etico di quelle stesse azioni che, da sempre, determinarono quel fantastico mondo. L’importanza di questi titoli, dunque, determina un punto cardine per i fan della saga appartenente ai primi anni 2000, cresciuti con quelli che furono i capitoli più importanti di Pokémon. Qui di seguito, per celebrare la commemorazione dell’anniversario del brand e delle importantissime presentazioni avvenute ieri, vorremmo parlare un po’ dei tanto acclamati remake, stilando una lista di quello che vorremmo nei suddetti capitoli.
Cura nella produzione…
Il preambolo di prima è risultato utile a chiarire, brevemente, il contesto di rilascio e sviluppo dei capitoli in questione. Di Pokémon Brilliant Diamond e Shining Pearl sappiamo veramente poco, ma tanto abbastanza da farci un’idea sulla produzione. L’adattamento grafico dei due capitoli, che ricorda quello che fu il remake di The Legend Of Zelda Link’s Awakening per Nintendo Switch, è una forte dichiarazione di intenti da parte del team di design. Questo stile di gioco, utile a creare un titolo che sia il più fedele possibile alla controparte su Nintendo DS, permette una gestione isometrica della telecamera, modificando di poco il campo visivo del giocatore. In altre parole, una visuale pressoché identica a quella dei titoli del 2006 permette un mantenimento, pressoché intatto, del level design della vecchia Sinnoh, che ai tempi costituì uno tra i tanti fiori all’occhiello della produzione. Inoltre, con una breve comparazione personalmente effettuata, sembra che il campo visivo sia stato modificato di pochi tiles per lato, seppure appaia radicalmente modificato.
…Che non si limiti all’estetica
Nonostante le alternative scelte di design (un prodotto simile ai capitoli “Let’s Go!” o Spada/Scudo) avessero dei limiti che cozzavano con la natura bidimensionale dei titoli di quarta generazione, una produzione simile a Link’s Awakening porta alla luce una serie di possibili problemi, principalmente legati al concetto di remake. Come detto nello speciale che dedicammo all’annuncio dei remake in questione, prima ancora che avvenisse ufficialmente, spendemmo molte parole sul concetto di re-interpretazione di un prodotto, soffermandoci sull’importanza di un videogioco che sapesse distaccarsi dai limiti tecnici dei tempi, pur mantenendone intatta la natura concettuale. Il mantenimento di una visuale isometrica, a cui corrisponde (con molta probabilità) un level design pressoché identico, pone in serio dubbio la caratteristica celebrativa del prodotto, che potrebbe facilmente divenire una semplice rimasterizzazione che, sfruttando la nomea del brand e l’importanza dell’anno corrente, venderebbe all’elevato prezzo di mercato un prodotto non del tutto meritevole della spesa. Proprio per tale ragione, speriamo che Game Freak e The Pokémon Company abbiano lavorato arduamente a questo progetto, importantissimo per noi amanti del mondo Pokémon.
Modifica del sistema di livellamento
Il punto dolente di Pokémon Diamante e Perla, se rigiocati nel 2021, sussiste nel sistema di progressione in gioco. Estremamente complesso (in relazione al fattore “tempo da impiegare”) e macchinoso per gli standard del tempo, quello che desideriamo è una gestione dei punti esperienza che si accosti più alle ultime produzioni Pokémon, come il sistema di ottenimento delle caramelle raid in Pokémon Spada e Scudo. Nonostante quest’ultimo sia estremamente semplificato ed alla portata di chiunque, il tempo impiegato per ottenere le suddette caramelle (né troppo né troppo poco) permette un discreto bilanciamento di gioco, coadiuvato dalla condivisione dell’esperienza a tutto il team nelle fasi di gioco antecedenti all’endgame. Ci aspettiamo, dunque, una rivisitazione totale del livellamento dei nostri compagni d’avventura, che altrimenti incrementerebbe artificialmente la longevità del prodotto (si parla di diverse decine d’ore per raggiungere la lega Pokémon con un team mediamente allenato).
Svolta nella trama
Nonostante la natura di riadattamento moderno del prodotto richieda una struttura narrativa intatta, le potenzialità del mondo Pokémon sono numerose, tanto da permettere al team di Junichi Masuda un collegamento con i capitoli precedenti. Da una decina d’anni a questa parte, il mondo Pokémon è stato continuamente costellato di riferimenti al concetto di “multidimensionalità”, che si tratti degli ultravarchi con la settima generazione o di linee del tempo alternative con i remake di Pokémon Rubino Omega e Zaffiro Alpha. Questo cambio di rotta dello storytelling, purtroppo, coincide con il declino narrativo del brand, che accompagnò il lancio dei titoli X ed Y e che, fino all’arrivo sul mercato di Pokémon Spada e Scudo, segnarono profondamente il futuro del franchise. Per tale ragione, personalmente, non ho mai apprezzato la direzione artistico-narrativa delle ultime generazioni del mondo Pokémon, ma, ciò nonostante, potrebbe costituire un buon pretesto per chiarire ulteriormente la time line dei capitoli.
Miglioria delle meccaniche di gameplay
La progressione hardware di Nintendo ha permesso agli sviluppatori, non ultimi il team di Game Freak, di creare nuove ambientazioni più suggestive che mai e, soprattutto, a mappa aperta. Nelle ultime iterazioni, l’elemento corrispondente alla miglioria tecnologica è stato il sistema di endgame legato alle terre selvagge, dove il completamento dei raid permetteva l’ottenimento di quel Pokémon con alcune IV stellari garantite. Nonostante questa non sia la sede adatta per parlare di competitivo del mondo Pokémon, possiamo dire che il sistema di ottenimento di mostriciattoli competitivi fu (ed è tutt’ora) un cambiamento radicale delle meccaniche di gioco, che una volta per tutte portava a termine un sistema pessimo ed interminabile di ottenimento delle uova perfette. Seppure tale meccanismo non appartenesse a nessuna delle sette generazioni antecedenti, speriamo che con i remake di Pokémon Diamante e Pokémon Perla vi sia una scelta di game design che segua la medesima direzione percorsa nel 2019. Quest’ultima, al di là di tutta una serie di limiti tecnici (bypassabili con alcuni errori di sistema), fu una piacevole innovazione, che personalmente ottenne la massima approvazione.
Presenza di eventi distribuiti con il dono segreto, specialmente quello di…
L’approdo di Nintendo DS nei mercati internazionali fu, ai tempi, una vera rivoluzione del modo di videogiocare, con la presenza di una console portatile potente e che, soprattutto, faceva del doppio schermo il proprio cavallo di battaglia. Numerosi furono i titoli che sfruttarono egregiamente tale meccanica, e tra la lista di questi troviamo, indubbiamente, anche i tanto discussi giochi Pokémon del 2006. Uno dei problemi che accompagnarono la presenza di questi giochi nel mercato fu la distribuzione degli eventi, ai tempi legata strettamente ai rivenditori con sede di negozio fisica, anche a causa della presenza di internet nelle case non comparabile ai giorni d’oggi. Le discussioni sui forum circa la distribuzione localizzata degli eventi raggiunse il suo apice con Arceus: ottenibile illegittimamente con l’utilizzo di action replay o codici su emulatore, l’evento di Arceus fu, anch’esso, l’apice degli anni d’oro di The Pokémon Company. Chiunque abbia riprodotto la cutscene in questione, grazie all’utilizzo del flauto cielo, ricorderà quella lunga scalinata verso il cielo che, mostrando la piena potenza hardware del DS, portava il videogiocatore verso Dio, o per meglio dire Arceus. Su Nintendo Switch la riproposizione di questo script potrebbe rilevarsi fondamentale per Pokémon Brilliant Diamond e Shining Pearl.
Riadattamento sonoro delle ost di gioco
Nonostante si sappia ancora molto poco circa i prodotti in arrivo per la fine dell’anno, uno degli elementi più belli della quarta generazione Pokémon saranno sempre le musiche di gioco, che per sempre avranno un posto nella sala d’onore dei nostri cuori. Che si parli della Vetta Lancia, dell’iconica scena del risveglio di Dialga e Palkia, dell’incantevole Nevepoli, dell’antica Memoride o di qualsiasi altra zona della regione di Sinnoh, difficilmente non si avranno bei ricordi legati alle musiche di gioco, che a distanza di 15 anni sanno ancora riscaldare il cuore con un breve ascolto. Per quanto il cuore le ricordi come qualcosa di sublime, la mente ci ricorda come le produzioni degli ultimi decenni abbiano raggiunto livelli epocali anche su quel fronte. A questo punto, da videogiocatore che si approcciò a questo mondo con Pokémon Diamante, spero che la natura celebrativa dei remake migliori quello che costituisce, tutt’oggi, un bellissimo ricordo.
Presenza di più opere storiche del mondo Pokémon
Se si pensa a Pokémon ed alla sua quarta generazione, difficilmente ci si può dimenticare del valore storico del prodotto. La mitologia di quel mondo, e tutti i relativi accenni storici, poneva su di un piedistallo quelle stesse regioni che hanno accompagnato, nei 25 anni, moltissimi giocatori. Per la prima volta, tra un cattivo e un altro, ci si poneva interrogativi circa la creazione dell’universo; circa l’operato di Dio, che cadendo in un sonno profondo diede ai suoi figli il potere del tempo e dello spazio, esiliando l’ultimo di questa triade nel mondo distorto, come nella mitologia cristiana Dio fece con Lucifero, il più bello degli angeli. Riferimenti religiosi a parte, quello che colpì profondamente fu l’interazione del giocatore con il mondo di gioco, che regalava numerosi accenni circa quella stessa mitologia che, in alcuni casi, diede elevata importanza a città quali Canalipoli, con la sua biblioteca, e Memoride. Quello che speriamo è che vi sia un ulteriore approfondimento della mitologia del mondo Pokémon, che sappia regalarci innumerevoli spunti di approfondimento.
Un gioco che sappia divertirci
Nel corso di questo articolo abbiamo ripercorso l’importanza storica dei titoli originali, delle loro imperfette caratteristiche tecniche per gli standard odierni e, soprattutto, la rilevanza che la storia ebbe per la costruzione di Sinnoh. Quello che però noi tutti vogliamo dai tanto attesi remake è il fattore divertimento. La nostalgia, tanto importante quanto dannosa, non è un elemento tale da poter, da sola, giustificare il lancio di un prodotto preesistente sul mercato, seppure questo richiedesse uno svecchiamento generale. Quello che noi tutti vogliamo, dopo tanti anni di un rapporto ossessivo-compulsivo di amore e odio con Game Freak e The Pokémon Company, è ricordarci perché amavamo profondamente i Pokémon, perché vi dedicammo migliaia di ore di gioco e perché, se riuscissero a creare un buon titolo celebrativo, saremmo disposti a spendervene altrettante. La sola miglioria tecnica non è una “conditio sine qua non” affinché si possa acquistare, ad occhi chiusi, un prodotto estremamente delicato per la nostra generazione.