Il 2020 sarà ricordato, tra le altre cose, come l’espansione del digitale nella vita di ogni persona. Vuoi per l’emergenza globale sanitaria, vuoi per l’ulteriore diffusione di dispositivi connessi alla rete, sono continuate a crescere le interazioni tra gli individui e la rete.
E’ divenuto sempre più comune utilizzare l’online anche per acquistare prodotti alimentari così come ordinare a domicilio pizze, panini, cibo esotico e quant’altro. Anche l’ambito del gaming in ogni sua forma non è stato immune a questa trasformazione: si può partecipare alle estrazioni delle lotterie quotidiane anche su Internet, sono sempre di più i casinó online che accettano maestro e tanti altri potrebbero essere gli esempi che potremmo fare per comprendere come tutti sono sempre più connessi alla rete per qualsiasi tipo di azione.
Probabilmente quello dei videogiochi per PC e console è stato il settore in assoluto che ha visto trasformarsi nell’ultimo anno. Sia chiaro: il trend di crescita degli store digitali era già decollato da tempo ma il 2020 ha visto un vero e proprio picco che ci ha dunque spinto a fare la domanda presente nel titolo di questo articolo: il 2021 sarà l’ultimo anno in cui troveremo i videogiochi nei negozi o per meglio dire sarà l’ultimo anno in cui i videogiochi saranno disponibili su disco in formato fisico e non solo digitalmente come codici da scaricare?
Il parallelo con la musica
La domanda era un po’ provocatoria ma soltanto in parte visto che è sotto gli occhi di tutti come gli store digitali delle console così come Steam ed Epic Games Store su PC abbiano avuto una crescita esponenziale. Ma pensare che nel 2022 i videogiochi non saranno più disponibili nei negozi è forse spingersi troppo oltre.
Di certo però il mercato dei videogiochi sta cambiando e continuerà a mutare magari allo stesso modo di quello musicale. Oggi la fruizione di singole canzoni ed album è sempre più liquida grazie ai vari servizi di streaming come Spotify ed altri simili. La vendita dei compact disc è sempre più ridotta ma al contempo si è creata una nuova nicchia che è andata a riscoprire la bellezza dei dischi in vinile sia in fatto di estetica delle copertine, sia per la particolare sonorità che solo i 33 giri riescono dare alcuni generi musicali più “caldi”. Una nicchia ancora più piccola è quella di coloro che hanno riscoperto le cassette a nastro ma qui davvero parliamo di una cerchia molto ristretta.
Il parallelismo con i videogiochi? Ci immaginiamo che anche in ambito gaming la stragrande maggioranza degli utenti andrà sempre di più sul digitale ma che ci sarà una nicchia più o meno ampia che continuerà ad apprezzare magari le collector’s edition di alcuni dei giochi maggiormente di richiamo in uscita e che pur dovendo sborsare cifre non proprio ridotte, potranno fregiarsi di edizioni incredibilmente eleganti e che fanno una bellissima figura sugli scaffali dei collezionisti.
Dunque, ipotizziamo che in un futuro più o meno prossimo quelle che potrebbero andare a scomparire dai negozi, sono le edizioni standard dei videogiochi, le versioni che sostanzialmente, al di là del disco, non offrono niente di più rispetto al formato digitale dello stesso titolo mentre magari continuerà a crescere la schiera dei gamer che vorrà celebrare il proprio titolo preferito con una edizione speciale, da collezione, limitata con una serie di gadget ed elementi esclusivi che rafforzano il proprio legame con quella particolare esperienza di gioco.
“E chi ha una pessima connessione Internet?”
Sui social, il tema è molto dibattuto ed alcuni ribattono che alle versioni “retail” dei videogiochi si rivolgono soprattutto quei giocatori che hanno una connessione Internet non molto potente e che dovrebbero attendere molte ore prima di poter effettuare il download completo del loro agognato software.
Questo aspetto è stato sostanzialmente superato da due elementi. Il primo è che anche chi si trova in zone in cui non è disponibile una connessione di buon livello può rivolgersi ad Internet provider “alternativi”: il riferimento è ai servizi via satellite che pur non garantendo la stessa larghezza di banda della fibra, garantiscono uno standard decente.
L’altro elemento riguarda l’oramai consuetudine delle software house che rilasciano aggiornamenti quasi continui dei loro titoli anche per chi acquista il gioco in versione fisica. Nella stragrande maggioranza dei casi arriva subito la patch del day one che spesso pesa molti giga e poi gli update almeno nei primi mesi di vita del nuovo videogame continuano per svariate settimane. Chi si ostina a giocare “offline”, oltre ovviamente a perdere tutti gli elementi multiplayer del gioco, anche per le modalità in singolo si troverebbe nel 99% dei casi con esperienze non aggiornate e spesso ricche di bug, un vero e proprio incubo per chi videogioca “seriamente”.
Questo è dunque il probabile futuro dei videogiochi nella loro dicotomia “digitale – retail” mentre per quanto riguarda l’argomento cloud gaming magari gli dedicheremo un prossimo articolo su queste pagine.