Quando si parla di esperienze ludiche di carattere gestionale, le offerte messe a disposizione per il grande pubblico sono estremamente numerose e variegate: seppure queste appartengano ad una fetta di mercato ormai divenuta di nicchia, in tempi recenti si è assistito al ritorno di grandi classici intramontabili, come il più recente Port Royale 4. Sviluppato da Gaming Minds e pubblicato da Kalypso Media su tutte le attuali piattaforme di gioco, a otto anni di distanza dalla pubblicazione del precedente capitolo, il grande traffico commerciale dei Caraibi torna in pompa magna sugli schermi dei videogiocatori, riportando in auge una serie che, nell’ormai lontano 2012, non seppe soddisfare a pieno parte dell’utenza. Ciononostante, il conclamato ritorno offre un titolo che, sotto alcuni aspetti tecnici e di accessibilità su hardware, ricalca le orme del suo predecessore, nel tentativo di ammodernare un titolo che difficilmente apparirà datato, soprattutto agli occhi di chi ama questa categoria ludica.

Coloni e “nuovo” mondo

Ormai divenuto unico nel suo genere di appartenenza, ma certamente non innovativo sul fronte narrativo, il quarto capitolo di Port Royale riprende le medesime vicissitudini del titolo precedente, collocandosi dunque cronologicamente durante l’epoca di colonizzazione delle Americhe, avvenuto nel periodo interposto tra il XVI ed il XVII secolo ad opera delle allora più importanti potenze del panorama mondiale: Spagna, Inghilterra, Francia e Olanda. Nel tentativo di imporre l’egemonia del proprio paese su tutto il territorio caraibico, divenuto anch’esso celebre con i vari capitoli della saga, il giocatore sarà chiamato ad assumere il ruolo di un non meglio caratterizzato colonizzatore, intento a ripiegare una posizione di rilievo nella politica coloniale.

Facendo direttamente le veci del viceré in persona, il compito del governatore in erba sarà dunque quello di districarsi tra le necessità delle colonie e dei relativi abitanti, nel tentativo di aumentare la loro soddisfazione e, conseguenzialmente, la propria fama.

Marinai, issate l’ancora e spiegate le vele!

Con un menu principale minimalista, il gioco accompagna sin da subito il giocatore al mondo di gioco verso cui salpare. Tale avventura, in particolare, consta di due modalità: la campagna, all’interno della quale dovremo sbloccare tutte le quattro potenze economiche tramite una costante progressione; ed il gioco libero, ove tale limitazione verrà annullata. Nonostante le differenze tra le due modalità siano relegate alla tipologia di missioni disponibili, in quest’ultima opzione, in particolare, alcune modifiche attuabili nella fase antecedente alla partita creano una diversificazione: dopo aver scelto una tra le quattro classi di personaggio esistenti (avventuriero, mercante, bucaniere e pirata), con ognuna avente bonus e malus in base alle proprie caratteristiche (selezione esistente anche nella campagna), numerosi parametri potranno essere modificati in base all’esperienza ricercata dal giocatore, consentendogli un’avventura più o meno semplificata.

In particolare, questa personalizzazione intacca tutti gli aspetti principali del gioco, tra le dimensioni della Nazione, la quantità di fondi inizialmente a disposizione, la distribuzione delle risorse ed altro ancora.

Prima di partire all’arrembaggio

Nonostante la struttura ludica del titolo possa apparentemente risultare semplice e sin da subito padroneggiabile, la presenza di numerose meccaniche interne può destabilizzare i giocatori inesperti. Giungendo in soccorso di coloro i quali stanno salpando per la prima volta verso il digitale mare dei caraibi di Port Royale, un tutorial lungo e dettagliato semplificherà tantissimo l’impatto iniziale con il prodotto, introducendo magistralmente tutti i rudimenti fondamentali. Partendo da alcune nozioni di base, come la gestione della telecamera di gioco, la scuola di navigazione di Sammy condurrà il giocatore verso la comprensione di tutte le interazioni che, in base allo stile di gameplay che più lo aggrada, gli saranno utili durante l’avanzamento della propria avventura. I convogli, i fondamenti della produzione e lo sviluppo delle città verranno descritte anche in base a tutti i fattori di cui bisogna tener conto per massimizzare i profitti, fino a giungere alla sezione dedicata alle battaglie navali che, con il quarto capitolo della serie, assumono un ruolo più gestionale basato a turni, affiancato alle abilità di ogni capitano dei velieri.

Tra una botte di rum e una nuova rotta

Se sul fronte narrativo si può dunque condannare uno sviluppo pigro ed estremamente ancorato alle precedenti iterazioni, dove la fase di gioco predomina sulla struttura storica del prodotto, anche il versante ludico risente profondamente di questo legame col passato, ma non per questo mostra il fianco ad un mancante svecchiamento.

Tramite una rivisitazione dell’HUD ed un generale miglioramento degli elementi in game, l’esperienza di gioco mantiene le peculiarità appartenenti alle avventure gestionali-economiche in tempo reale, a cui corrisponde una differenziazione nel gameplay dovuta dalla presenza delle battaglie navali e della pirateria. Tuttavia, esse produrranno difficilmente il medesimo appeal sul videogiocatore della componente commerciale di Port Royale 4, ove la maggior cura dei dettagli è evidente: ben poche volte, infatti, ci si ritroverà a prediligere l’avventura del vessillo piratesco alla costruzione delle rotte navali, attraverso le quali si può gestire ogni aspetto della produzione ed esportazione di ogni bene prodotto dalle città.

Concludendo…

Nonostante la nuova avventura nel Mar dei Caraibi sia stata generalmente valida, mostrando dunque l’importanza della saga inizialmente concepita dal team di sviluppo Ascaron, l’esperienza del videogiocatore sulla versione Playstation 4 del prodotto viene inevitabilmente minata da un porting non del tutto eccezionale. Provato sulla versione Slim dell’hardware della casa nipponica, la qualità strutturale del titolo mostra il fianco ad una serie di rallentamenti non certamente occasionali ma che, proprio a causa dell’implicita assenza di un esaltante dinamismo dell’opera, può certamente passare in sordina. Dunque, il nuovo prodotto pubblicato da Kalypso Media è sì promosso, ma consigliato a chi è strettamente amante del genere e delle precedenti iterazioni, simili a quest’ultima. D’altronde, squadra che vince non si cambia.

CI PIACE
  • Strutturalmente semplice
  • Campagna longeva
  • Gestione dei traffici commerciali affidabile al computer o auto-gestibile
  • Tutorial esemplificativo nei minimi dettagli
NON CI PIACE
  • Solo due modalità di gioco esistenti
  • Background del proprio personaggio per nulla approfondito
  • Missioni secondarie ripetitive
Conclusioni

A ben otto anni di distanza dell’uscita del terzo capitolo, il team di sviluppo concepisce il quarto capitolo della saga, erede concettuale della precedente esperienza. Seppure quest’ultima sia altrettanto valida, la ingente spesa di 60 euro è elevata per l’offerta di per sé, che acquista valore nella misura in cui l’impazienza di giocarlo e l’accessibilità su console siano, secondo l’utente, meritevoli dell’investimento.

6.5Cyberludus.com

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Nato successivamente all'uscita di Playstation 2 e poco prima dell'approdo di Microsoft nel settore del gaming con la sua primissima Xbox, il suo amore per i videogiochi sboccia con i Pokémon, nella quale vi approda con l'indimenticabile Game Boy Advance SP. Ancora alla ricerca di un genere videoludico ideale, l'interesse per i vecchi classici del cinema gli ha permesso di comprendere l'ineccepibile importanza della narrazione nel videogioco, seppur non gli dispiaccia affatto destreggiarsi con prodotti antitetici dal calibro di Animal Crossing e Monster Hunter, o in alternativa recuperare perle del retrogaming a lui non appartenenti.

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