Nel corso degli ultimi anni, con l’avvicinamento del videogioco alla grande massa, la ricerca del “fenomeno globale” ha costituito le fondamenta del medium, comportando un’incessante corsa all’oro degli sviluppatori e, conseguenzialmente, dei publisher. Che lo si voglia ammettere o no, ad aver recentemente sdoganato i paradigmi videoludici è stato il celebre Fortnite, il quale, grazie alla rivalutazione di determinate formule ludiche e ad un sistema di micro-transazioni correlato ad una release Free To Play, ha ridefinito il macro-universo dei game as a service, gettando nuove basi di marketing finalizzate ad allettare più utenti possibili. Avendo quindi pervaso l’intero mercato, i team intenti ad approdare in questo settore specifico si rifanno e si scontrano, al contempo, con il nuovo colosso insormontabile, nel tentativo di proporre nuove esperienze gratuite e dal medesimo impatto videoludico. Seppure il genere di riferimento non sia lo stesso, ma comunque rilegato a sistemi di transazione ormai appartenenti al periodo successivo a Fortnite, a tentare di insidiarsi tra le offerte gratuite per il pubblico è Vigor, titolo prodotto e pubblicato da Bohemia Interactive. Provato sull’hardware di Switch Lite, sarà stato capace di reggere, in minima parte, la competizione con il principale antagonista?

Vigor, in poche parole

Pubblicato negli store digitali Xbox e Nintendo, dapprima con il rilascio di un founder’s pack e successivamente tramite edizione gratuita, le avventure intraprese in Vigor prendono luogo in una Norvegia post-bellica dalla collocazione temporale non meglio definita, vestendo i panni di un forestiero dal background non caratterizzato.

Costituente una semplice cornice narrativa del titolo, poco utile nella considerazione generale del prodotto, il tema della desolazione funge da giustificazione per l’intera componente ludica della nuova produzione Bohemia Interactive: accedendo in una delle otto mappe a disposizione (otto per le due modalità sopravvivenza, a cui si sommano altre due zone limitate alle modalità secondarie), l’obiettivo principale di ogni giocatore sarà quello di ottenere varie provviste sparse, al fine di recuperare l’arsenale necessario per potenziare il proprio avamposto e scendere nuovamente sul campo di battaglia. Se sul fronte concettuale si evincono alcune lacune, anche l’aspetto puramente ludico evidenzia tali mancanze, essendo relegato alla ripetizione incessante di tali attività.

Tra i difetti e le incertezze

Non appena risvegliatosi a seguito di un presunto incidente, deducibile dall’ambientazione caratterizzata approssimativamente, il forestiero da noi pilotato si ritroverà a depredare un cadavere, dal quale otterrà una ricetrasmittente. Necessaria per la fase introduttiva, una voce sconosciuta fungerà da guida per il raggiungimento di un campo abbandonato. Dopo l’ottenimento di una comune pistola, un tutorial facoltativo accompagnerà il giocatore verso il nucleo fondamentale del gameplay, esplicando le nozioni principali quali mirare e sparare.

Già da questi brevi istanti si percepisce la qualità tecnica inesistente del titolo, esaltata da una generale complessità dovuta ai comandi di Switch: una forte imprecisione del sistema di shooting, accompagnato da una pessima rendering distance ed un effetto pop-up degli elementi a schermo, mostra il fianco della produzione, coadiuvata dal limite dell’hardware sul quale il titolo gira. Ad aggravare ulteriormente la situazione, un blando sound design evidenzia l’assente cura sul fronte audio, rendendo pessima l’esperienza dell’utente: non saranno poche, infatti, le volte in cui il suono dei propri passi sarà privo di una tridimensionalità, portando a credere che nelle vicinanze vi sia un nemico intento a depredare il loot ottenuto.

Gameplay e bilanciamento di gioco

Se i limiti dell’aspetto tecnico sono tangibili sin dai primi istanti, anche le potenzialità del titolo sono evidenti: a disposizione dell’utente, infatti, l’offerta di mappe giocabili conta ben dieci zone differenti tra loro, a cui corrispondono tre principali modalità di gioco, adattate ad un matchmaking in solo o in multigiocatore. Tra le varie modalità abbiamo Eliminazione, simile al più famoso Gioco Delle Armi di Call of Duty, Partita, modalità survival dai caratteri di stampo Battle Royale, Deathmatch, uno scontro tutti contro tutti in cui il completamento della partita permette a tutti i giocatori di ottenere delle ricompense.

L’impronta referenziale ad opere antecedenti a Vigor è onnipresente, nella realizzazione della formula ludica e nell’essenza del titolo: sopravvivi, a qualsiasi costo: non è d’obbligo, infatti, imbattersi in uno scontro a fuoco con altri avversarsi. Ciò permette dunque un approccio tattico e, qualora si fosse interessati a portare un esiguo loot e completare la “missione” in tutta sicurezza, si può attuare una “toccata e fuga”.

Concludendo…

Insomma, concettualmente il gameplay di Vigor potrebbe adattarsi ad amanti di sfide competitive e a giocatori più casuali, se non fosse per la realizzazione del titolo nel suo aspetto più puramente ludico: l’interazione tra videogiocatore e sistema di shooting si traduce in un’esperienza estenuante, in cui il rinculo ingestibile delle armi e la scarsa qualità visiva rendono l’esito di un qualsiasi scontro a fuoco, delle volte, casuale. Per quanto concerne la prima delle due categorie di audience che, in linea puramente teorica, si potrebbe ben adattare all’esperienza offerta da Vigor, un importante aspetto merita di essere evidenziato: la scelta di una delle varie mappe è relegata unicamente al fattore randomicità, compromettendo fortemente la componente di selezione dei migliori spot di una mappa, caratteristici delle più interessanti esperienze ludiche competitive.

CI PIACE
  • Varietà delle mappe di gioco
  • Presenza di diverse modalità variegate
  • Giocabilità in modalità portatile…
NON CI PIACE
  • …che tuttavia evidenzia i forti problemi del titolo
  • Esperienza visivamente disturbante, anche nelle brevi sessioni di gioco
  • Generali difetti di gioco legati a gameplay, design del suono e alla caratterizzazione delle mappe
  • Esperienza eccessivamente fine a sé stessa
Conclusioni

Vigor, l’ultima produzione targata Bohemia Interactive, è la rappresentazione di un negativo andamento del mercato: nel tentativo di creare un titolo che riscontri l’interesse di una grande fetta di utenza, anche grazie al “fattore prezzo” non banale e delle volte determinante, l’inserimento di meccaniche Battle Royale ad un Loot and Shooter si traduce in un titolo incomprensibile nelle sue intenzioni, che di per sé appaiono obsolete e pleonastiche.

3.5Cyberludus.com

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Nato successivamente all'uscita di Playstation 2 e poco prima dell'approdo di Microsoft nel settore del gaming con la sua primissima Xbox, il suo amore per i videogiochi sboccia con i Pokémon, nella quale vi approda con l'indimenticabile Game Boy Advance SP. Ancora alla ricerca di un genere videoludico ideale, l'interesse per i vecchi classici del cinema gli ha permesso di comprendere l'ineccepibile importanza della narrazione nel videogioco, seppur non gli dispiaccia affatto destreggiarsi con prodotti antitetici dal calibro di Animal Crossing e Monster Hunter, o in alternativa recuperare perle del retrogaming a lui non appartenenti.

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