Dura la vita degli uomini (ma possiamo dire delle creature in generale), soprattutto quando devono costantemente far fronte allo spirito vendicativo di divinità con palesi problemi di autostima. Per fortuna ci sono i warlock che attraverso il sapiente uso delle arti magiche tentano disperatamente di far rientrare la minaccia scaturita proprio dall’insicurezza divina, concretizzata con l’arrivo di orde di mostri a infestare i mondi di gioco. Sviluppato dai ragazzi di Frozen District Games, Warlocks 2: God Slayers porta questo set narrativo in quello che è definibile un classico gioco di ruolo d’azione a scorrimento laterale, con qualche piccolo elemento preso in prestito dal genere dei metroidvania, che metterà il giocatore nei panni di uno di questi baluardi magici della libertà.
Se non sai raccontare le barzellette… “bucio de c..o”
La trama del gioco, appena accennata nell’introduzione, tratta di divinità iraconde che lanciano maledizioni sul pianeta e di eroi caduti appartenenti a un ordine in rovina – chiamato “L’Ordine” probabilmente grazie a un guizzo geniale di originalità – che cercano di far fronte alla minaccia nonostante il notevolmente impari rapporto di forze. Come si può evincere dalla tipologia di soggetti in gioco, non meraviglierebbe nessuno se il racconto assumesse toni cupi in grado di porre l’accento sull’atmosfera pesante di un’apocalisse imminente, invece Warlocks 2: God Slayers stupisce per la sua attitudine fresca, leggera e, nonostante qualche problemino realizzativo, anche comica. Sì, perché il gioco cerca di sorprendere continuamente con una sequela di battute che evidenziano in modo piuttosto evidente la mancanza di “esperienza” in termini di storywriting del team di sviluppo: le poche risate che sono riuscite a strapparmi sono state causate più dal gretto linguaggio di alcuni personaggi, talvolta rasentante lo scurrile, piuttosto che dall’acume logico di alcune battute e dall’organicità dei dialoghi.
Problemi di storywriting che fanno il paio con quelli di storytelling: con il procedere del gioco piccole “side quest” saranno talmente tante – e talmente slegate dalla trama – da far dimenticare l’incedere della minaccia principale che andrà affrontata alla fine del gioco, ciò non fa altro che far perdere di mordente a un titolo che altrimenti avrebbe avuto qualcosina da dire.
L’altro aspetto che colpisce fortemente è l’altissimo tasso di citazionismo che sarà sicuramente apprezzato dagli amanti della fantascienza, del fantasy e della ruolistica (in senso ampio del termine), nulla di stratosferico, ma fa piacere constatare la cura profusa almeno in questo aspetto.
Quantità non sempre è sinonimo di divertimento
Il genere di Warlocks 2: God Slayers, come abbiamo già detto, è piuttosto classico. Si tratta di un gioco di ruolo d’azione in cui saremo chiamati innanzitutto a scegliere uno dei cinque warlock appartenenti all’Ordine decaduto, protagonista delle vicende: il gruppetto è bello variegato e soprattutto originale, si passa dal tizio-demone truce come pochi al bambino in grado di evocare uccelli di fuoco, passando per il carismaticissimo guerriero-capra che cavalca una sorta di uomo a quattro zampe. La loro estrema caratterizzazione estetica è parallela alla loro differenziazione dal punto di vista delle abilità, poiché ognuno di loro ha punti di forza e di debolezza in grado – almeno sulla carta – di stravolgere completamente l’approccio al gameplay. Così il personaggio che riesce a infliggere un grande quantitativo di danni si muove in modo lento e goffo, mentre quello agile come una gazzella picchia come un pensionato, il tutto in linea con la tradizione del genere.
La componente ruolistica si manifesta nello sviluppo del personaggio che, attraverso l’acquisizione di punti esperienza, sblocca perk e abilità che gli consentiranno di affrontare orde di nemici sempre più ostiche e, di conseguenza, in grado di lootare oggetti migliori. In questo senso la progressione ci è sembrata leggermente più macchinosa del solito ma, nonostante la lentezza del complesso ruolistico, il sopracitato looting ha regalato comunque alcune soddisfazioni, invogliando il giocatore ad accettare missioni su missioni.
Parlando di missioni c’è da fare un piccolo appunto: nonostante la quantità, davvero ampia, delle stesse è possibile ridurre il genere delle attività in due macrogruppi, ovvero le missioni di attacco (in cui saremo chiamati ad abbattere un mostro o un demone) e quelle di raccolta (nelle quali dovremo collezionare un certo numero di oggetti o risorse specifiche). Com’è logico pensare, la poca varietà delle attività rende le circa dieci ore di gioco utili a completarlo piuttosto ripetitive. Se ciò non bastasse, verso la fine dell’avventura, Warlocks 2: God Slayers punterà molto sul backtracking – questo è l’elemento preso in presito dai metroidvania di cui vi parlavo – ma lo fa con poca intelligenza visto che non mette a disposizione viaggi veloci o scorciatoie furbe, figlie di un level design ragionato, per evitare interminabili passeggiate lungo le istanze ormai già completamente esplorate in precedenza. Questo è un peccato capitale che non ci permette di sollevare le sorti del gioco, probabilmente la colpa più grande di cui questo genere di giochi si possa macchiare.
Se il single player è un’esperienza che rasenta l’insufficienza, alcuni difetti vengono mitigati dalla modalità cooperativa: il fattore sociale permette di enfatizzare i punti di forza della produzione, ammorbidendone al contempo i tratti più spigolosi. Lootare insieme è decisamente divertente, nonostante tutto.
Guarda quanto è bello l’uomo capra
Probabilmente è sull’aspetto tecnico che il gioco dei Frozen District Games hanno dimostrato di saperci fare. La pixel art del gioco è semplicemente stupenda, a tratti sfumata, dimostrandosi non solo schiava dell’effetto nostalgia che tanto di moda va da qualche anno a questa parte, ma è in grado di sperimentare visivamente e offrire qualcosa di nuovo anche sul fronte tecnico grazie al motore di gioco, fluido e bello a vedersi. Anche dal punto di vista artistico ci troviamo di fronte a un gran prodotto, un character design di livello altissimo (nonostante alcune creature secondarie non propriamente “ispirate”). La caratterizzazione delle aree di gioco è, bisogna proprio dirlo, pienamente riuscita. Visiteremo vari pianeti, ognuno dei quali presenterà sei aree\istanze peculiari, distinte tanto sotto il profilo delle meccaniche di gioco, quanto sotto quello puramente estetico, e vi assicuriamo che il risultato è da promuovere a pieni voti.
Il comparto audio, pur non facendo urlare al miracolo, fa il suo dovere più che degnamente, pezzi ambient in linea con l’esplorazione dei pianeti che andremo a visitare sono stati più di una volta fischiettati a gioco spento, e questo è un segnale più che positivo.
Concludendo…
Sulla carta si configurava come un prodotto senza ombra di dubbio interessante e alcuni aspetti riescono nell’impresa di risultare decisamente riusciti. Partiamo con un comparto audio-visivo sicuramente appagante, tanto dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista artistico (l’uomo capra che cavalca l’uomo a quattro zampe è davvero esilarante e rimarrà nell’immaginario dei giocatori a lungo, fidatevi). La dinamica del bottino a fine missione sembra riuscire a mantenere in piedi il gioco malgrado tutti i difetti strutturali sottolineati in corso di recensione, mentre la leggerezza dei toni risulta piacevole nonostante la qualità di storywriting e storytelling non proprio a livelli d’antologia.
L’unica certezza è che il voto in calce vuole essere innanzitutto il punto medio tra la sufficienza risicata del single player e il settanta del multiplayer, ma vuole anche essere un monito a una software house che, nonostante gli evidentissimi pregi, ha ritenuto opportuno trattare alcuni aspetti, il backtracking su tutti, con una tale sufficienza da valergli la ramanzina.
Parliamoci chiaro: Warlocks 2: God Slayers non è un gioco orribile, ma non me la sentirei di consigliarlo al prezzo pieno di 15,99 € alla quale è venduto oggi su Steam.