Tra le serie picchiaduro, Mortal Kombat è certamente quella che può vantare maggiormente uno stille dannatamente inconfondibile ed un carisma assolutamente invidiabile. Nel corso della sua lunga storia cominciata ormai ben 27 anni addietro, la saga ideata da Ed Boon e John Tobias ha certamente vissuto alcuni alti e bassi, senza però mai perdere l’affetto di milioni di appassionati in giro per il globo. Il reboot datato 2011 realizzato dalla neonata NetherRealm Studios fu una vera e propria manna dal cielo e da allora per la serie è stato un costante crescendo. D’altronde l’imponente software house statunitense, nel corso di questi anni, ha avuto modo di affinare e perfezionare la propria formula vincente, oltre che con la serie di Mortal Kombat, anche grazie ai due ottimi Injustice.
Finora NetherRealm ci ha abituati a titoli curati, divertenti, spettacolari e ricchissimi di contenuti di alto livello. Vi diciamo sin da subito che anche Mortal Kombat 11 segue brillantemente questo superbo trend, imponendosi di diritto come miglior esponente della serie e candidandosi seriamente al titolo di miglior picchiaduro di questa generazione. Vi sembra esagerato? Adesso vi spieghiamo perché MK11 ci ha fatti innamorare…
Chi più ne ha più ne metta – La Storia
Dal 2011 NetherRealm è solita umiliare la concorrenza immettendo sul mercato picchiaduro ricchi di modalità. Mortal Kombat 11 non fa eccezione e, andando contro l’odierna tendenza di mercato che spinge pesantemente su prodotti fortemente orientati verso il multiplayer, offre al giocatore una mole di contenuti single-player a dir poco impressionante.
Partiamo innanzitutto dall’incredibile modalità Storia, uno dei fiori all’occhiello della produzione. La Storia dura circa cinque ore, ci permette di utilizzare una decina di diversi personaggi e ci va vivere un vero e proprio film d’azione, ricco di combattimenti e scene dall’alto tasso di spettacolarità. Il suo sviluppo è molto lineare ed alterna gli immancabili duelli alle numerose -ed incerti casi anche corpose- cut-scenes. Un paio di capitoli vedono come protagonisti due diversi personaggi e nel momento in cui si dovrà affrontare il nemico, il giocatore potrà scegliere di quale kombattente servirsi.
Nonostante la storia in sé non proponga nulla di particolarmente originale ed, anzi, in certi frangenti appaia anche leggermente confusionaria ci è piaciuta molto. La narrazione coinvolge grazie ad un ritmo serrato, la regia è estremamente convincente e le scene d’azione sono coreografate in maniera deliziosa. Abbiamo apprezzato la rimozione delle fasi QTE viste in Mortal Kombat X e in Injustice anche se non ci sarebbe dispiaciuto giocare qualche partita in condizioni speciali, evenienza che si presenta soltanto nello scontro finale.
I numerosi personaggi che prendono parte agli eventi appaiono tutti discretamente caratterizzati e godono del giusto tempo per essere apprezzati, ci sono tanti momenti epici e non manca qualche easter egg volto a strizzare l’occhio ai fan di lunga data. La quasi totale assenza di caricamenti, inoltre, rende naturale la transizione tra filmati e combattimenti, trasmettendo costantemente la sensazione di trovarsi all’interno di una spettacolare pellicola d’arti marziali. Il tutto, saldamente radicato in una lore che dopo quasi trent’anni di kombattimenti mortali sembra aver raggiunto la piena maturità. Giusto il finale ci è apparso un po’ affrettato, anche se perfettamente in linea con l’idea gettare le basi per i futuri capitoli della saga.
In definitiva la modalità Storia di Mortal Kombat 11 ci è piaciuta parecchio e non esitiamo a definirla, non solo come la migliore della serie, ma anche come la migliore mai vista in un fighting game, anche solo per la cura con la quale è stata impacchetta.
Ma la Storia rappresenta una minima parte della mastodontica offerta single player del titolo…
Le torri
Una volta terminata la storia, viene naturale catapultarsi nelle Torri. Queste sono divise in due tipi, Torri Klassiche e Torri del Tempo. Le prime rappresentano la classica modalità arcade con tanto di finali personalizzati per ogni personaggio (e tre varianti differenziate dal numero di scontri da affrontare, più una quarta che rappresenta la modalità sopravvivenza), mentre Torri del Tempo è un qualcosa di totalmente diverso.
In esse saremo chiamati a combattere in condizioni particolari che ci saranno quasi sempre avverse. Capiterà di bruciare avvicinandoci al nostro rivale, di essere folgorati in maniera randomica ogni tot. secondi o di dover avere a che fare con imparabili missili a ricerca. Le sfide appaiono sin da subito estremamente complesse e presentano un numero di varianti spaventoso, garantendo una notevole longevità, anche perché giornalmente vengono introdotte nuove challenges utili ad ottenere succose ricompense.
Per renderci la vita più facile potremo fare affidamento su una moltitudine di oggetti consumabili che ci permetteranno di utilizzare determinate abilità direttamente in battaglia, come uno scudo utile contro il fuoco, uno strumento che ripristina metà della salute o anche la possibilità di invocare un personaggio per darci una mano. L’uso di questi oggetti è praticamente essenziale per le Torri più complicate, quindi badate bene a non sprecarli.
La Kripta
Imprescindibile la presenza della Kripta che torna in una forma particolarmente sfavillante. Per chi non lo sapesse, la Kripta è un grande classico per la serie ed è un luogo in cui usare i vari crediti acquisiti per aprire scrigni e ottenere vari premi, come ad esempio nuove Fatality, Brutality, consumabili, strumenti di personalizzazione, extra e tanto altro.
Tuttavia, stavolta ci troviamo di fronte alla Kripta più ambiziosa di sempre, dal momento che è stato progettata come un’avventura in terza persona. Nei panni di un ninja senza nome, dovremo esplorare uno dei luoghi più iconici della saga: l’isola di Shan Tsung. La mappa è vasta e risulta molto complessa da esplorare, presenta persino delle affinità con i Metroidvania essendo ricca di cunicoli, percorsi, segreti e puzzle che rendono l’esplorazione molto divertente. Sarà necessario anche trovare abilità, artefatti e chiavi per andare avanti. Per darvi un’idea della complessità del tutto, vi basti pensare che dopo aver girovagato per quasi un’ora ci siamo resi conto di aver esplorato a malapena la metà dell’area.
Ci sono tantissimi scrigni da aprire con i vari crediti presenti nel gioco e proprio il meccanismo di ottenimento di tali valute è stato fortemente criticato dalla community nei giorni successivi al lancio del gioco, poiché ritenuto volutamente lungagginoso in modo da spingere alle microtransazioni. NetherRealm si è prontamente scusata e, oltre ad aver promesso un bilanciamento dell’esperienza, ha anche donato ingenti quantità di crediti ai giocatori. Insomma, sviscerare a dovere la Kripta non dovrebbe più essere un problema.
Personalizzazione
Nel precedente capitolo era possibile scegliere fra 3 varianti di mosse dei vari kombattenti. Esse davano accesso a mosse speciali e a stili di gameplay diversi. NetherRealm ha mantenuto questa meccanica anche in Mortal Kombat 11 dando però al giocatore ancora più libertà nella personalizzazione. Adesso è possibile selezionare le animazioni di introduzione e di vittoria, la skin, l’attrezzatura ed alcune abilità speciali. Proprio quest’ultima è la caratteristica più importante, poiché a seconda di quale selezioniamo avremo accesso ad alcune tecniche o ad altre.
Potremo infatti spendere un massimo di 3 punti abilità per scegliere le abilità speciali che preferiamo, le più efficaci costano ben 2 punti in modo da limitare la scelta in favore del bilanciamento. Vi consigliamo caldamente di dare un’occhiata a questa caratteristica e di personalizzarla secondo le vostre preferenze poiché un kombattente che di default non soddisfa il vostro modo di giocare potrebbe sorprendervi una volta personalizzato a dovere. Inoltre, a differenza delle attrezzature e delle skin, tutte le abilità speciali sono sbloccate sin dall’inizio in modo da garantire un bilanciamento ottimale per gli scontri online. E a proposito di online…
Il multiplayer
Per quanto riguarda il multiplayer, è ovviamente possibile giocare sia a livello locale che online. In entrambi i casi l’offerta è soddisfacente e di altissimo livello ma è doveroso spendere qualche parole per quanto riguarda il multiplayer online.
Potrete cimentarvi in rischiose partite classificate o giocare alla “Lega Kombat”, una modalità apparentemente molto affascinante che include stagioni e turni di qualificazione che prenderà il via fra pochi giorni. Se volete giocare senza preoccuparvi troppo di classifiche e roba simile esistono per voi i match casuali, utili per allenarsi e tra i quali spicca la modalità “Re della Collina”, un’adrenalinica serie di scontri in cui dovrete cercare di concatenare il maggior numero di vittorie consecutive.
Inoltre, sarete felici di sapere che il sistema di matchmaking funziona alla grande ed è in grado di trovare avversari in una manciata di secondi. Abbiamo giocato una decina di match online e il netcode si è comportato in maniera eccellente durante tutte le partite. I combattimenti online che abbiamo sostenuto sono stati fluidissimi ed il ritardo negli imput è ai minimi storici.
Gameplay
Un’impalcatura contenutistica monumentale sarebbe stata inutile se contornata da un combat system deficitario ma, tranquilli, non è questo. Il gameplay di Mortal Kombat 11 riesce ad essere spettacolare, stratificato e divertente grazie ad un combat system davvero profondo e ad alcune geniali trovate che vi permetteranno di vivere scontri veloci, dinamici, vivaci, stimolanti ma anche sorprendentemente tattici. Padroneggiare a dovere le varie combo sarà un’impresa non da poco e riuscire ad attuarle durante i match richiederà notevole tempismo.
Tra le novità più interessanti vi è una nuova barra dell’energia, suddivisa in due sezioni. Un lato rappresenta le tecniche offensive, utili a migliorare le nostre mosse speciali e a rendere più lunghe e devastanti alcune combo. L’altra sezione è dedicata alla difesa ed è necessaria per eseguire fulminee manovre difensive e di recupero. Queste barre si ricaricano molto velocemente e sono totalmente slegate l’una dall’altra. Ciò comporta che possono essere usate con notevole frequenza e che potrete servirvi di una anche quando l’altra è a secco.
Un’altra delle aggiunte al combat system è data dai “Fatal Blow”, delle tecniche che permettono di eseguire (una sola volta per partita) un colpo particolarmente feroce ed attivabile solo quando la salute del nostro personaggio sarà al di sotto del 30%. Può essere utile per finire l’avversario in maniera spettacolare ma può anche riequilibrare una partita che sembrava segnata, ma attenzione: se il colpo non dovesse andare a segno, perderemo la possibilità di usarlo fino alla fine del round.
L’ultima grande novità è rappresentata dai colpi devastanti, una serie di mosse che se eseguite col giusto tempismo e soddisfacendo determinati requisiti possono capovolgere del tutto uno scontro.
Se effettuati correttamente, assisteremo ad una cruenta sequenza a raggi X in cui fracassiamo con un singolo colpo le ossa all’avversario. In molti casi, i colpi devastanti permettono di concatenare combo non effettuabili normalmente. Non potremo abusarne durante lo scontro, visto che è possibile utilizzarli una sola volta, è quindi opportuno gestirli correttamente durante i round per avere sempre un asso nella manica con cui sorprendere il nemico ed assicurarsi la vittoria. È una meccanica che funziona alla grande, dal momento che apporta un tocco di profondità e strategia agli scontri, senza lesinare in spettacolarità.
Il gameplay di Mortal Kombat 11 è una bomba. Le battaglie sono spettacolari, sanguinose e l’impressione generale è che questo capitolo punti maggiormente verso una deriva tattica piuttoso che sulla becera aggressività e le nuove meccaniche di gioco ne sono un perfetto esempio. E’ inoltre essenziale conoscere a dovere i nostri kombattenti per ottenere il massimo da loro in ciascuna delle situazioni che ci si parano dinnanzi. Ogni combattimento è una violenta danza mortale contro il nemico in cui dobbiamo pensare velocemente, essere molto attenti e pronti a rispondere a dovere all’offensiva dell’avversario.
Il Roster
Se non contiamo Shang Tsung o Shao Kahn (entrambi relegati come contenuti scaricabili), Mortal Kombat 11 conta 24 diversi guerrieri. Non stiamo certamente parlando di un roster colossale ma, vista l’estrema diversificazione dei vari combattenti, possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti del parco lottatori.
Per la stragrande maggioranza avrete a che fare con vecchie conoscenze ma sono presenti anche tre nuovi personaggi: Kollector, Geras e Cetrion. Poche aggiunte, dunque, che si sommano però ad un restyling delle vecchie glorie estremamente convincente.
Purtroppo, prosegue la pessima tradizione dei picchiaduro odierni di non presentare personaggi sbloccabili. Mortal Kombat 11 si arricchirà infatti di ben sei personaggi, che saranno resi disponibili solo ed esclusivamente attraverso l’acquisto di DLC (anche abbastanza costosi). Questa politica commerciale, ormai diventata una vera e propria tendenza, continua a non convincerci e rimpiangiamo i vecchi tempi in cui i personaggi andavano sbloccati giocando.
Comparto tecnico da urlo
A livello grafico, su PS4 Pro, ci troviamo di fronte a quello che è senza ombra di dubbio il più spettacolare picchiaduro della storia. Dopo lo splendido Injustice 2, NetherRealm alza nuovamente l’asticella, rendendo Mortal Kombat 11 una vera e propria gioia per gli occhi. Colpisce particolarmente l’estrema cura per i dettagli e la deriva fotorealistica del comparto artistico, che si scontra squisitamente con il tripudio di effetti particellari e sangue che riempiono lo schermo durante i combattimenti. Inoltre, questo capitolo si fregia anche di espressioni facciali che vi lasceranno la bocca spalancata, soprattutto nella modalità Storia. Anche le animazioni sono migliorate molto, ora più fluide e naturali, pur non disdegnando quel leggero tocco retrò che ricorda i grandi classici del passato.
Ovviamente, i Fatal Blow e le Fatalities spiccano in questo spettacolo visivo, spiattellando sullo schermo uno show gore senza precedenti che vanta livelli di fantasia e creatività semplicemente fuori di testa. Mutilare ed umiliare un avversario nei modi più sanguinolenti mai visti, anche questo è Mortal Kombat 11.
Infine, anche il comparto sonoro merita un plauso. La soundtrack, dalle sonorità epiche e cinematografiche, svolge bene il proprio compito anche se risulta un po’ troppo generica e fallisce non proponendo dei temi realmente memorabili. Di qualità gli effetti, che conferiscono egregiamente il senso di violenza e brutalità dei colpi inferti. Per quanto riguarda il doppiaggio, Mortal Kombat 11 è totalmente doppiato in italiano e presenta alcune delle voci più note del panorama nostrano, come il grande Claudio Moneta e il versatile Lorenzo Scattorin. Il risultato è estremamente convincente, tanto da non farvi minimamente rimpiangere le voci originali. Insomma, i tempi dello scandaloso Mortal Kombat 9 sono ormai un vergognoso ricordo.
Koncludendo…
Mortal Kombat 11 è certamente il miglior capitolo della serie. Il suo gameplay rifinito e perfezionato unito alla strabordante quantità di contenuti di qualità lo rendono un acquisto assolutamente imprescindibile per tutti gli amanti del genere e non solo. Il tutto è contornato da un comparto grafico impressionante che mostra a schermo un’orgia di sangue, dettagli, effetti ed animazioni sublimi. E’ un gioco che funziona in ogni suo aspetto, una vera rarità al giorno d’oggi. Mortal Kombat e NetherRealm sono un tutt’uno, la passione che questa software house prova per la saga si respira in ogni battaglia e ci viene trasmessa, duello dopo duello, in maniera sublime. Senza dubbio, la capacità di reinventare una serie che ha 27 anni sul groppone non era cosa da poco, Ed Boon e soci ce l’hanno fatta nel 2011 e da allora non fanno che migliorarsi. Chapeau!
Con una spettacolare fatality, Mortal Kombat 11 sbaraglia la concorrenza e si va a sedere di diritto sul trono di miglior picchiaduro di questa generazione.