Il libero mercato (libero per chi?) ci ha indotto a pensare che esista un solo “tipo” di videogioco, un costrutto ludico che assume i connotati di uno spazio finito delimitato da un inizio, costituito solitamente da premesse narrative, e da una fine, la quale solitamente rappresenta il climax assoluto dell’esperienza ludica. In realtà, grazie all’inventiva e alla libertà (quella vera) della scena indipendente, apprendiamo ogni giorno di più che le cose non stanno esattamente così: The Stillness Of The Wind, il gioco di cui ci occuperemo quest’oggi, avrà in se entrambi i concetti, senza che essi siano realmente “definitivi”, totalizzanti. Al contempo, il titolo di Lambic Studios non porrà nessun tipo di acceleratore o costringerà il giocatore in un percorso rigido, scegliendo la via dell’emozione piuttosto che quella della vittoria meccanica.
Ma andiamo con ordine…
L’immobile fluire dell’esistenza
Al suo fulcro, The Stillness Of The Wind è un titolo un po’ complicato da definire, proprio perché intrinsecamente rarefatto. Il gioco sarà sostanzialmente un adventure game con qualche leggero sprazzo di managerialità, il tutto condito da una malinconicamente densa e pacifica atmosfera. Il player impersonerà una donna anziana chiamata Talma, la quale vive le sue giornate all’interno di una piccola fattoria in un posto sperduto. Il gioco, sostanzialmente, non ha uno scopo ben preciso: avremo totale facoltà decisionale su come spendere le nostre giornate, le quali saranno improntate nel compimento di azioni piuttosto basilari che rientrano nella normale routine della vita rurale. L’esperienza ludica minimalista del gioco è governata da un gameplay sostanzialmente “lento”, dinamicamente zig-zagato e composto da improvvisi picchi di attività ai quali si alternano lunghi periodi di stasi e di lento “assestamento”.
La stessa lentezza nei movimenti della protagonista è un evidente sintomo della volontà dei programmatori di costringerci alla calma ed alla riflessione. Potremo, ad esempio, mungere le capre, raccogliere lo uova o piante nel nostro giardino, il tutto seguendo le nostre tempistiche e senza una urgenza di sorta dettata dalla necessità di progredire in una qualche linea narrativa. Avremo, come detto, anche la possibilità di gestire in modo minimo la nostra fattoria, destinando ad esempio parte del terreno alla coltivazione di specifiche piante. Il prodotto del nostro lavoro potrà esser utilizzato per la nostra sussistenza, oppure scambiato con Laszlo, un mercante che apparirà durante il corso del gioco e che avrà un ruolo fondamentale anche a livello narrativo.
Una lenta decadenza
The Stillness Of The Wind, grazie ad una narrativa eccellente, riesce nell’impresa di formulare e rendere vivo un mondo di gioco che respira “al di là” del micro-mondo in cui la nostra protagonista sopravvive e dove il player interagisce in modo meccanico con il gioco. Nonostante una malinconia solitudine che pervade l’universo ristretto di Talma, esso sarà in realtà abitato dai fantasmi del passato della protagonista, evocati attraverso l’interazione con alcuni oggetti sparsi per lo scenario. In aggiunta, grazie ad una serie di lettere che giungeranno alla nostra solinga protagonista attraverso il suddetto mercante, avremo modo di conoscere i familiari più stretti di Talma, ormai lontani dalla fattoria e sparsi indistintamente per il mondo.
Le lettere, così come i succitati spettri, saranno un medium emozionale piuttosto forte, in grado di riuscire ad evocare un mondo che esiste concettualmente nel gioco ma che il player non potrà vedere ne’ conoscere in alcun modo. In aggiunta, nell’incedere dei giorni, gli eventi narrativi del ludo si faranno via via più cupi e pesanti, delineando un mondo in superficie pacato e tranquillo ma che, in realtà, è ormai irreversibilmente in declino e destinato a spegnersi. Senza dubbio alcuno, The Stillness Of The Wind riuscirà nell’intento di trascinarci in un vortice emozionale notevole e dai connotati profondi e malinconicamente disarmanti, attraverso una narrativa semplice e intelligentemente d’impatto.
Una desertica solitudine
Da un gioco con delle premesse profonde del genere, non ci si poteva attendere null’altro che un alto grado di “coerenza” artistica traslata al reparto visivo. The Stillness Of The Wind è ben realizzato e disegnato, offrendo uno stile artistico vagamente cartoon particolare e interconnesso con il generale senso di malinconico silenzio che domina incontrastato l’intera esperienza ludica.Altresì, la scelta di una palette di colori molto calda orientata verso i “rossi”, ispessisce ancora di più la sensazione di trovarsi “a casa”, in un luogo quieto e familiare. Da un punto di vista tecnico, il gioco offre un buon livello di pulizia e di completezza computazionale e, in tal senso, nessun bug degno di nota è stato riscontrato nel corso del test.
La soundtrack è di buon livello e degna di nota, impostata su tracce ambient piuttosto ariose e spaziali, le quali ben combaciano con l’immanenza assoluta che fa da sfondo al lento incedere del gioco.
Concludendo…
Alle volte i videogames sono puro e semplice esercizio meccanico condito da qualche idea più o meno valida. Altre volte, come in questo caso, l’elettro-ludo “sfonda” la parte comunicativa ed irrompe nella nostra realtà, colpendoci ripetutamente allo stomaco con lucida malinconia. Ed è questa, in sintesi, l’esperienza derivativa di The Stillness Of The Wind: un meta-gioco che guarda ai contenuti, offrendo però molto poco per quanto concerne le meccanico. Sicuramente, un titolo consigliato a chi è alla ricerca di un videogame da “vivere” piuttosto che da completare ed archiviare.