Steam ha due indubbi meriti: il primo è quello di aver mostrato al via della reale digitalizzazione dei contenuti videoludici, il cui processo è ormai irreversibilmente attivo. Il secondo è quello di aver offerto, tra poche luci e tante “ombre”, una piattaforma libera su cui pubblicare opere ludiche provenienti anche da piccole realtà di sviluppo, d’ogni genere e forma. Questa seconda “medaglia al valore” ha consentito al contesto PC di vivere una vita alternativa, donandole una identità realmente separata dall’ambito più rigidamente inquadrato del mondo console (il quale, al vero, sembra stia spostando lentamente il proprio baricentro in questa direzione). Eastshade, prodotto dall’omonimo studio, veste a pieno titolo i drappi variopinti di chi vuol proporre una visione alternativa del concetto di gaming, unendo più stili e rimescolandoli tra loro in modo originale e personale.

Il lento fluire del mondo

Eastshade è un gioco di ruolo open world che ci vedrà impersonare un pittore errante, il quale sarà incaricato di scovare e dipingere determinati soggetti dalle persone che incontrerà nel suo cammino. Le richieste saranno alle volte generiche, alle volte molto specifiche e richiederanno una sana dose di esplorazione di un mondo piuttosto vasto e ben rappresentato. Naturalmente, nel gioco non saremo impegnati unicamente nella composizione di opere pittoriche, ma verremo nostro malgrado coinvolti nel florido universo del gioco, colmo di storie, avventure, indovinelli e oggetti da raccogliere o costruire.

Impostato con una visuale in prima persona, il titolo si avvarrà anche di una discreta componente RPG sotto forma di un pratico inventario, in cui sarà possibile dedicarsi ad un crafting piuttosto leggero e semplificato, e di una struttura narrativa tipica dei ruolistici e composta da quest e missioni di varia natura e forma, le quali andranno dalla raccolta di disparati di elementi alla realizzazione di oggetti e dipinti. Ogni missione completata ci proietterà all’interno di micro filoni narrativi che ci offriranno uno specchio limpido di un universo piuttosto vivo e ben realizzato, denso di vita animale e dettagli che evocano la quietezza tipica delle favole.

L’intensa vita di un artista errante

Meccanicamente parlando, le possibilità offerte al giocatore da un mero punto di vista strumentale saranno molto poche, le quali si limiteranno praticamente alla sola interazione/raccolta di oggetti ed alla possibilità di poter avviare dialoghi con alcuni NPC. Fin dalle primissime battute, il trend ludico di Eastshade sarà piuttosto aperto e focalizzato sull’esplorazione, la quale avverrà in modo “quieto” in un mondo suddiviso in una serie di macro aree liberamente esplorabili. La realizzazione dei dipinti non sarà diretta e immediata, poiché il nostro artista necessiterà di un numero definito di “punti ispirazione”, ottenuti con l’esplorazione del mondo di gioco, per realizzare le opere d’arte richieste dagli NPC.

Se l’esperienza ludica del gioco si fonda effettivamente sul vivere la vita di un artista girovago, è inspiegabile come nel titolo non vi sia effettivamente implementata una meccanica più profonda e sviluppata proprio per la realizzazione dei dipinti, i quali verranno realizzati istantaneamente una volta in possesso dei punti necessari. Eastshade, in sostanza, potrebbe rientrare meccanicamente nel genere dei “walking simulator”, seppur l’estrema cura dei dettagli e la magistrale sapienza profusa nel ricamo di un mondo vivo, lo rendono molto più vicino concettualmente all’universo RPG senza però entrar a farne parte in modo evidente. Una buona fetta del gioco sarà ad esempio incentrata sul dialogare con gli NPC, con i quali sarà possibile affrontare varie questioni ed argomenti anche se, in concreto, nessuno dei personaggi incontrati sarà realmente caratterizzato o approfondito in modo particolare oltre le righe di testo pre-impostate dagli sviluppatori.

Un pennello per dipingerli tutti

Com’è facile evincere dalle immagini, il mondo di gioco di Eastshade conterà su di un comparto grafico eccellente e piuttosto evocativo. Lo stile artistico prescelto mescola una generale colorazione viva e densa a paesaggi al limite del reale e che, spesso, sembrano fuoriuscire direttamente dai libri di favole e miti.

Tecnicamente parlando, il gioco metterà sul piatto un buon livello di pulizia generale e sufficienti opzioni con cui ottimizzare al meglio le prestazioni, seppur il videoludo fatichi un po’ a livello di fluidità nelle risoluzioni più elevate. Il comparto sonoro è altresì degno di nota, colmo di un credibile rumoreggiare della natura unitamente a musiche tendenzialmente ambient ed orchestrali, adattissime al ruolo che vestiremo. E’ da sottolineare anche la presenza di una recitazione vocale piuttosto ben realizzata e che coinvolgerà tutti gli NPC con cui sarà possibile interagire.

Concludendo…

Eastshade è un ottimo gioco di esplorazione, ambientato in un mondo di gioco denso, vivido e ben realizzato. Ai timidi componenti RPG, è affiancato un comparto ludico-meccanico semplice e diretto, seppur con delle evidenti carenze. Nonostante probabilmente inadatto a tutti i palati, il gioco rappresenta un valido tentativo di creare un walking simulator e vestirlo con un elegante abito ruolistico, senza però ricorrere a schemi ed usi classici dell’industria.

CI PIACE
  • Graficamente eccellente
  • Mondo di gioco aperto e rigoglioso
  • Tecnicamente valido
NON CI PIACE
  • Gameplay molto limitato
  • Caratterizzazione dei personaggi poco accentuata
  • Non ha una storyline in senso stretto
Conclusioni

Eastshade non è un titolo adatto a tutti, soprattutto a coloro che apprezzano che i canoni di genere vengano sempre rispettati. L’esperienza ludica del titolo è impostata per essere un calmo viaggio, dedito alla scoperta ed all’esplorazione, piuttosto che al raggiungimento di scopi ben precisi attraverso vie solite a cui l’industria ci ha abituato. Una piccola perla per chi cerca un’esperienza, piuttosto che un gioco da “archiviare”.

7.5Cyberludus.com

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