Battle Princess Madelyn è un platform nato da una campagna kickstarter e fortemente ispirato agli immortali Ghosts ‘n Goblins ed al suo seguito, Ghouls ‘n Ghosts, già anticipato qualche settimana fa. Sviluppato da un talentuoso team composto da appena un paio di persone, una mamma ed una piccola bimba di 7 anni (che porta il nome della protagonista ed a cui il gioco è dedicato dal padre), eccolo infine giungere sugli scaffali virtuali di Steam – sarà un banale clone oppure un titolo che riesce ad innovare il genere? Scopritelo nella nostra recensione…
Fantasmi, goblin e bambine malate
Il gioco si apre con una piccola storia, raccontata tramite un simpaticissimo cartone animato di ottima fattura.
Tutto inizia ai giorni odierni, dove una piccola bimba malata, Madelyn, riceve la visita del nonno, che è intenzionato a farle passare del tempo leggendole un libro. Subito la piccola rimane un po’ scettica, dato che essendo cresciuta a pane e buildykraft (ricorda qualcosa?), non è molto fiduciosa sul divertimento offerto da quegli strani oggetti di carta. Quando però il nonno la informa che il racconto in questione narra le vicende della impavida principessa guerriera che porta il suo stesso nome, la bambina si convince, ed interrompe le sue imprese digitali con il tablet per ascoltare il suo amorevole nonnino.
La scena si sposta quindi nel pacifico regno di O’Lonergans, che è sotto attacco da parte di un terrificante stregone. Questi, al comando delle sue armate di non morti, sta mettendo a ferro e fuoco il paese, mentre i migliori guerrieri cercano di contrastare la sua avanzata.
La principessa combatte ferocemente, ma viene inesorabilmente messa al tappeto ed assiste inerme mentre i suoi genitori vengono rapiti ed il suo amato cane Fritzy ucciso sotto i suoi occhi. Il gioco ha quindi inizio…
Regole di base
Battle Princess Madelyn può essere affrontato in due modalità ben distinte: Arcade e Storia. La prima permette di affrontare i livelli in maniera lineare, senza interruzioni, da sinistra a destra, come in ogni gioco da bar che si rispetti.
La seconda, decisamente più interessante, propone un’avventura vera e propria, con livelli da esplorare liberamente, segreti, potenziamenti, aree da sbloccare con chiavi che andranno prima trovate. Per chi se lo ricorda si avvicina molto al memorabile Demon’s Crest, sempre di mamma Capcom, ma più in chiave metroidvania.
Poco dopo l’inizio di una partita scopriamo che il piccolo amico peloso della principessa la accompagnerà nel suo viaggio sotto forma di spettro. Avanzando nel gioco questi accumulerà poteri offensivi, ma la sua funzione principale è di raccogliere le anime dei nemici uccisi. Un piccolo indicatore verde in alto a destra mostra il livello di potere raccolto, che consente alla principessa di poter rinascere, al costo di una frazione di questa energia accumulata – davvero conveniente.
Non vi sono dubbi che il gameplay di Battle Princess Madelyn sia ispirato all’immortale Ghosts’n’Goblins. La protagonista all’inizio si difende sparando lance, ma in seguito potrà fare uso di altri strumenti offensivi (spade, coltelli, accette,etc.). Le armi, così come l’armatura, possono essere potenziate da uno specifico NPC nel corso della storia, pagandolo con le monete raccolte.
Nella modalità storia è anche possibile accedere ad un rudimentale inventario, che però ci ha dato davvero l’idea di essere acerbo; è diviso in quattro pagine ed al momento è utile esclusivamente per tenere traccia degli oggetti raccolti. Speriamo vivamente che in futuro sia oggetto di qualche miglioramento.
Evoluzione del genere
La progressione delle ambientazioni tra le due modalità è grossomodo la stessa, ma abbiamo avuto l’impressione che la campagna, sicuramente quella più soddisfacente, sia stata meno curata e forse aggiunta in seguito.
Qui i livelli sono molto vasti e dispersivi, forse anche troppo, e c’è un grossissimo rischio di perdersi mentre si cerca la strada giusta – il gioco non fornisce molti aiuti in questo senso.
Durante le esplorazioni è possibile incontrare degli NPC desiderosi di interagire, riconoscibili per la presenza di un’icona sulla loro testa. Per parlare con loro è sufficiente avvicinarsi e premere la direzione SU. Quando gli NPC espongono un punto esclamativo le interazioni di solito prevedono l’assegnazioni di semplici quest, molto primitive: trova questo oggetto oppure salva quella persona, poi torna e riceverai un premio.
Nonostante non siano evidentemente missioni multi-strutturate è comunque una caratteristica apprezzabile perché aggiunge un piccolo spessore al titolo, ed incentiva l’esplorazione dei livelli.
E’ stata introdotta con una patch recentissima (7 dicembre) una grossolana forma di tutorial, tramite alcuni cartelli verdi che citano “HINT” (suggerimento). Decisamente una cosa dovuta perché certe nozioni non sono proprio immediate, come per esempio la funzione della preghiera: dovunque ci sia una statua, una tomba oppure uno spirito non ostile, conviene sempre pregarvi davanti – l’azione si effettua semplicemente chinandovisi davanti, ed aspettando, e di norma si ottiene la consegna di un oggetto necessario a svolgere qualche quest oppure di chiavi che servono ad aprire porte chiuse.
Comparto tecnico
Come avrete senza dubbio intuito tutta l’ambientazione di Battle Princess Madelyn è molto tenebrosa. Si parte da un cimitero, per poi procedere all’interno di cripte, foreste infestate da scheletri, villaggi con esseri dalla testa a forma di zucca, fondi marini popolati da pesci assassini e via discorrendo.
La grafica, tutta deliziosamente 2D, è altalenante: quasi sempre di prim’ordine, ma sporadicamente approssimativa e confusa. I personaggi e le relative animazioni sono sempre eccellenti, così come i vari nemici (abbastanza vari) ed i boss.
I numerosi effetti grafici presenti (acqua, fuoco, riflessi, etc.) sono notevoli, e dimostrano l’estro degli sviluppatori che evidentemente non sono di primo pelo, ma il level design nella storia lascia un poco a desiderare (una auto-mappa sarebbe stata davvero gradita).
La colonna sonora offre una serie di pezzi ispiratissimi con il carattere dark e misterioso degno dell’ambientazione offerta. Questo aspetto ci ha davvero incantato e merita un encomio – a tratti ci è sembrata ispirata alle musiche di Ghouls ‘n Ghosts sul Commodore 64 composte dal geniale Tim Follin. Dal menu delle opzioni è anche possibile selezionare la musica in stile “retro”, con i classici suoni dei sintetizzatori arcade anni 80.
Gli effetti sonori sono purtroppo decisamente meno curati, e lasciano un po’ a desiderare sia per la qualità che per la quantità.
Il motore che regge il gioco è l’inevitabile Unity, per una volta ben sfruttato. Il gioco si muove fluido in ogni situazione e non abbiamo notato cali di performance. Quello che abbiamo invece disapprovato sono le collisioni tra i vari oggetti (specialmente tra le armi del giocatore ed i paesaggi), che sono imprecise ed hanno causato non pochi grattacapi in alcuni livelli.
Segnaliamo infine alcuni bug (nessuno bloccante), e che il testo al momento non è disponibile in italiano.
Concludendo…
Battle Princess Madelyn ci è piaciuto. E’ un gioco sviluppato da persone competenti che hanno saputo catturare tutta l’anima dei vecchi titoli Capcom, costruendovi sopra una lunga avventura (non aspettatevi meno di 10 ore di gioco), varia e divertente.
Allo stato attuale risulta ancora un poco grezzo, e siamo dell’idea che sicuramente necessitava di un beta-testing più accurato. A parte le considerazioni sul level design, che possono comunque essere soggettive, c’è bisogno di una sistemata alle collisioni, la correzione di alcuni bug e forse un riordino in alcuni livelli della storia.
Nonostante tutto rimane comunque un titolo divertente, giocabilissimo, ricco di contenuto e mai noioso, che riesce a ritagliarsi un posto di rilievo tra i platform/adventure dal sapore retrò.
Una considerazione finale per coloro che temessero di imbattersi in un gioco esageratamente difficile, come il titolo Capcom a cui è ispirato: la curva di difficoltà per fortuna è stata ben calibrata, e non risulta mai eccessiva, anche – e soprattutto – grazie al meccanismo di respawn già menzionato che permette di avere quella seconda o terza chance che sarebbe stato incredibilmente utile avere anche negli anni 80!