In un futuro lontano nell’immaginario collettivo, le gare automobilistiche saranno svolte con mezzi più simili ad astronavi che ai classici mezzi di trasporto come li conosciamo oggi, e con velocità decisamente più elevate.
Nell’ambito dei videogame il capostipite del genere “corse futuristiche” è stato F-Zero, eccezionale titolo Nintendo che nel 1990 rivoluzionò il genere ed, ancora oggi, ne rappresenta un saldo punto di riferimento. Quello che abbiamo provato per voi oggi è Antigraviator – titolo appena uscito che rientra appunto in questa tipologia, ma se volete saperne di più sarete costretti a continuare a leggere …

Gravità? No, grazie!

Antigraviator è ambientato nel lontano 2210 ed esibisce quelle che potrebbero essere un giorno le normali gare di velocità su circuito una volta che l’uomo sarà finalmente in grado di sconfiggere la gravità. Dato che non c’è alcuna storia di contorno o personaggio, si passa subito all’azione, per cui procediamo anche noi senza indugio.
Le modalità di gioco prevedono le classiche gare rapide oppure i campionati a punti composti da un certo numero di circuiti in successione, e non manca la parte di personalizzazione dei veicoli, che come dicevamo sono più simili a delle astronavi che ad un tradizionale mezzo da corsa. I mezzi vengono valutati sulla base di 4 parametri che possono essere modificati comprando potenziamenti con i ricavi delle corse: accelerazione, manovrabilità, resistenza scafo, durata scudo.
In totale ci sono 3 tipologie di navi (con forma e caratteristiche base diverse) ed è possibile acquistare 3 differenti ali, cambi e schermature che miglioreranno o peggioreranno le specifiche elencate sopra – sta al giocatore calibrare opportunamente la propria navicella in base alle sue preferenze e stili di gioco.
Oltre a queste modifiche tecniche è ovviamente possibile fare tutta una serie caratterizzazioni cosmetiche, dai vari colori del mezzo alle decalcomanie applicate allo scafo.
Dobbiamo ammettere che abbiamo trovato le modifiche meccaniche un po’ scarne – 3 tipologie di navi (inclusa quella iniziale) sono davvero poche, mentre le modifiche alle parti si limitano a cambiare l’aspetto dei pezzi che fluttuano a contorno delle stesse in maniera un po’ poco riconoscibile; qualche assortimento in più avrebbe ravvivato il gioco e contribuito ad aumentare l’appetibilità.

Antigraviator ha un’impronta esclusivamente arcade, dove la prerogativa per una buona riuscita sono riflessi fulminei ed abilità nel manovrare il joypad (obbligatorio), e in questo senso dobbiamo ammettere che è uno dei giochi più frenetici in assoluto su cui abbiamo potuto mettere le mani (forse anche troppo).
Le gare sono senza tregua, da quando il semaforo diventa verde è obbligatorio tenere gli occhi letteralmente incollati alla pista per anticipare le mosse degli avversari, schivare ostacoli e prevenire curve troppo strette per evitare di strisciare la carrozzeria contro i muri di confine del tracciato.
Nel circuito sono presenti alcuni power-up che possono essere raccolti permettendo di deflagrare brusche accelerate e il lancio di trappole contro i vostri avversari. Sì perché nel mondo di Antigraviator è lecito danneggiare gli altri veicoli, ed è possibile proiettare trappole dietro e davanti al mezzo, rivolgendole contro i concorrenti con l’intento di rallentarli oppure di distruggerli, a seconda dello stile di gara in atto; queste si dividono in gare classiche (vince chi arriva prima), oppure deathrace (dove lo scopo è danneggiare e distruggere gli altri concorrenti), oppure Conto alla rovescia dove un subdolo cronometro sovrasta lo schermo ed è necessario raggiungere i vari checkpoint in tempo per mantenerlo lontano dallo zero.

Tecnicamente…

Anche questo è un titolo Unity-made (potremmo quasi smettere di dirlo ormai). La grafica è davvero molto pulita e ricca di particolari, anche se forse le varie piste tra loro sono un po’ anonime: avrebbe giovato variegare di più le ambientazioni magari discostandosi dallo stile futuristico che domina su tutte incontrastato. Le navicelle (tre tipologie) sono tutte ben realizzate e posseggono personalità. Il luccichio del metallo degli scafi risalta le loro forme avveniristiche mentre sfrecciano su piste piene di trappole come fulmini, lanciafiamme e oggetti che si abbattono sulla strada.
Con tutti i dettagli al massimo una scheda grafica di media potenza riesce a regalarvi 60 fps quasi costanti, abbiamo notato pochissime sbavature in questo senso e possiamo dire che il motore è ottimizzato benissimo.
Il comparto audio è composto da effetti sonori un po’ anonimi che vengono sovrastati dalla colonna sonora ad opera di Michael Maas, abile compositore tedesco che ha curato tutti i pezzi del gioco. La musica evidentemente è molto importante in un titolo come questo perché deve caricare opportunamente il giocatore e coinvolgerlo nell’azione; quella del titolo in esame è tutta di ottima qualità, con composizioni musicali (tutte rigorosamente elettroniche) che invece passano dal molto brillante al monotono, ma in generale sono promosse a pieni voti.

Concludendo…

Antigraviator è un buon titolo, curato, senza sbavature e sviluppato con maestria. Nell’intento di fornire un’esperienza Arcade estrema gli sviluppatori forse però hanno addirittura esagerato: la velocità con cui si muovono le navicelle è davvero al limite dei riflessi umani, ed è praticamente impossibile distaccare gli occhi dalla pista anche solo per capire in che posizione ci si trova perché in quel mezzo secondo necessario potrebbe spuntare fuori un avversario, una curva od una trappola.
Dato che l’effetto di inerzia è quasi completamente assente la fisica di movimento dei mezzi sembra più simile a quella delle montagne russe piuttosto che di navicelle proiettate a 500 km orari; forse è una cosa voluta perché lo ripetiamo, si tratta di un arcade puro, ma così facendo si vanifica l’illusione di realismo e la guida dei mezzi piomba nella mediocrità.
Curiosamente durante il tutorial è presente un affascinante effetto di dilatazione temporale che però si scopre non essere poi utilizzato nel gioco vero e proprio, e a nostro avviso se fosse stato implementato a dovere durante le gare poteva davvero cambiare le carte in tavola, ed aggiungere quell’impulso di innovazione tanto necessario a questo titolo.
Infine una considerazione sulla longevità che è molto limitata dalla mancanza di contenuto: 3 modelli di navicelle sono davvero pochi ed i 4 campionati a disposizione, benché offrano un’esperienza di difficoltà crescente, sono tutti molto simili. Se avete degli amici con cui gareggiare online potreste trovare qualche spunto di divertimento in più.

CI PIACE
  • Comparto grafico di prim’ordine
  • Colonna sonora di qualità
NON CI PIACE
  • Nessuna innovazione rispetto alla concorrenza
  • Fisica dei mezzi blanda
  • Poca varietà
Conclusioni
Antigraviator è un titolo realizzato benissimo che però non riesce a discostarsi dalla massa per mancanza di idee ed innovazioni. Se cercate un buon gioco di corse arcade al cardiopalmo potrebbe fare al caso vostro e regalarvi qualche ora di divertimento, ma se cercate più consistenza il nostro consiglio è di guardare altrove.
7.2Cyberludus.com
Articolo precedenteE3 2018 -Recap conferenza Bethesda
Prossimo articoloE3 2018 – Recap conferenza Sony PlayStation
Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!