Tra una scazzottata nei vicoli giapponesi con Yakuza 6 e un massacro a colpi di Leviatano in God of War, non bisogna dimenticarsi delle altre esclusive Sony in arrivo. Dopo un meraviglioso Heavy Rain e un apprezzato – seppur controverso – Beyond: Due Anime, David Cage e il suo team di Quantic Dream si preparano ad approdare su PlayStation 4. Il nostro staff ha avuto l’occasione di intervistare Adam Williams, principale sceneggiatore di Detroit: Become Human. Ansiosi di scoprire nuovi e intriganti dettagli, siamo volati a Milano per porgli alcune domande.

Innanzitutto, cosa potranno aspettarsi i fan da Detroit: Become Human? Quanto differisce da Heavy Rain e Beyond?

I giocatori potranno aspettarsi un’esperienza che intrattenga ma che allo stesso tempo riesca a toccare e far riflettere. Detroit è un vero e proprio dramma interattivo: le vostre scelte plasmeranno la storia, siete voi gli scrittori, il gioco è vostro“…”Tra Detroit e i titoli precedenti c’è un abisso in termini di flessibilità, offrendo più possibilità di qualunque altro gioco e assicurandosi che ogni scelta abbia una conseguenza. Detroit differisce grandemente anche in termini di gameplay. Abbiamo letteralmente messo il giocatore al centro della storia, con più interazioni e meno sequenze filmate rispetto ai giochi precedenti“.

Quali sono i temi principali delle diverse storyline in Detroit?

Alla base di Detroit c’è una visione fantascientifica, immaginando un futuro non troppo lontano in cui gli androidi sono diventato un tipo di tecnlogia alla portata di tutti e hanno mutato la società. Questo immaginario sci-fi non è per noi una semplice fantasia, bensì un’anticipazione di come sarà il nostro futuro. Gli androidi ci hanno dato la possibilità di esplorare temi come le divisioni sociali, l’ineguaglianza, la lotta per la libertà, assieme ad altre questioni esistenziali come il libero arbitrio e cosa voglia dire essere “umani”. La cosa più importante però è che la storia venga scritta da voi – i giocatori – attraverso le vostre scelte. In questo senso, i temi delle vostre avventure emergeranno come frutto della collaborazione tra la trama e come voi scegliete di navigare in essa. Che la vostra storia sia tragica, a lieto fine o qualcosa di totalmente diverso, questo dipenderà solo da voi“.

In Detroit sarà possibile utilizzare tre personaggi distinti: in che modo questo si rifletterà sul gameplay? Avremo abilità diverse per ogni protagonista?

I tre personaggi principali di Detroit sono androidi e sono tre modelli differenti. Questo vuol dire che ognuno avrà le proprie funzioni di design, rendendo le sequenze di gioco uniche e influenzando con la propria personalità in maniera differente l’interazione fra le tre storie. Che il giocatore debba essere immerso totalmente nell’esperienza di gioco fa parte della filosofia di Quantic Dream, facendo in modo che non solo il gameplay rispecchi il personaggio ma che il giocatore riesca a condividerene lo stesso stato d’animo. Vedrete ciò che vedono loro, vi sentirete come loro, farete le medesime esperienze“.

Detroit: Become Human è figlio di uno sviluppo davvero lungo: quanto tempo ha richiesto effettivamente? È sempre stato facile? Avete sempre avuto una singola visione chiara nella vostra mente o ci sono stati repentini cambiamenti?

Abbiamo impiegato 3/4 anni per sviluppare Detroit ma possiamo dire che David c’abbia lavorato sopra tutta la vita, rispecchiando – secondo il mio parere – i temi che egli ha sempre cercato di esplorare: scelte, emozioni, società, interazione. Non è stato affatto facile per me, che mi sono aggregato al team solo a metà dei lavori. Abbiamo lavorato tutti duramente ma forse quasi nessuno l’ha fatto come David. In quanto principale fonte creativa alla base del progetto, ci ha fornito una visione chiara che ci tenesse sempre sul percorso giusto, attraverso uno sviluppo lungo e impegnativo, il quale condurrà – si spera! – ad un’esperienza davvero speciale“.

Abbiamo potuto osservare quanto le scelte siano pressoché infinite: quanto è stato difficile connettere tra loro le varie conseguenze?

Durante il terzo atto, nell’ultima porzione di gioco, ci sono oltre 1000 combinazioni differenti ma potreste addirittura non sfruttarne nemmeno una e perdere tutti e tre i protagonisti fin dall’inizio. La parabola quindi è davvero enorme. È stato molto faticoso collegare in maniera sensata ogni conseguenza ma era anche di vitale importanza che riuscissimo nel nostro intento, per poter garantire un’esperienza concretamente sorprendente, che riuscisse a far riflettere e che potesse spingere al limite il genere del dramma interattivo“.

Qual è stata la scena/sequenza più complessa – in termini di scrittura – nel corso dei lavori?

Non ce n’è una che mi balzi in mente, così su due piedi. La vera sfida è stata proprio quella di cui abbiamo appena discusso: collegare tutti i casi in maniera coesa e rispondente alla tematica principale“.

Queste le dichiarazioni di Adam Williams, il principale sceneggiatore di Detroit: Become Human. Non vediamo l’ora di poter mettere le mani sul prossimo progetto di Quantic Dream, in uscita il 25 maggio 2018. C’è ancora tanto da svelare ma al momento una cosa è certa: sarà necessario fare scorta di fazzoletti per asciugare le lacrime.

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