PlayStation e la conferenza delle meraviglie
Quei gran bontemponi di PlayStation hanno già tenuto alcune press conference durante le ultime edizioni di Paris Games Week. Si è trattato, fino a oggi almeno, di conferenze minori, impossibili da paragonare con quelle di E3 e di PlayStation Experience. Stavolta le cose sono andate diversamente: la verità è che abbiamo realizzato di aver guardato quella che è stata forse la più grande prova di forza dell’anno in ambito videoludico. Tra pochi giorni – dal 7 novembre per la precisione – PlayStation 4 Pro perderà il primato di “console più potente del mondo” e di conseguenza anche la tacita “sfida all’ultimo pixel”, un vero sempreverde della battaglia tra PlayStation e Xbox.
PlayStation 5 prima o poi arriverà ma quali carte dovrà giocare Sony per continuare a vantare il “best place to play” nel frattempo? La risposta è sempre la stessa e va ricercata in una singola parola: esclusive.
Un E3 “tripartito”
Xbox One X è una console incredibilmente performante e vanta retrocompatibilità con Xbox 360 e Xbox originale ma al contempo presenta anche un’innegabile carenza di titoli massicci in esclusiva. Non a caso il colosso giapponese ha deciso di ricorrere ad alcuni dei suoi assi nella manica proprio a una settimana di distanza dall’avvento della nuova console ammiraglia di Microsoft.
Anche il termine “alcuni” non è stato utilizzato a caso. PlayStation ha ancora un altro grande palco da visitare prima di terminare il suo “E3 tripartito”, quello della PSX di Anheim. L’attesa per quest’ultimo appuntamento è spasmodica perchè in molti sentono già puzza di Death Stranding e altre sorprese. Senza fare troppi voli pindarici concentriamoci sul fantastico presente di PGW. Il messaggio che Jim Ryan ha lanciato dalla splendida cornice parigina è inequivocabile: la potenza non è tutto.
Per dare una prova fortissima della solidità della propria visione, Sony ha furbamente deciso di dividere in tre parti il suo E3 2017. La conferenza a Los Angeles ha forse risentito di tale scelta ma in questo modo PlayStation ha la chance di mostrare con i giusti tempi i suoi cavalli di battaglia e di contrastare concretamente l’arrivo di Xbox One X.
PlayStation 4 standard, del resto, non avrebbe distanziato Xbox One di 30 milioni di unità soltanto per il suo vantaggio in termini di prestazioni. Nintendo Switch è un altro esempio calzante in tal senso, infatti pur avendo l’hardware meno performante sta ottenendo un enorme successo di vendite grazie alla genialità della sua idea e a quei titoli peculiari che soltanto “la grande N” riesce a portare nelle mani dei giocatori.
Certo, Xbox One X ha un buon 40% di potenza in più rispetto a PlayStation 4 Pro, non stiamo parlando di una percentuale esigua ma finchè tale potenza verrà frenata dalla necessità di sviluppare anche per Xbox One Standard e da una visione troppo votata al multiplayer e ai servizi, PlayStation riuscirà sempre a distinguersi dalla concorrenza.
Le avventure in single player stanno davvero per morire?
Shannon Loftis di Xbox lo ha ammesso senza riserve:
“Non penso che i single player siano morti. I costi relativi a questo particolar modo di fare giochi però hanno reso il tutto più complicato. I giocatori vogliono fedeltà visiva e grafica in alta risoluzione”.
In soldoni, la visione di Shannon Loftis è – di fatto – diametralmente opposta a quella del direttivo di Sony. Mentre molti si interrogano sul futuro incerto delle avventure in single player e altri si rifugiano sul ben più profittevole multigiocatore online e sull’offrire servizi ai giocatori, PlayStation continua a fare quello che sa fare meglio da decenni a questa parte: regalare avventure indimenticabili ai videogiocatori.
Non stiamo parlando di due o tre buoni titoli in arrivo ma di una valanga di potenziali capolavori o di apripista a futuri capolavori.
Giochi come Horizon The Frozen Wilds, Yakuza 6, God of War, Detroit: Become Human, Shadow of the Colossus, Spider-Man, Days Gone, The Last of Us Parte 2, Death Stranding, Ghost of Tsushima e Wild dimostrano la chiara intenzione di PlayStation di voler infondere nuova vita nel macrogenere dei single player.
Se esistono milioni di giocatori che guardano al multiplayer come all’unico punto di riferimento? Se ci sono giocatori interessati alle prestazioni delle proprie macchine da gioco? Sì, certamente non si può negare che decine di milioni di persone abbiano tale visione ma è parimenti assurdo dare per morti quei titoli che sanno emozionare e non soltanto divertire, quei videgiochi i cui trailer d’annuncio sono capaci di far sobbalzare dalla sedia in preda a isteria o a folli voglie tantriche.
Concludiamo questa piccola riflessione con l’iconica frase di Jim Ryan:
“Non potrebbe esserci momento migliore per essere dei videgiocatori.”