Quando la stella danzante si materializza in Bound

È un periodo decisamente prolifico per quei videogiochi che fanno della potenza immaginifica e dell’estetica fuori dai canoni i propri punti di forza. Bound è infatti solo l’ultimo di una carrellata di titoli intriganti e bizzarri che abbiamo avuto il piacere di giocare e, soprattutto, l’arduo compito di capire negli ultimi mesi. La brillante esclusiva indie sviluppata dal team di Santa Monica Studio si è rivelata un’esperienza onirica di notevole fattura, caratterizzata da una personalità forte e ricca di spunti interessanti. Lasciate quindi che vi descriva, al meglio delle mie possibilità, ciò che Bound ha saputo farmi vivere in questa breve quanto elettrizzante esperienza.
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Un regno da salvare

Dopo un breve incipit con protagonista una donna incinta intenta a sfogliare un quaderno pieno di misteriosi disegni, ci troveremo catapultati in un mondo completamente diverso, trasposizione tridimensionale e onirica degli schizzi della gestante. Nei panni di una bizzarra principessa umanoide, saremo incaricati dalla regina madre di scacciare dal regno una creatura mostruosa che mette a repentaglio l’esistenza stessa del regno. Questo tutorial ci aiuterà a prendere la mano con le varie meccaniche del gioco, un platform 3D a livelli – 5 in totale – che andranno attraversati saltando e danzando. Ed è proprio la danza l’elemento che, più di tutti, caratterizza l’esperienza di Bound, complice la totale assenza di un qualsivoglia battle system. Attraverso la pressione di uno dei tasti dorsali, la protagonista comincerà a muoversi seguendo i passi di una danza che diverrà via via più complessa man mano che continueremo a premere pulsanti. Questa dinamica, oltre a essere uno spettacolo per gli occhi, ci permetterà di passare indenni in mezzo a delle sezioni rese pericolose dall’entità oscura in agguato nei livelli. Per il resto Bound si presenta come un normalissimo platform dove, oltre a poter saltare, avremo la capacità di rotolare per evitare gli assalti del mostro, determinato a far cadere la nostra principessa danzante dalle piattaforme che compongono i livelli. Nonostante la piacevolezza del gameplay, in alcune situazioni il sistema di controllo di Bound risulta poco preciso nel dosare e, soprattutto, rilevare i salti: capiterà spesso che – forse anche per colpa di alcune animazioni mal calibrate – l’eroina cada incomprensibilmente nel vuoto, o che non si riesca a mantenere saldo il controllo del personaggio. Gran parte delle nostre cadute sono però riconducibili a un’aspetto puramente visivo, legato all’estetica di un mondo di gioco composto da frammenti che si materializzano e smaterializzano ciclicamente. A questo aggiungete una gestione della fisica tutt’altro che perfetta e avrete un quadro piuttosto preciso di quelle che saranno le principali “sfide” di Bound.
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Le morti registrate durante la nostra esperienza sono state comunque poche, e non tutte accidentali. Non esiste, tra l’altro, un vero e proprio game over, sostituito da una schermata nera che, nei giro di un paio di secondi, ci riporterà al punto dove abbiamo effettuato l’ultimo salto. In generale, Bound è un’esperienza piacevole e rilassante da giocare, caratterizzata da una progressione lineare ma mai troppo guidata. Durante l’avanzamento nei mondi potrete raccogliere dei frammenti da utilizzare per comporre un mosaico a fine livello. Questi frammenti sono sparsi qua e là per i livelli e, in alcuni casi, necessiteranno di un po’ di esplorazione per essere rinvenuti. Nulla di frustrante, comunque, specialmente trattandosi di un incarico totalmente opzionale. Sarà anche possibile scegliere l’ordine con cui attraversare i mondi, una dinamica di poco conto se si considera però la durata estremamente ridotta del titolo di Santa Monica Studio (2 ore circa). Siamo al solito e fastidioso discorso che, ultimamente, ci troviamo a fare sempre più spesso: il prezzo attuale del gioco risulta piuttosto difficile da giustificare in rapporto alla longevità effettiva di Bound. In ogni caso è presente una modalità a tempo sbloccabile alla fine della prima run, e i trofei sono stati impostati in modo da spingere il giocatore a fare almeno 4 o 5 partite.

Un regno particolare

Il punto forte di Bound riguarda proprio la direzione artistica, originale ed evocativa non solo sul fronte visivo, ma anche su quello narrativo. Parlare oltre della storia equivarrebbe a fare imperdonabili spoiler, perciò mi limito a dire che la confusione iniziale verrà via via diradata dal “dualismo narrativo” del gioco. Da segnalare la capacità della trama di stupire e toccare le corde emotive del giocatore, in modi talvolta sorprendenti. Spettacolare poi il comparto tecnico, fluido e ricco di spunti estetici originali e capaci di lasciare a bocca aperta: i vari mondi appaiono coloratissimi e ricchi di dettagli tanto astratti quanto incantevoli, in un continuo tira e molla con la percezione prospettica del giocatore.
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Lo stile grafico funziona alla grande, e la scelta di introdurre una piccola cornice nera sullo schermo fa apparire il tutto come un quadro in movimento. Adorabili anche le animazioni, che rendono incredibilmente aggraziata ogni movenza della protagonista. Eccezionale anche il comparto sonoro, che delizia le orecchie con composizioni splendide e magistralmente orchestrate. Specialmente alla fine di ogni sezione, quando la protagonista scivolerà su una piattaforma che attraverserà tutto il livello, il sonoro darà il meglio di sé rendendo le immagini su schermo uno spettacolo davvero evocativo.

Concludendo…

Bound è senza dubbio una gemma nel panorama indie, realizzata con dovizia di particolari e assolutamente imperdibile se siete possessori di una Playstation 4 e se amate le esperienze uniche. Se saprete andare oltre a un prezzo abbastanza scomodo, vi ritroverete tra le mani un gioco sensibile, bello da giocare e meraviglioso da guardare.

CI PIACE
  • Direzione artistica eccezionale
  • Storia tra le righe ben raccontata
  • Comparto audio-visivo eccellente
  • Originale nel gameplay per quanto riguarda la danza…
NON CI PIACE
  • …ma spesso impreciso e mal dosato nel platform
  • Durata piuttosto effimera
  • Prezzo attualmente troppo alto
Conclusioni

Bound è una bellissima esperienza da vivere tutta d’un fiato, con un’originale reinterpretazione della danza nel gameplay e con una direzione artistica suggestiva e ricca di spunti

8.5Cyberludus.com

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