Pronti ad una nuova macedonia di locuste?

Apriamo questa anteprima con la frase pronunciata da un amico che era seduto accanto a me durante la prova della beta di Gears of War 4: “Ma si muovono strani i personaggi!”. Esatto, si muovono proprio male, che più innaturale di così si muore, anzi, si resta spalmati a terra ridotti in brandelli. D’altronde è questo l’effetto che suscita Gears of War in chi lo vede e lo sperimenta per la prima volta. Anche se, va detto, sia COG che Locuste danno l’impressione di essere molto più leggeri rispetto ai “succhia-steroidi” del passato; oltretutto “curvano” un po’ di più quando corrono. Ah, il buon vecchio e legnoso Gears… era da un po’ che non ci giocavo, ho anche saltato Judgement se è per questo, e il 3 non mi aveva entusiasmato affatto. Di recente, però, mi è ripresa la scimmia per la serie grazie alla Ultimate Edition, che mi ha permesso di ottenere l’accesso anticipato a questa Beta. Per tutti gli altri che non hanno fatto in tempo a “conquistare” la closed, vi ricordiamo che la beta pubblica è disponibile da ieri per tutti gli utenti Xbox One. Nel frattempo, scoprite assieme a noi le novità che ci attendono con questa anteprima tratta dalla Beta Multiplayer di Gears of War 4.

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3,2,1… Accendete le motoseghe!

Partiamo subito col dire che siamo rimasto piacevolmente colpiti da come si stanno (ri)mettendo le cose in casa Fenix. The Coalition, almeno per quanto riguarda il multiplayer (comunque cuore pulsante dell’intera serie), sembra voglia mantenersi fedele al gioco originale, senza storpiarne l’ossatura di base, magari con qualche artificio moderno “acchiappatutti”. Se dovessimo definire questa breve esperienza con una sola parola, useremmo senza dubbio il termine “brutale!”. Gears of War 4 sembra voglia far riecheggiare, forte e chiaro, il noto paradigma del “bando alle ciance”. La Beta, infatti, mostra un comparto online senza tanti fronzoli ma ricco di sostanza. Si possono scegliere tre modalità: Deathmatch a squadre, Dodgeball e Deathmatch a squadre cooperativo. Quest’ultima è messa lì, tanto per, e ci sentiamo di consigliarvela solo se, per qualche strana ragione, non avete mai giocato ad un capitolo della serie. Si tratta di un classico scontro a squadre, contro l’IA nemica settata in modalità “Hardcore”. È un allenamento utile se volete capire le meccaniche di gioco senza incorrere, da subito, in brutte figure internazionali. Entriamo a questo punto nel vivo della questione, parlando un po’ delle due modalità principali proposte a partire dal pezzo forte: Dodgeball.

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Dodgeball è una modalità inedita per la serie, un po’ simile, in realtà, a quello che era il “vecchio” deathmatch a squadre, che dava ad ogni componente della squadra una sola vita a disposizione. In questo caso, però, c’è una variante: quando si muore si ha la possibilità di rinascere nel momento in cui viene ucciso un membro della squadra avversaria.
Sostanzialmente consiste in un “tira e molla” in salsa splatter che, a livello di meccaniche, ci è sembrato discretamente riuscito. L’esito di ogni singolo round, infatti, se le squadre sono equilibrate, resta incerto fino alla fine. Fate finta di essere in vantaggio due uomini/locuste ad uno, ma uno dei vostri viene improvvisamente abbattuto, bene, a quel punto la situazione si sarà letteralmente capovolta. Durante un match, ad esempio, eravamo ben quattro contro uno: in una qualsiasi altra modalità l’esito sarebbe stato scontato, eppure la situazione si è fantozzianamente capovolta, terminando in una clamorosa rimonta degli avversari con conseguente disfatta della nostra squadra. Una dura batosta, certo, che però ci ha permesso di cogliere appieno l’essenza di Dodgeball: una modalità che premia chi sa mantenere nervi saldi e senso di cooperazione per tutta la durata del match. Dodgeball rappresenta quindi una piacevole novità e incarna bene lo spirito della serie. Una modalità semplice e al contempo riuscita, capace di spingere i giocatori a studiarsi bene le mappe e cambiare velocemente approccio. Il discorso poco cambia per il Deathmatch a squadre, in cui entrambi i team hanno a disposizione 15 preziose vite, condivise tra i rispettivi componenti. Esaurite queste, non si può più rinascere. È fondamentale, quindi, che ci sia un forte senso di collaborazione tra compagni, dato che i giocatori con spiccate tendenze suicide finiscono con danneggiare tutta la squadra. In questa modalità, il match viene vinto dalla squadra che per prima conquista due round.

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Il vecchio fuso col nuovo

L’approccio ragionato alle partite è rimasto praticamente invariato, pertanto la strutturazione delle mappe continua a rimanere un elemento cardinale della godibilità del comparto multigiocatore. Le tre disponibili in questa Beta, Harbor, Foundation e DAM, ci sono sembrate piuttosto variegate e sufficientemente articolate. Come sempre, le coperture sono fondamentali, e pertanto la struttura “labirintica” che caratterizza le mappe della serie torna anche qui, così come i classici punti “caldi” in cui si possono raccogliere armi più potenti come il fucile da cecchino, l’immancabile Boomshot, l’arco e, soprattutto, una potentissima new-entry: il Dropshot. Quest’ultima, equipaggiata di default con tre colpi, consente di sparare una sorta di granata che resta in volo orizzontale fintanto che teniamo premuto il grilletto destro; un laser proiettato verso terra e agganciato alla base della granata ci consente di stimare il punto di impatto e, una volta lasciata cadere la bomba, se siete fortunati l’effetto risulta devastante. Decisamente un’aggiunta niente male…
Per il resto, nessun altro stravolgimento per quanto concerne il comparto armi, almeno per questa beta. Non mancano ovviamente le esecuzioni a distanza ravvicinata quando il nemico viene neutralizzato, con l’aggiunta di particolari sequenze inedite per il combattimento ravvicinato, attivabili mediante una combinazione predefinita di tasti. Si tratta comunque di un’aggiunta vestigiale di cui si può tranquillamente fare a meno e che, probabilmente, avrà uno scarso attecchimento tra i giocatori “hardcore” di GOW, concentrati più sulla strategia che sulla coreografia. E comunque, pur volendo, non ci sentiremmo di tradire la buona vecchia motosega…

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Naturalmente farà la differenza, anche in questo quarto capitolo, l’esecuzione della “ricarica attiva” in fase di sparatoria, che consente di potenziare il danno delle nostre bocche da fuoco per un breve lasso di tempo. A tal proposito, diventa assolutamente vitale la possibilità di poterla eseguire anche con l’arma completamente carica. Tuttavia non è possibile, in tutti i casi, attivarla più volte consecutive senza prima aspettare una manciata di secondi, il tempo necessario perché il “serbatoio” del bonus sia nuovamente carico. Come di consueto, se si sbaglia con la ricarica l’arma si inceppa per qualche istante, con conseguenze potenzialmente fatali. A proposito di bonus, sono state introdotte delle carte speciali da attivare prima di ogni match. Queste consentono di acquisire un maggior punteggio in termini di XP nel caso in cui si riesca a soddisfare il requisito della carta selezionata (ad esempio, è presente una carta che garantisce il 50% di punti esperienza in più in caso di vittoria). Ciò non fa che aggiungere un pizzico di strategia personale in più nella corsa verso il livello più alto, senza comunque stravolgere l’essenza della formula multiplayer.

La “responsabilità” di chiamarsi beta

Che dire dunque di questa beta di Gears of War 4…
Proprio in queste ultime ore, il game director Rod Fergusson si è giustamente lamentato del fatto che la gente pensa, erroneamente, che una “beta” sia in realtà una demo (effettivamente, l’aver chiamato beta, nel recente passato, la “demo” di Star Wars: Battlefront può aver confuso alcuni). In realtà così non è, ed effettivamente ci sarà una mole di lavoro incredibile da qui all’uscita del gioco, fissata per ottobre 2016. In generale, però, ci sentiamo di chiudere il bilancio di questa beta con una nota decisamente positiva perché, malgrado qualche crash dei server e una gestione non perfetta dei respawn, i presupposti per un ottimo Gears of War, ben radicato alle origini della saga, ci sono tutti. Pertanto possiamo ritenerci pienamente fiduciosi nel lavoro di The Coalition per i mesi a venire.

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Anche dal punto di vista tecnico, abbiamo ben poco di cui lamentarci. Chiaramente una beta mostra uno stato ancora acerbo del motore di gioco, ma comunque le prime impressioni sono decisamente positive, dato che il multiplayer gira a 60 fps ad una risoluzione nativa di 1080p, con giusto qualche calo di tanto in tanto, ma niente di clamoroso. Già con Gears of War: Ultimate Edition, The Coalition si era dimostrata all’altezza della situazione e, da quanto abbiamo visto, lo studio sembra intenzionato a mantenere alto lo standard . Se proprio dobbiamo fare un appunto, non siamo rimasti particolarmente impressionati dalla caratterizzazione dei COG. I nuovi  protagonisti non hanno certo l’aspetto rude e cattivo di Marcus e compagnia, al cui confronto sembrano dei giovinastri alle prime armi. Spero che, conoscendo più in dettaglio la storia, riusciremo ad apprezzare personalità e tratti distintivi di ciascuno di loro.

Concludendo…

Per concludere, ribadiamo la nostra fiducia verso gli sviluppatori. Questa beta ha scandito, chiaramente, le intenzioni di Microsoft verso quella che rappresenta, ad oggi, la sua più grande serie di successo dopo Halo. Le premesse perché dal lavoro di The Coalition esca un comparto multiplayer profondo, che non tradisca i suoi fan della prima ora, ci sono tutte. Ora non ci resta che attendere ottobre.

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