Non possiamo non indignarci di fronte alle ingiustizie poiché chi non fa nulla contro di esse non è vittima, ma complice. A leggere questa apertura da vecchio saggio vi chiederete, e anche giustamente, che cosa mi sia preso durante queste serate autunnali. Vi chiederete sicuramente se io abbia bevuto così tanto da perdere totalmente la cognizione di ciò che sto facendo. No, non tratta – purtroppo – di deliri alcolici da sambuca e, se avete un po’ di pazienza, ora arriva lo spiegone. Comincio subito con una frase ad effetto che farà tremare i più “nintendari” tra di voi: The Legend of Zelda: Tri Force Heroes non avrebbe dovuto sfruttare il nome della saga, punto. Questo perché il titolo in questione non puo’ e non deve essere accostato, anche solo a livello di immagine, alla saga di Zelda? semplicemente perché non è Zelda. Ne prende sicuramente alcuni elementi, ma li rielabora in maniera maldestra, li scimmiotta rendendoli irriconoscibili, col fine ultimo di confezionare un prodotto sì decente, ma ben lungi dall’essere considerato un capolavoro.

Un gioco dallo “stile” inconfondibile???

L’avventura di The Legend of Zelda : Tri Force Heroes è, a parere di chi scrive, davvero impossibile da inserire coerentemente nella storyline ufficiale della serie, già piuttosto incasinata. Anche lo stile si discosta in maniera nettissima dalla serie canonica, ricordando in più di un’occasione il registro usato da Intelligent System nello sviluppo di Paper Mario. La storia è ambientata ad Hytopia, un regno abitato da personaggi completamente ossessionati dall’aspetto esteriore e dalla moda. La principessa Styla, un tempo bellissima, viene privata del suo stile modaiolo da una maledizione lanciata da un losco figuro non meglio specificato. Neanche a dirlo, Hytopia ha bisogno di un eroe che sconfigga il sopracitato cattivone, e per questo motivo il padre della sfortunata principessa è determinato ad assoldare tutti quelli che rispondono al profilo – meramente estetico – dell’eroe leggendario: capelli biondi, orecchie a punta e l’immancabile tunica verde. La speranza è quella di trovare, tra i tanti sosia, il prode guerriero in grado di sgominare i nemici del regno di Hytopia, e far tornare il sorriso sul volto, ormai non più bellissimo, della figlia. Raccontata così vi potrà sembrare banale?e, ahimè, avete assolutamente ragione.

Costumi, costumi come se piovesse…

 

La particolarità del gioco è che questo cammino impervio verso il recupero della bellezza della principessa, non può essere compiuto in solitaria. Come già anticipato “tra le righe” nel titolo di gioco, sono tre i componenti che dovranno comporre la squadra destinata a “salvare” la principessa fashion, abbattendo orde di nemici, e affrontando i diversi enigmi offerti dai labirinti, che potranno essere risolti solo grazie alla collaborazione dell’intero team. Questi enigmi sono tendenzialmente ben congegnati ed offrono un grado di sfida relativamente soddisfacente (per la soluzione di Tri Force Heroes clicca QUI), anche se, dopo sole due-tre ore di gioco, comincia a palesarsi una certa ripetitività, e qualsiasi enigma sembrerà una riproposizione di quanto visto nei livelli precedenti. Nell’affrontare i vari quadri – più di un centinaio – dovremo procurarci dei costumi che modificheranno l’approccio del nostro eroe in maniera più o meno incisiva: l’offerta è davvero variegata e va da un elegantissimo – e sessualmente ambiguo – “Abito Leggendario“, capace di aumentare la possibilità di ricevere cuori uccidendo nemici, ad un discutibilissimo “Pigiama fortunato“, che aiuta il povero Link a schivare i colpi degli avversari, passando per altre decine e decine di costumi, tra cui la misteriosa e potentissima “Tri-Tuta“, le cui peculiarità le lascio scoprire a voi. L’idea dei costumi ci è sembrata davvero ben implementata ed è uno dei pochi motivi che potrebbero spingervi a giocare più volte gli stessi livelli, nella speranza di droppare – finalmente – i materiali necessari alla produzione delle tenute più elaborate.

Multi-player lento o single-player noioso?

 

Come abbiamo già detto, The Legend of Zelda: Tri-Force Heroes è un gioco pensato per la cooperazione di tre personaggi. A partire da questa premessa, è lecito aspettarsi una cura maniacale del comparto online, in modo tale da permetterne l’esaltazione della vocazione puramente multiplayer del gioco. Purtroppo, però, abbiamo riscontrato più di un problema nello stabilire una connessione stabile con utenti sconosciuti online e, quando siamo riusciti a farlo, ci siamo scontrati con lag decisamente ostacolanti, tali da rendere le sessioni di gioco frustranti ai limiti dell’ingiocabile. Nonostante sia possibile che questo problema si dimostri solo transitorio, è con rammarico che constatiamo la debolezza che Nintendo continua a mostrare nell’ambito del multiplayer. Una ulteriore debolezza di questa produzione è poi l’inspiegabile assenza di qualsivoglia forma di comunicazione vocale in un gioco in cui la coordinazione tra giocatori è assolutamente necessaria. Si tratta di una mancanza “storica”, figlia della politica eccessivamente “protezionista” dell’azienda di Kyoto nei confronti delle orecchie propri utenti. Per fortuna è possibile affrontare l’avventura anche in singolo, una scelta che però fa perdere al gioco molti punti in termini di immediatezza e divertimento. Potremo infatti controllare tutti e tre gli eroi del nostro team, uno per volta, e mentre gestiremo uno dei Link, gli altri due diventeranno statue immobili ed invulnerabili. In altre parole, ci capiterà spesso di compiere la stessa azione per tre volte, una routine che, moltiplicata per un intero livello, finisce con l’annientare definitivamente il “fattore divertimento”.

L’estetismo di Nintendo

Sebbene la struttura ludica presenti delle magagne non da poco, The Legendo of Zelda: Tri-Force Heroes risulta piacevolissimo dal punto di vista tecnico e artistico. D’altronde sarebbe stato stupido aspettarsi un prodotto confezionato male da Nintendo, che quasi mai, nella sua storia, ha compiuto passi falsi in questo senso. Partiamo subito con l’audio, il comparto che ci ha deliziati di più: le tracce nuove sono davvero meravigliose e ben si accompagnano ad alcuni riarrangiamenti dei temi della saga più orecchiabili di sempre. Anche graficamente il prodotto si difende benissimo, attestandosi pressappoco sugli stessi livelli di “A Link Between Worlds“. Non è sicuramente IL titolo in grado di mostrare tutta la potenza di cui il 3DS è capace, ma il tutto è piacevolmente colorato e ben costruito, nonostante la visuale dall’alto non si presti a regalare scorci particolarmente suggestivi. Chiude un ottima valutazione tecnica la fluidità, impeccabile anche con decine di nemici a schermo.

Concludendo…

Vorrei essere piuttosto chiaro: Tri-Force Heroes è afflitto da una serie di problemi che ci hanno costretto a dargli una risicata sufficienza “di stima“. Forse, con un altro nome, il gioco avrebbe preso qualche punticino in più, ma lo sviluppatore ha deciso, volente o nolente, di raccogliere un’eredità qualitativa difficile da sostenere. Benché la complessità della trama non sia stata mai una priorità della serie (si tratta pur sempre di un eroe che salva una principessa per? motivi ), è nella struttura di gioco che risiedono i problemi più grandi. Non è possibile che un gioco pensato per il multiplayer abbia, sin dalla sua uscita, problemi di connessione con altri giocatori. Di contro, non si può neanche soprassedere su una modalità in singolo che risulta essere troppo macchinosa per divertire. Per fortuna alcune idee buone – come la presenza dei costumi – ci sono, e funzionano così bene da riuscire a risollevare la china di un prodotto che fatica comunque ad emergere. Il nostro consiglio è quello di aspettare che i problemi del comparto online vengano risolti in via definitiva, per poi acquistarlo esclusivamente nell’ottica di giocarlo assieme ad amici o generici benauguranti. In caso contrario?scaffale!

CI PIACE
  • ottimo sul versante tecnico, cooperazione potenzialmente divertentissima, decine e decine di costumi da sbloccare
NON CI PIACE
  • Non funziona perfettamente l’online, in singolo la macchinosità è un ostacolo non da poco.
  • Dopo qualche ora di gioco i labirinti diventano ripetitivi.
Conclusioni

Un gioco con vocazione multiplayer che, nonostante le buone idee di base e una comparto audiovideo ineccepibile, si perde in ripetitività e macchinosità

6Cyberludus.com

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