Piccole avventure crescono…

È proprio vero che, spesso, è proprio dietro gli occhi più innocenti che si nasconde la più triste delle verità. Ad una prima occhiata, Tearaway – ora con il nuovissimo sottotitolo “Unfolded” – può sembrare carino, dolce, colorato e spensierato; chi l’avrebbe mai detto che, per l’appunto, dietro tanta tenerezza potesse acquattarsi un retrogusto di tale amarezza? Parliamo chiaramente dell’ormai esaurita voglia di Sony di supportare Vita, la sua più recente console portatile, uno dei più grandi sprechi – considerato anche l’enorme potenziale – della storia della tecnologia videoludica. Dopo la cancellazione del seguito di Golden Abyss e la conferma dell’arrivo di Gravity Rush 2 in esclusiva PS4, adesso è proprio Tearaway a subire questo fatidico “trattamento inverso”. Dal piccolo schermo alle più comode TV di casa, le avventure di carta del piccolo Iota scaldano nuovamente i motori e si preparano così ad un salto tanto lungo quanto inaspettato.

 

Sentite anche voi il richiamo della carta?

È abbastanza normale aver avuto un momento di titubanza di fronte alla custodia di Tearaway: Unfolded. Dopotutto, il Tearaway originale si fregiava delle capacità uniche di PSVita e le innalzava a cavallo di battaglia indiscusso. Doppio touch pad, sensore giroscopico, microfono, fotocamera e chi più ne ha più ne metta. PS4, dal suo canto, ha solo un piccolo, umile controller; sarebbe mai riuscita ad essere all’altezza, o il titolo di Media Molecule sarebbe stato destinato ad una conversione svogliata e palesemente puntata ad aprire il titolo ad un pubblico più ampio? In questo caso, infatti, non si può parlare di semplice “porting”. Pur mantenendo intatte alcune caratteristiche (ed interi livelli, tra l’altro), Unfolded si presenta più come una rivisitazione, un lavoro “ex-novo” in svariati aspetti. Una volta saltati nei panni del nostro simpatico “messaggio ambulante”, ci ritroveremo nuovamente nel visionario mondo di cartapesta messo su con tanta cura dal talentuoso team di sviluppo, nel tentativo di raggiungere quella famosa spaccatura nel cielo che sembra aver unito il mondo degli esseri umani a quello dei nostri protagonisti.

Genialità a tutti i costi

Tearaway sfonda a più riprese la quarta parte con delle trovate a dir poco geniali. Già il concetto che siamo noi, il giocatore, ad avere un potere sull’eroe e sul mondo che lo circonda – il tutto perfettamente amalgamato con la trama di fondo – è assolutamente sublime. Nelle vesti di questa fantomatica divinità, dovremo aiutare il piccolo Iota a superare ogni ostacolo sul suo cammino in modo che possa consegnare (anzi, consegnarCI) un importante messaggio. Non vogliamo anticiparvi troppo, ma una cosa possiamo assicurarvela: Tearaway non è solo il non-plus-ultra della creatività, ma un’incarnazione della creatività stessa, un tributo a tutto ciò che la fantasia umana può generare con i giusti strumenti, con tanto di tematica principale a ricordarcelo a più riprese. Il titolo in sé si presenta, almeno ad una prima occhiata, come un platform abbastanza classico: livelli più o meno estesi si concateneranno per formare un’avventura appagante e sempre variegata, ma non è tanto nel platforming che Tearaway cerca di sorprendere, ma nel suo contesto. Spesso e volentieri, infatti, capiterà di dover “mettere mano” al mondo di gioco stesso, tramite luce del joystick, sensore di movimento, touch-pad e così via. In verità, buona parte delle nostre abilità e delle possibilità di interazione sono rinnovate e pensate da zero per adattarsi alle differenti potenzialità della console, andando quindi ad intaccare gli enigmi visti in precedenza, anche quelli che pensavamo già di conoscere. La luce del pad può essere indirizzata verso l’ambiente circostante per interagire con i personaggi e la flora locale, facendo crescere nuove strutture, infastidendo i nostri nemici e illuminando le zone buie in cui normalmente non riusciremmo a vedere ad un palmo dal naso. Il sensore touch, invece, ci aiuterà a creare raffiche di vento capaci di abbattere o “srotolare” interi pezzi di scenario, così da creare ponti o passaggi verso zone normalmente irraggiungibili. Ovviamente, non tutte le features del gioco ci verranno regalate fin dal principio; anzi, è proprio questo il peculiare gusto di Tearaway, la sua capacità di sorprendere – minuto dopo minuto – con continue trovate al limite del geniale. L’avventura non ha mai dei veri e propri punti di morti, ed è davvero impossibile annoiarsi quando dietro ogni angolo può annidarsi una potenziale sorpresa capace di sconvolgere l’intero gameplay. Grazie a continue ventate d’aria fresca, il prodotto non sembra conoscere limiti concettuali di alcun genere.

Passato e Presente. Una stretta di mano forzata?

Parliamo quindi di un titolo che unisce vecchio e giovane, classico e nuovo, in un unico connubio che lo allontana sicuramente dal prodotto portatile originale, aiutandolo anche in più punti a distinguersi. Purtroppo, ci sono le eccezioni. Per forza di cose, come avrete ormai capito, Unfolded abbandona quasi tutto ciò che rese unico il Tearaway su Vita, rimodellandolo ad immagine e somiglianza di una console indubbiamente più “canonica”. La vera domanda quindi è: le nuove funzionalità riescono in qualche modo a colmare, o addirittura superare, il vuoto lasciato dalla precedente versione? Sì e no. Forse più no, in realtà. Per quanto creare fiocchi di neve con il touchpad possa essere divertente, è abbastanza chiaro che si sia perso qualcosa lungo il percorso, nonostante gli innumerevoli tentativi di sostituirlo con altro. Niente di così grave, in realtà, ma se prima avremmo parlato di una perla di indubbia bellezza, ora siamo ai livelli di un “semplice” ottimo gioco. Ancor più modesto se avete già divorato la versione PSVita, a suo tempo. Segnaliamo però la presenza di qualche livello in più, capace di prolungare quella che su portatile era effettivamente una longevità fin troppo risicata.

Bello da morire

Il passaggio ad una console infinitamente più performante di PSVita ha anche giovato all’aspetto artistico. Attualmente, Tearaway: Unfolded – nonostante uno stile tutt’altro che realistico – è forse tra gli spettacoli più mozzafiato mai apparsi su PS4. E di concorrenza ne ha, nessuno oserebbe dire il contrario. Eppure, questo pianeta completamente costruito con strisce di carta e colla ha dell’incredibile e dell’ipnotico. Ora che il tutto gira a 60 fotogrammi al secondo (anche se con qualche singhiozzo di troppo), possiamo davvero dirlo: siamo di fronte ad un quadro in movimento, con tanto di panorami da standing-ovation e colori vibrantissimi. Le colonne sonore, orecchiabili e sempre ben piazzate, chiudono egregiamente una composizione artistica tra le più in forma degli ultimi anni. Da manuale.

In conclusione…

Tearaway: Unfolded ci ha ricordato perchè Media Molecule sia, attualmente, tra i migliori team di sviluppo in circolazione. Nonostante ripeschi a piene mani dalla vecchia base, riesce a reinventarsi al punto giusto da diventare quasi un titolo nuovo, adatto tanto ai neofiti quanto a coloro che già avevano goduto dell’avventura originale. Purtroppo, a causa dei limiti strutturali di PS4, molte peculiarità del gameplay sono andate perdute, anche se ogni vuoto è stato poi colmato da un’idea completamente nuova. Purtroppo non tutte riescono a rivelarsi all’altezza, ed anche per questo non possiamo definire questo Unfolded un esperimento riuscito in tutto e per tutto. Per ogni passo avanti, forse, ce n’è stato uno indietro, e nel complesso ci ritroviamo di fronte ad una scomoda situazione di “pareggio”. Niente di grave, alla fine, perchè ogni scusa è buona per tornare nel fantastico mondo di cartapesta di Tearaway. Perdersi nuovamente in una delle più visionarie e fantasiose avventure di sempre, detto tra noi, non potrebbe stancarci neanche tra un milione di anni.

CI PIACE
  • Comparto artistico di prima categoria
  • Colonne sonore leggendarie
  • Fantasioso e sempre divertente
  • Alcune novità rispetto alla versione PSVita
NON CI PIACE
  • Molte feature originali sono andate perdute nel passaggio a PS4
  • Nonostante i livelli aggiunti, resta piuttosto breve
Conclusioni

Un ottimo rifacimento della già ottima avventura PSVita. Qualche feature si è persa per strada, ma le novità sono abbastanza per colmare il vuoto senza troppi rimpianti.

8.7Cyberludus.com

Articolo precedenteMortal Kombat X: Tutte le Fatality
Prossimo articoloDestiny: Il Re dei Corrotti – Recensione
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.