Dopo quasi quattro anni esatti, il torneo più violento nella storia dei picchiaduro si ripresenta in chiave “next-gen”: Mortal Kombat X, sviluppato da NetherRealm Studios, è infatti il primo episodio ad uscire su PS4 e Xbox One. A differenza del più recente capitolo uscito nel 2011, alla controparte console si affianca da subito anche quella PC, acquistabile su Steam; proprio di quest’ultima vi proponiamo oggi la recensione, ma tenete presente che non vi sono differenze né tecniche né di contenuto con nessuna delle versioni al momento disponibili. Non ci resta che scoprire se Mortal Kombat meriti ancora la nostra attenzione, mantenendosi saldo nella classifica dei picchiaduro migliori di sempre.

Dal Regno della Terra con furore

Dopo le vicende dell’ultimo torneo, che vedeva il Regno delle Ombre e quello della Terra ridotti in frantumi nonostante la sconfitta di Shao-Kan, Mortal Kombat X proietta il giocatore in una nuova e sanguinolenta battaglia tra le forze del bene, rappresentate da Raiden e i sopravvissuti Johnny Cage e Sonya Blade, e quelle del male, che vedono ancora Quan-Chi tra i protagonisti. A quest’ultimo, in particolare, si affianca ora un dio anziano e malvagio, Shinnok, il quale, approfittando della momentanea debolezza dei due regni principali, decide di conquistarli entrambi; per farlo, oltre che di Quan-Chi, Shinnok si servirà delle anime corrotte dei guerrieri caduti in passato per mano di Shao-Kan. Il nostro compito, quindi, sarà quello di fermare il dio anziano e riportare l’equilibrio tra i vari regni.

Le atmosfere di Mortal Kombat hanno sempre avuto il loro fascino e questo decimo episodio non è da meno: dopo averlo portato a termine, possiamo ritenerci alquanto soddisfatti. La trama spicca il volo fin da subito, catapultandoci in un susseguirsi di combattimenti e colpi di scena dal taglio sicuramente più cinematografico rispetto al passato. I salti temporali e i vari flashback ai quali abbiamo assistito ci sono parsi ben articolati; in particolare, siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla cura con cui sono stati caratterizzati i personaggi, sia vecchi che nuovi. Finalmente, poi, non dobbiamo più sorbirci un doppiaggio italiano da brividi (in senso dispregiativo) come accaduto purtroppo nel 2011 (Johnny Cage era davvero pessimo): stavolta, infatti, ciascun personaggio è stato doppiato con una certa personalità. Possono sembrare dettagli in un picchiaduro, ma non in Mortal Kombat, che nel tempo si è spinto verso una forte caratterizzazione, sia dei personaggi che dell’intero mondo di gioco.

Un trionfo di modalità

Tornando alla modalità “principale”, man mano che avanziamo nella storia il gioco tiene traccia dei nostri progressi che si diramano attraverso una dozzina di capitoli. La durata è naturalmente variabile, dalle due alle tre ore, a seconda del livello di difficoltà e di quanto si è avvezzi alla serie. La sfida si mantiene su buoni livelli e già a difficoltà “Media” l’IA nemica può tenervi impegnati più a lungo del previsto (vero Dead or Alive 5 – Last Round?), com’è tipico della serie insomma. Inoltre, come in ogni Mortal Kombat che si rispetti, anche qui non mancano le alternative una volta portato a termine il single-player, siano esse offline che online. Ma procediamo con ordine.

Come nel recente passato, sono state mantenute tutte quelle modalità di contorno che avevano arricchito, e di parecchio, i contenuti di gioco, contribuendo al divertimento finale in un’era in cui l’online non era ancora all’ordine del giorno e un picchiaduro, per “funzionare”, doveva essere il più variegato possibile. La “Kripta”, le “Torri” e il “Tenta la fortuna”, per esempio, sono tutte modalità apprezzate in Mortal Kombat che col tempo si sono evolute e hanno garantito ore e ore di divertimento offline, soprattutto con gli amici (magari in pomeriggi d’estate a suon di Fatality). Come tuttavia speravamo, in Mortal Kombat X, accanto alle modalità offline divenute ormai classiche, vi sono delle novità che, come vedrete, spingono verso una forte integrazione (e interazione) con la community.

Social Kombat

Se in passato i Mortal Kombat ci davano il benvenuto col classico filmato in CG, che ci immergeva nella storia e ci preparava alla battaglia in solitaria, oggi tutto è cambiato: al primo avvio, ancor prima di accedere al menu di gioco, Mortal Kombat X ci chiede a quale “Fazione” vogliamo aderire. Gli sviluppatori hanno infatti implementato un sistema mediante il quale i giocatori possono scegliere un clan tra quelli proposti: Lin Kuei, White Lotus, Brotherood of Shadow, Black Dragon e Special Forces. Ciascuna fazione si differenzia per i propri scopi, salvare il Regno della Terra o sconfiggerlo, e per i capi simbolo che li rappresenta (per esempio Sub-Zero il Lin Kuei e Raiden il White Lotus). Una volta compiuta la scelta, abbiamo libero accesso a tutte le modalità… Ma cosa comporta quindi l’appartenenza ad una fazione? Di fatto si hanno degli “obblighi” morali verso la propria squadra virtuale, con lo scopo di farle guadagnare il maggior numero possibile di PG (punti giocatore). Per farlo possiamo completare le sfide che giornalmente ci vengono proposte e di cui possiamo prendere nota all’interno di una schermata dedicata. Per esempio ci potrebbe venir chiesto di vincere un certo numero di volte con un determinato personaggio o di effettuare un certo numero di fatality entro il termine prestabilito. Le sfide possono essere completate soltanto se affrontate in una delle modalità online disponibili, come Torre di Guerra e Boss Invasore (implementate ad hoc per l’occasione), o ancora nei più classici scontri online di tipo PvP.

Sono previste le classiche partite classificate o giocatore, che possiamo affrontare sia da soli che in squadra; se decidiamo di prendere parte ad uno scontro a squadre, il gioco ci inserisce in un gruppo da cinque composto da altri compagni di fazione. Così facendo viene sempre esaltata la struttura a clan del comparto multiplayer, rendendoci costantemente partecipi di un obiettivo comune, senz’altro più grande del semplice accrescimento personale in termini di punti esperienza. La cosa che ci ha divertiti è che ogni settimana viene decretata la fazione vincitrice, ossia quella che per ogni sfida giornaliera ha conquistato il maggior numero di punti; naturalmente, se appartenenti alla fazione vincitrice, verremo ripagati con monete e punti esperienza. Con un’idea di base semplice, gli sviluppatori hanno trovato il giusto equilibrio tra offline (costante punto di forza della serie) e online, offrendoci stavolta numerosi stimoli per renderci utili alla causa e mantenere costantemente viva la sfida tra i giocatori.

Grazie quindi alle numerose modalità a disposizione, alcune anche inedite, e all’elevato numero di sfide, Mortal Kombat X merita il nostro plauso e ci ha dato la piena sensazione di essere un titolo vivo e potenzialmente longevissimo, oltre che divertente. Non manca infine la Kripta, anch’essa potenziata e ricca di chicche (come le creature feroci che sovente ci attaccano e che dovremo essere rapidi ad eliminare completando un quick-time event); è stato ricreato un ambiente 3D cosparso delle solite cripte da profanare a colpi di monete, esplorabile in lungo e in largo in prima persona, con alcune zone ad accesso limitato da sbloccare man mano che acquisiamo esperienza.

Miliardi di pinte di sangue!

Per quanto riguarda il gameplay, Mortal Kombat X non ha avuto bisogno di grossi ritocchi. Il concept di base si è mantenuto coerente e rispettoso nei confronti della serie: tecnico, violento e dannatamente articolato. Online abbiamo incontrato giocatori di altissimo livello, raggiungibile soltanto conoscendo a fondo i personaggi e dopo anni di “gavetta” passati a memorizzare ogni singola combo. Le mosse speciali “a raggi X” sono state mantenute e in più, rispetto al passato, abbiamo apprezzato lo stesso tipo di interazione implementato di recente nell’ottimo Injustice: Gods Among Us; possiamo scagliare elementi dello scenario contro l’avversario, come anfore, armi, persone (!), oppure sfruttarne altri, come pareti e tronchi, per effettuare salti e aggiramenti. Ottimo come sempre anche il numero di personaggi, con qualche mancanza storica (vedi Baraka) comunque colmata da new-entry di spessore; l’avere a disposizione un numero elevato di stili, con ogni combattente dotato di tre possibili combinazioni (difensivo, equilibrato e offensivo), rende il gameplay costantemente vario, conferendo al tutto una buona dose strategica a seconda dell’avversario. Insomma, se amate i picchiaduro, il divertimento è assicurato.

Ci è dispiaciuto non poter utilizzare Goro, sbloccabile soltanto mediante DLC o in caso di “pre-order”; per quanto Mortal Kombat X sia un titolo di suo corposo, la presenza di contenuti a pagamento ci fa storcere il naso: è una prassi spacciata ormai per “normalità” che gli sviluppatori in genere continuano a seguire proponendo spesso prezzi esorbitanti (ne sono un esempio i 240€ per i DLC di Dead or Alive 5 – Last Round). Evidentemente la colpa è anche di noi giocatori. . . Mortal Kombat X, inoltre, non lo ricorderemo di certo per un “day-one” perfetto su PC, a causa di fastidiosi intoppi nella gestione del download e di problemi di accesso alla componente online, risolti comunque nei giorni a venire.

Mortal Kombat neXt

Dal punto di vista tecnico i ragazzi di NetherRealm hanno svolto un lavoro egregio, soprattutto in termini di ottimizzazione. Sulla nostra modesta configurazione, basata su un Pentium G3220 ed una GTX 750 Ti, il gioco scorre fluido in FullHD a 60fps costanti (salvo le fasi in cui vengono attivate le X-Ray, volutamente fissate a 30fps). Graficamente, non c’è che dire, è senz’altro un bel vedere, con modelli poligonali dettagliati nei minimi particolari e arene curatissime. Mortal Kombat X, al momento, rappresenta il nuovo metro di paragone per la generazione corrente, grazie ad una solidità generale ed una direzione artistica di notevole impatto.

Conclusioni

Mortal Kombat X, in sostanza, migliora quanto c’era da migliorare ed elimina quei piccoli difetti che avevano contraddistinto il predecessore. La serie ha mantenuto quasi sempre un sapore particolare, un che di orientaleggiante misto a splatter occidentale; tutti ingredienti che, sapientemente mescolati, ci han sempre fatto venire nostalgia di un qualcosa di imprecisato, forse un film di Bruce Lee o forse un B-movie anni ’80. Mortal Kombat, nonostante gli alti e bassi fisiologici, ha avuto il merito negli anni di non farsi coinvolgere troppo dalle mode passeggere, ma piuttosto di presentarsi ai fan al momento giusto, con un “controllo qualità” e un continuo desiderio di innovare che risalgono al 1992. Quest’ultimo capitolo, nonostante qualche problema tecnico iniziale, ha il merito di aver portato una bella ventata di aria fresca al genere, con particolare attenzione verso la community. Mortal Kombat X propone un mix equilibrato di modalità offline e online, assolutamente ben legate tra loro, grazie ad un sistema di integrazione ben congeniato da cui tutti i picchiaduro dovrebbero prendere spunto. La maggior parte dei fan ci starà già giocando da decine e decine di ore, quindi semplicemente lo consigliamo a tutti coloro che amano il genere ma, per qualche strano motivo, non hanno mai messo mano su un capitolo di questa intramontabile serie.

CI PIACE
  • Divertente e spietato: è Mortal Kombat
  • Ottima caratterizzazione dei personaggi
  • Buon bilanciamento tra offline e online
  • Il sistema a “Fazioni” ci ha convinti in pieno
  • Tecnicamente solido e ben ottimizzato su PC
NON CI PIACE
  • Il grosso dei problemi riscontrati al day-one è stato risolto, ma potreste ancora incappare in qualche intoppo nella modalità online
  • Basta coi DLC a pagamento in “allegato”: dateci tutto e subito, non vi basta il prezzo PIENO di acquisto?
Conclusioni

Con Mortal Kombat X la serie sbarca per la prima volta su next-gen e lo fa in grande stile. Un gameplay validissimo, una struttura di gioco solida ed un’innovativa integrazione con la community online sono i caratteri distintivi di questo nuovo episodio targato NetherRealm Software.

8.2Cyberludus.com

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Ho iniziato con una Amiga 500. Da allora non ho più smesso.