Da Respawn Entertainment, team nuovo di pacca formato dai creatori di Call of Duty, arriva finalmente l’attesissimo Titanfall, FPS online che ha saputo generare un hype fortissimo tra il pubblico e non solo, divenendo da subito uno dei titoli più attesi su next-gen. Si tratta di un titolo di “confine”: alle classiche e rodate meccaniche da FPS online, infatti, Titanfall aggiunge nuove feature, come i Titani e una libertà d’esplorazione (e quindi utilizzazione) delle mappe pressoché totale, posizionandosi a metà tra ciò che già conosciamo e qualcosa di assolutamente nuovo. Enormi Titani, jet pack futuristici e velocissime sequenze di parkour condiscono l’opera prima di Respawn Entertainment, stabilendo un nuovo standard a cui ogni FPS online dovrebbe mirare.
Una nuova dimensione
Gli sparatutto odierni soffrono tutti (chi più chi meno) di una “piattezza” di base: gli obiettivi che si prefiggono, e le modalità con cui li raggiungono, li rendono davvero quasi indistinguibili l’uno dall’altro. In Titanfall invece questa “piattezza” è stata aggirata grazie ad uno stratagemma davvero ingegnoso: il Jump Kit. Questo gadget, disponibile per tutti fin dall’inizio, permette al giocatore di camminare lungo i muri ed eseguire salti a mezz’aria, rendendo il pilota padrone indiscusso dell’ambiente di gioco. Tale equipaggiamento dona all’azione dinamismo e frenesia impareggiabili: sarà possibile saltare in corsa da un muro ad un altro, raggiungere luoghi alti in poco tempo o invertire il senso di marcia in piena corsa – rendendo impossibile (o quasi) il “camperaggio” da qualsivoglia postazione (tra l’altro, il gioco segnala tutti i nemici individuati sul radar, scoraggiando i giocatori più sedentari). Aggiungendo di fatto inediti livelli di interattività (nonostante la staticità dei livelli), l’ambiente di gioco si trasforma e acquisisce nuove potenzialità. Un piccolo accorgimento che, dunque, dona un nuovo volto al genere degli sparatutto e che consente una gran quantità di nuove possibili strategie di gioco.
Insalate di matematica!
Se, da un lato, il Jump Kit riesce ad innovare le meccaniche classiche degli FPS, ciò che rende realmente innovativa l’esperienza di gioco sono i Titani, da cui non a caso il brand prende il titolo. Distinti in tre categorie (Atlas, Stryder ed Ogre), . ciascuno dei telai ha la sua peculiarità: l’Ogre ha una resistenza maggiore rispetto agli altri due, che però ne diminuisce la mobilità; lo Stryder è più veloce, ma ha una resistenza minore, dato l’esoscheletro più leggero; l’Atlas è il titano mediano, fa tutto ma non eccelle in niente. Manovrare uno di questi bestioni è una cosa abbastanza complessa e richiederà del tempo prima di riuscire ad abituarcisi, ma una volta compreso il meccanismo, riuscire ad eseguire uccisioni e sventramenti di Titan avversari sarà davvero entusiasmante. È inoltre possibile lasciare il proprio Titan per esplorare o percorrere determinate aree di nostro interesse non raggiungibili a bordo dei nostri Jeeg Robot. Una volta scesi, il nostro Titan però non starà li ad aspettarci (a meno che non lo vogliamo), ma potrà seguirci o addirittura combattere in automatico senza di noi. Naturalmente, questi mastodontici robot non combattono solo tra di loro: ogni pilota avrà, oltre alle due armi in dotazione, esplosivi e kit di personalizzazione, anche un’arma anti-titan. Queste armi sono le uniche aa poter arrecare danno significativo ai Titan quando si è a piedi;altro modo per distruggerli in veste di piloti è salirci sopra e sparare all’interno del sistema centrale. Strumenti versatili e complessi, i Titan sono una trovata davvero di spessore e il loro bilanciamento in battaglia, non solo tra loro ma anche rapportato agli scontri con i piloti, risulta davvero ben riuscito.
Be different
Per quanto innovativo, Titanfall è pur sempre un FPS e come ogni FPS ha tra le sue caratteristiche la personalizzazione del personaggio. All’inizio il nostro bouquet di armi sarà limitato a poche opzioni, le quali aumenteranno con l’avanzamento di livello del personaggio. Più saliremo di livello dunque, più cose ci sarà permesso usare: sbloccheremo armi, mirini sempre migliori, esplosivi e abilità. Lo spazio per la personalizzazione è ampio e non tocca solo il pilota, ma anche i Titan, ai quali potremo assegnare un’arma, delle abilità e un telaio in base alle nostre esigenze in battaglia. Proprio per i Titan è importante fare un appunto: il gioco renderà disponibile alla personalizzazione un solo Titan all’inizio, ovvero l’Atlas. Per poter sbloccare gli altri due sarà necessario completare la modalità campagna, una volta nei panni della Militia e l’altra in quelli dell’IMC (le due fazioni di gioco, ndr). Altra interessante trovata degli sviluppatori per la personalizzazione del proprio alter ego sono le carte burn, speciali power up sbloccabili semplicemente giocando. Ogni giocatore potrà portarne fino a tre in battaglia (all’inizio sarà sbloccato un solo slot, gli altri due saranno disponibili con l’avanzare del livello) e utilizzarle durante il match. Ogni carta dona al giocatore un’abilità nuova o migliorata, armi o potenziamenti, e il loro effetto si interrompe immediatamente al primo respawn, costringendo inevitabilmente ad un uso oculato ed intelligente da parte del giocatore, che non ne avrà altre all’infuori di quelle tre in ogni partita.
Modalità e storia
Il titolo di Respawn offre al giocatore, oltre ad una modalità campagna, cinque modalità dal gusto classico che però, alla luce delle novità inserite, possono essere vissute sotto nuovi punti di vista. La modalità campagna ha una durata piuttosto breve ed è lì solo per dare al giocatore un’infarinatura sul mondo di gioco e sul perché le due fazioni siano in guerra tra loro. Si estende per nove capitoli, che hanno dunque il compito di farci immedesimare sia nei panni del ribelle che in quelli del soldato IMC, dandoci delle nozioni su entrambe le fazioni durante le scene di intermezzo tra una battaglia e l’altra. La campagna sarà comunque in multiplayer e la giocheremo con persone di tutto il mondo. Purtroppo, questa serie di missioni risulta essere nient’altro che un minestrone di tutti i contenuti proposti dalle altre modalità: un mero accessorio che non toglie e aggiunge nulla all’esperienza di gioco. Per fortuna, però, questa è l’unica vera, grossa lacuna del gioco, che per contro risulta ben pensato in tutte le sue altre parti. Nonostante la mancanza di carisma della storia, comunque, è innegabile che Respawn abbia speso molte risorse nel tentativo di creare teatri di guerra credibili e di atmosfera. Le mappe di gioco, realizzate in maniera piacevole dall’attempato ma ancora discreto Source Engine, pullulano di soldati alleati e nemici gestiti dall’IA, che spesso si abbandonano in piccole scene scriptate o più semplicemente contribuiscono ad animare gli altrimenti deserti scenari di gioco. Tra l’altro, la loro presenza ha un impatto significativo anche sull’economia di gioco: benché non brillanti nella reattività, questi NPC costituiscono una minaccia per i giocatori e, se uccisi, contribuiscono a fare punteggio. In questo senso, molte altre attività permettono di ottenere punti nella maggior parte delle partite: si va dal poter hackerare le torrette automatiche dei nemici (o dei droidi da guerra che ricordano tanto quelli di Guerre Stellari) al poter completare dei piccoli obbiettivi secondari verso la fine degli scontri – come, ad esempio, il dover raggiungere un punto di estrazione nel caso di sconfitta, o di impedire la ritirata nemica in caso di vittoria. Per quanto riguarda il resto dell’offerta, ci troviamo di fronte, come già detto, a un carnet di modalità abbastanza tradizionali: “Logoramento “, ovvero il classico deathmatch a squadre dove vince la fazione che raggiunge per prima un certo numero di kill; “Sopravvivenza Titan”, dove si parte direttamente a bordo dei propri titani , si svolge in cinque round e in ogni round si ha a disposizione solo un titano e una vita; “Dominio punti di controllo” è invece una modalità in cui bisognerà difendere tre punti di controllo dalla squadra avversaria, cercando di conquistarne il più possibile fino alla vittoria accumulando punti; “Cattura bandiera” lascia poco spazio all’immaginazione, dato che l’obbiettivo consisterà nelrubare la bandiera dell’avversario e portarla alla propria base quante più volte possibile; in “Cacciatore di piloti”, infine, l’unica cosa che conta sarà uccidere i piloti (ovvero i giocatori, ndr), fino al raggiungimento punteggio stabilito – quindi hackeraggi o uccisioni di NPC non daranno vantaggi. Volendo sintetizzare, la storia che fa da sfondo al gioco rimane un semplice accessorio per chi gioca – e sotto questo aspetto si sarebbe potuto fare meglio; mentre le modalità di gioco, seppur classiche e non innovative, possono essere vissute con nuovi occhi in vista delle suddette innovazioni introdotte. Un plauso va fatto anche alla qualità delle mappe (ben quattordici), tutte strutturate in modo impeccabile: ogni stanza sembra avere una via d’uscita proprio quando ce n’è bisogno; le distanze tra le sporgenze sono state calcolate in base alle lunghezze dei nostri salti; la verticalità e le scorciatoie la fanno da padrone.
Concludendo…
Titanfall è un titolo davvero ben strutturato e coinvolgente, capace di regalare ore ed ore di gioco senza mai annoiare. Innova sotto il profilo delle meccaniche, donando una ventata d’aria fresca davvero sentita e gradita. Seppur tecnicamente non impressionante come ci si aspetterebbe (sono i limiti di un motore come il Source Engine che, anche se pesantemente modificato, ha 10 anni alle spalle), e costituito da modalità che non si distaccano da quelle offerte da mille altri giochi del passato, La creatura di Respawn Entertainment è proprio ciò che dovrebbe essere: un titolo di confine tra il vecchio e il nuovo. Prende in eredità tutto ciò che di buono hanno offerto gli FPS usciti finora e mescola il tutto con trovate di grande rilievo e creatività, capaci di dare nuovi occhi con cui approcciarsi al genere. Consigliato a tutti gli amanti degli FPS competitivi online e a tutti coloro che si sono stancati dei classici titoli in multiplayer, o che anche non vedevano l’ora di provare qualcosa di realmente nuovo.