Le cronache del soldato bianco
Dopo l’annuncio di Ground Zeroes e del misterioso The Phantom Pain (presumibilmente legato alla serie Konami), la nostra sana voglia di Metal Gear ha raggiunto le stelle. Quale occasione migliore se non questa allora per impersonare i panni del biondo Angelo Bianco, Jack lo Squartatore, o semplicemente Raiden!? Chiariamoci: Metal Gear Rising: Revengeance rappresenta uno spin-off della serie e con le meccaniche della saga Metal Gear Solid ha davvero pochissimo in comune. Il protagonista di MGS2 ha però davvero molto da raccontare, a suo modo naturalmente. Sarà per questo che Konami decise nel 2009 di concedergli l’intero palcoscenico con Metal Gear Solid: Rising, sviluppato da Kojima Team e supervisionato da Hideo Kojima in persona. Un annuncio che si rivelò essere una sorpresa per i sostenitori di Raiden quanto l’incubo vivente per tutti coloro che lo hanno odiato e temuto sin dalla sua prima apparizione nel lontano 2002. Nonostante l’impronta action del teaser mostrato all’E3 2009, l’aura “metal gear” era pienamente visibile (soprattutto nella regia). Eppure la sorte non fu molto sorridente nei confronti di questo titolo, che tra fasi di stallo e la quasi cancellazione, fini nelle mani di Platinum Games (Bayonetta, Vanquish), che nel 2011 annunciò ufficialmente Metal Gear Rising: Revengeance, con tanto di trailer. L’impronta stealth era sparita, in favore di un titolo orientato principalmente verso l’azione e più simile a Ninja Gaiden che a un capitolo di Metal Gear. Hideo Kojima rimase però come produttore esecutivo. Il risultato? Un gioco folle, divertente ma non privo di una storia apprezzabile. Pronti a vestire i bionici panni di un cyborg spinto sia dalla vendetta quanto dalla giustizia?
Grosso guaio in Abcasia
Nonostante si tratti di uno spin-off, Revengeance ha diversi punti in comune con la serie ideata dal buon Kojima. Anzitutto la storia si colloca circa quattro anni dopo gli eventi di Guns of the Patriots. I Patriots sono ormai un lontano ricordo ed è proprio la loro uscita di scena ad incoraggiare l’evoluzione e il progresso della tecnologia cyborg all’interno dell’industria bellica. L’uso comune di quest’ ultima però non conosce più limiti, e contribuisce alla nascita delle PMC, una sorta di corporazioni militari che si battono per il controllo territoriale, scatenando diversi conflitti in tutto il globo. Altre invece mirano esclusivamente alla pace. Proprio qui entra in gioco Raiden, appartenente alla PMC Maverick Security Consulting. Durante una missione di scorta, viene braccato dal misterioso Sam: il presidente di un piccolo stato dell’Africa viene brutalmente assassinato, mentre Raiden durante lo scontro perde un occhio e il braccio sinistro (anche Big Boss perse un occhio in MGS3 e anche se non perse il braccio comunque se lo ruppe!). Al suo risveglio Raiden apprende due cose: la prima è che l’organizzazione Desperado Enforcement si è impadronita dell’Abcasia con un colpo di stato. La seconda è che il suo corpo è stato mutato grazie a degli innesti cibernetici che lo hanno rinvigorito e potenziato. E’ nuovamente tempo di salvare il mondo, con una ingente dose di vendetta che non guasta mai. Eppure, dietro a quella che potrebbe sembrare la solita scusa per attaccare briga e fare lo scempio su campo, si nasconde una trama ben strutturata. Anzitutto Raiden acquista qui lo spazio che merita, senza rubare la scena a nessuno e dimostrandosi degno di un posto nella schiera dei nostri eroi videoludici preferiti. La storia stessa, seppur lontana anni luce dalle fila intrecciate create da Kojima, tocca argomenti molto delicati, come lo sfruttamento minorile, il mercato della armi e il potere economico derivato dalla guerra. Non mancano nemici interessanti, vecchie conoscenze dell’universo MGS e un team di supporto per Raiden professionale quanto strampalato. Inoltre Platinum sembra idolatrare lo humor tipico di Hideo Kojima, e lo avvertirete costantemente fino alla fine della storia grazie a trovate buffe, ma mai ridicole.
Taglia che ti passa!
E passiamo al gameplay grazie alla versione Playstation 3 arrivataci in redazione. Dopo Bayonetta e Vanquish, potevamo solo aspettarci un gioco dannatamente folle da Platinum Games e da Hideki Kamiya (il papà di Devil May Cry). Dopo un menù che schiaccia l’occhio naturalmente alla serie principale e un filmato introduttivo (ricco di esagerazioni e richiami a MGS2 e 3), veniamo catapultati nel bel mezzo dell’azione grazie ad un livello che serve da tutorial. I prodigi cyborg permettono anzitutto a Raiden di correre speditamente e di saltare come un giaguaro, grazie anche alla Ninja Run, la corsa attivabile con R1 che vi farà superare automaticamente gli ostacoli sulla strada, o almeno la maggior parte di essi. Ma è con la spada alla mano che saltano fuori le vere potenzialità del nostro eroe. Ai tasti Quadrato e Triangolo sono assegnati gli attacchi leggero e pesante, e combinandoli scatenerete l’inferno su schermo all’insegna della rapidità. Ma se siete precisi e chirurgici, la modalità Blade è ciò che fa per voi: tenendo premuto il tasto L1 attiverete una sorta di bullet time. A questo punto potrete regolare la direzione della vostra katana con gli stick L3 (per la telecamera) ed R3 (per la spada), scegliendo il punto preciso in cui “tagliare”. Rilasciate lo stick R3 e voilà! Che si tratti di un braccio o del mezzo busto di un nemico, di casse, colonne o cocomeri, l’oggetto scelto sarà tagliato come un fuscello. Fate molta attenzione alla parata, attivabile con Quadrato e con lo stick analogico sinistro nella direzione in cui il nemico vi sta per attaccare. La parata funziona, ma vi lascerà vulnerabili per qualche secondo, dando cosi la possibilità ad un nemico dietro di voi di ferirvi. La mancanza di un comando per la schivata si sente davvero tanto, peccato. Altra piccola pecca è la poca varietà delle combo, la maggior parte effettuabile a terra. Quelle aeree sono davvero poche, anche perché la maggior parte dei nemici sono pesanti, ipercorazzati e saldamente ancorati al suolo. Ci saremmo aspettati combo più fantasiose e folli sinceramente. Ovviamente non tutto nello scenario cadrà sotto la lama di Raiden, ma l’interazione con esso prevede diverse sorprese: potrete ad esempio tagliare i pilastri di un’impalcatura sotto cui sono posizionati dei nemici e finirli cosi indisturbati e in un colpo solo. Non mancheranno altre armi gentilmente offerte dai boss di fine livello dopo averli uccisi (assegnati al tasto Triangolo), e nemmeno armi da fuoco, come lanciarazzi e granate. Ma la katana avrà un ruolo fondamentale, dato che sarà capace di tranciare parti dei nemici una volta indeboliti e che verranno evidenziate con un colore diverso. Col giusto tempismo inoltre potrete spezzare e appropriarvi sia della spina dorsale (le cui cellule di energia aumenteranno la vostra barra della salute) che della mano sinistra dei nemici: collezionarli sarà fondamentale per acquisire nuovi potenziamenti studiati da Doktor. Potrete accedere al menù Personalizzazione in qualsiasi momento, dove potrete spendere i crediti che accumulerete passo dopo passo. Qui trovate potenziamenti per armi principali e secondarie, powe-up per la salute e anche armature e armi extra costose ma immancabili per la nostra collezione. I cattivi sono tanti e non parliamo solamente di soldati cyborg e mezzi pesanti e corazzati: giusto per continuare con i rimandi a MGS, faranno il loro ingresso altre due vecchie conoscenze di MGS4, come gli imponenti Metal Gear Ray, i terribili Gekko (bipedi robot armati di tutto punto e in grado di muggire) e i piccoli Scarab, le spie sferiche che potremo addirittura controllare in alcune fasi del gioco. I boss, tra i quali il trio del “Vento della Distruzione”, avranno un ruolo d’onore, dato che saranno particolarmente ostici e richiederanno strategie ben definite per essere uccisi o fermati. L’azione generale è frenetica e la modalità Blade funziona a meraviglia. Progredendo avrete anche la possibilità di sbloccare la Jack The Ripper Mode, grazie alla quale sarete invincibili e letali per qualche secondo. Nonostante l’azione di petto sia la norma in questo titolo, non mancano opzioni stealth: in rare occasioni avrete la possibilità di fare con calma una scansione dell’ambiente circostante grazie al vostro supporto di realtà aumentata, che ci mostra la posizione dei nemici, degli oggetti e dell’obiettivo da raggiungere. Con la giusta abilità potrete sorprendere i nemici da dietro le spalle e premendo il tasto su schermo una breve sequenza ci mostrerà Raiden finirli in maniera cruda e spietata. Se verrete scoperti, assisterete all’ennesimo richiamo alla serie Konami: il classico “!” apparirà sopra la testa dei nemici, partirà l’allarme e le truppe vi daranno la caccia. Potrete a questo punto decidere se finire la squadra oppure allontanarvi dalla loro vista finche il classico timer non apparirà più sullo schermo. Tenete sempre d’occhio lo schermo, dato che di tanto in tanto appariranno semplici sequenze di tasti da pigiare e che daranno il via ad una serie di finisher che indeboliranno o finiranno il nemico di turno. Apprenderete sin da subito la tecnica Zan-datsu: essa vi permetterà in Blade Mode di afferrare le cellule di energia dei nemici, ripristinando cosi completamente la vostra barra della vita. Questa tecnica, utilizzabile praticamente con tutti nemici (tranne i boss) rende il gioco piuttosto facile, anche a modalità normale. Piccoli nei però che però incidono solo in parte sulla spettacolarità di questa produzione: boss fight esagerate, corse in verticale lungo costruzioni che esplodono, corse a cavallo di missili, proiettili e mega robot in cerca del punto debole da affettare. All’esagerazione sopra le righe di Platinum si aggiunge lo spirito ironico di Kojima: poster di modelle prosperose, commenti improbabili nelle lunghe conversazioni via Codec, scatole di cartone e camuffamenti ridicoli. Non manca davvero nulla, eccetto tante ore di gioco. Purtroppo completerete Revengeance nel giro di 5/6 ore, giusto se siete lenti, vi godrete tutti i filmati e ispezionerete l’ambiente per cercare razioni e granate nascoste nello scenario. I veterani arriveranno invece ai titoli di coda in quattro ore e mezzo. C’è da dire che il titolo vi costringerà a rigiocare più volte la campagna se vorrete collezionare tutti i costosi power-up. Ma rimane ugualmente una longevità semplicemente imbarazzante visto il prezzo pieno del titolo. Una manciata d’ore in più avrebbero fatto tantissimo per questo titolo, alla cui campagna principale (costituita da 8 capitoli) si aggiungono le celebri VR Missions, già conosciute nella serie MGS, piacevoli e divertenti, e che allungano la brodaglia per un paio d’ore al massimo.
Tecnologia robotica, ma non eccezionale
Tecnicamente Revengeance riesce a difendersi piuttosto bene, ma senza stupire più di tanto. Tra i pregi non possiamo non elogiare lo stile marcatamente “cyborg” dell’intera produzione. Basti pensare al modello poligonale di Raiden, estremamente dettagliato nella sua armatura robotica ricca di dettagli. I nemici non sono da meno e sfoggiano un design incredibile, soprattutto alcuni giganteschi boss. Ottimi alcuni effetti come quelli dell’acqua, del fuoco e soprattutto delle luci elettriche che sprigiona la nostra fida katana. Ottime sono anche le animazioni: grazie ai 60 fps al secondo vedrete sullo schermo un turbine di azioni fluide e rapide. Uno spettacolo per gli occhi, soprattutto grazie ad una regia folle, sempre in grado di stupire, soprattutto negli scontri con i boss di fine livello. La vera pecca è rappresentata dagli scenari che, seppur sempre diversi, risultano abbastanza limitati in quanto a particolari e non generosi per quanto concerne le texture. I livelli sono inoltre brevi e decisamente lineari. Buona però la distruttibilità degli ambienti: con la nostra lama si può distruggere “quasi” tutto. Avremmo gradito un level design caratterizzato da più spessore e poligoni più generosi, nonostante ribadiamo che il comparto grafico regge ugualmente bene, solo non è all’altezza delle ultime produzioni. Le musiche del gioco ci hanno ricordato (ma solo a tratti) la serie MGS nelle fasi esplorative. Il discorso cambia radicalmente quando iniziano gli scontri con i nemici, dove la calma lascia il posto alla frenesia grazie a pezzi metal e rock che ci hanno ricordato momenti vissuti sia in Ninja Gaiden quanto in DMC. Nulla da dire sul doppiaggio originale inglese e sugli effetti sonori sempre azzeccati e convincenti. Il gioco è sottotitolato in italiano.
Conclusioni
Fino a qualche anno fa davamo per spacciato Metal Gear Rising: Revengeance. Prima sviluppato da Kojima, poi passato nelle mani di Platinum Games. Prima un gioco stealth, dopo un action feroce e presumibilmente senza uno straccio di trama. Oggi possiamo affermare con piacere e soddisfazione che il team di sviluppo ha donato a Raiden l’importanza e lo spazio che ha sempre meritato. Tutto questo grazie ad una storia apprezzabile, che in parte ha diversi punti in comune con lo spirito “kojimano”, mentre dall’altra non si prende mai troppo sul serio grazie alle stravaganze di Platinum Games. Ma è il gameplay a fare la parte del leone, grazie all’azione immediata, frenetica e assolutamente sopra le righe, costantemente guidata da una regia folle. Peccato per qualche incertezza nel sistema di controllo (il comando “schivata” avrebbe fatto davvero tanto) ma soprattutto per la scarsa longevità. Se amate Bayonetta e avete strafinito i vari capitoli di Devil May Cry e Ninja Gaiden e allo stesso tempo stimate la serie Metal Gear e il cyborg style, questo gioco fa davvero al caso vostro!