Il nome RuneScape ha un certo peso nel mondo videoludico, specie se i propri esami di stato non sono esattamente dietro l’angolo. E, altrettanto in particolare, se si è vissuto l’epoca d’oro dei ruolistici multiplayer massivi, tra fetch quest, dungeon di squadra e assalti ai castelli. E il prodotto di Jagex, da decadi, propone un mondo di gioco condiviso, dettagliato e aperto ad ogni tipo di giocatore. Ma, nelle scorse settimane, un nuovo capitolo della fortunata saga ha fatto capolino in accesso anticipato, su Steam. Stiamo parlando di RuneScape: Dragonwilds, un gioco che mescola il retaggio originale con un formula differente rispetto agli standard della serie.

Riuscirà lo switch di genere a portar, ancora una volta, fortuna alla saga?

Fame, sete e… palle di fuoco!

RuneScape: Dragonwilds è un gioco d’azione in terza persona, con vividi elementi di sopravvivenza e ruolistici. Com’è tradizione della saga, anche Dragonwilds offrirà una linea narrativa specifica che racconta la caduta di un regno un tempo fiorente, raso al suolo dalla furia distruttrice dei draghi. I sopravvissuti, umani e goblin, ora combattono per la sopravvivenza ad Ashenfell, schivando le minacce draconiche. Il giocatore, che inizierà la sua avventura vestito di soli stracci, avrà il compito di emergere dall’oscurità per diventare un eroe cacciatore di draghi e liberare Ashenfell dalla terribile minaccia.

In generale, la storia del prodotto di Jagex non brillerà per originalità, trainata innanzi da dialoghi piuttosto ordinari con gli NPC e tutta una serie di documenti rintracciabili nel mondo di gioco che, però, tendono ad esser slegati dalle vicende narrate in gioco. Ma, comunque vada, la storyline avrà un ruolo centrale nell’esperienza di gioco visto che le missioni che la caratterizzeranno, orienteranno poi la complessiva progressione dell’esperienza ludica ordita da Jagex. Avremo missioni, dunque, primarie e secondarie (alcune, anche “strane” e divertenti), in piena tradizione ruolistica. Detto ciò, parliamo sempre di un prodotto in Accesso Anticipato da pochissimo, quindi di per sé l’esistenza di un corpo narrativo solido è già un fattore grandemente positivo.

Come anticipato, Dragonwilds rientra nella falsariga dei titoli survival con vividi elementi ruolistici, un po’ come il recente Enshrouded (probabilmente, il titolo più “forte” al momento). I giocatori raccoglieranno risorse e costruiranno rifugi per poter sopravvivere in Ashenfall. Avremo accesso
a diverse abilità raccolte in un albero generale piuttosto ramificato. Dal combattimento corpo a corpo alla ricerca di cibo e alla cucina, avremo di che occupare le mani. L’obiettivo sarà ovviamente aumentare il livello delle skill: ma come farlo? Partecipare a un’attività correlata a quell’abilità fornirà al giocatore l’esperienza necessaria per, infine, potenziarla. Infatti, con sufficiente esperienza, il giocatore otterrà un livello in quell’abilità, con la maggior parte dei livelli che forniscono bonus passivi, mentre determinate soglie forniscono abilità o incantesimi attivi.

Ovviamente, non c’è survival senza esplorazione e costruzione. Partiamo da quest’ultima: costruire il proprio rifugio gioca un ruolo fondamentale in RuneScape: Dragonwilds, anche perché alcuni dei nemici (come ad esempio i draghi), potranno abbattere le nostre costruzioni in pochi attacchi. Al momento, il giocatore ha accesso a una discreta quantità di opzioni, con i limiti imposti dalla propria immaginazione e dalla stabilità della struttura. Il prodotto di Jagex offre un sistema di incastro delle componenti piuttosto intuitivo e che consente ai pezzi di ruotare liberamente attorno agli assi verticale ed orizzontale, con pochi movimenti.

L’esplorazione, per quanto presente ed importante anche perché dovremo fronteggiare fame e sete (seppur, non saranno così opprimenti come in altri titoli del settore), non è al momento ancora una feature pienamente compiuta, specialmente se la si intende in un’accezione di “libertà premiata”, classico dei titoli ruolistici. In Dragonwilds c’è da vedere e scoprire, sia chiaro, ma quasi tutto ciò che di interessante c’è, è legato a doppio filo agli eventi che occorrono nella storia. Sparsi per la mappa avremo scrigni e accampamenti nemici, seppur tendenzialmente gli oggetti che recupereremo saranno sostanzialmente “ordinari”. Probabilmente, l’aspetto meglio riuscito dello specifico segmento esplorativo saranno alcuni eventi procedurali in cui ci imbatteremo durante l’esplorazione, tra imboscate, raid (che colpiranno anche la nostra base) e apparizioni “mostruose” di varia natura.

Fronteggiare i pericoli

Dragonwilds offrirà un complessivo sistema di combattimento abbastanza profondo, con la presenza di un comparto magico specifico. Gli incantesimi nel gioco possono variare e, nel complesso, c’è un chiaro approccio libero alla creazione del personaggio e alla sua “classificazione”. La magia rivestirà un ruolo “sui generis” in Dragonwilds: i giocatori possono lanciare incantesimi come “Eye of the Oculus”, che permette loro di costruire a distanza semplicemente “abbandonando” il corpo del proprio alter ego. Oppure, si potrà usare l’abilità “Axtral Projection” per raccogliere risorse in modo efficiente, facendo cadere più alberi contemporaneamente. Sono naturalmente disponibili anche incantesimi di combattimento (non tantissimi, al momento) o che fungeranno da strumenti eterei da utilizzare durante l’esplorazione, come una comoda fiamma svolazzante che illuminerà le nostre immediate vicinanze.

Analogamente al sistema di abilità, il combattimento nel gioco è piuttosto facile da comprendere e pare tendere verso lo sviluppare una certa capacità di adattarsi alla situazione. Il corpo a corpo sarà naturalmente l’approccio basico più ricorrente per la maggior parte degli scenari di combattimento e rapidamente avremo diverse opzioni via via più potenti come un attacco alternativo, nuove combo e la capacità di parare. Data la natura degli scontri in gioco, tendenzialmente impegnativi, il giocatore sarà incoraggiato a ravvivare il tutto con la magia e gli attacchi a distanza. Avremo diversi strumenti d’offesa a nostra disposizione, tra archi, spade, bastoni magici ecc. Vi saranno tanti pericoli differenti da fronteggiare: non solo draghi dal “fiato” pericoloso, ma anche goblins, una ostile fauna locale ecc.

Nonostante delle fondamenta sicuramente sostanziose, al momento lo specifico segmento soffre di alcuni problemi, fra cui alcuni bug (come la parata, alle volte non esattamente precisa ed una hit box generale un po’ ballerina) passando al sistema della stamina che governerà le nostre azioni di gioco. Un sistema tarato verso l’alto e che fa volteggiare Dragonwilds, inaspettatamente, verso lidi più vicini ad un rpg hardcore, specialmente se si deciderà di affrontare il gioco in solitaria. Non esattamente un difetto sia chiaro, anzi, ma è un fattore da tenere in considerazione, specialmente se si amano i combattimenti in mischia (probabilmente, la scelta “peggiore” in termini di mera sopravvivenza).

Tecniche di sopravvivenza

Tecnicamente parlando, nonostante ancora imperfetto, il prodotto di Jagex si attesta su livelli elevati. Il gioco è realizzato con l’Unreal Engine, e l’estetica ha un tocco artistico che ricorda altri giochi come Fortnite, Sea of ​​Thieves ecc. I personaggi sembrano usciti, dunque, direttamente dalle mani di un fumettista, in un’ambientazione a metà tra il cartoon ed il realistico. Pur non essendo un approccio originale, risulta comunque appropriato al tema dell’avventura fantasy e fattivamente ben realizzato. La vivacità generale del mondo è accattivante, sublimata dalla presenza di diversi biomi tutti ugualmente curati.

Per quanto concerne pulizia computazionale e fluidità, anche in questo frangente il lavoro svolto è di buon livello, considerato lo stato generale del gioco. Vi saranno bug minori qui e lì, oltre che qualche sporadico calo di frame in zone più intense ma, un pc di fascia media “moderno” lo farà girare senza grandi rinunce. Probabilmente, il gioco è al momento un po’ carente per quanto concerne alcuni aspetti della “quality of life”, con alcune feature mancanti di una certa rilevanza, ma nulla di “game breaking”.

Concludendo…

RuneScape: Dragonwilds fonde meccaniche familiari a chi ama i giochi di ruolo, con una struttura impostata sulla sopravvivenza. Il suo rigoglioso mondo di gioco, un gameplay sorprendente solido e profondo se correlato allo stato del gioco e il fascino magico sono i suoi punti di forza. La produzione non è ovviamente priva di problemi, tra bug, combattimenti non esattamente equilibrati ed un’esplorazione ancora da rifinire. Un prodotto, comunque, di alto livello e che, ovviamente, diverte specialmente se affrontato in cooperativa. Consigliato, a patto di intenderlo come un work in progress e specialmente se si è amanti del lore di RuneScape.

Articolo precedenteDoom: The Dark Ages – La rivoluzione del franchise?
Prossimo articoloBlades of Fire – MercurySteam torna nel mondo degli action in terza persona
Amante dei videogiochi, degli animali e del buon cibo, non rinuncio ai piccoli piaceri ludici e ad una buona compagnia! Anche Online!

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!