La saga di The Legend of Zelda è da sempre legata alla figura di Link, il protagonista che, armato di spada e scudo, ha salvato Hyrule innumerevoli volte. Tuttavia, pur portando il nome della Principessa Zelda, quest’ultima è rimasta più spesso relegata a un ruolo secondario, una figura da salvare, piuttosto che l’eroina in prima linea. Un tema caro a Nintendo, che ha portato avanti un’idea simile anche in altre IP celebri come Super Mario, con il famoso rapporto tra Mario e Peach. Zelda, così come Peach, ha vissuto nell’ombra del protagonista per decenni, relegata nel ruolo della principessa in difficoltà.
Ma Echoes of Wisdom, il nuovo capitolo sviluppato da Grezzo e Nintendo, cambia drasticamente la formula tradizionale. Per la prima volta, è la Principessa Zelda a prendere in mano la situazione, guidata dalla saggezza e da un profondo senso di dovere, mentre si trova a dover salvare non solo il regno di Hyrule, ma lo stesso Link, imprigionato e fuori dai giochi.
Il gioco arriva in un momento cruciale per Nintendo Switch, che si appresta a vivere i suoi ultimi momenti di gloria prima dell’attesa di una nuova console, prevista (probabilmente) per il prossimo anno. In questo clima di transizione, Echoes of Wisdom si pone una domanda importante: un titolo che mette Zelda al centro dell’azione sarà all’altezza dei capitoli maggiori della saga?
Scopriamolo insieme…
Quando Link è fuori dai giochi…
La trama di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom segue i canoni tradizionali della serie, mantenendo quel tono fiabesco e avventuroso che da sempre accompagna i capitoli principali. Tuttavia, questa volta non troviamo l’impavido Link impegnato nelle sue eroiche missioni di salvataggio. Protagonista è la principessa Zelda, che si erge a difesa del proprio regno, determinata a salvare Hyrule dai misteriosi squarci dimensionali che minacciano di inghiottire le persone a lei più care.
L’avventura prende il via con un focus su Link: in un’introduzione drammatica, lo vediamo addentrarsi in un dungeon oscuro dove Zelda è stata imprigionata dal suo storico antagonista, Ganon. Dopo un epico scontro, un misterioso squarcio si apre improvvisamente, risucchiando Link in una dimensione ignota. Zelda riesce a fuggire e, al suo ritorno a Hyrule, viene accolta in trionfo dal padre e dal popolo. La pace è però fugace: uno squarcio inghiotte anche il Re, che riemerge completamente mutato, avvolto nell’oscurità e deciso a far arrestare proprio sua figlia.
Da qui inizia la vera avventura, con Zelda costretta a fuggire dalle prigioni del castello di Hyrule. È qui che farà la conoscenza di Tri, una misteriosa creatura fatata che le dona un bastone di grande importanza, destinato a diventare l’elemento chiave della sua missione. Con Tri al suo fianco, l’improbabile duo si avventura fuori dal castello, con l’obiettivo di liberare il Re e di salvare tutte le persone inghiottite nella dimensione oscura degli squarci.
La trama di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è pensata come base narrativa che giustifica il cambio di protagonista, creando un contesto che ben si adatta al gameplay. L’avventura, della durata di circa trenta ore, scorre fluida grazie a un gameplay che prende ispirazione dal remake di Link’s Awakening, ma arricchito con una serie di novità legate al Bastone della Principessa Zelda. Questo nuovo strumento, donato da Tri, introduce abilità e meccaniche inedite che rendono l’esperienza fresca e stimolante, portando Zelda a interagire con l’ambiente in modi mai visti nella serie.
La varietà di puzzle, sfide e dungeon, unita a queste nuove possibilità, rende il tempo passato nel gioco leggero e coinvolgente. Zelda, armata del Bastone, può manipolare elementi dello scenario in maniere davvero uniche, che vedremo più avanti nel dettaglio; questi elementi mantengono l’avventura interessante e mai ripetitiva, offrendo contenuti e dinamiche che i fan storici del franchise apprezzeranno profondamente. Nintendo e Grezzo hanno dimostrato di saper innovare rispettando la tradizione, consegnando un titolo che sa intrattenere e sorprendere, rivelandosi all’altezza della serie.
Un richiamo al passato, innovando come non mai
Con The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, Nintendo e Grezzo realizzano un titolo che, a differenza dell’acclamato Tears of the Kingdom, torna a evocare i tratti più classici degli Zelda bidimensionali, pur senza abbandonare del tutto il passaggio alla tridimensionalità. È un equilibrio inedito e studiato: una Hyrule in versione diorama, caratterizzata da una visuale isometrica e strutturata per restituire il fascino delle avventure old-school della serie, prima che il franchise intraprendesse l’ambizioso percorso open-world di Breath of the Wild e del suo seguito.
Questo design, che abbraccia con rispetto la tradizione della serie, riesce anche a sorprenderci: il richiamo agli Zelda più “compatti” è evidente, ma è qui declinato in chiave moderna. Così, nonostante la prospettiva a volo d’uccello e una Hyrule dal respiro più contenuto, Echoes of Wisdom è interamente tridimensionale. L’esperienza sembra voler dare ai fan un motivo per esplorare il mondo con ritmi e dinamiche diverse, valorizzando ambientazioni stratificate, costruite su vari livelli di dettaglio e animate da una ricerca della scoperta più “mirata”.
Il movimento libero della protagonista Zelda introduce una novità importante: la possibilità di saltare. Un’innovazione tutt’altro che scontata per una saga che, per decenni, si è mossa su piani prettamente orizzontali. Questa scelta rende l’esplorazione più dinamica, donando fluidità agli spostamenti e arricchendo le possibilità offerte dal gameplay. La mappa, sempre consultabile, si aggiorna gradualmente, rivelando nuove aree una volta visitate e incentivando il giocatore a spingersi oltre l’angolo visivo, alla ricerca di strade e percorsi inaspettati.
Il Bastone di Tri: la chiave del gameplay di Echoes of Wisdom
Ma è il Bastone di Tri, strumento centrale dell’avventura, a rappresentare il vero cuore del gameplay di Echoes of Wisdom. Quest’arma magica permette alla principessa Zelda di manipolare elementi dello scenario, conferendo un tocco di creatività a ogni interazione con il mondo di gioco. Le possibilità offerte dal Bastone vanno ben oltre i classici strumenti della serie: oggetti come scatole, vasi, letti e persino i nemici possono essere “memorizzati” in una sorta di compendio, per poi essere evocati al momento opportuno durante l’avventura. Questo crea uno scenario di gioco variegato e costantemente stimolante, in cui Zelda può riutilizzare ciò che ha salvato in memoria per risolvere enigmi, superare ostacoli e creare scorciatoie ingegnose.
Il numero di oggetti evocabili contemporaneamente è regolato dalla potenza del Bastone, che può essere incrementata lungo l’arco del gioco. Questo meccanismo introduce un elemento di progressione non banale, spingendo il giocatore a cercare potenziamenti che gli consentiranno di “duplicare” più oggetti in un solo colpo. Non si tratta di un semplice trucco estetico: la possibilità di gestire le evocazioni, sia in termini quantitativi che qualitativi, conferisce un dinamismo unico, portandoci a immaginare e pianificare strategie che sfruttino al meglio le risorse memorizzate.
Anche sul fronte dei puzzle, il Bastone mostra tutto il suo potenziale. La soluzione di alcuni rompicapo richiede di pensare creativamente: impilare casse per creare una scala e raggiungere aree altrimenti irraggiungibili, posizionare oggetti per bloccare vie d’accesso o usarli come diversivi in battaglia, tutto contribuisce a una libertà d’azione senza precedenti in un capitolo con un approccio di esplorazione guidata.
Infine, va menzionato il nuovo sistema di targeting, che semplifica i combattimenti, riducendo il tasso di frustrazione tipico di alcuni titoli della saga. Pur rendendo gli scontri meno impegnativi, questo sistema risponde a un’esigenza di accessibilità che, senza intaccare l’atmosfera del gioco, aiuta a mantenere il focus sull’avventura e sull’esplorazione, anche per coloro che si avvicinano al franchise per la prima volta.
Stesso engine, stessi problemi…
Dal punto di vista tecnico, Echoes of Wisdom riprende quanto di buono era stato fatto con il remake di Link’s Awakening, con cui condivide lo stesso engine. Se da un lato questo riciclo non è necessariamente un difetto, presenta alcuni aspetti da valutare con occhio critico, in particolare per quanto riguarda le prestazioni e l’ottimizzazione.
Partiamo dagli elementi positivi, innegabili nella cura del look visivo e nel caratteristico stile diorama che dà vita a una Hyrule dal fascino rinnovato. La varietà degli scenari è notevole: le ambientazioni sono ricche di dettagli e ogni angolo del mondo di gioco trasmette una personalità vivida e accattivante. Anche il misterioso Mondo del Nulla, una dimensione enigmatica in cui i protagonisti sembrano intrappolati, sfoggia effetti visivi e dettagli artistici di grande impatto. In questo contesto, il character design che richiama dei “pupazzetti” si fonde perfettamente con lo stile visivo generale, arricchendo il titolo di una qualità estetica che riesce a catturare e mantenere vivo l’interesse del giocatore.
Tuttavia, ciò che lascia perplessi è l’ottimizzazione tecnica del gioco, che ripropone in Echoes of Wisdom le stesse criticità già osservate in Link’s Awakening. L’engine, evidentemente non perfetto, genera cali di frame rate che si notano in particolare nelle aree più ampie e aperte, compromettendo l’esperienza con scatti e rallentamenti che spezzano il ritmo di gioco. Questo è un limite evidente, soprattutto considerando la cura artistica e la pulizia grafica raggiunta, che avrebbero meritato un supporto tecnico più solido. L’instabilità del frame rate, infatti, rappresenta una dissonanza rispetto all’eleganza visiva del titolo, e lascia un senso di incompiutezza in un gioco che, per molti versi, risulta invece notevole.
Sul fronte musicale, come da tradizione della serie, la colonna sonora è un punto forte: le musiche composte per Echoes of Wisdom accompagnano la nostra avventura con melodie che riescono a toccare corde emotive profonde e ben si legano a ogni momento del gioco. Ogni traccia è perfettamente inserita nelle dinamiche narrative e ambientali, regalando una componente sonora memorabile che amplifica l’atmosfera e arricchisce ulteriormente l’esperienza di gioco, dall’inizio alla fine.
Concludendo…
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom rappresenta un esperimento coraggioso nel mondo di Hyrule, portando finalmente la Principessa Zelda al centro dell’azione. Grezzo e Nintendo hanno confezionato un’avventura che, pur ispirandosi al passato con uno stile isometrico che strizza l’occhio ai capitoli 2D, riesce a rinnovare la formula con un gameplay più vario e interattivo, grazie all’uso creativo del Bastone di Tri. I fan della saga troveranno un titolo rispettoso delle radici della serie, ma capace di osare con idee nuove che arricchiscono l’esperienza e le dinamiche di esplorazione.
Tuttavia, non si può ignorare l’inadeguatezza dell’ottimizzazione tecnica, che, anche in questo caso, limita la fluidità del gioco con fastidiosi cali di frame rate. È un aspetto che lascia un leggero amaro in bocca, soprattutto alla luce del grande lavoro estetico e artistico che rende questo capitolo un’opera visivamente incantevole. Nonostante questo, Echoes of Wisdom rimane una proposta affascinante, che tutti gli appassionati dovrebbero provare: è un’avventura che celebra l’essenza della saga, ricordando il passato ma tracciando nuove strade, e che potrebbe aprire la strada a una Zelda sempre più eroina protagonista.