Non è passato poi molto dal nostro viaggio avventuroso in quel di Portia che, dopo poco, abbiamo ri-riempito la nostra valigiona e siamo ri-ripartiti alla volta di Sandrock, desertica e polverosa cittadina dalle fattezze vagamente western. Due viaggi, in un unico universo ludico che, negli ultimi anni, ha visto l’insorgere di diversi “testimonial” oltre che di un sempre più numeroso pubblico “pagante”: parliamo ovviamente, dei sandbox con elementi (in questo caso piuttosto accentuati) da community managing e life simulator. Per questo, My Time at Sandrock, nuova fatica di Pathea Games in co-produzione con Focus Entertainment, potrebbe di già definirsi come un titolo “perno” del settore, dato l’ammontare notevole di contenuti inseriti dagli sviluppatori nel corso di un anno e mezzo circa di Early Access su Steam.
Ma fare il grande passo, la full release, non concede più margini d’errore: dunque, com’è My Time at Sandrock? Scopriamolo assieme in questa recensione della versione Steam.
Una vita tra picconi e martelli
My Time at Sandrock è un gioco d’azione a mondo aperto con visuale in terza persona, con vividi elementi ruolistici, costruttivi, di accumulo di risorse e gestionali, seppur un po’ più “rarefatti”. Se volessimo ridurre ai minimi termini, il titolo di Pathea è un po’ Zelda, un po’ Animal Crossing e un po’ (meno) The Sims, dosando con una certa personalità gli elementi fondanti di ognuna delle tre citate esperienze videoludiche. Ma prima di passare ad analizzare le fattezze della routine “giocosa” del titolo, un breve cenno alla storia che vede al suo centro la cartoon-western città di Sandrock. Una volta creato il nostro protagonista, grazie ad un editor tutto sommato sufficiente, arriveremo in quel della citata cittadina: ben presto, così come accadeva per My Time at Portia, ci ritroveremo nostro malgrado a vestire i panni di un costruttore che eredita la storica bottega di un commerciante ormai prossimo alla pensione (e particolarmente felice di esserlo). Sandrock è al centro di un vasto deserto che, al contempo, offre ai suoi abitanti non tantissime risorse (alberi e acqua saranno centellinati dalle “istituzioni”) e quasi tutte correlate ai resti di un’antica popolazione, ormai estintasi dopo un evento cataclismatico, ma di molto avanzata a livello tecnologico. Nonostante non faccia brillare per ricercatezza o complessità tematica, il letimotiv centrale dell’esperienza di My Time at Sandrock è il “risollevarsi” dalla polvere, combattendo le avversità. La storia procederà innanzi a colpi di progetti che saremo chiamati a costruire e di eventi particolari che saremo chiamati a fronteggiare, il tutto avente lo scopo di salvaguardare la piccola ma unitissima comunità.
Una narrativa semplice, a tratti scontata, ma avvolta da una luce morbida e sottile di benevolenza e senso della comunità che, siamo certi, coinvolgerà chiunque decida di addentrarsi al suo interno. Una narrativa che, come detto, seppur non indaghi a fondo l’animo umano, nasconde delle particolari complessità meccaniche: ad esempio potremo decidere di rispondere o meno ad una lettera che ci sarà inviata. Potremo o meno decidere di coltivare un rapporto con gli abitanti, far loro dei regali o ignorarli completamente: le nostre scelte avranno delle (micro) conseguenze che, seppur nella maggior parte dei casi non andranno a capovolgere completamente l’intera esperienza di gioco (che, a voler fare lo “stretto indispensabile”, arriva tranquillamente alle 40/50 ore), avranno delle ripercussioni visibili e, alle volte, definitive in diversi segmenti del gioco. In questo senso, My Time at Sandrock offre una narrativa meccanicamente curata seppur concettualmente semplice, producendo un mix di sicuro impatto e che costituisce un’ottima cornice complessiva all’esperienza ludica. A questo, naturalmente, si aggiunga anche la presenza di un comparto multiplayer, slegato dall’esperienza narrativa in singolo, ma che ci permetterà di avventurarci con altre tre persone nei divertenti meandri di Sandrock, seppur la modalità appaia più come un simpatico “accessorio” piuttosto che un game mode contenutisticamente e meccanicamente curato al pari dell’esperienza in singolo.
Obiettivo: una nuova vita per Sandrock!
Ok, il gioco offre uno pregevole spaccato narrativo ma… com’è gironzolare in città, piccone in mano? Da questo punto di vista, il titolo sviluppato di Pathea Games brilla ancor più forte arrivando, probabilmente, ad occupare il ruolo “principe” in un settore che conta pochi ma “grandi” nomi. Fare il costruttore a Sandrock non è cosa semplice: non saremo chiamati unicamente a creare macchinari e altre amenità ma, al contempo, dovremmo sobbarcarci l’intero lavoro di contorno. Il che equivale a ricercare materiali, nuovi progetti per arnesi sempre più sofisticati e, di tanto in tanto, dare una sonora lezione a qualche “cattivone” in giro per la mappa. Per chi ha già spolpato il precedente capitolo della saga, My Time at Sandrock funzionerà in larga misura egualmente: rivestendo il ruolo di costruttori della città, saremo chiamati a soddisfare contratti e richieste dei cittadini costruendo oggetti di ogni genere, dal mobilio a grossi macchinari, sviluppando via via le abilità del personaggio e scoprendo progressivamente progetti sempre più elaborati. Naturalmente, via via le richieste si faranno sempre più “esigenti” e, dunque, verremo quindi inghiottiti in un divertente loop che ci vedrà al centro di una costante ricerca di novelli materiali, progetti, arnesi e quant’altro al fine di continuare a versare preziosa linfa nella rinascita della comunità. Dovremo badare alle risorse ma anche evitare “sprechi”: ad esempio legna ed acqua saranno, almeno all’inizio, risorse complicate da ottenere e, al contempo, cruciali sia per la costruzione che per la creazione di nuovi oggetti.
Al centro delle nostre peripezie, così come funzionava in Portia, vi sarà la nostra amabile officina/dimora che, nel giro di una decina d’ore, diverrà una vera e propria macchina produttiva a tutto tondo. L’attività svolta a Sandrock ci farà guadagnare non solo la stima dei nostri cittadini, ma anche importanti punti esperienza che si tradurranno in livelli, al contempo cruciali per poter sviluppare “passivamente” il nostro personaggio, dalle abilità di interazione sociale, passando per il combattimento e l’abilità costruttiva. Pathea Games ha svolto un ottimo lavoro anche per quanto concerne la curva di difficoltà: all’inizio rasa e morbida, dopo qualche decina d’ora sicuramente più impegnativa, sia lato combattimenti, sia lato ricerca dei materiali e completamento dei progetti. Nel gioco, addirittura, vi saranno anche delle lotte speciali con alcuni pericolosissimi boss, quasi tutti legati all’incedere della trama principale. In generale, sia il combattimento che la costruzioni saranno piuttosto variegati, ma mossi da schemi ludici piuttosto semplici e facilmente assimilabili sin dalle primissime battute (e anche grazie ad un piuttosto esteso “tutorial mascherato” che, sostanzialmente, farà luce su tutti gli aspetti chiave del gioco).
Combattere, esplorare, costruire ma anche… socializzare! Come detto, avremo facoltà di coltivare in diversi modi i rapporti con i nostri amabili e strambi concittadini: potremo limitarci a scambiare quattro chiacchiere, oppure approfondire la conoscenza grazie ad un set aggiuntivo di opzioni come il combattimento, una simpatica sfida a carte ecc. Continuando ad approfondire il rapporto, si sbloccheranno via via attività aggiuntive particolari (c’è financo la possibilità di intraprendere una relazione amorosa!): seppur, in buona parte, le attività presenti in Sandrock erano di già “fattibili” in Portia, v’è da sottolineare una maggior cura profusa nel rendere i personaggi di gioco “unici” e la vita della comunità, scandita da un bel po’ di eventi ed un ciclo orario specifico, sicuramente più “realistica”. A questo, aggiungeteci anche la possibilità di arredare a proprio piacimento la propria dimora, partecipare attivamente alla crescita di alcune attività comunitarie della città (come il centro ricreativo, il museo ecc.) e persino fare shopping per vestire il nostro alter ego come meglio ci aggradi (le nostre vesti avranno delle statistiche specifiche, fate attenzione!). E ci sono ancora tantissime altre cose da fare: Sandrock è, davvero, stra-colma di attività con cui sbizzarrirsi!
Meccanismi di gioco
In linea generale, grazie anche allo splendido lavoro compiuto dagli sviluppatori nell’ascoltare la community, My Time at Sandrock giunge al rilascio “finale” in forma smagliante e quasi perfetta. Se proprio volessimo esser cattivi, si potrebbe dire che il gioco è più vicino all’essere un “Portia 2.0” che un “nuovo capitolo” visto che, sostanzialmente, Sandrock presenta migliorie ed espansioni tecniche, ludiche e di interfaccia a 360° senza però, nella fattività, introdurre grandi o epocali cambiamenti nella routine meccanica di già assodata con Portia. Secondariamente, così come accadeva nel precedente capitolo, l’esperienza ludica offerta da My Time at Sandrock è sicuramente vastissima e variegata ma, in tutte le sue sfaccetture, semplice e diretta. Un fattore positivo sicuramente per chi si avvicina per la prima volta al genere ma che, al contempo, potrebbe non interessare i veterani alla ricerca, magari, di esperienze più spinte e realistiche. Tecnicamente parlando, il lavoro profuso da Pathea Games è di ottimo livello: esteticamente parlando, la grafica cartoon di Portia è stata qui “confermata” e migliorata in quasi tutti i suoi aspetti.
Gli ambienti della vastissima mappa di gioco sono tutti tendenzialmente ben caratterizati e gradevoli all’occhio. Anche i modelli poligonali e le stesse animazioni risultano più “naturali” del passato, seppur si resti sempre nell’ambito del cartoonesco. Il gioco è stato testato con un PC di fascia media ed ha offerto un’esperienza ludica quasi sempre senza rallentamenti, seppur qualche calo di frame qui e lì è stato riscontrato. V’è da sottolineare anche la presenza, non proprio rara, di bug “estetici” com apparizioni/sparizioni improvvise di elementi scenici, oggetti sospesi a mezz’aria ecc., ma nulla di fatalmente complicato. In ultima istanza, un breve cenno anche al comparto sonoro: ottimo a tutto tondo, sia a livello di effetti che di musica, il tutto naturalmente orientato ad una certa rilassatezza “spirituale”. Va segnalata, al contempo, anche l’ottima localizzazione in italiano.
Concludendo…
Nell’affollato e variegatissimo mondo dei sandbox, My Time at Sandrock è sicuramente uno dei titoli principali e, probabilmente, fra i più completi in assoluto. Nel prodotto confezionato da Pathea Games c’è praticamente tutto quello che un amante del settore può desiderare: azione, costruzione, esplorazione e addirittura relazioni sociali! Un’esperienza lenta e rilassata, con una piacevole estetica cartoon e dotata di contenuti vastissimi. Un titolo colmo di attività da fare, una lunga longevità ed anche un comparto multiplayer (che, però, sembra più un “extra” che una vera e propria modalità “curata”). Una ricetta sicuramente vincente e che rende il titolo di Pathea Games un competitor di alto livello al titolo di “re” del segmento ludico specifico. Nonostante non vi siano epocali stravolgimenti rispetto al precedente capitolo, My Time at Sandrock è sicuramente un prodotto di altissima qualità, ad un prezzo tutto sommato accessibile.