Non è passato nemmeno un anno dalla prematura scomparsa di Benoît Sokal, il noto fumettista belga, divenuto famoso tra la community di videogiocatori appassionati di avventure grafiche, grazie – e soprattutto – alla saga di Syberia.
Sono passati circa cinque anni dall’uscita del controverso terzo capitolo, tutt’altro che memorabile e criticatissimo sul fronte di critica e pubblico.
Syberia: The World Before, quarto capitolo ufficiale di questa amatissima saga, nasce con il preciso intento di riportare i fan di lunga data a ri-amare questo caposaldo dell’industria, regalando anche un’esperienza di gioco equilibrata e curata a tutti quei giocatori che, per la prima volta, si approcciano alle avventure di Kate Walker.
Grazie ad un codice review, fornitoci da Microids, abbiamo così affrontato l’intera avventura su PC, armati di mouse – come da tradizione – e di tanta curiosità, rimanendo a tratti affascinati dalla produzione confezionata dal team di sviluppo, seppur con qualche riserva…
Come di consueto, ve ne parliamo nella nostra recensione…
Passato e presente: le storie di Dana e Kate
Syberia: The World Before si apre in una maniera del tutto inusuale per la serie, riportandoci nella prima metà del ‘900 nei panni di Dana Roze, una giovane donna con la passione per la musica, nella città – fittizia – di Vaghen. La città sta attraversando un periodo poco felice che, di fatto, coincide con l’inizio della seconda guerra mondiale: la protagonista, Dana, è difatti una vageriana (termine utilizzato nel mondo di Syberia per riferirsi al popolo ebraico) e, a causa della sua discendenza, intorno a se sta subendo l’aumento di popolarità dell’Ombra Bruna – il partito nazista – che, a macchia d’olio, sta prepotentemente segnando e sgominando la propria linea di pensiero fascista su tutto il territorio europeo.
Questo piccolo prologo, nel quale seguiremo Dana all’interno delle strade di Vaghen, servirà infatti a presentarci la seconda protagonista dell’avventura, oltre che a farci riprendere confidenza con un sistema di controllo che consideravamo – oramai – relegato alle sole avventure grafiche “abandonware” dei primi anni duemila.
Riassunti i panni di Kate Walker, il gioco riprenderà esattamente da dove l’avevamo lasciato circa cinque anni fa, con la protagonista fatta prigioniera dalla perfida Olga Efimova e obbligata a lavori massacranti in una miniera di sale nell’est europa.
Dopo diverse peripezie Kate verrà a contatto con un vecchio dipinto, raffigurante Diana, dove a risaltare in maniera incredibile sarà l’impressionante somiglianza tra le due donne.
Senza una meta precisa ma con, ancora, un’instancabile voglia di viaggiare, Kate partirà quindi alla volta di Vaghen per scoprire la storia di Dana e il mistero che si cela dietro al dipinto…
Come Benoît Sokal ci ha già dimostrato precedentemente, la figura dello scrittore è di fondamentale importanza durante il processo creativo. Comparto tecnico e gameplay perfezionati in ogni dove sono fattori da tenere sempre in considerazione ma che, difficilmente, riescono a reggersi in piedi da soli senza una trama ben architettata alle proprie spalle. Proprio per questo motivo, Syberia: The World Before può vantare un tocco dell’autore, percepibile sin dai primi momenti di gioco e la sua visione risulta chiara già a primo impatto.
Come in passato, riferendosi principalmente ai primi due capitoli, anche in Syberia: The World Before la tematica del “viaggio” sarà quindi alla base della produzione Microids e possiamo affermare, con assoluta certezza, che le circa dieci ore necessarie a giungere ai titoli di coda, vi cattureranno all’interno della narrativa come non mai.
Nostalgia, nostalgia canaglia…
Syberia: The World Before si presenta, alla nuova generazione, con un gameplay decisamente impostato su canoni “antichi”. Il gioco infatti, mouse alla mano, ricalca un po’ lo stile di quelle avventure grafiche che tanto andavano in voga nei primi anni duemila (tra cui la stessa saga di Syberia), nel quale ogni azione all’interno del gioco è relegata all’uso e al “click” del mouse, che fungerà un po’ da “occhi e gambe” all’interno del mondo di gioco.
La telecamera fissa è forse uno dei principali limiti di questo gameplay che, seppur ancora funzionale, inciampa diverse volte, in quanto eccessivamente macchinoso, specialmente sul fronte movimenti negli spazi tridimensionali proposti dal gioco.
Syberia: The World Before è un titolo che, tendenzialmente, ti tiene per mano per tutta la durata dell’avventura. Un po’ per rompere gli schemi con i primi due capitoli, la nuova avventura confezionata da Microids è probabilmente la più semplice e accessibile di tutta la saga: il gioco offre un sistema di obiettivi – primari ma anche secondari – sempre visibili attraverso l’hub, obiettivi che, per forza di cose, richiederanno al giocatore di interagire con qualsiasi elemento dello scenario, che sia ispezionare un oggetto o dialogare con un personaggio secondario. Non mancheranno, ovviamente, i classici enigmi che vedranno il graditissimo ritorno dei meccanismi di Hans Voralberg, anch’essi però di facile risoluzione, grazie anche ad un sistema integrato di suggerimenti, triggerabile in qualsiasi momento.
Il dualismo di sequenze di gameplay dedicate sia a Kate che Dana, funziona in maniera eccelsa e, a nostro parere, la presenza di sequenze di gioco in cui è possibile alternare – in tempo reale – il controllo delle due protagoniste, funziona alla grande, specialmente nell’ambito dei diversi puzzle ambientali proposti.
I dialoghi offriranno un approccio molto più libero rispetto al passato, offrendoci una ragnatela di scelte di tutto rispetto, insieme ad alcuni bivi narrativi – non particolarmente impattanti sul prosieguo della narrativa – che lasciano comunque una discreta libertà al videogiocatore.
Meraviglie artistiche non supportate a dovere…
Andando ad analizzare quello che è il comparto audiovisivo di Syberia: The World Before, sono necessarie alcune doverose premesse.
Artisticamente parlando, infatti, il gioco è meraviglioso. Le location proposte all’interno del gioco, a partire dalla bellissima Vaghen, riescono a proporre dei panorami quasi sempre suggestivi, appoggiandosi anche ad una palette di colori ottimamente adatta allo stile della produzione. Gli edifici, gli automi ma anche lo stesso design dei puzzle meccanici, sono davvero il fiore all’occhiello della produzione, in grado di dare un’identità precisa all’opera che, sicuramente, i fan dei primi due capitoli apprezzeranno a dovere. Un po’ altalenante invece la modellazione poligonale dei personaggi, che rappresenta comunque un notevole passo avanti rispetto allo stile marcatamente caricaturale del terzo capitolo: riproposta un’anatomia molto più realistica, a soffrire un po’ è la mancanza di espressività dei volti, in parte oscurata dalle ottime performance recitative in termini di doppiaggio (in sola lingua inglese), che tiene anche conto dei diversi accenti delle regioni che andremo ad esplorare.
Tanto di cappello anche alla soundtrack composta da Inon Zur, uno dei più grandi nomi dell’industria, che ha a curriculum titoli del calibro di Fallout 4 e Dragon Age: Origins.
Passiamo invece a quello che funziona meno e ci riferiamo soprattutto ai diversi limiti della versione PC da noi testata. In particolare abbiamo “patito” l’assenza di un supporto a risoluzioni ultrawide che, a nostro parere, avrebbe garantito una miglior visuale panoramica all’intera avventura, se supportata. Anche l’ottimizzazione generale del comparto grafico lascia molto a desiderare, visto che anche sulla nostra configurazione – di fascia alta – il gioco soffre di diversi cali di frame e vistosi rallentamenti in molteplici occasioni. Nulla comunque di impattante lato gameplay, data la natura “lenta” e ragionata dell’intera avventura targata Microids.
Concludendo…
Benoît Sokal non poteva dare addio migliore al personaggio di Kate Walker. Syberia: The World Before è un titolo che cancella, con convinzione, il passo falso del terzo capitolo, tornando alle tematiche e allo stile generale che avevano reso famosi i primi due capitoli della saga. Questo quarto capitolo è una lettera d’amore alle avventure grafiche dei primi anni duemila, un titolo non perfetto e ancora colpito da diverse magagne tecniche ma che, a nostro parere, gli appassionati del genere non dovrebbero lasciarsi scappare.
Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Intel Core i7-11700K
RAM: 32 GB DDR4