Sifu mi ha distrutto, massacrato. Mi ha letteralmente riempito di mazzate, facendomi rovinosamente franare al suolo più e più volte. Sifu è un gioco spietato e l’ho capito una volta giunto allo scontro con il secondo boss. Più volte ho pensato di arrendermi, di mollare, ma nonostante tutto non mi sono mai sentito frustrato.

Perché nonostante le indicibili difficoltà e la spietatezza di talune sezioni, l’ultimo lavoro dei talentuosi ragazzi di Sloclap non conferisce mai la sensazione di essere “ingiusto”. Stronzo magari, un gran bastardo volendo andarci giù pesanti, ma mai scorretto. L’impressione di fondo è che con estrema dedizione, armandosi di religioso impegno, si può andare avanti, padroneggiando meticolosamente la nobile arte del Kung Fu.

Vendicarsi di un nemico è ricominciare un’altra vita

Sifu ci mette nei panni di un protagonista senza nome – maschio o femmina – impegnato in una spedizione punitiva, alla ricerca di vendetta nei confronti della banda di combattenti che, anni or sono, ha ucciso il suo maestro. I nostri avversari sono temibili e cercheranno di farci fuori a loro volta, spesso riuscendoci. Fortunatamente per noi però un misterioso amuleto ci consente di tornare in vita dopo ogni morte, a patto che siate disposti ad invecchiare gradualmente dopo ogni utilizzo. La missione consiste dunque nell’uccidere tutti e cinque i marzialisti in una vita compresa tra i 20 ei 75 anni. Morendo troppe volte, si rischia di superare i 75 anni incappando inevitabilmente nello spietato game over.

Sifu Prologue

La vendetta vista quasi come una malattia, un qualcosa che consuma l’essenza e prosciuga la vita. Nonostante il significato alla base della storia di Sifu sia estremamente affascinante, purtroppo la qualità del comparto narrativo lascia alquanto a desiderare. Le premesse di base effettivamente sanno molto di già visto e, progredendo, la storia non regala chissà quali vette narrative. Il cospicuo gruppo di villain, inoltre, eccezion fatta per le loro doti di combattimento non gode di chissà quale caratterizzazione. Ok, certamente la storia non è il punto focale del titolo ma si poteva forse fare qualcosa in più in tal senso.

Per nostra fortuna, il team di sviluppo è riuscito a compensare le carenze di scrittura immergendoci in un’avventura carica di stile. Le ambientazioni sono spettacolari e realizzate attraverso un art-design di sublime fattura, con uno stile pittorico capace di far risaltare a meraviglia la cura riposta nella realizzazione dei vari livelli. Anche il sound design tocca vette altissime, grazie a segnali audio che notificano al giocatore varie situazioni di gioco, dalle eliminazioni, alle armi che si spezzano passando per opportunità di parata. Il tutto finisce per entrare nella testa, penetrandovi nelle ossa, e rendendo l’incedere estremamente coinvolgente.

Ciò lo si deve anche allo splendido sfruttamento delle caratteristiche del DualSense di PS5, egregiamente valorizzato grazie al feedback aptico in un connubio che riesce a farci percepire sotto i polpastrelli ogni vibrante sensazione.

Adesso però è il momento di fare sul serio: abbiamo parlato di storia, estetica, sonoro ma sappiamo benissimo che il fulcro dell’esperienza di gioco offerta da Sifu risiede nel combat system. Prendendo quanto di buono fatto con Absolver, il team di sviluppo si è prodigato nella realizzazione di un sistema di combattimento sopraffino, profondo e stratificato. Difficile da padroneggiare, senza dubbio, ma la gratificazione raggiunta una volta ottenuti dei risultati, una volta sconfitto quel dannato boss che nel giro di qualche minuto ci aveva fatto passare da 36 a 75 anni è stata impareggiabile.

Sifu Boss fight

Per avere la meglio durante gli scontri serve lucidità e rapidità, il tempismo è tutto. Saper parare gli attacchi esattamente al momento propizio, utilizzare la mossa giusta al momento giusto, avventarsi sui nemici a terra riempendoli di cazzotti, gestire a dovere la barra del focus per dar vita a preziosissime mosse speciali nei momenti di urgente necessità, schivare correttamente i colpi nemici ed evitare gli attacchi non bloccabili. Tanta carne al fuoco insomma, il bello è che tutto si incastra alla perfezione, rendendo i combattimenti in Sifu splendidamente coreografici e fluidi. Tale magnificenza risalta ancor di più grazie ad un comparto animazioni di prim’ordine, basato su un certo grado di realismo. Per riprodurre al meglio il combattimento a mani nude o tramite bastoni, Sloclap si è infatti servita di corpose sessioni di motion capture, affidandosi tra l’altro ad atleti professionisti.

Padroneggiare tutto ciò non è immediato e ben presto vi renderete conto che per uscir vivi da queste spietate danze della morte dovrete inevitabilmente far affidamento su una buone dose di memoria muscolare. Non nascondiamo di aver passato le prime ore di gioco in preda al panico, pensando più che altro a trovare bottiglie da lanciare in testa ai nemici piuttosto che affrontarli a viso aperto. C’è voluto un po’ di tempo ma ad un certo punto combattere con stile è diventato quasi naturale.

Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo

Sifu è comunque un gioco dannatamente difficile, forse persino troppo. Potremmo quasi definirlo come il Sekiro del Kung Fu, d’altronde anche la meccanica della resurrezione è stata portata in auge proprio dal difficilissimo titolo From Software. Stessa cosa dicasi per la barra della postura, un indicatore che rappresenta l’equilibrio del protagonista e dei nemici, importante praticamente quanto la barra della salute.

La difficoltà del gioco deriva proprio dal fatto che tutte le meccaniche di combattimento che vi abbiamo descritto possono essere ritorte contro di voi, con i nemici che fin troppo spesso schivano e parano i vostri attacchi o vi lanciano oggetti in piena faccia nei momenti meno opportuni, lasciandovi bellamente storditi nel bel mezzo di una spettacolare combo. Generalmente in Sifu nessun nemico va preso alla leggera, anche il più misero teppistello di strada può mandarvi al tappeto se affrontato con sufficienza. Prestando la dovuta attenzione tuttavia, potrete superare la maggior parte dei nemici senza fallire ripetutamente.

Il vero ostacolo sono i boss…quei dannatissimi boss. Quando vi ritroverete in lacrime a cercare disperatamente di memorizzare i pattern dei vari boss, capirete di essere entrati in un tunnel da cui non si esce facilmente.

Sifu cut-scene

Le cinque brutali boss fight sono degli avvincenti scontri uno contro uno in cui fondamentalmente il giocatore quasi non gode di margine d’errore. E’ vero, potete fallire più volte e riuscire comunque a battere il boss di turno, sfruttando la resurrezione, ma la meccanica relativa all’età del personaggio rende altamente sconsigliato ritrovarsi troppo “maturi” già nei primi livelli, quindi spesso è meglio arrendersi e ricominciare il livello ambendo alla perfezione. E’ essenziale padroneggiare la schivata, le combo e le parate, in combattimenti intensi e sempre diversi. Ogni boss, infatti, ha pattern d’attacco unici, come il botanico che salta tra gli alberi armato di machete, o il combattente con il suo temibile bastone. Sappiatelo: ripeterete questi scontri un’infinità di volte, sarà dura, avrete voglia di scagliare il joypad contro il muro, rischierete la scomunica a più riprese imprecando l’Altissimo. Non dovrete comunque gettare la spugna, cercate di migliorarvi, scoprirete così una delle caratteristiche più preziose della produzione targata Sloclap: vibranti duelli che non lasciano nulla al caso, combattimenti che si possono vincere soltanto dopo tanta pratica e dedizione, la totale abnegazione è un requisito fondamentale per avere la meglio.

Può sembrare dura e lo è, persino io probabilmente mi sarei arreso se non avessi dovuto recensire il gioco. Fortunatamente la meccanica dell’invecchiamento vi permette di sbagliare e fare più tentativi ravvicinati, in modo da metabolizzare al meglio i vostri errori e cercare di non ripeterli. Il sistema di progressione di Sifu, inoltre, contribuisce nel rendere più assuefacente la formula di gioco. E’ possibile sbloccare diverse abilità e aggiornare determinate statistiche dopo ogni morte o dopo aver trovato una statua. L’esplorazione dei livelli è tra l’altro essenziale, soprattutto per scovare e sbloccare le varie scorciatoie, utili a ricominciare dal principio un livello e giungere allo scontro con il boss di turno relativamente in fretta.

Concludendo…

Va ribadito per l’ennesima volta: Sifu non è un gioco per tutti e non lo affermiamo con un’accezione necessariamente positiva. L’ultimo lavoro di Sloclap è un gioco estremamente difficile che non può esser preso alla leggera se non volete ritrovarvi a 75 anni nel giro di un’oretta di gioco. Se siete disposti a memorizzare le combo, studiare i vostri avversari e padroneggiare i sistemi di difesa scoprirete uno dei titoli più gratificanti ed avvincenti disponibili sul mercato. Se avete voglia e dedizione questo gioco saprà sorprendervi regalandovi emozioni rare nel mercato videoludico odierno, spingendovi a migliorare le vostre doti di combattimento e perfezionarvi continuamente. Sifu non è per tutti ma riesce a centrare il segno, offrendo un sistema di combattimento a mani nude eccezionale. Non pensiamo di esagerare affermando che non si vedeva qualcosa di così epocale in tal senso dai tempi di Batman: Arkham Asylum.

Sifu è una delle esperienze più coinvolgenti da giocare su PC, PS5 e PS4. Purtroppo è però innegabile che l’elevatissimo livello di difficoltà allontanerà (giustamente) un’ampia fetta di utenti.

CI PIACE
  • Combat system semplicemente sublime
  • Sistema di progressione profondo e stratificato
  • Stile da vendere
  • Sound design di pregevole fattura
NON CI PIACE
  • Difficile, forse troppo
  • Storia dimenticabile
  • Telecamera non perfetta
Conclusioni

Sifu è tanto difficile quanto dannatamente gratificante. Non è un gioco per tutti ma credeteci: vale realmente la pena di provarlo.

8.3Cyberludus.com

Articolo precedenteSimbolotto di oggi martedì 15 febbraio 2022
Prossimo articoloDaymare: 1994 Sandcastle parteciperà alle celebrazioni dello Steam Next Fest
Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!