Dopo aver preso le redini della serie principale dall’addio di Dontnod Entertainment, i ragazzi americani di Deck Nine Games già autori dell’ottimo Life is Strange: Before the Storm, tornano alla carica con un nuovo capitolo, che rompe un po’ gli schemi proponendo una nuova ambientazione e una nuova protagonista.

Super curiosi di rivedere il team all’opera sul brand di Life is Strange, abbiamo ricevuto un codice review dal publisher relativo alla versione PC del titolo e siamo quindi pronti a fornirvi un nostro responso ufficiale dopo aver completato l’episodica avventura.

Buona lettura!

Nuova avventura, nuovi caos adolescenziali

Proprio come i suoi predecessori, Life is Strange: True Colors è un gioco che fonde l’angoscia adolescenziale e le richieste narrative guidate dall’utente, con una miscela di elementi soprannaturali. Mentre il primo titolo riuscì nell’intento di miscelare a dovere questi elementi, con un sacco di originalità, i sequel che sono seguiti non hanno mai raggiunto lo stesso picco qualitativo.

Life is Strange: True Colors è quindi un titolo brillante e vibrante che fa sicuramente il possibile per cercare di avvicinarsi all’originale, prendendo in prestito pesantemente sia la caratterizzazione che le emozioni. E ci sono sicuramente momenti in cui questo gioco brilla di luce propria. Sfortunatamente questi segmenti sono fugaci come i poteri emotivamente carichi, impantanati da aree ripetitive, mancanza di scelte reali e significative e alcuni colpi di scena prevedibili.

La narrazione è centralissima in questa tipologia di giochi e, ad onor del vero, la storia mette in mostra un’ottima scrittura, anche se – a tratti – un po’ lenta. Assumeremo i panni di Alex Chen, arrivata nella pittoresca cittadina di Haven per ricongiungersi a suo fratello Gabe. Orfani da bambini, i due si sono separati ma la loro riunione sembra riaccendere ciò che avevano una volta. Sfortunatamente un incidente minerario toglie improvvisamente la vita a Gabe, facendo precipitare la città nel lutto. Ma è stato davvero un incidente?

Segreti nascosti, personaggi loschi e tante emozioni represse si combinano per creare un allettante cocktail di possibilità. O almeno lo sarebbe se la storia non fosse così “telefonata”. Gli appassionati di gialli individueranno tutti i soliti clichè del genere in questa produzione, arrivando ad aspettare i telefonatissimi colpi di scena a braccia aperte.
Non mancheranno i diversi bivi narrativi, utili a condurci a uno dei due finali a scelta multipla – “buono” o “cattivo” – che concludono la storia in una maniera non perfetta ma comunque soddisfacente.

I personaggi risultano ben scritti, tutto sommato, e abbiamo apprezzato quasi tutte le aggiunte al ricchissimo cast di questa nuova produzione: vi sono un certo numero di personaggi di supporto intorno ad Alex, che la aiutano a dare un po’ di “colore” a questa narrativa, inclusi possibili interessi amorosi.

Pad alla mano, il titolo di Deck Nine Games poco si discosta da quanto fatto con le precedenti iterazioni della saga. Stiamo pur sempre parlando di un’avventura grafica interamente incentrata sulla narrazione, completabile in circa sette ore di gioco. Interazione con gli ambienti e dialoghi a parte, il gioco presenta anche alcune chicche interessanti tra cui un gioco di ruolo dal vivo, inscenato tra le strade di Haven, e alcuni cabinati arcade con cui interagire. Insomma, il gioco ci prova – e riesce – a immergere il giocatore a dovere in un mondo di gioco, sì guidatissimo ma anche “vibrante” in termini di vita, personalità e interazioni.

Sul fronte tecnico, il gioco si appoggia al classico motore dei precedenti capitoli, a metà tra uno “stile cartoonesco” – che sembra voler dare vita ad un pittoresco quadro in movimento – ad una serie di movenze ed espressioni facciali estremamente realistiche e curate, di gran lunga migliori rispetto ai predecessori. Ottimo anche il doppiaggio, in lingua inglese, supportato a dovere da una buona traduzione testuale in italiano.

Concludendo…

Life is Strange: True Colors è un’avventura narrativa estremamente godibile. Superato l’ostacolo prezzo, True Colors è senza dubbio un sequel solido, con una narrativa ricca di spunti interessanti tra dolore, accettazione e vendetta, dove sullo sfondo si staglia un’ambientazione pittoresca di una piccola cittadina “addormentata”.

Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Intel Core i7-11700K
RAM: 32 GB DDR4

CI PIACE
  • Scrittura ottima
  • L’ambientazione e l’interazione con il mondo di gioco migliora in toto quanto visto in precedenza
  • Artisticamente curato, sia sul fronte tecnico che su quello sonoro
  • Il cast di personaggi principali è ben definito
NON CI PIACE
  • Prezzo eccessivo se rapportato alla reale offerta ludica
  • Colpi di scena fin troppo telefonati
  • Si finisce in una manciata di ore
Conclusioni

Life is Strange: True Colors è un’avventura narrativa estremamente godibile. Superato l’ostacolo prezzo, True Colors è senza dubbio un sequel solido, con una narrativa ricca di spunti interessanti tra dolore, accettazione e vendetta, dove sullo sfondo si staglia un’ambientazione pittoresca di una piccola cittadina “addormentata”.

8Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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