Nel panorama dei titoli indipendenti italiani, Freud’s Bones è senza dubbio uno dei più interessanti. Il titolo – che si colloca all’interno del genere dei “punta e clicca” – ci mette nei panni del papà della psicoanalisi, Sigmund Freud. Parecchio interessati al concept e alle idee generali che hanno portato alla creazione del gioco – attualmente in sviluppo – abbiamo scambiato due parole con la creatrice di Freud’s Bones, Fortuna Imperatore, che ci ha gentilmente concesso del tempo per questa intervista.
Ma ora, spazio alle domande!
Ciao Fortuna, innanzitutto grazie per averci concesso del tempo per questa intervista. Siamo davvero curiosi: com’è nata l’idea che ti ha portata a realizzare Freud’s Bones?
Grazie a voi! Ho sempre voluto fruire di un prodotto simile, un gioco che trattasse un personaggio storico di grande ispirazione ma soprattutto un personaggio scomodo…così ho smesso di aspettare e ho provato a realizzarlo da sola partendo da 0. Non avevo idea di come si sviluppasse, scrivesse, programmasse un videogioco , sono laureata in psicologia e ho un master in Filosofia. Ho trascorso mesi nei meandri di Google per cercare di carpire informazioni basilari e ho iniziato a scrivere una sceneggiatura, a caratterizzare Sigmund Freud, a dedicarmi alla concept art. Ho seguito un flusso creativo poderoso che fino a quel momento non aveva trovato sbocchi e che iniziava a farmi implodere lentamente. Freud è un personaggio insospettabilmente pop, sarcastico, cinico, ironico e rivoluzionario: un perfetto villain ma dotato di grande empatia e genio. Questo gioco è anche un atto d’amore nei suoi confronti: mi ha svelato i meccanismi che sottostanno ai nostri impulsi e mi ha illuminata.
Nelle tue interviste precedenti, ti sei spesso definita come una “autodidatta”, sfruttando il tempo libero a tua disposizione per studiare game design e applicarlo al tuo interessante progetto. Che consigli daresti ai ragazzi intenzionati a seguire questa strada?
L’unico consiglio che posso dare fuoriesce dalla mente di Shakespeare ed è sintetizzabile in questo mantra: “Segui metodo e follia”. Io ho auto cieca fiducia in un istinto, ho seguito una vocazione che mi ha portata a comprendere come la scrittura , la pittura, la musica, fossero delle muse ma non dei canali adatti a ciò che sentivo dentro. Avevo bisogno di un personale K2 da scalare che potesse accogliere ogni mia stortura. I giovani devono disimparare tutto e trovare la propria voce, solo così la creazione avrà un’impronta del tutto personale.
Che tipologia di gioco è Freud’s Bones? Ti sei ispirata a qualche altro titolo, anche solo stilisticamente, per la sua realizzazione?
È un gioco ibrido, a metà tra l’avventura narrativa e un gioco gestionale con sfumature persino gdr. Ho giocato sempre a titoli AAA nel mio percorso da videogiocatrice e conosco poco gli indie, posso dire che giochi come “We. The Revolution” e “Life is Strange” mi abbiano ispirata nel desiderio di raccontare storie scomode e complesse.
Che messaggio vorresti trasmettere con il tuo gioco, considerando che, Freud’s Bones, è il primo titolo che tratta così apertamente il tema della psicoanalisi?
La dottrina freudiana. Credo che questo sia un serious game gravido di concetti ormai mainstream ma anche parecchio ignorati come “inconscio” “lapsus” “psiosomatizzazione” ecc. attraverso la crisi esistenziale di Freud , il giocatore può riconoscere se stesso, la sua costante tendenza alla sfumatura tra apollineo e dionisiaco, l’importanza dei traumi che ci portiamo dietro a causa degli impulsi che non abbiamo assecondato per paura o moralità.
Da quante altre persone è composto il tuo team attualmente?
Ho assunto una illustratrice, un Sound designer e un musicista e un programmatore.
A che punto siete con la realizzazione del progetto? Sappiamo che avete una campagna Kickstarter in corso al momento e una demo giocabile scaricabile gratuitamente…
Il progetto è interamente autofinanziato e autoprodotto, ho investito e creato ogni parte del gioco e curato la campagna kickstarter svoltasi a Luglio 2020 che ha raggiunto i 15.500 euro di donazioni partendo da un goal di 5.000 euro. La demo è scaricabile dal sito Kickstarter e i pre-order della copia fisica, digitale o della collector sono consultabili qui sullo Shop.
Parlaci un po’ di te: qual è il tuo rapporto con il mondo dei videogiochi? Hai qualche genere preferito in particolare?
Tendo a preferire storia dalla imponente struttura narrativa come “Kentucky Route Zero”, “Disco Elysium”, ma gioco tanto anche a giochi come “What Remains of Edith Finch” e “Far Cry 5”. Sono ibrida anche nei gusti, cerco originalità, azione, sdoganamento, follia.
Ti ringraziamo tantissimo per il tempo concesso e, a nome di tutta la redazione di Cyberludus.com, ti faccio un grande in bocca al lupo per il tuo progetto.
Grazie a voi, vi auguro il meglio!