Sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere: sembra un po’ il motto del 2020 ma, riducendo alla leggerezza “ontologica” dell’argomento di cui stiamo per discutere, è anche il “mantra” di The Survivalists, il titolo in versione Playstation 4 di cui discuteremo in questa sede. Un prodotto piuttosto originale e intriso di fervida ironia, proveniente da un team di sviluppo che definire iconico è (molto) riduttivo. Stiamo parlando di Team 17, menti dietro la leggendaria saga Worms e la meno nota (ma non per questo meno valida) serie di The Escapists. In tutte le produzione del team, vige un ferreo comune denominatore, caratteristica fondante: l’originalità. E anche in The Survivalists, Team 17 sembra aver lavorato alacremente per dare una spiccata personalità al proprio prodotto.

Ma… andiamo con ordine!

Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare… pixelato

The Survivalists è un gioco di sopravvivenza con visuale dall’alto, che offre il “classico” pacchetto di contenuti tipici del settore ma con diverse caratteristiche originali che lo fanno tendere, con le dovute e necessarie riserve, al settore degli strategici. Una volta avviato il gioco, scopriremo il triste destino del nostro alter ego virtuale: esanime o quasi, su di una zattera completamente distrutta e sperduta nell’azzurro mare. Il nostro eroe non avrà memoria del perché si trovi in una situazione non troppo dissimile dall’indimenticato Cast Away con Tom Hanks, ma una cosa gli sarà subito chiara: bisognerà darsi da fare per sopravvivere. Dunque, sin dalle battute iniziali, saremo chiamati ad esplorare l’imprecisata terra salvifica in cui ci troviamo, al fine di cumulare risorse necessarie per costruire i primi, rudimentali arnesi utili per la sopravvivenza. Al contempo, dovremo scansare i pericoli di cui è popolata la terra che esploreremo, naturalmente tenendo a bada gli indicatori della salute e della fame. The Survivalists prende le mosse dalla serie di The Escapists non solo per il gradevole aspetto pixeloso e per l’impostazione meccanica: anche qui infatti, così come nel titolo dedicato alla vita carceraria, dovremo riuscire a fuggire, in questo caso da un arcipelago.

La mappa di gioco viene generata proceduralmente ad ogni nuova partita, così come il nostro alter-ego. Naturalmente, oltre alla sopravvivenza che, in realtà, non si rivelerà mai eccessivamente complicata, il crafting sarà centrale e funzionerà in modo non troppo dissimile dai classici cliché: potremo costruire potenzialmente di tutto da armi sino a suppellettili e arnesi di diversa natura. Più costruiremo, più sbloccheremo nuove “ricette” da utilizzare per costruire oggetti via via più avanzati, i cui ingredienti ci saranno chiaramente indicati a schermo. Ma non è una mera questione di sopravvivenza e di costruzione: The Survivalists, come detto, possiederà anche una innata natura da gestionale. In una sorta di rivisitazione videoludica della “produzione in serie” industriale, il gioco ci permetterà di reclutare e addestrare un numero sempre maggiore di… scimmie. I simpatici primati girovagheranno, solitamente, per gli isolotti mentre altri dovremo invece liberarli da delle gabbie: in linea di massima, regalando loro del cibo o altri oggetti, diverranno “nostre” e potranno esser impiegate come vera e propria forza lavoro. Una volta addomesticate, le scimmie potranno essere rinominate e modificate esteticamente, così come il nostro alter ego nelle fasi iniziali della partita.

Uno “scimmiesco” sopravvivere

Dalla raccolta dei materiali, sino alla costruzione e creazione, combattimento e difesa del territorio comprese (quando tramonta il sole, l’isola si popolerà di mostri e amenità varie pronte a saltarci alla gola). Le scimmie saranno il vero “motore” del nostro “regno” sperduto e avranno la possibilità di svolgere quasi tutti i compiti che in un survival tradizionale uno dovrebbe attuare da sé all’infinito. Dal momento che il personaggio avrà una barra della resistenza davvero limitata (basterà tirare qualche accettata ad un albero per vederlo “affaticato”), l’utilizzo delle scimmie diviene il punto focale dell’esperienza videoludica di The Survivalists. Peccato che, in sostanza, la meccanica non sia esente completamente da alcuni nei: in linea di massima, le scimmie apprenderanno per “imitazione”. Selezionando la singola scimmia e impartendo il comando in questione di “apprendimento”, ci sarà una piccola finestra temporale in cui essa potrà imparare assistendo all’azione da ripetere. In sostanza, una volta che noi avremo compiuto quella determinata azione, la scimmia imparerà e continuerà a farla.

Nelle fasi più avanzate del gioco, complice anche un menù non proprio di facile intuito, diverrà un po’ complicato gestire l’intero tran tran: ogni qual volta una scimmia imparerà un nuovo lavoro, scorderà definitivamente quello vecchio. Ergo, dovremo ripetere la procedura dell’insegnamento, scimmia per scimmia, ogni volta. In aggiunta, nel caso in cui le scimmie necessitino di un utensile apposito per portare a compimento la propria mansione, dovremo sostanzialmente assegnarlo personalmente. Questi due fattori, uniti all’ipotesi di un gran numero di scimmie, rendono la complessiva gestione non esattamente immediata: proprio per il suo spiccato animo gestionale, qualche modus per fare del sano e immediato managing del nostro reame scimmiesco sarebbe stato fondamentale. Le scimmie saranno altresì importanti, come detto, anche nelle questioni belliche: il nostro personaggio infatti è molto debole, non solo per la poca resistenza già menzionata, ma anche e soprattutto per una corta barra della salute in grado di “evaporare” dopo pochi colpi. Se nell’uno contro uno, con gli arnesi giusti, riusciremo a spuntarla, in inferiorità numerica non avremo speranza: nel caso in cui dovessimo soccombere, comunque sia, potremo recuperare gli oggetti contenuti nel nostro (limitato) inventario personale, tornando sul luogo della disfatta.

È bene sottolineare che, con piccole variazioni sul tema, The Survivalists potrà esser giocato anche in cooperativa online, risultando estremamente divertente e sicuramente più godibile. La modalità comprenderà sino a tre giocatori, con ognuno che potrà portare con sé fino a cinque scimmie, oltre a degli strumenti che però potranno essere ritirati solamente da una cassa speciale, acquistabile da un npc specifico che, tra le altre cose, fungerà anche da “vendor”. Vagando per le isole in buona compagnia potremo imbatterci non solo in alcuni npc, ma anche in dungeon pieni di pericoli (e di tesori) che, naturalmente, potranno essere affrontati con altri giocatori. Un multigiocatore, quindi, importante e ben accetto, che allunga notevolmente l’offerta ludica del titolo di Team 17, “viziato” altrimenti da una certa ripetitività di fondo (complice anche la mancanza di una vera e propria trama canonica).

Scrutando il pelo del primate

Sul fronte tecnico la bontà del lavoro di Team 17 si conferma ai livelli del pregevole The Escapists e, in generale, ai livelli della qualità tecnica che il team da decadi ci regala. La grafica in pixel art è pregevole: il mondo è infatti ben realizzato, colorato ed espressivo con tanti effetti ed animazioni che arricchiranno la nostra esperienza visiva. I tanti biomi differenti (foreste, zone desertiche, vulcani ecc.) sono belli tanto da esplorare quanto da vedere e saranno altresì caratterizzati con un’ampia gamma di colori specifici. Una varietà cromatica che, al contempo caratterizzerà in modo netto tutti gli elementi presenti a schermo, da zone “segrete” ad animali e alla comune vegetazione. Nulla da eccepire invece sul comparto audio, non particolarmente esaltante ma nemmeno degno di un “indice puntato”, che ci accompagnerà in modo altrettanto gradevole. A livello di mere prestazioni tecniche, la versione di The Survivalist testata, Playstation 4 utilizzando una fiammante Pro, non ha evidenziato problemi di sorta, offrendo un’esperienza scorrevole e priva di grosse sbavature, bug compresi.

Concludendo…

Un po’ survival, un po’ gestionale: The Survivalists, confermando l’estro decennale di Team 17, si propone sulla scena con una commistione originale di meccaniche che si traduce, concretamente, in un’offerta ludica originale. Peccato che, sia dal lato survival, sia da lato gestionale, la produzione non sia esente da alcuni difetti non proprio “piccoli”: un ottimo titolo, molto divertente specialmente in compagnia.

CI PIACE
  • Gameplay originale e divertente
  • Artisticamente e tecnicamente pregevole
  • Elementi da gestionale…
NON CI PIACE
  • … sebbene inseriti in modo non perfetto
  • Lato survival un po’ troppo “dolce”
  • Un po’ ripetitivo
Conclusioni

Una creativa e sui generis interpretazione del genere dei sopravvivenza: Team 17 sbarca nel settore con un titolo originale nei contenuti e nei temi. Non solo meccaniche survival, ma anche schiere di scimmie da gestire come in una ardimentosa fabbrica. Peccato che, la produzione nel suo complesso, abbia dei nei evidenti e che ne limitano in definitiva la riuscita. Divertente e giocabile anche in coop!

8.2Cyberludus.com

Articolo precedenteGiochi gratis di Epic Games Store: Ghostbusters The Video Game Remastered e Blair Witch!
Prossimo articoloPS5, Sony spiega come funziona la PlayStation Plus Collection
Amante dei videogiochi, degli animali e del buon cibo, non rinuncio ai piccoli piaceri ludici e ad una buona compagnia! Anche Online!

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!