Tredici lunghissimi anni. Questo il quantitativo di tempo passato prima di poter, finalmente, vedere con i propri occhi un nuovo capitolo di Half Life. Tredici anni che hanno formato una sorta di “alone mistico” intorno alla saga, così come al personaggio di Gabe Newell, diventato un vero e proprio meme vivente, grazie ai vari “Half Life 3 confirmed” che tutt’oggi popolano il meraviglioso mondo dell’Internet.
Half Life Alyx, oggetto della nostra disamina, è un evento unico, un vero e proprio fulmine a ciel sereno che, com’era lecito aspettarsi, ha scosso non poco la community di giocatori su PC fin dal suo annuncio, avvenuto circa quattro mesi fa, tramite un trailer gameplay dall’elevato tasso adrenalinico. Il trailer, come molti di voi sapranno, svelò agli occhi di tutti un fatto piuttosto curioso: l’esclusività per visori VR.

In merito a questo, una piccola premessa è doverosa. Il mercato dei visori VR su PC è ben diverso da quello attuale su console dove, nell’ultimo periodo, Sony è stata in grado di fare grandi cose con il suo headset proprietario – il PSVR – considerati i notevoli limiti hardware della piattaforma. Ebbene, su computer, il panorama è leggermente differente: diversi sono i competitor che, negli anni, si sono buttati in questo mercato: prima Oculus con i vari Rift e, successivamente, HTC con i visori Vive. Non sono poi mancate le new entry, sponsorizzate da Microsoft, appartenenti alla categoria Windows Mixed Reality (poco diffusi in territorio italiano), con le diverse proposte da parte di Lenovo e Samsung. Ultima, ma non per importanza, anche Valve si è buttata a capofitto in questo mercato, lanciando – circa un anno fa – Index, un headset VR dalle elevate potenzialità, sia per la qualità del visore stesso, sia per le capacità di tracking date dai sensori e controller, in grado di registrare ogni singolo movimento delle dita. A differenza della soluzione più economica data da Sony e PSVR, il gaming in realtà virtuale su PC è sempre rimasto in una nicchia piuttosto ristretta, vuoi per il costo ancora – eccessivamente – elevato dei visori, vuoi per gli elevati requisiti hardware che, molto spesso, richiedono i titoli in questione.

Alyx è quello che possiamo definire il più grande azzardo da parte di Valve che, ancora una volta, prova a rompere gli schemi con la serie Half Life, da sempre celebre per settare gli standard del genere degli FPS. Dopo aver ricevuto un codice review da parte del publisher, abbiamo imbracciato il nostro Samsung HMD Odyssey+, pronti ad entrare – ancora una volta – nella City 17 che tanto avevamo amato circa quindici anni fa, questa volta nei panni di Alyx Vance.

Sarà riuscita Valve a sfornare la prima – vera – killer application per VR? Scopriamolo insieme…

Cinque anni prima…

Indossato il visore e imbracciati i controller, avviamo il titolo per la prima volta con una sorta di brivido che ci scorre lungo la schiena, pronto a farci da monito: Half Life Alyx non sarà come le precedenti esperienze VR che abbiamo provato prima d’ora.

Il menu principale si staglia davanti agli occhi, ci prepariamo a mirare con il controller la scritta “Start a new game”. Schermata bianca. Chiudiamo gli occhi. Un suono ci riporta alla nuova realtà. Li riapriamo. Siamo a City 17.

Il salotto di casa è ormai un lontano ricordo. Davanti ai nostri occhi si stagliano le case della città, tra cui si insinuano le inquietanti strutture erette dai Combine, monito della loro invasione sulla Terra. Poniamo lo sguardo sulle nostre mani, le mani di una ribelle…le mani di Alyx Vance. Muovendo lo sguardo attorno a noi si notano dettagli pazzeschi: siamo sul tetto di una struttura, sotto di noi le strade paiono semi deserte, con pattuglie Combine pronte a impartire ordine e disciplina sulla popolazione. Iniziamo a spostarci, interagiamo con qualche oggetto e già ci rendiamo conto che Half Life Alyx è diverso dalle precedenti produzioni VR che abbiamo provato. Le nostre mani hanno un vero “peso” all’interno del mondo di gioco, grazie soprattutto alle potenzialità del motore fisico introdotto dagli sviluppatori: gli oggetti “reagiscono” ad ogni nostro contatto, possiamo raccogliere bottiglie e infrangerle contro i muri, possiamo raccogliere alcuni pennarelli e iniziare a scrivere sulle vetrate, possiamo giocare con tutto quello che ci viene offerto già dai primi minuti di gioco. Presa un minimo di confidenza con le meccaniche di gameplay (anche se, a onor del vero, non abbiamo visto ancora nulla), riceveremo una chiamata radio da nostro padre, Eli Vance, che ci chiederà di tornare da lui dopo la nostra ricognizione. Qui ha ufficialmente inizia la nostra avventura, un’avventura che ci porterà ad esplorare la città sotto controllo Combine e a scoprire succulenti dettagli sul nostro destino.

Una volta “riaperti” gli occhi nel mondo di Half Life Alyx, impossibile non rimanere colpiti dai dettagli dell’ambientazione.

Half Life Alyx è un titolo narrativamente intelligente. Non solo riesce in maniera sublime ad immergerci nell’universo di gioco – mantenendo, peraltro, intatta la fantastica e al tempo stesso opprimente atmosfera del secondo capitolo – ma lo fa gettando basi importanti per il futuro della saga, basi che, senza dubbio, eviteremo di anticiparvi per rovinarvi ogni sorpresa. Il gioco è una tra le esperienza più longeve mai presentate da Valve per la saga di Half Life: abbiamo portato a termine l’avventura in circa sedici ore, cercando di esplorare ogni anfratto proposto dal team statunitense, ma vi assicuriamo che, una volta posato il visore dopo i titoli di coda, il desiderio di riprendere l’avventura dall’inizio è parecchio alto.

Dalla gravity gun ai “Russells”

Le possibilità offerte dal gameplay di Half Life Alyx, ovviamente, non si limitano al solo sfruttamento della fisica di gioco. Come ogni sparatutto che si rispetti, in Alyx non mancheranno le armi da fuoco, insieme ad un accessorio che cambierà considerevolmente il nostro approccio verso il mondo di gioco: i guanti gravitazionali o, come vengono definiti dal creatore, i Russells. Ricordate la iconica gravity gun di Half Life 2? L’arma con cui era possibile attirare ogni oggetto del mondo di gioco e lanciarlo con tutta forza verso i malcapitati nemici? Ecco, Half Life Alyx propone una variante concettualmente molto simile, anche se drasticamente meno potente rispetto a quella utilizzata dal buon vecchio Gordon. I Russells sono dei veri e propri guanti che verranno indossati dalla protagonista e, grazie ad essi, sarà possibile attrarre verso di noi un quantitativo pressoché illimitato di oggetti: munizioni, bottiglie, granate…con un movimento secco dei due controller, potremo attirare da noi ogni oggetto utile, da poter immediatamente immagazzinare nell’inventario o, perché no, riutilizzare immediatamente. Capiterà così di raccogliere granate lanciate a mezz’aria dai Combine, attrarre siringhe mediche da poter utilizzare nell’immediato o munizioni da inserire nei nostri caricatori.

I guanti gravitazionali ci consentiranno di attrarre a noi un numero quasi illimitato di oggetti.

Insieme ai guanti gravitazionali, la nostra Alyx potrà contare su tre diverse bocche da fuoco, un quantitativo piuttosto limitato se messo in diretta concorrenza con altri titoli di questo genere. Il comparto armi nel suo limite, tuttavia, è totalmente risollevato in termini di varietà dalle possibilità offerte dai potenziamenti: raccogliendo speciali cilindri dal mondo di gioco, Alyx potrà successivamente utilizzarli per comprare upgrade per le armi, grazie ai diversi punti di controllo Combine sparsi per il mondo di gioco. Potremo così aumentare la capacità del caricatore della pistola, aggiungere puntatori laser all’SMG e così via. L’approccio agli scontri contro i nemici cambierà completamente una volta effettuati gli upgrade alle armi anche se, sfruttando appieno le potenzialità del sistema di movimento offerto dal gioco, le possibilità durante gli scontri sono innumerevoli. Half Life Alyx ci mette di fronte ad alcuni dei più iconici nemici della saga, ovviamente da una prospettiva mai vista fino ad ora: affrontare un headcrab, ad esempio, ha un “sapore” completamente diverso, capace di provocare non poca ansia nel giocatore. Anche gli scontri a fuoco si sono dimostrati solidi ed efficaci: mirare verso i nemici sfruttando appieno lo scenario è qualcosa di mai visto prima d’ora, dato l’elevato grado di libertà proposto dal gioco (immaginate un Blood & Truth all’ennesima potenza, con libertà totale di spostamento). Non mancheranno gli innumerevoli puzzle ambientali che riescono a sfruttare appieno le potenzialità VR del titolo: il solo disinnesco di una mina si trasformerà in una sfida contro il tempo, dove solo la nostra precisione e sangue freddo riuscirà a garantirci la sopravvivenza.

Gli scontri a fuoco ci permetteranno di sfruttare lo scenario a nostra totale discrezione.

Half Life Alyx vanta un sistema di controllo altamente personalizzabile che cerca di andare incontro ad ogni tipo di giocatore. Il sistema di movimento consigliato, ovvero il teletrasporto, è la soluzione ideale per tutti i giocatori poco avvezzi alla VR che sono maggiormente esposti ai fenomeni di motion sickness che, questi titoli, possono provocare. Nel nostro caso, abbiamo giocato Alyx, dall’inizio alla fine, utilizzando il sistema di controllo continuo, utilizzando quindi la levetta analogica del controller – rigorosamente in piedi e sfruttando tutta la stanza per interagire. Il tracking si è dimostrato pressoché ottimo, seppur non preciso come quello offerto da visori come Index o HTC Vive Pro. In alcuni casi, infatti, il tracking delle mani non è stato ottimale mentre in altri, più gravi, abbiamo perso totalmente l’utilizzo di un arto, costringendoci quindi a dover ricaricare un salvataggio precedente. Si tratta comunque di casi isolati che, quasi sicuramente, verranno corretti con i prossimi aggiornamenti.

Le vere potenzialità del Source 2

I prodigi tecnici sicuramente ancor più apprezzabili da dentro al visore, sono stati resi possibili dall’utilizzo massiccio del nuovo Source 2, versione rinnovata e potenziata del motore grafico proprietario di Valve. Dagli scenari spaccamescella alla rinnovata modellazione poligonale dei personaggi – principali e non – i miglioramenti grafici sono evidenti: Alyx è indubbiamente la “next-gen” di Half Life e viverla dall’interno permette di apprezzarla maggiormente.
Un aspetto non trascurabile è dato dai requisiti hardware di base molto più elevati della norma, trattandosi di un titolo VR. Abbiamo affrontato l’intera avventura con un preset high, grazie ad una configurazione “carrozzata” con le seguenti componenti:

Scheda video: GeForce GTX 1080 Ti
Driver video: 445.87
Processore: Intel Core i7-8700K
RAM: 16 GB DDR4

Dal punto di vista sonoro, il titolo si appoggia ad una soundtrack ed effetti audio di spessore, con l’aggiunta di un ottimo doppiaggio in lingua inglese (abbiamo ancora gli incubi sul “meraviglioso” doppiaggio in italiano di Half Life 2). Il gioco non è stato tradotto nella nostra lingua, nemmeno nei sottotitoli, ma è già scaricabile una traduzione fan-made, installabile in pochi click.

Concludendo…

Impossibile concludere in poche parole la nostra esperienza con Half Life Alyx. L’ultima opera di Valve non solo è un grandissimo segnale di ritorno ad una delle più apprezzate saghe videoludiche ma è, a nostro parere, una tra le migliori esperienze in VR mai realizzate. Un mondo di gioco così vivo con cui è possibile interagire in svariate modalità, insieme ad un comparto tecnico di assoluto spessore, rendono Half Life Alyx la prima killer application in realtà virtuale. Sebbene l’esperienza di gioco sia costruita per dare il meglio di se su visori Index, vi possiamo assicurare che anche su headset meno “blasonati” riuscirete ad apprezzare appieno ogni singola componente di gameplay.

Ora possiamo dirlo: bentornata Valve!

CI PIACE
  • Tecnicamente strabiliante
  • Meccaniche di gameplay che permettono un’interattività senza precedenti
  • Longevo e assolutamente rigiocabile
  • Narrativamente parlando, getta basi importanti per il futuro della saga
NON CI PIACE
  • Tracking non sempre al top
  • Mancanza di un combat system “corpo a corpo”
  • Alcuni bug e glitch grafici
Conclusioni

Valve ce l’ha fatta. Pur non trattandosi di un vero e proprio Half Life 3, Alyx rappresenta uno step evolutivo importante per la saga di Gordon Freeman & co, catalogandosi di prepotenza come prima – vera – killer application per realtà virtuale. Half Life Alyx è una produzione incredibile, sia sul fronte immersività/gameplay sia sul fronte audiovisivo, capace inoltre di gettare basi importanti per il futuro della saga targata Valve.

9.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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