Negli ultimi abbiamo visto parecchi titoli, forse troppi, attingere in maniera più o meno velata dall’universo narrativo e mitologico imbastito da H.P. Lovecraft. Molti videogiochi hanno semplicemente abusato di mostruosità tentacolari per richiamare gli iconici orrori lovecraftiani, ben pochi hanno cercato cogliere ed approfondire il significato intrinseco nella contorta lore delle opere scritte dal solitario di Providence. Stygian: the Reign of the Old Ones, gioco di ruolo “old school” sviluppato dall’esordiente team di sviluppo turco Cultic Games, entra di diritto a far parte di questa ultima categoria.

Pur presentando svariati difettucci, Stygian riesce a catturare egregiamente l’essenza lovecraftiana, immergendoci in un contesto angosciante dilaniato da follia e disperazione in cui dovremo fare attenzione a non perdere la testa… in tutti i sensi.

Stygian artwork

Benvenuti ad Arkham

Massachussets, anni ’20. Dopo il Black Day, la città di Arkham riversa in un disperato abisso di caos e marciume: la mala locale regna con violenza ed arroganza mentre dei folli cultisti che venerano Chtulhu imperversano vessando e marchiando i loro oppositori. Le vie della cittadina cominciano a popolarsi di strane creature deformi che vengono viste dagli abitanti del luogo come la causa del male che attanaglia Arkham. Questi ultimi sono ormai corrotti fino al midollo, la loro sanità mentale è appesa ad un filo e le uniche valvole di sfogo sono rappresentate da alcool, droga e linciaggio di indifesi malcapitati.

In questo malsano contesto, il giocatore nei panni del protagonista è alla ricerca del Dismal Man (traducibile come Uomo Tetro in italiano), che irrompe nei nostri incubi incitandoci a seguirlo….

Il canovaccio messo in piedi da Stygian: Reign of the Old Ones è certamente affascinante però, vi anticipiamo, termina in maniera alquanto brusca con un cliffhanger che lascia più domande che risposte. Il titolo, inoltre, getta nel calderone forse troppi elementi e creature appartenenti all’immaginario di riferimento. Ciononostante, l’incedere degli eventi ci ha appassionati dal primo all’ultimo minuto di gioco, principalmente per merito di due aspetti che rappresentano due dei maggiori punti di forza dell’opera di Cultic Games: atmosfera e dialoghi.

L’atmosfera è ben resa grazie ad un convincente art design e ad un’ottima scrittura capace di rivelare dettagli ai giocatori più attenti e curiosi. Dilungandoci nelle conversazioni con gli NPC e dedicando tempo alla lettura delle descrizioni degli oggetti ed al diario del protagonista, abbiamo avuto modo di approfondire una narrativa ben amalgamata e scoprire di più sull’angosciante ambientazione che fa da sfondo agli eventi. L’ambientazione, tra l’altro, è estremamente variegata e ci farà passare da contesti spiccatamente horror a missioni ambientate nel bizzarro mondo dei sogni.

Arkham, inoltre, è popolata da tanti NPC caratterizzati da una spiccata personalità e dall’affascinante background psicologico. Così, intraprendere dialoghi con passanti, negozianti ma anche con possibili compagni d’avventura diventa un’esperienza di scoperta capace di ipnotizzare grazie ad una cura nella scrittura sorprendente.

Stygian screenshot

Non possiamo non lodare anche l’estrema libertà concessa al giocatore in fase di creazione del protagonista. Stygian: Reign of the Old Ones permette di scegliere sesso, età ed aspetto tra una cospicua serie di modelli predefiniti. La scelta dei primi due parametri citati non è fine a se stessa e presenta delle effettive ripercussioni sul gioco, così come fondamentale è la selezione di uno degli otto diversi Archetipi (classi). Ogni Archetipo ha 4 specializzazioni (sottoclassi) che vanno a determinare l’inventario iniziale, una di default e tre che conferiscono determinati bonus e malus. Starà a voi decidere se impersonare un tormentato detective, uno scapestrato esploratore, un colto psicologo o altro. Anche la scelta del “belief system“, traducibile come “filosofia di vita”, è molto importante. E’ possibile optare per un personaggio materialista, religioso, nichilista ecc. Una volta intrapresa una determinata via, nel corso del gioco effettuare scelte di dialogo in base al “belief system” selezionato porterà vantaggi alla sanità mentale. Sappiate però che queste scelte non sono contrassegnate e starà al vostro acume ed al vostro modo di vivere il roleplay capire come rispondere di volta in volta. Immancabili i classici attributi come agilità o carisma mentre armi da fuoco, investigazione, psicologia, occultismo e altre caratteristiche fanno parte di una lista delle abilità abbastanza canonica ma più che funzionale che chiude il cerchio della personalizzazione dell’alter ego.

Stygian screenshot

Combattimenti vintage

In Stygian: Reign of the Old Ones ci si muove per Arkham dirigendo il personaggio ed i relativi compagni (potrete reclutare fino a due compagni utili ai fini narrativi ed uno scagnozzo da pagare giornalmente) attraverso un sistema punta e clicca. L’esplorazione risulta funzionale, gli oggetti interattivi vengono evidenziati dopo esser stati puntati e spesso soltanto possedendo determinate abilità potrete intraprendere specifiche azioni.

Una delle caratteristiche più rognose dell’esperienza riguarda la sanità mentale del personaggio. Si tratta di una vera e propria statistica, proprio come la salute, e se si abbassa aumentano le possibilità di contrarre malattie mentali che rischiano persino di portare al game over.

In questo caso entra in gioco il “belief sistem” di cui abbiamo già parlato, che permette di riprendersi psicologicamente dagli orrori a cui assistiamo, portandoci a riguadagnare punti di sanità mentale. Ad esempio, un personaggio Materialista può riprendersi guadagnando soldi o oggetti mentre uno Umanistico compiendo atti generosi.

Stygian screenshot

Tuttavia, le occasioni per sfruttare questo sistema non sono molte e spesso e volentieri il metodo più veloce per riguadagnare sanità mentale sarà sfondarsi di alcool. Un sistema simile riguarda il recupero della salute, ottenibile iniettandosi droga. Queste meccaniche possono portare a sviluppare la dipendenza da una o entrambe le sostanze, con dei malus riscontrabili quando ci si ritrova in astinenza.

Non è tutto: accanto ai Punti Esperienza, utili, ovviamente, ad aumentare di livello, il nostro protagonista accumula punti Angst ogni volta che assiste a un evento particolarmente avvilente. Accumularne abbastanza ci costringe ad accollarci un terribile Perk negativo, rappresentato da un determinato malus permanente.

Se l’esplorazione rischia di incrinare malamente la vostra sanità mentale, i combattimenti potrebbero distruggerla definitivamente. Sappiate infatti che basterà avviare una battaglia con dei nemici utraterreni per perdere punti sanità. Proprio parlando del combat system, il gioco tiene fede alla sua anima da RPG old school puntando su un sistema di combattimento a turni estremamente vintage in cui ci ritroviamo a prendere il controllo anche dei nostri compagni. Il sistema crea una sequenza casuale che viene rimescolata dopo ogni turno e funziona attraverso punti azione spendibili attaccando o posizionandosi sulla difensiva. Dobbiamo riconoscere che il sistema ci è parso macchinoso e poco chiaro, complice anche la totale assenza di qualsivoglia tutorial utile ad accennare quantomeno le meccaniche di gioco, che di conseguenza rimangono nell’ombra fino a quando non sarete voi a scoprirle, spesso e volentieri in maniera casuale. Fortunatamente, il gioco incoraggia la fuga e la maggior parte dei combattimenti sono tranquillamente evitabili.

Le arene in cui si menano le mani sono alquanto circoscritte ed esiste persino un sistema di copertura, anch’esso poco chiaro, che in ogni caso non pare essere un feature indispensabile. Una delle tattiche più consigliate è quella di cercare di colpire i nemici posizionandovi alle spalle, una volta feriti gravemente fuggiranno dandovela vinta.

Stygian screenshot

In definitiva, il combattimento in Stygian è probabilmente uno degli aspetti meno accattivanti del titolo, tuttavia dopo qualche ora di gioco lo avrete metabolizzato abbastanza da non farvelo risultare totalmente indigesto.

Questo ermetismo esplicativo è relativo a diverse meccaniche di gioco: la gestione degli incantesimi, ad esempio, è del tutto celata e abbiamo capito fortuitamente come gestire questo aspetto del combat system. Se a ciò aggiungiamo un sistema di salvataggio non particolarmente brillante, capirete come allo stato attuale delle cose il gioco risulti artificiosamente difficile. Sappiamo che esiste una categoria di presunti hardcore gamer che preferisce un’esperienza di gioco volutamente proibitiva e del tutto priva di aiuti ma siamo certi che un tutorial opzionale non avrebbe fatto del male a nessuno. Meglio avere una scelta in più che una in meno.

La storia vi porterà via una quindicina abbondante di ore e presenta una buona dose di rigiocabilità.

Deformità in 2D

Per quanto concerne il comparto tecnico/artistico c’è poco da recriminare a Stygian: Reign of the Old Ones. La superba ambientazione anni ’20 è resa in maniera deliziosa grazie ad un art design caratterizzato da una cura per i dettagli maniacale. Gli ambienti sono tanto belli quanto suggestivi e anche le semplici animazioni 2D dei personaggi sono rese egregiamente. Lo stile grafico realizzato a mano non fa che incrementare l’atmosfera.

Il comparto sonoro presenta inquietanti arrangiamenti che ben si sposano con il setting lovecraftiano. Segnaliamo che il gioco non è stato localizzato in italiano, il che rappresenterà un ostacolo non da poco per chi non mastica a dovere una delle lingue presenti. La notevole mole di testi, infatti, potrebbe scoraggiare anche chi capisce l’inglese senza conoscerlo fluentemente, anche perché spesso viene utilizzato un linguaggio abbastanza complesso.

Presenti anche diversi bug che, soprattutto nelle fasi finali del gioco, ci hanno costretti un paio di volte a riavviare la partita.

Gli sviluppatori sembrano comunque molto attivi, hanno recepito il feedback iniziale dei giocatori e hanno intenzione di rilasciare delle patch per i problemi principali che il gioco presenta attualmente. Stando a questo comunicato, Cultic Games promette di sistemare i bug, migliorare il sistema di salvataggio, inserire un tutorial e ribilanciare alcuni aspetti generali. Se la parola verrà mantenuta, potete tranquillamente aggiungere mezzo punto al voto di questa recensione.

Stygian screenshot

Concludendo…

Stygian: Reign of the Old Ones è stato un viaggio estremamente coinvolgente, pregno di un’atmosfera magistrale e di un rispetto per le opere di Lovecraft assolutamente apprezzabile. Tuttavia, è lapalissiana la mancanza di rifinitura relativa ad alcuni aspetti, che minano inevitabilmente la godibilità generale dell’esperienza. Sarebbe probabilmente servito qualche mese di sviluppo in più, rimaniamo comunque fiduciosi nella voglia di risolvere le magagne già espressa dal team di sviluppo.

Si tratta certamente del miglior titolo a tema Lovecraft uscito negli ultimi anni: Stygian trasuda atmosfera, arte ed impegno. Pur con i suoi innegabili difetti, è una gemma rara che appassionati di giochi di ruolo vecchia scuola ed amanti delle opere dell’autore americano non possono assolutamente lasciarsi sfuggire.

 

 

 

CI PIACE
  • Personaggi e dialoghi di alta qualità
  • Tantissima libertà nella creazione del protagonista
  • Mondo di gioco ben caratterizzato
  • Sprizza Lovecraft da ogni poro
  • Narrazione affascinante
NON CI PIACE
  • Storia troncata bruscamente
  • Non localizzato in italiano
  • I combattimenti non convincono a pieno
  • L’assenza di tutorial può snervare
Conclusioni

Stygian: Reign of the Old Ones è un RPG caratterizzato da un’atmosfera sublime che saprà catapultarvi egregiamente in un contesto dalle luride tinte lovecraftiane. Sarà pure un viaggio non del tutto completo, ma merita di essere vissuto fino in fondo.

7.8Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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