Il wrestling targato WWE sta affrontando un periodo di grossi scossoni. Solo questa settimana, il campione Universal in carica – Roman Reigns, ha annunciato un ritiro temporaneo dalle scene, per combattere la sua leucemia e, nel frattempo, la federazione di Stamford si prepara a raggiungere l’Arabia Saudita per il PPV Crown Jewel (non senza alcuni malumori interni). Come ogni anno, il connubio Yuke’s e Visual Concepts lancia sul mercato la nuova iterazione videoludica dedicata al wrestling WWE, con WWE 2K19.
WWE 2K19, pubblicato da 2K Sports per piattforme PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows (a questo giro niente versione Switch, considerato il completo disastro dello scorso anno), si presenta come la più completa edizione mai giunta fino ad ora sui nostri schermi: una rinnovata modalità MyCarreer (che sembra – in parte – ispirarsi a quella vista nei vari titoli NBA), il ritorno trionfale della Showcase Mode (che avrà come protagonista il barbuto Daniel Bryan) e la modalità Torri, di cui vi parleremo nel dettaglio più avanti in questo articolo.
Grazie ad un codice review fornitoci da 2K, abbiamo potuto mettere le mani sulla versione Playstation 4 del titolo, giocando a fondo tutte le modalità proposte quest’anno.
Soddisfatti del risultato raggiunto? Ve lo diciamo nella nostra recensione…
YES! YES! YES! YES!
Partiamo col raccontarvi del ritorno – trionfale – della Showcase Mode, modalità che, negli anni precedenti, proponeva in forma giocabile, rivalità o spezzoni di carriera di alcune tra le superstar più famose. Quest’anno, i ragazzi di 2K si sono voluti concentrare su l’amatissimo personaggio di Daniel Bryan che, solo quest’anno, è tornato a combattere dopo il grave infortunio che lo ha tenuto lontano dal ring per quasi tre anni.
La modalità Showcase di quest’anno si propone in maniera piuttosto classica: lo stesso Daniel Bryan ci racconterà la sua carriera in WWE, dai primissimi albori – quando lo stesso lottava con il ring name di Bryan Danielson. Partiremo infatti dal suo vero, primo, debutto in WWE – nello show secondario Velocity – quando Bryan si apprestava ad affrontare un giovanissimo John Cena, fresco di debutto nel main roster.
La modalità Showcase di Daniel Bryan scorre via abbastanza piacevolmente, anche grazie agli intermezzi video dove sarà possibile scoprire alcune chicche sulla carriera del leader dello Yes Movement. Come sempre, tutti i vari match della Showcase offrono un’impostazione piuttosto simile a quella già vista nelle passate edizioni: durante lo svolgimento dei match, con una finestrella in alto a sinistra, ci verranno forniti degli obiettivi secondari da completare, che possono andare dal più specifico “metti l’avversario alle corde” al più generico “vinci per schienamento e/o sottomissione”.
Modalità senza particolari novità rispetto a quanto visto gli anni scorsi, ma abbiamo sicuramente apprezzato la dedizione del team nel raccontare gli albori in WWE di una tra le superstar più apprezzate degli ultimi anni.
My time is now!
La modalità MyCarreer di quest’anno cerca di proporre qualcosa di diverso rispetto a quanto visto nelle passate edizioni. A partire dalla creazione del personaggio, che ci consentirà fin da subito di selezionare uno stile di combattimento per il nostro wrestler – che sia tecnico alla Kurt Angle o un “powerhouse” alla Brock Lesnar – che andrà sicuramente a influire sul parco mosse disponibile. Ultimate le personalizzazioni estetiche (inizialmente molto limitate) affronteremo la carriera della nostra superstar a partire dal circuito indipendente. Il nostro obiettivo, ovviamente, sarà quello di ottenere un contratto con NXT per poi proseguire naturalmente nel roster principale. Oltre a vantare dialoghi interamente doppiati dai wrestler WWE, la MyCarreer di WWE 2K19 presenta una storia completamente originale, in cui affronteremo match e rivalità in maniera molto simile a quanto visto con la modalità Showcase.
In realtà la storia si svolge in modo eccessivamente lineare e, in questo caso, i bivi narrativi sono davvero risicati. A convincere è, invece, la progressione del personaggio, quest’anno affidata ad un albero delle abilità (e non più alla modifica degli attributi tramite VC Coins, come lo scorso anno) dove, guadagnando specifiche monete, potremo acquistare veri e propri perk atti ad aumentare le nostre statistiche. Tramite l’HUB centrale potremo inoltre chiacchierare con gli altri lottatori (organizzando risse secondarie negli spogliatoi), ascoltare podcast, leggere messaggi e personalizzare il nostro alter ego digitale – in maniera molto simile al grande classico PS2 – Here Comes the Pain.
La presenza di una storia originale, dialoghi doppiati ed un buon sistema di progressione del personaggio sono sicuramente punti a favore di questa rinnovata MyCarreer che, come già detto, in realtà si è presentata in una maniera eccessivamente lineare, lasciando poco spazio a bivi narrativi o a scelte morali del giocatore. Detto questo, i giocatori più navigati troveranno divertenti le storie e rivalità proposte (la sola possibilità di finire all’Hardy’s Compound vale da sola il prezzo del biglietto) e “spolperanno” a dovere questa modalità.
La scalata alla gloria
Andando a parlare delle altre modalità, la vera novità proposta dai ragazzi di Yuke’s e Visual Concepts è sicuramente le Torri, in cui i giocatori possono scegliere tra personaggi del roster WWE o il proprio My Player della carriera, per sfidare una serie di avversari (aspettati di combattere contro avversari provenienti da ogni roster, comprese le leggende del passato). Ogni Torre in WWE 2K19 ha il suo tema esclusivo e presenta una lunga lista di superstar da sconfiggere, in incontri dalle condizioni di vittoria più variegate. La modalità Torri può essere affrontata in due modi differenti: nella Torre Gauntlet, ad esempio, i giocatori devono completare una serie di match in un’unica sessione, visto che uscire ci farà perdere tutti i progressi, mentre nella Torre Gradini i giocatori scalano la Torre un match alla volta, avanzando con tempistiche assolutamente più “rilassate”.
Oltre alla Torre Leggende, dove rivivremo momenti storici delle varie leggende WWE presenti in WWE 2K19, troveremo anche la Torre da un milione di dollari di AJ Styles (l’attuale campione WWE in carica), una Torre a tema dall’elevato grado di difficoltà dove – inoltre – non ci verrà rigenerata la salute tra un incontro ed un altro.
Non mancherà la solita WWE Universe, praticamente identica agli scorsi anni, dove potremo gestire la nostra federazione, schedulando eventi, gestendo rivalità e titoli – settimana per settimana. La Road to Glory, infine, completa il pacchetto modalità, andando ad occupare il vuoto lasciato dall’online. Ricompense, fazioni e incontri contro altri giocatori ci terranno occupati a lungo anche se, purtroppo, non abbiamo fatto a meno di notare la solita pesantezza nel netcode che sfocia in alcuni incontri dall’alto tasso di lag.
Sul fronte gameplay WWE 2K19 non presenta particolari novità. La volontà del team di rendere lo stile di gioco ragionato e “simulativo”, tuttavia, sfocia in una eccessiva lentezza dei match, molto più tecnici rispetto alle passate edizioni ma non per questo più divertenti. Lo schema dei comandi è rimasto invariato rispetto agli scorsi capitoli – così come la gestione delle prese e dei contrattacchi (disponibili in numero limitato e ricaricabili nel corso del match), ma la vera novità è rappresentata dalla meccanica di Payback, vere e proprie abilità attivabili – una volta cariche – all’interno del match, in grado di fornirci bonus temporanei al nostro atleta. Alcuni Payback, per esempio, ci permetteranno di accumulare una finisher istantaneamente, mentre altri ci consentiranno di effettuare una sequenza di comeback, ecc. Il sistema di Payback funziona molto bene e riesce, in qualche modo, a spezzare la monotonia dei match, oltre che a permettere al giocatore (o all’avversario) di ribaltare le sorti di un intero match, se sfruttato bene.
Pochi passi avanti anche sul fronte tecnico. Mentre il sistema di illuminazione risulta in parte più curato rispetto alle passate edizioni, lo stesso non si può dire sui vari modelli poligonali degli atleti, troppo altalenanti – qualitativamente parlando (atleti come Randy Orton, ad esempio, presentano modelli addirittura inferiori allo scorso anno).
Sul fronte sonoro molto buona, come sempre, la soundtrack proposta e apprezzabili i miglioramenti alla telecronaca, rigorosamente in lingua originale.
Concludendo…
WWE 2K19 è un capitolo un po’ anomalo. Tanti sono i passi avanti compiuti sul fronte contenutistico – a partire dal ritorno della Showcase, passando per le diverse novità alla Carriera – ma molti sono i passi indietro o meglio i “non passi” compiuti dal gioco. WWE 2K19, infatti, sul fronte meccaniche di gameplay non presenta novità di rilievo rispetto alle passate edizioni: lo stile di gioco lento e ragionato meriterebbe un cambio di direzione più accentuato, così come il comparto tecnico, a volte eccessivamente arretrato (nelle cutscene della Carriera abbiamo assistito a spettacoli piuttosto indegni, graficamente parlando). Nonostante tutti i suoi macro difetti, WWE 2K19 risulta un titolo godibile, ricco di modalità e con un roster di personaggi incredibile (anche se ci risulta ancora incomprensibile l’esclusione di Tommaso Ciampa), che farà la gioia di tutti i fan del wrestling targato World Wrestling Entertainment.