Se siete in possesso di un PlayStation VR è possibile che abbiate provato The Playroom VR, raccolta contenente vari minigiochi tra i quali spicca senza ombra di dubbio Robot Rescue, un brevissimo ma divertente platform con protagonisti i buffi robottini che Sony ha deciso di usare per presentare le nuove tecnologie di PS4, sin al lancio della console. Che quella breve demo avesse del potenziale era palese, tanto che i ragazzi di Japan Studio si sono presi la briga di creare un titolo stand alone basato su di essa, ASTRO BOT Rescue Mission. Dopo aver provato a fondo il gioco siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo di questo colorato platform in esclusiva PlayStation VR, ecco a voi le nostre considerazioni!
La carica dei 160
La premessa narrativa di ASTRO BOT Rescue Mission è semplice ma efficace: in seguito ad un attacco alieno l’astronave dei simpatici robottini protagonisti viene distrutta, di conseguenza tutti i membri dell’equipaggio vengono sbalzati via disperdendosi in giro per la galassia. Tutti, eccezion fatta per Astro, colui che vestendo i panni dell’eroe con tanto di mantello deciderà di andare a salvare i suoi sfortunati compagni.
A questo punto comincia l’avventura, il giocatore controlla un enorme robot fluttuante col compito di guidare il piccolo Astro attraverso i vari livelli. Da una prospettiva, generalmente, rialzata avremo una panoramica in prima persona su ciò che ci circonda e potremo dirigere il protagonista vedendolo in terza persona. Nonostante una struttura platform piuttosto canonica, ASTRO BOT Rescue Mission riesce a divertire grazie ad un level design soddisfacente, variegato e soprattutto estremamente plasmato dalle potenzialità della realtà virtuale. Si salta di piattaforma in piattaforma, si risolvono semplici puzzle ambientali e si fa a botte con i tanti nemici presenti in ogni quadro, attraverso un sistema d’attacco molto classico, basato sulla pressione di appena due tasti, uno per colpire e uno per saltare. Non dobbiamo comunque dimenticarci che siamo nel bel mezzo di un’operazione di salvataggio, per salvare i 160 robottini dispersi dovremo letteralmente guardarci intorno, aiutandoci captando le grida d’aiuto dei malcapitati in modo da scovarli più facilmente. Una volta individuata la posizione non dovremo far altro che raggiungerli e, con una sonora pedata sul fondoschiena, spedirli in una specie di navetta di salvataggio, rappresentata virtualmente dal nostro fidato controller. L’utilità del controller non si limita a questa funzione infatti, sparsi per i vari livelli, sono presenti dei forzieri contenenti gadget speciali che, una volta sbloccati, verranno aggiunti alla rappresentazione in game del Dualshock e saranno utilizzabili tramite touchpad. I gadget si rivelano utili in varie fasi di gioco, dall’esplorazione al combattimento, questi utili aggeggi avranno varie forme e funzioni, si passera da ganci con corda utili ad esempio a rimuovere ostacoli o a creare ponti per Astro fino a shuriken utilizzabili per premere pulsanti o per creare nuove piattaforme da scalare.
In un platform che si rispetti possono mancare le boss fight? Certo che no! Prima di affrontarle, però, dovremo aver salvato un numero ben preciso di robottini e solo successivamente potremo goderci le epiche battaglie orchestrate dal team di sviluppo. Non si tratta di scontri particolarmente complessi e fondamentalmente dovremo capire i limitati pattern dei nemici e attendere il nostro turno per colpire, niente di rivoluzionario ma comunque dannatamente divertente, grazie alla spettacolare messa in scena del duello e al gameplay semplice ma collaudato.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che stiamo parlando di un platform ben realizzato ma che ruolo gioca la realtà virtuale in ASTRO BOT Rescue Mission? Innanzitutto, trovarsi all’interno del gioco, con l’intero livello costruito intorno a sé è un’esperienza coinvolgente ed immersiva che vale da sola il prezzo del biglietto ma, come se non bastasse, gli sviluppatori hanno avuto delle trovate geniali per far sentire il giocatore parte attiva di un mondo vivo. Basti pensare che per scovare i robottini dovremo realmente guardarci intorno ma non finisce qui, dovremo dare testate per aprirci dei varchi o schivare con la testa degli attacchi nemici diretti verso di noi. Le potenzialità della realtà virtuale entrano perfettamente in simbiosi con le funzionalità che gli sviluppatori hanno intelligentemente deciso di affidare al controller di gioco ed è proprio questa accoppiata interattiva ad elevare ASTRO BOT Rescue Mission a platform incredibilmente divertente e ben riuscito, un titolo che tutti gli amanti del genere dovrebbero provare in quanto setta nuovi standard nel mondo dei platform.
Little Big Planets
Non è facile trovare difetti in questo gioco, se proprio volessimo essere puntigliosi potremmo criticare il livello di difficoltà, tarato vero il basso, della campagna principale in cui capiterà spesso di lasciarci le penne senza subirne più di tanto le conseguenze, a causa dell’assenza di un vero e proprio game over e dell’eccessiva frequenza dei checkpoint. Siamo comunque certi che l’intenzione degli sviluppatori era quella di creare un gioco divertente e leggero che potesse coinvolgere più giocatori possibile e possiamo affermare con certezza che la missione è stata compiuta . Comunque, completare al 100% ASTRO BOT Rescue Mission, trovando tutti robottini dispersi risulterà essere un’esperienza abbastanza gratificante. La longevità non è esattamente il punto di forza della campagna principale del gioco, per portare a termine l’avventura basteranno 5-6 ore suddivise in 26 livelli, ripartiti a loro volta in 5 pianeti. Una durata non altissima ma che non ci sentiamo di condannare più di tanto, visto che i titoli in VR si prestano sessioni di gioco non particolarmente lunghe e che già un’ora continua con il caschetto addosso può risultare “stancante”. La longevità aumenta leggermente se si cerca di recuperare tutti i robottini dispersi e i camaleonti. Questi ultimi sono degli animaletti nascosti di livello in livello che una volta scovati sbloccano un livello sfida, le sfide sono una controparte dei livelli originali, di conseguenza anch’esse sono 26 e propongono le medesime ambientazioni da portare a termine attenendosi a delle condizioni ben precise.
Non mancano le classiche monete da raccogliere strada facendo che saranno spendibili nella nostra astronave per attivare un minigioco con cui pescare vari elementi e dar vita a scenari personalizzati da ammirare in tutta tranquillità, una feature superflua ma comunque apprezzabile.
Tutta questa qualità trova nel comparto tecnico/artistico una deliziosa ciliegina sulla torta. ASTRO BOT Rescue Mission è una dei titoli più gradevoli a livello visivo disponibili per PlayStation VR. Graficamente il gioco risulta pulito, ben definito, colorato e presenta sorprendenti effetti di luce, una riproduzione dell’acqua che forse non ha eguali nel panorama della realtà virtuale e livelli vivi e dinamici, seppur grazie a spettacolari script. Il tutto è esaltato da un comparto artistico di prim’ordine che valorizza le splendide ed estremamente diversificate ambientazioni, bellissime da vedere e da esplorare che vi faranno passare da scenari sommersi alle cime di altissimi alberi, passando per oscure grotte e selvagge giungle. Il comparto audio, oltre a mettersi al servizio del gameplay in quanto fondamentale per capire dove trovare i robottini in pericolo, presenta dei buoni suoni ambientali e delle musiche adorabili, anche se un po’ ridondanti.
Concludendo…
ASTRO BOT Rescue Mission è un videogioco sorprendente e unico. Non ci saremmo aspettati un platform così curato e divertente in esclusiva per PlayStation VR. Japan Studio ha arricchito la ludoteca del visore di casa Sony con un titolo di pregevolissima fattura che si prende di diritto il trono di miglior platform in esclusiva PlayStation 4. Pesca a piene mani dal genere d’appartenenza e dona nuova linfa al tutto proponendo un gameplay coinvolgente e curato che sfrutta le potenzialità offerte dalle periferiche di riferimento e un comparto tecnico/artistico meraviglioso. Questo gioco è un acquisto imprescindibile per chiunque possegga PlayStation VR, oltre a rappresentare la prima vera e propria killer application di questa piattaforma.