Immortal: Unchained è un gioco appena uscito su PC (tramite Steam) e console che ambisce a diventare un “Dark Souls with guns”. Sviluppato dalla Toadman Interactive, uno studio indipendente con sede in Stoccolma fondato nel 2013, già co-autori del primo Warhammer Vermintide e del buon BloodSport.TV, Immortal: Unchained ha senza dubbio catturato la nostra attenzione.

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This is the End Of Times…

La storia del gioco è abbastanza intricata e ci viene scagliata addosso durante le fasi iniziali di una nuova a partita, poco dopo la creazione del personaggio (immancabile per un “hardcore RPG” come questo). Sarà possibile, come di consueto, personalizzare sesso e aspetto dell’eroe, così come la classe a cui appartiene tra le sei disponibili: ad ognuna corrisponde un set preimpostato dei parametri di base ed un armamentario dedicato.
Terminata questa fase si viene così a conoscenza che una terribile profezia si è avverata: il sole sta morendo. Dall’Abisso i morti risorgono e la guerra è alle porte dei nove pianeti! Immense bestie terrificanti si ergono e devastano tutto: l’esistenza della vista stessa è in pericolo. E’ compito del protagonista, “l’arma vivente”, un oscuro guerriero leggendario rinchiuso da tempo immemore in una prigione incredibile, impedire che questo avvenga, riattivando un antico manufatto.

Scatenato!

Non appena si inizia una nuova partita ci si ritrova – tramite una visuale in terza persona, con telecamera situata alle spalle del protagonista tipica dello stile dei giochi “Soul” – in un mondo di gioco tetro, dai forti tratti fantascientifici. Tutti i personaggi sono rappresentati in gran parte da esseri meccanici di qualche tipo, mentre i livelli includono ambientazioni quali oscuri pianeti agonizzanti e tetri labirinti sotterranei.
Inutile dire che il compito principale del nostro anti-eroe sarà di farsi strada con la violenza. I combattimenti, che come anticipato nella premessa sono incentrati sull’uso di armi da fuoco, richiedono molto estro e sono impietosi: pochi colpi presi in pieno dal più stupido seguace causeranno il fatidico Game Over (e credeteci, lo vedrete spesso).
Per i fan più accaniti dei Dark Souls ogni cosa, in Immortal: Unchained, sembrerà familiare: una volta capito quali sono i sinonimi del caso tutto torna. Le Anime, che in DS rappresentano la moneta di scambio, qui si chiamano Bits, mentre i punti di salvataggio sono gli Obelischi invece che Bonfire, e così via. Allo stesso modo si affrontano labirintici livelli (senza l’ausilio di alcuna mappa, ci mancherebbe) ed ardui combattimenti, cercando nel contempo di potenziare personaggio ed arsenale. Di quando in quando si affronta il boss di turno, ovviamente enorme e difficilissimo, che di solito regala molti biglietti di sola andata al cimitero. Ripetete il tutto per qualche centinaio di volte ed avete una vaga idea dell’esperienza di gioco offerta.

L’arsenale a disposizione non è granché fantasioso: le armi primarie includono fucili, mitragliatori, lancia granate, etc. mentre tra le secondarie ci sono le classiche pistole e piccole mitragliette. Non mancano una serie di armi bianche che sono però da utilizzare con moderazione.
Ogni arma possiede un attacco secondario che utilizza energia (l’equivalente in DS del mana), che viene chiamato “power shot” il cui effetto varia a seconda dei casi. Alcuni di questi emettono fuoco per incediare i nemici, altri un raggio blu che li congela, altri ancora dei colpi poderosi.
Gli antagonisti come anticipato prima sono incentrati sul tema meccanico-fantascientifico, molti di questi sono infatti robot di qualche tipo, mentre tra i boss c’è un po’ più varietà. Questi ultimi, come tradizione dei giochi “Souls-like”, vengono depotenziati e riciclati come avversari standard dopo averli sconfitti.

Ogni nemico nel gioco possiede un punto debole, rappresentato da una zona arancione lampeggiante di dimensioni variabili. Sparandovi contro si potrà produrre un danno molto più massiccio rispetto a quello standard, ed è proprio qui che salta fuori una delle grane più grosse che attanaglia Immortal: Unchained.
Come potete immaginare infatti il tallone di Achille dei nostri avversari non sarà facilmente visibile da lontano, e sarà quindi necessario da parte del giocatore avvicinarsi, schivare i loro attacchi e quindi colpirlo mentre sono distratti. Questo fatto da solo suscita un terribile dubbio: perché la scelta di incentrare il gioco sulle armi a lungo raggio quando si è comunque costretti ad avvicinarsi per colpire queste vulnerabilità? Inoltre quando ci sono più di 2 entità avversarie sul campo è praticamente impossibile sfruttarle e si finisce per mirare a zone più generiche come corpo e testa. In questo modo alla fine giocare risulta ripetitivo e tedioso, perché queste meccaniche purtroppo non cambiano, neanche proseguendo nella storia.

Comparto Tecnico

Guardare Immortal: Unchained è generalmente un piacere. I personaggi sono molto curati, ben rifiniti ed animati a dovere. Abbiamo notato alcune incertezze su alcuni modelli dove le parti del corpo si sovrappongono durante le animazioni – niente di grave o troppo vistoso, ma un po’ fastidioso. Gli ambienti sono un po’ scarni e terribilmente monotoni, e per questo motivo è anche facile perdervisi.
La colonna sonora ambient molto tetra crea la giusta atmosfera e rimane in sottofondo senza essere mai fastidiosa, mentre gli effetti sonori sono discreti e nulla di più. Il parlato dei dialoghi è di buon livello, anche se, ovviamente, è solo in inglese. Infine facciamo presente che è possibile giocare con mouse e tastiera oppure con un controller, anche se abbiamo trovato quest’ultima opzione poco praticabile dato che mirare è davvero scoraggiante.

Concludendo

Immortal: Unchained è in definitiva un titolo contraddittorio e poco rifinito. Come abbiamo spiegato durante la recensione la scelta di creare un Souls-like con le armi da fuoco confligge con le meccaniche stessa della tipologia.
La IA dei nemici rappresenta un’altra grossa mancanza. Sostanzialmente si suddivide in 4 categorie: i nemici melee che semplicemente cercano di raggiungere il giocatore per attaccarlo, poi ci sono i nemici con armi da fuoco che curiosamente cercano comunque di avvicinarsi sparando di quando in quando, ed i nemici con armi da fuoco che però non si avvicinano e cercano di attaccare da lontano coprendosi dietro a muri ed oggetti. Infine ci sono quelli che si teletrasportano, di solito direttamente alle spalle del protagonista per colpirlo a tradimento. In generale si comportano come dei veri idioti, e spesso capita anche di vederli uccidersi da soli con delle granate che vengono lanciate contro solidi muri o parti del paesaggio. A tutto questo aggiungete che basta allontanarsi leggermente da una zona per tornarvi e ritrovare tutti gli avversari che avete appena faticosamente massacrato – davvero frustrante.
Come ulteriore dimostrazione della poca cura riposta in questo gioco parliamo dell’interazione con gli ambienti. Anzi c’è poco da dire perché è praticamente inesistente: si può a malapena rompere qualche piccola barriera che impedisce l’avanzata e non è possibile arrampicarsi neanche su ostacoli alti 30 cm. In definitiva, forse, era più saggio lasciare le catene al loro posto!

CI PIACE
  • Grafica accattivante
  • Boss unici e ben realizzati
NON CI PIACE
  • IA da migliorare
  • Combattimenti ripetitivi
  • Difficilissimo, ma non appagante
  • Level design mediocre
Conclusioni
Immortal:Unchained è un titolo con una visione offuscata. Offre un’esperienza souls-like con armi da fuoco a cui però manca la profondità delle meccaniche di combattimento dell’originale, lasciando solamente un guscio vuoto difficilissimo dalla grafica discreta, ma molto ripetitivo. Consigliato solo ai fan più masochisti della tipologia.
6.2Cyberludus.com
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Gabriele o “Gabe” per gli amici, è un informatico di professione ed inguaribile videogiocatore. Cresciuto a colpi di Commodore 64 ed Amiga è papà di due bellissimi bimbi che ormai gli rubano quasi tutto il tempo. La sua passione sono l’informatica, il cinema, la musica ed un giorno spera di finire e vedere pubblicato il suo primo videogame … quando trova il tempo!

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