Naruto e la maledizione degli OAV
Come spesso succede per opere del genere, dopo anni di avventure cartacee e combattimenti televisivi, anche Naruto ha infine trovato la sua (spettacolare) conclusione. Il ninja più famoso dell’ultimo decennio è stato anche protagonista di ottime trasposizioni videoludiche, grazie alla passione e all’impegno del team Cyberconnect2: la saga Ultimate Ninja Storm ci ha regalato infatti la bellezza di sei giochi, che nel corso degli anni hanno saputo racchiudere al meglio le avventure di Naruto Uzumaki, oltre a dettare nuovi standard per i tie-in. Era circa un anno fa che Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 4 usciva nei negozi e concludeva alla grande l’epopea del ninja biondo, in un tripudio di stile e spettacolarità che, per l’ennesima volta, riusciva a dimostrarsi superiore all’anime e, soprattutto, riusciva a fare scuola ad altri esponenti del genere come One Piece e Dragon Ball, che a dispetto delle glorie passate nulla hanno potuto contro la qualità immaginifica e solida dei giochi di Cyberconnect2.
Eppure, come spesso succede per opere del genere#2, anche Naruto non ha saputo fare i conti con il ritiro definitivo e il buon Masashi Kishimoto ha deciso di proseguire le vicende attraverso la nuova generazione di ninja, capitanati dall’erede del protagonista, Boruto Uzumaki. Attraverso alcuni nuovi capitoli e soprattutto un OAV (un episodio di un anime dalla lunghezza cinematografica, per farla breve), Boruto ha cominciato non senza qualche difficoltà le nuove avventure della saga. Proprio l’OAV in questione (Boruto: Naruto the Movie) funge da base per il dlc Road to Boruto, e se avete un minimo di esperienza con gli OAV, sapete che tutti i bei ricordi legati all’opera originale rischiano di essere immancabilmente rovinati da quei 100 minuti di visione.
Road to Boruto
Dieci anni dopo la conclusione della quarta grande guerra dei ninja, la pace regna sovrana in tutte le nazioni. Naruto Uzumaki, diventato settimo Hokage, affronta il suo lavoro a tempo pieno, andando però a trascurare il suo ruolo di padre. Questo ha creato dell’astio nel piccolo Boruto, costantemente in cerca di attenzioni da parte del genitore. Intanto, il solitario Sasuke Uchiha ruba una pergamena misteriosa dalle mani di alcuni misteriosi individui, e torna ad avvertire il suo vecchio rivale Naruto su come ci sia qualcosa di grosso e pericoloso in ballo. In tutto ciò Boruto si prepara all’esame da chunin, e vede l’opportunità di stupire suo padre grazie agli insegnamenti di Sasuke, che diventa momentaneamente il suo maestro. Gli OAV, purtroppo, hanno sempre avuto un grosso problema di fondo: la mancanza di tempo.
Se quel centinaio di minuti inizialmente promette grandi cose, diventa chiaro dopo un po’ che la struttura episodica che ha caratterizzato da sempre l’opera si rivela invece il modo migliore di sviluppare una storia. Gli OAV difficilmente sono organici con la produzione episodica, motivo per cui la maggior parte delle volte racchiudono archi narrativi a parte che nascono, raggiungono un climax e finiscono in un dosaggio di tempo che semplicemente non è abbastanza per generare una storia di qualità. Road to Boruto non fa eccezione e presenta anche il problema di mettere troppa carne al fuoco, che a fine avventura risulta sprecata. Perché mi sto soffermando così tanto sulla natura OAV della storia del DLC? Perché essa influisce direttamente sulla qualità del prodotto stesso.
Pad alla mano, l’esperienza di Boruto si presenta come una modalità unica, che mischia lo stile narrativo classico della saga con la modalità avventura che si sbloccava alla fine di Ultimate Ninja Storm 4. Questo significa che avremo modo di esplorare il villaggio della foglia e dintorni in cerca di oggetti e missioni secondarie, ma che avremo anche un filone principale composto da una decina di eventi. Queste missioni primarie percorrono tutta la trama del film e ci fanno rivivere i momenti che caratterizzano la pellicola, tra cui l’ottimo scontro iniziale fra Sasuke e Kinshiki, le bizzarre prove chunin di Boruto e l’immancabile e pirotecnico scontro finale. Rispetto al gioco principale, purtroppo gli scontri di Road to Boruto soffrono la natura OAV e spesso risultano fin troppo forzati, anche in virtù del fatto che il DLC tenta in tutti i modi di prolungare l’esperienza trasposta.
Ciò stona con il gioco di base e i capitoli passati, che hanno avuto invece l’accortezza di riassumere e sintetizzare al meglio gli eventi dell’anime, regalandoci esperienze che risultavano più asciutte e sicuramente meno pesanti. Per chi come me adora questi giochi per i combattimenti speciali, sappiate che a questo giro ce ne sono due: uno è il già citato scontro nei panni di Sasuke, che però soffre il fatto di fungere da tutorial, mentre l’altro è ovviamente il combattimento finale con Momoshiki, che invece si rivela ottimo dall’inizio alla fine, ricco di momenti over the top e situazioni visive spettacolari.
Finita la breve modalità principale (in un’ora riuscirete a farla tranquillamente), avrete a disposizione le missioni secondarie, che purtroppo non si rivelano nulla di particolare e anzi spesso risultano ripetitive con gli incarichi proposti. Il roster dei personaggi viene arricchito di sette lottatori, di cui però a conti fatti solo Mitsuki risulta quello nuovo, visto che gli altri si rivelano varianti di personaggi già presenti nel gioco di base e nei suoi DLC. Dal punto di vista tecnico Road to Boruto si rivela stranamente carente quando si tratta di esplorare il villaggio, per via di texture piuttosto blande, un framerate ballerino e dei caricamenti abbastanza irritanti. Discorso del tutto inverso invece quando si parla dei combattimenti principali e delle sequenze video, realizzati magistralmente grazie all’enorme quantità di dettagli, stile ed esplosioni che su schermo si presentano fluidi e solidi.
Concludendo…
Road to Boruto è un DLC tutt’altro che perfetto e fatica a sostenere lo standard di qualità del prodotto principale. La storia è breve e presenta pochi momenti davvero interessanti, così come le attività secondarie poco ispirate e il set di nuovi personaggi non poi così nuovi. Cyberconnect2 ha saputo fare miracoli in passato, ma questa volta il team non ha potuto fare più di tanto, nonostante l’impianto di gameplay scelto per Road to Boruto si possa rivelare adeguato in futuro, visto che il giovane ninja sarà presto protagonista di un anime tutto suo, da cui, sono sicuro, verrà tratto l’immancabile porting videoludico. Se siete fan sfegatati dell’opera originale, Road to Boruto si presenta come un ottimo acquisto; se invece la saga videoludica vi piace unicamente per gli scontri spettacolari e la resa tecnica, allora è consigliabile aspettare un eventuale sconto del DLC.