Cerchiamo di capire perché EA Sports ha smesso di credere in Fifa Street, un titolo che potrebbe vendere milioni di copie
Electronic Arts e Konami sono, dall’ormai lontano 1997, le uniche due software house a contendersi il trofeo della miglior simulazione di calcio in ambito videoludico. A fasi alterne, Pro Evolution Soccer e Fifa non hanno conosciuto che successi, riuscendo a vendere, anno dopo anno, milioni di copie. Ma EA Sports sembra aver dimenticato di possedere un tesoro che attende soltanto di essere ripescato dal fondo degli oceani: Fifa Street.
In queste prime infuocate notti d’estate, illuminati dalla luna, bagnati dalle onde del mare, sporchi di sabbia, eravamo intenti a fissare un pallone abbandonato, lasciato solo soletto accanto ad un muretto ricoperto di murales. L’immaginazione ha fatto il resto: i fari delle auto che puntavano sulla spiaggia (ad illuminare il “campo”), la folla che riempiva lidi e lungomare, la musica che infiammava la notte e quel pallone… Ah, quel pallone! I primi palleggi per riscaldarsi, i primi trick, il primo pallone che vola in acqua facendo fare un bagno ad un paio di ragazze che, passando da quelle parti, nemmeno ci avevano notato. Lo speaker richiama l’attenzione, la folla incita, tutti pronti ad un cinque contro cinque senza regole, determinati a umiliare l’avversario, tunnel dopo tunnel, rovesciata dopo rovesciata e… Fine. Sul più bello, veniamo distratti dal proprietario del lido: “Che diavolo ci fate qui?“, e via, si scappa! Di ritorno verso casa ci siamo chiesti: “Perché? Perché EA ha smesso di credere in un progetto del genere?“.
La serie di Fifa Street inizia ben undici anni fa (2005), giungendo fino al terzo capitolo senza mai convincere del tutto. Nel 2012 EA Sports decide che è tempo di fare sul serio (quantomeno, queste erano le intenzioni), annunciando il reboot. Lo stile grafico esageratamente “cartoon” dei primi tre capitoli viene abbandonato, in favore di una grafica realistica: il comparto delle animazioni è ora gestito dallo stesso motore grafico del fratello maggiore (Fifa 12). Vengono inserite ben 120 squadre, tutte licenziate, e ben 35 location, ambientate in varie parti del mondo. La varietà è garantita anche dalla diversità dei campi di gioco: erbetta sintetica, parquet, asfalto, piazze, ponti (fantastica Venezia!), campetti in sintetico, parquet e asfalto. Ci sono anche tre diverse tipologie di porta (standard da calcio a 5, bassa e mini). Testimonial del gioco è Lionel Messi, e ogni squadra, nazionali incluse, può contare su 10 giocatori tra i quali scegliere i titolari.
Le modalità di gioco presenti garantiscono una notevole varietà: 5 contro 5, Re del tunnel, Calcio a 5, Ultimo rimasto (dove chi segna esce dal campo) e, per finire, la possibilità di partecipare ad una partita con impostazioni personalizzate. Il motore grafico di Fifa 12 ha permesso a questo reboot di eliminare le esagerate (e poco curate) animazioni dei primi tre episodi rendendo il tutto più serio, mentre un elevato numero di tricks (oltre 50) ha garantito tanto divertimento.
Cosa è andato storto?
Street soccer, ambientazioni meravigliose, modalità varie e ben studiate, colonna sonora da urlo (come da tradizione EA Sports). Cosa diavolo è andato storto? Pensiamo di poterlo spiegare in due punti essenziali. Il primo problema è relativo alla gestione della collisione tra poligoni: nonostante il sistema di controllo permetta svariate possibilità di tenere palla, passarla e tirarla, si avverte una certa “legnosità” nei comandi quando si tratta di lottare per rubarla all’avversario e, in particolare, nel gestire la sfera in prossimità dei limiti del campo. Anche se di rado, è capitato inoltre che il pallone si incastrasse alle spalle delle recinzioni, risultando irrecuperabile e costringendoci a riavviare la partita. Un sistema di controllo più fluido (e qualche bug in meno) avrebbero fatto apprezzare molto di più le meccaniche di gioco ideate da EA Sports. Molte persone, però, scoraggiate da questi problemi, hanno deciso di non acquistare il titolo (o di abbandonarlo dopo pochi mesi).
L’altro aspetto per il quale, a nostro modo di vedere, il gioco non ha sfondato è relativo ad un’assurda limitazione che riguarda il comparto online del titolo. Detto che sulla velocità del matchmaking e la stabilità della connessione c’è poco da lamentarsi (a patto di avere una linea decente, ricordatelo sempre prima di lanciare accuse verso EA e i suoi server), il vero “autogol” di EA Sports consiste nell’aver costretto i giocatori ad utilizzare una sola ed unica squadra. Di che squadra si tratta? Di quella “personalizzata”. La cosa funzionava in questo modo: si poteva avere a disposizione una sola squadra creata da zero (fantastico l’editor, che permetteva di creare il logo e di scegliere tra una marea di magliette, pantaloncini e accessori). Questa poteva essere composta da calciatori creati attraverso l’editor e da quelli reali. I giocatori “veri” come Messi, Ibrahimovic e tanti altri, era possibile aggiungerli in rosa soltanto se, almeno una volta, riuscivate a batterli in un match contro la CPU, durante lo svolgimento del torneo. Il problema era che la rosa personalizzata era limitata a 10 elementi, quindi, volendo aggiungere un campione reale all’interno del proprio club, era obbligatorio fargli spazio eliminando uno degli atleti già presenti (personalizzato o reale che fosse). Il giocatore eliminato dalla rosa, per fare spazio al nuovo campione, veniva cancellato per sempre. EA Sports non è mai tornata sui suoi passi, e la squadra personalizzata è rimasta l’unica utilizzabile nei match online. Una follia, considerando i soldi spesi per acquisire le licenze di tutti i club e le nazionali inserite nel gioco.
Perché crederci ancora?
Vedi una lattina per strada e pensi di colpirla (magari di tacco). Vedi un paio di zaini a terra e la tua immaginazione gli costruisce intorno porta, curva e l’intero stadio pronto a gioire per un tuo gol. Se Fifa e PES sono il calcio in smoking, Fifa Street è l’anima ribelle, è il fuoco che arde dentro ognuno di noi quando sentiamo di dover far gol, a prescindere dal fatto che tra i piedi abbiamo un pallone o una pallina di carta. Non è possibile che un titolo del genere, basato su tricks da infarto e ambientato sui campi di calcetto di tutto il globo, possa fallire, a meno che EA Sports non decida nuovamente di farsi autogol. E allora credici, maledetta Electronic Arts. Non ci lasciare così, seduti sul ciglio della strada a fissare quella lattina che non diventerà un pallone, a guardare quel campetto che non si riempirà di una manciata di sognatori pronti a tutto pur di fare gol.
Basterebbe poco, davvero. Il motore grafico è pronto (tra qualche mese Fifa 17 uscirà sugli scaffali mosso dal Frostbite). Maggior cura nelle animazioni, nella collisione tra giocatori e campo di gioco, supporto totale all’online (senza ridicole limitazioni) e magari uno store in-game (niente soldi reali, però!) dove acquistare centinaia di accessori, magliette, pantaloncini. Dateci decine e decine di campi, di palloni, magari da sbloccare poco a poco procedendo nella carriera (in multi, online o locale che sia). Le squadre, come il motore grafico, ci sono già: sfruttando le licenze del fratello maggiore, Fifa Street può vantare nomi e loghi ufficiali. Le ambientazioni, già meravigliose nel 2012, potrebbero affondare il colpo decisivo al cuore di ognuno di noi, rendendo tutto ciò che circonda il campo ancora più vivo. Penso a ragazzi in bicicletta che passano sullo sfondo, ragazze che impazziscono per i nostri tricks salutando e lanciando baci, auto, traffico, cani e palme mosse dal vento mentre il cielo s’infiamma al tramonto, a due passi dal mare. La potenza delle attuali console permette di fare tutto questo senza alcun calo di frame-rate (per carità, non ne vogliamo vedere!). Ve lo immaginate? Anche noi, proprio adesso, in queste prime infuocate notti d’estate, illuminati dalla luna, bagnati dalle onde del mare, sporchi di sabbia, a fissare quel pallone… Ah, quel pallone!
Prima di andare, però, sedetevi un attimo con noi. Raccontateci perché avete creduto (o meno) in Fifa Street nel 2012. Diteci se ne sentite la mancanza o sapete farne a meno. Anzi, no. Se potete farne a meno, andate pure via. Su questa spiaggia resta chi sogna. Resta chi gioca. Palla al centro. Ci state?