Cause legali e popcorn
Citare in giudizio è spesso il modo migliore per far passare un brutto pomeriggio – e a volte anche un brutto decennio – a qualcuno. Con tanto di avvocati alla ricerca di ogni cavillo possibile, il tribunale è un incubo per tutti, qualcosa da cui un giorno potremmo essere assorbiti per motivi più o meno leciti, ma anche un luogo ricco di sorprese, meta delle cause più disparate. Tutto questo si applica ovviamente anche al mondo videoludico, scenario (nel corso degli anni) di vere e proprie guerre all’ultimo “OBJECTION!” tra software house e persone “comuni”.
Questa lista non si basa su battaglie legali di natura seria – come ad esempio nel caso di Bethesda e Fallout Online – ma sulle storie più assurde e divertenti di cui abbiamo conoscenza. Perciò preparate i popcorn e il pessimo gusto, perché di seguito trovate la Top 10 (non ordinata) delle cause legali più strane e stupide legate ai videogiochi.
10 – Fallout 4 e la rovina dell’uomo
Questa forse ve la ricorderete, perché fu una delle prime notizie che accompagnarono l’ultimo capolavoro Bethesda. In breve, un normalissimo padre di famiglia con un normalissimo lavoro e una normalissima vita sociale citò in causa la Bethesda per 7000 dollari poiché, a sua detta, la software house non si era impegnata a sottolineare quanto Fallout 4 potesse creare dipendenza. L’uomo infatti ha giocato così tanto al titolo da perdere di vista ogni cosa e ritrovarsi senza più nulla in tasca. Per quanto il mio primo impatto alla scoperta della cosa fu una fragorosa risata, la riflessione sulla vicenda fu d’obbligo. I videogiochi, concepiti quale forma di intrattenimento, sono sviluppati apposta per provocare una certa forma di dipendenza, ma quest’ultima risulta comunque soggettiva. Il sottoscritto, per dire, su 300 ore passate sopra Final Fantasy X, almeno 200 le ha spese a giocare a quello “schifo” di Blitzball. A parte questo, come per ogni cosa, bisogna sapersi controllare: rovinarsi la vita a 25 anni per un gioco lascia il tempo che trova.
9 – Too Human but less Unreal Engine
Ricordate Too Human? No? Non siete gli unici, ma dietro a un pessimo gioco spesso si nasconde uno sviluppo travagliato. Too Human era uno dei giochi più attesi ai tempi, sviluppato da Silicon Knights ed esclusiva per la Xbox 360. Il problema nacque quando l’Unreal Engine 3, non ancora sviluppato del tutto, cominciò a creare diversi grattacapi alla produzione. Oltre ad aumentare in maniera esorbitante il budget del gioco, spinse anche a sviluppare una versione modificata e personalizzata del motore grafico, mossa che assorbì la maggior parte della forza lavoro, portando Too Human a cadere nell’oblio per colpa della sua mediocrità. Ma il bello deve ancora arrivare: Silicon Knights citò in causa la Epic poiché aveva distribuito un motore ancora mal ottimizzato e incompleto. La Epic fece allora notare come S.K avesse modificato l’Unreal Engine 3 nonostante il marchio fosse registrato. Le conseguenze? Silicon Knights perse la causa e diversi milioni di dollari. In più, i seguiti di Too Human furono cancellati. Ouch.
8 – Grand Theft Auto V e il ritorno di Lindsay Lohan
Avete presente la ragazza bionda in costume, “sponsor” di GTA V? Bene, la donzella in questione è costruita sui tratti di Shelby Welinder, brava e bella modella bionda piuttosto famosa in patria. Non la pensava allo stesso modo Lindsay Lohan, che, nonostante l’assenza di somiglianze di sorta, ha citato in appello la Rockstar per sfruttamento di immagine. Ma non solo: la ragazza nella copertina fa un gesto con l’indice e il medio, che secondo la Lohan consiste in una “sua invenzione”. Escludendo le motivazioni ridicole tirate in ballo dalla Lohan, il personaggio nel gioco è una ex teen-idol che ha problemi nel rifarsi una carriera e con dipendenza dalle droghe, quindi effettivamente il richiamo potrebbe suggerire la ragazza. Ma, si sa, GTA non ha mai risparmiato nessuno.
7 – Lineage e il fattaccio della spada
Inizialmente Lineage doveva essere presente in questa lista per via di un giocatore che in 5 anni ha collezionato la bellezza di 20.000 ore di gioco, finendo con l’incolpare gli sviluppatori della cosa. Poi però mi sono ricordato di una storia molto più buffa. Nel gioco, tra le armi craftabili, è presente una spada che vale la bellezza di 28.000 dollari. Quest’arma apparteneva a una signora di 64 anni che ha provato a infonderla con la magia, distruggendola. Dopo quei 20 minuti passati a fissare il vuoto, accortasi dell’errore, questa signora ha sostenuto che si fosse trattato di un incidente, chiamando in causa i creatori del gioco. Questi decisero così di ripristinarle la spada. Comunque, dai log del gioco, si scoprì come la donna continuasse a craftare oggetti anche dopo averli rotti, dicendola lunga su quanto si fosse trattato effettivamente di una svista.
6 – Pokémon e trucchi di magia
Conoscete Uri Gallahar? Neanche io, ma all’uscita della prima generazione dei Pokémon costui chiese 100 milioni di dollari di risarcimento alla Nintendo. Perché? Ebbene, perché affermava che il pokémon Alakazam fosse una sua parodia non autorizzata. Tutto questo poiché l’uomo in questione è un noto psichico che sa piegare i cucchiai con la forza della mente. Sopra trovate la foto dell’illusionista. A voi i paragoni.
5 – Scrolls o The Elder Scrolls?
Questa me la ricordo ancora oggi, perché fu allora che capii quanto i ragazzi di Bethesda possano innervosirsi ogni volta che TES o Fallout vengono tirati in ballo. Ecco cosa successe: quando si venne a sapere che il nuovo gioco sviluppato nientemeno che dal creatore di Minecraft si intitolava Scrolls, gli avvocati di Bethesda affermarono che l’utilizzo di una parola già presente nel nome della celeberrima saga ruolistica potesse creare confusione tra il “pubblico”. La cosa è andata avanti per un po’, fino a che non si è trovato l’accordo: Scrolls è rimasto Scrolls, senza però essere registrato come marchio. Ricordate: se una parola viene registrata col trademark, allora vi sarà vietato anche solo pensarla.
4 – Killzone Shadow Fall e i 1080p
Causa legale di natura più tecnica. Molto semplicemente, dei giocatori si accorsero che il multiplayer di Killzone Shadow Fall non “girava” a 1080p: diversamente dal single player, infatti, la sezione multigiocatore (anche per garantire un maggiore frame rate) utilizza delle tecnologie visive che fanno sembrare il gioco a 1080p senza che lo sia effettivamente. L’accusa fu di falsa informazione, perché dietro la scatola del gioco è chiaramente segnato come la risoluzione del gioco sia di 1080p. L’ennesimo problema per un’esclusiva che purtroppo non si è rivelata all’altezza.
3 – Microsoft e i siti web
Per non dimenticarci che la Microsoft è cattiva e senza cuore, anni fa citò in giudizio un ragazzo canadese di 17 anni. La colpa del ragazzo fu semplicemente quella di aprire un sito web dal nome MikeRoweSoft. La Microsoft sostenne dunque che il sito web potesse danneggiare e indurre in errore chiunque cercasse di accedere ai suoi servizi. Arrivò addirittura a offrire 10 dollari al ragazzo affinché chiudesse il sito. Spooky.
2 – Pulp Fiction e il fitness
Roger Avary non si fece molti scrupoli a denunciare Microsoft per appropriamento illecito. Secondo l’uomo, la microsoft avrebbe prodotto e sviluppato un gioco sul fitness, nello specifico Yourself Fitness, contenente molti elementi di un suo progetto in fase di lavorazione. Ora, bisogna chiarire alcune cose: Roger Avary, amici, è il co-sceneggiatore di Quentin Tarantino, con cui a quattro mani ha scritto la sceneggiatura di Pulp Fiction, beccandosi pure un oscar. Detto ciò, senza stare a soffermarci se avesse ragione o meno, l’uomo citò in giudizio la Microsoft per un gioco che questa non aveva né sviluppato, né prodotto o distribuito. Il titolo infatti era prodotto da un altro team e fu rilasciato anche per PS2. The more you know.
1 – Grand Theft Auto V, una storia vera
Questa è decisamente intrigante, perché al momento Rockstar non ha ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo. Praticamente, in GTA V capiterà di imbattersi in una donna sepolta viva. Si tratta di Antonia Bottino, figlia di un malavitoso, che viene rapita e appunto seppellita viva da un rivale mafioso. Il personaggio in questione è stato usato come “prova” in tribunale per mostrare come Rockstar avrebbe “preso ispirazione” (senza autorizzazione) dalla vita di Karen Gravano, anch’essa figlia di un ex boss malavitoso. La donna, che ha preteso 40 milioni di dollari di risarcimento, pubblicò in passato un libro con diversi estratti della sua vita, legata ai crimini e alle quotidianità del padre. Molti hanno però notato che la donna non è mai stata rapita o seppellita viva. La cosa interessante è che la diretta interessata ha annunciato l’uscita di un secondo libro contenente nuovi dettagli e avvenimenti precedentemente “nascosti”. Questo potrebbe forse significare che fu davvero rapita? E la Rockstar? Come avrebbe fatto a scoprirlo? Se anche una teoria così assurda venisse confermata, Karen Gravano si ritroverebbe a dover giustificare la mancata dichiarazione di fatti a dir poco importanti alla polizia…