Ancora una volta sulla breccia, cari amici
Quando, nell’estate del 2009, dopo una lunga trattativa a base di minacce, sviolinate e Finkbrau (R.I.P.), il mio negoziante di fiducia riuscì a procurarmi una copia made in Hong Kong (l’unica versione asiatica in lingua inglese) di Demon’s Souls, io ero già pronto. L’estrema difficoltà del gioco non colpì il mio – allora imberbe – faccione come un diversamente proverbiale calcio sugli incisivi, perché ad alzare il mio livello di tolleranza verso la crudeltà videoludica ci aveva pensato, nel corso dei quattro anni precedenti, il primo capitolo della serie Monster Hunter.
Ora, prima che i puristi della saga Souls comincino a stampare le magliette da indossare in occasione del mio linciaggio (propongo la scritta Barbman infame, per te solo lame), lasciatemi dire che finire sbranato da un Fatalis, dopo aver passato 40 minuti a schivare colpi e menare fendenti in compagnia di tre baldi giovani, è un’esperienza in grado di mettere a repentaglio la santità di ogni individuo, contestualmente costretto a manifestare il proprio disappunto con articolate esclamazioni profane.
Pertanto lasciatemelo dire, non solo Monster Hunter vanta, a livello di gameplay, una qualità del tutto simile a quella della saga Souls ma, a differenza di quest’ultima, ognuno dei capitoli ha segnato un netto passo avanti rispetto al precedente, nel rispetto delle solidissime basi del franchise.
Linciaggio fra 3… 2… 1… GO!
In attesa di intravedere all’orizzonte torce e forconi, lasciatemi dire che Monster Hunter Generations, l’ultimo capitolo della serie, continua questa tradizione d’eccellenza dimostrandosi non solo il miglior titolo della serie, ma anche il capitolo perfetto per avvicinarsi alla saga di Capcom.
Ci sono draghi da cacciare, avete veramente bisogno di un motivo?
Messo da parte il solito sproloquio d’apertura, apriamo questa recensione con quello che è sostanzialmente l’unico passo indietro fatto da Monster Hunter Generations rispetto alla precedente iterazione della serie: la storia. Ora, non fraintendetemi, non è che Monster Hunter 4 Ultimate avesse la profondità narrativa di un’opera di Dostoevskij ma, per gli standard della saga, il titolo vantava un filone narrativo di tutto rispetto, a tratti perfino coinvolgente. Dal canto suo Generations assomiglia di più ad un “best of” che raccoglie tutti i personaggi più iconici della serie e li carica su un carrozzone trainato dal desiderio del giocatore di mettersi alla prova missione dopo missione. Tra dialoghi scanzonati e richieste pretestuose, finiremo quindi per non curarci affatto delle motivazioni in-game del nostro cacciatore – sostanzialmente assenti – perché sarà la struttura stessa del gameplay a spingerci a continuare a giocare.
Non è un caso che il giocatore medio di Monster Hunter arrivi ad accumulare diverse migliaia d’ore di gameplay in ogni capitolo.
A prescindere dall’inconsistenza del comparto narrativo, i veterani della serie non potranno che apprezzare il ritorno di ambientazioni e personaggi tratti dallo “storico” della saga, mentre a “incastrare” i neofiti ci penserà la solidissima, e altamente assuefacente, formula del gioco, arricchita per l’occasione da un paio di novità decisamente interessanti.
Gatti da battaglia
Selezionare la missione, scegliere l’equipaggiamento più adatto, raccogliere tutte le risorse disponibili, massacrare il mostro di turno, tornare a casa e utilizzare quanto raccolto per forgiare armi\armature sempre più potenti, al fine di poter affrontare incarichi sempre più impegnativi. Questa è la formula ciclica e altamente assuefacente che definisce il gameplay di ogni capitolo di Monster Hunter e, ovviamente, Generations non sfugge a questo rigido protocollo. Al giocatore viene data, sin da subito, la possibilità di scegliere tra 14 diverse classi di armi, ognuna delle quali è in grado di offrire un’esperienza di gioco unica. Tanto per fare un esempio, sia la Spad-ascia caricata (nella sua modalità a due mani) che il Martello costringeranno, a causa della loro lentezza, a calcolare attentamente tempistiche e posizionamento al fine di infliggere colpi letali senza rischiare di rimetterci le penne.
La prima, però, sarà molto più efficiente nel troncare le appendici dei Wyvern e permetterà, cambiando assetto, di parare i colpi dei nemici, mentre la seconda consentirà di infrangere con maggior facilità corna e scaglie, e di stordire temporaneamente i mostri. Allo stesso modo Spadone e Spada Lunga, pur essendo armi concettualmente “simili”, si dimostrano radicalmente differenti sul campo di battaglia, non solo per quel che riguarda i pattern d’attacco, ma anche per la diversa ritmica che caratterizzerà il combattimento in un caso o nell’altro. Come al solito, avrete a disposizione anche strumenti di morte a distanza, armi “ibride” ed altre in grado di fornire buff di vario tipo a voi e ai vostri compagni. In generale, quale che sia il vostro approccio al combattimento, in Monster Hunter Generations troverete l’arma perfetta per voi.
Passiamo ora alle due principali novità introdotte da Capcom in questo capitolo, ovvero la modalità Cacciamiao e gli Stili di Caccia.
La modalità Cacciamiao di Monster Hunter Generations vi permetterà di abbandonare momentaneamente il vostro cacciatore per vestire i panni di uno dei suoi compagni felini, un Palico opportunamente addestrato ed equipaggiato per affrontare le insidie del mondo di gioco. Non solo la modalità in questione rappresenta una vera ventata d’aria fresca nel quadro del gameplay di Monster Hunter, ma il passaggio da umano a gatto offre dei vantaggi piuttosto consistenti. Non solo il vostro Palico, non avendo una barra della resistenza, sarà in grado di “scattare” all’infinito, ma sarà inoltre imperturbabile alle condizioni ambientali più estreme ed avrà a disposizione una scorta infinita di strumenti di picconi e retini, tutte caratteristiche che faranno del Cacciamiao la scelta ideale per le missioni di raccolta. Con un po’ di lavoro, sarete in grado di personalizzare la build del vostro amico felino in modo da renderlo un cacciatore piuttosto efficiente, e possiamo assicurarvi che affrontare un Wyvern alto 10 piani con un gattino in armatura completa può rivelarsi un’esperienza tanto divertente quanto esaltante.
Una volta terminata la creazione del vostro primo personaggio, potrete dotarlo di uno Stile di Caccia tra i quattro disponibili in Monster Hunter Generations (Gilda, Offensivo, Aereo, Ombra), ognuno dei quali garantirà l’accesso a diverse abilità speciali, denominate Arti di Caccia. A seconda dello stile selezionato e dell’arma utilizzata, cambierà sia il numero che il tipo di abilità che sarete in grado di sfruttare in combattimento, questo una volta caricate – colpo su colpo – le apposite barre visibili (con le impostazioni di default) sullo schermo inferiore del vostro 3DS. Si tratta di un’aggiunta che aumenta considerevolmente la profondità del gameplay, e apre a scenari di battaglia inediti. Basti pensare ad esempio che, utilizzando lo stile Aereo (che sostituisce la schivata con un salto), potrete proiettarvi – letteralmente – in aria ed attaccare dall’alto i nemici, aumentando contestualmente le possibilità di piazzarvi saldamente in groppa al bersaglio del momento. Come se 14 categorie di armi non fossero sufficienti, l’aggiunta degli Stili di Caccia consente ai giocatori di personalizzare ancor più radicalmente le proprie strategie di combattimento, e contribuisce a rendere Monster Hunter Generations il capitolo più vario e “approcciabile” della serie.
Generations introduce anche cinque nuovi colossi da affrontare (Glavenus, Astalos, Gammoth, Mizutsune e Malfestio), tutti caratterizzati da un design eccellente e da un’encomiabile “bastardaggine”, che si traduce in battaglie che definire epiche sarebbe riduttivo. Un plauso particolare va fatto al leviatano Mizutsune che, oltre ad essere un parente alla lontana dell’infame Seath il Senzascaglie di Dark Souls, è in grado, con le sue abilità uniche, di scatenare il camionista blasfemo che si nasconde in ognuno di noi.
Passando al comparto multigiocatore, l’esperienza di Generations è sostanzialmente sovrapponibile – fatta eccezione per il minigioco del braccio di ferro – a quella di Monster Hunter 4 Ultimate, e vi permetterà di affrontare decine e decine di missioni, di difficoltà crescente, in compagnia di altri tre cacciatori. L’introduzione degli Stili di Caccia influisce positivamente anche sulle dinamiche multiplayer, aumentando lo spessore strategico dei diversi gruppi di caccia.
Un ottimo motivo per acquistare un New 3DS
Pur presentando quello che è probabilmente uno dei migliori comparti tecnici del panorama 3DS, Monster Hunter Generations rappresenta, da una parte, un netto passo indietro per la serie.
Questo perché gli sviluppatori hanno deciso di aumentare la quantità dei dettagli a schermo a scapito del frame rate, bloccato a 30 fotogrammi al secondo, la metà di quelli del capitolo precedente. Trattandosi di un titolo caratterizzato da un dinamismo piuttosto frenetico, la scelta di Capcom ci sembra, tutto sommato, discutibile. A maggior ragione nel caso vi troviate a giocare su di un “vecchio” 3DS, dove il frame rate può dimostrarsi ballerino in più di un frangente. Per il resto, non possiamo che fare un plauso al team per l’eccezionale lavoro svolto sul comparto grafico del gioco, a tratti veramente sorprendente. Stesso discorso per il sonoro, caratterizzato da una soundtrack che racchiude le migliori “hit” della serie – più qualche gradita new entry – e da un campionario di effetti di ottima qualità.
Come al solito, nel caso non siate in possesso della nuova versione della console Nintendo, vi consigliamo caldamente (prendetelo come un prerequisito imprescindibile) di procurarvi un Pad Scorrevole Pro.
Ne va della vostra sanità mentale.
Concludendo…
Il fatto che, a ogni iterazione della saga Monster Hunter, ci troviamo a descrivere il nuovo capitolo come “il migliore della serie” lascia intuire quanto Capcom tenga al franchise. Anche Generations, esattamente come i suoi predecessori al momento dell’uscita, è facilmente identificabile come il miglior capitolo della saga, tanto per i veterani quanto per i neofiti del brand. Le novità introdotte – Cacciamiao e Stili di Caccia – contribuiscono a rendere ancor più vario e profondo il solido gameplay della serie, mentre la svolta “nostalgica” di questo capitolo riuscirà a strappare più di qualche sorriso agli appassionati di lunga data. Sul fronte tecnico, ci troviamo davanti ad un prodotto eccellente, sebbene la scelta di dimezzare il frame rate ci abbia lasciato un po’ d’amaro in bocca. In generale, che siate o meno fan di Monster Hunter, non possiamo far altro che consigliarvi l’acquisto di Generations, che si conferma essere uno dei migliori prodotti per Nintendo 3DS.