Come potrebbe essere un nuovo Crash Bandicoot?

Della storia della serie non faremo che un breve accenno, perché in questo speciale ci divertiremo parlando di un – ipotetico – futuro capitolo della saga dedicata al marsupiale più famoso del pianeta. Vi basti sapere che correva l’anno 1996 quando Crash Bandicoot vide la luce grazie a due ragazzi di Naughy Dog: Jason Rubin e Andy Gavin. Ken Kutaragi, allora presidente di SCEJ (Sony Computer Entertainment Japan), giocando ad una delle primissime demo lo definì “una vera schifezza”. Quando, nel 1998, uscì il terzo capitolo (“Warped”, preceduto da “Cortex Strikes Back”), Crash Bandicoot era non solo un successo planetario, ma addirittura l’icona simbolo della prima PlayStation. L’accattivante stile grafico e il ritmo incalzante, capace di stregare con quella sua particolare ed unica “ritmica”, aprirono a Naughty Dog le porte dell’olimpo degli sviluppatori.

Con Crash Team Racing, primo spin-off della serie, si concluse, con grande dispiacere per tutti i fan di Crash, l’epoca Naughty Dog. Lo studio venne acquistato dalla Sony, mentre i diritti sul marsupiale restarono nelle mani della Universal Interactive Studio, che affidò il lavoro, negli anni, a team decisamente meno capaci. PlayStation 2, Game Boy Advance, GameCube, Xbox, N-Gage, PSP, nel corso degli anni seguenti tutta la “potenza” del marchio si perse in titoli multipiattaforma non all’altezza degli esordi, fino al 2010, data dell’ultima apparizione di Crash sulla scena videoludica, con Nitro Kart 2 (iOS).

Da circa un anno si rincorrono, di continuo, voci su un possibile ritorno di Crash Bandicoot, per la gioia dei fan di tutto il mondo. Quindi noi, adesso, ci divertiremo ad immaginare un possibile nuovo capitolo della serie (nell’assurda speranza che possa essere proprio Naughty Dog a occuparsene).

 

Le Cover di tutti i capitoli targati Naughty Dog (Ps1)
Le Cover di tutti i capitoli targati Naughty Dog (Ps1)

 

Il nuovo Crash Bandicoot: iniziamo dal restyling

Sono passati 20 anni da quando abbiamo iniziato a rompere le prime casse, da quando, precipitando malamente nel vuoto, abbiamo compiuto i nostri primi salti nel mondo di Crash Bandicoot. Da allora il mondo videoludico si è evoluto in maniera significativa e, con esso, sono cambiati (per fortuna non del tutto) i gusti dei giocatori. Oggi è sempre più raro, ad esempio, che un videogame faccia vestire, al giocatore, i panni di un personaggio “non umano”. Passi per eventuali superpoteri, ma oggi variazioni stilistiche troppo divergenti da un antropomorfismo “classico” sono considerate quasi un rischio. Basti pensare che nelle recensioni vengono analizzate le prestazioni dei personaggi in termini di recitazione digitale: l’ultimo capitolo di Uncharted (guarda caso di Naughty Dog), ad esempio, ha raggiunto picchi nella qualità delle animazioni paragonabili a quelli di costosissime produzioni hollywoodiane (Avatar di James Cameron, ad esempio). Un nuovo, eventuale, capitolo di Crash Bandicoot dovrà fare necessariamente i conti con tutto questo, a partire dal restyling del protagonista. Con il tempo, l’immagine di Crash ha perso decisamente in termini di qualità e presa sul pubblico, passando lentamente (e tristemente) da personaggio “figo” a “roba per bambini”. Una trama più adulta, a prescindere dallo stile grafico che verrà scelto, non è certo una missione impossibile. Il coloratissimo Jak & Daxter (sempre di Naughty Dog) ha sviluppato un intreccio narrativo, nell’arco dei tre capitoli, dalle tinte sempre più dark, facendo acquisire al personaggio principale e a i suoi comprimari (nonché al mondo di gioco in generale) più credibilità. Oggi, nel 2016, a venti anni dal clamoroso esordio di Crash sulle scene, abbiamo bisogno di qualcosa in più di un tizio (il diabolico Dr. Cortex) che – senza motivazioni intellegibili – chiede di recuperare diamanti ad una creatura a caso (il buon Crash) che non spiccica una parola che sia una.

 

Crash Bandicoot Original vs new
A sinistra l’originale Crash Bandicoot. A destra… Lasciamo perdere.

 

Un “salto” nel futuro potrebbe bastare?

Il genere platform, un po’ come quello delle avventure punta & clicca, ha conosciuto il suo massimo splendore tra la fine degli anni ’80 e i ’90. La caratteristica principale dei giochi appartenenti a questa categoria, come il nome stesso lascia intendere, è quella del saltare da una piattaforma all’altra al fine di evitare ostacoli, mortali o meno che siano, per giungere allo scontro finale con un boss. Titoli come Mario 64 e la già citata serie di Jak & Daxter hanno provato, con enorme successo, a strappare via le meccaniche classiche del genere ai vincoli di un mondo bidimensionale con visuale a scorrimento laterale, per portarle in ambienti meravigliosamente tridimensionali. Il dubbio, quindi, non è tanto se un platform possa funzionare o meno con l’utilizzo delle tre dimensioni, ma se il genere stesso possa sopravvivere, ad oggi, senza elementi veramente nuovi.

Meccaniche prese in prestito dai giochi di ruolo, ad esempio, sarebbero più che gradite, per non dire oramai irrinunciabili: la crescita del personaggio, attraverso l’accumulo di punti esperienza, una marea di capacità e poteri da sbloccare e sviluppare nel corso dell’avventura, e un equipaggiamento da potenziare e modificare esteticamente sono aspetti che, oggi, si ritrovano in quasi ogni videogame. Da Minecraft e Terraria abbiamo imparato che – si! – craftare è dannatamente divertente, mentre titoli come Diablo ci hanno insegnato che la caccia ad una nuova arma, dalle statistiche totalmente casuali e irripetibili, è una vera e propria droga. La possibilità di potenziare personaggio, armi e armature esige la presenza del “NewGame+”, ovvero ricominciare l’avventura mantenendo tutti gli upgrade sbloccati fino a quel punto, per affrontare, nella nuova partita, avversari sempre più impegnativi e guadagnare armi sempre migliori, fino alla notte dei tempi.

Vi pare poco?

Spin-off della serie, quali il fantastico Crash Team Racing ed il divertentissimo Crash Bash, potrebbero infine essere inseriti per giustificare l’eventuale esistenza di un comparto multiplayer.

 

Crash 1 2 3

 

Se un nuovo Crash Bandicoot è destinato davvero a vedere la luce, la nostra speranza più grande è che venga rispettata l’immagine di una delle più grandi icone dei videogames, legata indissolubilmente al marchio della prima PlayStation e poi, purtroppo, caduta in disgrazia. Mal che vada, non saremmo dispiaciuti se, nel frattempo, qualcuno si mettesse all’opera per offrici la prima, meravigliosa, trilogia rimasterizzata nello splendore dell’alta definizione.

Ah già, e che sia chiaro, una volta per tutte: Aku Aku dice “Ooga Booga”, nel momento in cui Crash rompe la cassa per attivare la protezione della mitica maschera Vudù. Parola di Andy Gavin, su Twitter.

 

Andy Gavin Aku Aku Twitter

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