Shaking the hive
Correva il 30 agosto 2015 quando su queste pagine pubblicammo la recensione del primo, promettente episodio di Blues and Bullets. Sviluppato dal piccolo e talentuoso studio A Crowd of Monsters, il gioco si presentava come la perfetta coesione tra lo stile fumettistico di Sin City e le avventure grafiche moderne made in Telltale.
Forte di una sceneggiatura solida e originale, il gioco ci mette nei panni stanchi di Eliot Ness, un ex-intoccabile che durante la sua spettacolare carriera è riuscito a incriminare perfino Al Capone, il quale, ironia della sorte, lo chiamerà in suo aiuto per ritrovare la nipote rapita. Attraverso una misteriosa scena del crimine (e qualche riferimento a un passato fin troppo tormentato) scopriremo che la situazione è molto più intricata e oscura, un trampolino di lancio oltremodo eccezionale per il primo episodio.
Questo, appunto, quasi un anno fa.
Blues and Bullets: il fardello dell’attesa
Non spaventatevi per questa introduzione, il secondo episodio riconferma tutte le qualità (e i limiti) del primo. Il problema sono proprio quei numerini preoccupanti citati nella prima riga, quel “quasi un anno fa” che lascia molte perplessità. Il team, come già detto, è piccolo e sta facendo il possibile per proporre la propria visione al meglio ma, in tutta onestà, era passato così tanto tempo che, a dispetto del fatto che ho letteralmente amato il primo episodio, mi ero dimenticato tutto. Ma proprio tutto.
Tanto che ho dovuto rigiocarmi di nuovo la prima puntata per capire cosa diamine stesse succedendo nella seconda.
E questo, qualsiasi possa essere il motivo, giusto o sbagliato, non va assolutamente bene, perché, per quanto la qualità sia alta, è comunque improponibile chiedere ai giocatori di affrontare un titolo episodico con così tanto tempo a intercorrere tra le varie puntate. Uno dei problemi è appunto il fatto che, giustamente, ci si dimentica di ciò che è avvenuto.
Si tratta di una perplessità condivisa da buona parte dell’utenza del gioco su Steam, come visibile nella sezione relativa ai pareri degli acquirenti, decisamente contrariati per le tempistiche della serie.
Ovvio che la struttura a episodi è latrice, già di per sé, della consapevolezza di una distribuzione dei contenuti piuttosto dilatata rispetto ad una release “standard”, ma il lasso di tempo tra i capitoli rimane, in questo caso, inaccettabile.
Per il resto, aspettatevi un altro ottimo episodio che riprende la trama esattamente da dove si era interrotta nel capitolo precedente, ovvero con Eliot in procinto di infiltrarsi nel sottomarino dove pensa si trovi Sofia Capone.
Il dipanarsi della trama è saggiamente gestito con ottimi dialoghi a scelta multipla e situazioni più concitate. Come nel primo episodio ritorneranno infatti delle sequenze sparatutto su binari, che forse questo volta (anche a causa di una lunghezza forse eccessiva) non riescono a fare proprio una bella impressione, mettendo in bella mostra i diversi limiti del gioco, animazioni grossolane in primis. Per fortuna ritorna anche la parte investigativa, animata da meccaniche semplici e funzionali in grado di offrire un’esperienza soddisfacente e priva di frustrazioni. È qui che Blues and Bullets riesce a esprimere appieno il suo spirito, grazie anche ad un’atmosfera riuscitissima, supportata dallo “stiloso” comparto visivo e dalla colonna sonora tinta di Blues.
Menzione speciale per la costruzione del personaggio di Eliot, che avrà ben due sequenze dedicate al suo passato, momenti che permetteranno di approfondire e impreziosire ancora di più l’ottima sceneggiatura del gioco.
E aspettate di affrontare la sequenza onirica. Sì, c’è anche qua, ed è bella quanto inquietante.
Concludendo…
Il secondo capitolo di Blues and Bullets riconferma tutti i pregi del primo episodio, nonostante alcune sezioni meritino più lavoro. L’unica grossa preoccupazione riguarda il tempo impiegato per arrivare all’uscita di questo secondo appuntamento, veramente troppo. Speriamo che gli sviluppatori riescano a gestire meglio le date delle prossime puntate, perché di questo passo i riflettori rischiano di allontanarsi dal gioco.
E sarebbe un vero peccato.