Ai confini del gaming: il videogioco come forma d’arte, nuova terapia alternativa contro lo stress, al centro di coraggiosi esperimenti avanguardistici e biglietto per viaggi ultra sensoriali, o magari niente di più che ciarpame nato tra un fungo allucinogeno e una buona dose della polvere magica di Pollon.

 

Premessa

Avete voglia di un “videogioco” completamente fuori dagli schemi? In tal caso, all’interno di questa seconda puntata di “Ai confini del gaming”, vi proponiamo un titolo che potrebbe fare al caso vostro: Panoramical.
Questo il nome dell’ultima creazione di Fernando Ramallo e David Kanaga, sviluppatore di “piccoli” titoli rigorosamente all’insegna della sperimentazione e dell’astrattismo il primo (Echo of the Boom, Snaaaake!), musicista e compositore di colonne sonore il secondo, nonché autore delle musiche di Dyad e soprattutto dello splendido Proteus (se lo avete giocato ne riconoscerete facilmente le “sonorità inconfondibili”).
Con ogni probabilità, il tentativo di mettere per iscritto un’opera videoludica che non ha “né capo né coda” è un atto fine a sé stesso. Tuttavia voglio fare ugualmente un tentativo, cercando per lo meno di farvi intravedere che cos’è Panoramical, incuriosendovi, e, chissà, magari convincendovi a dare anche una sola possibilità a qualcosa di così singolare, ispirato, e perché no, allucinato quale è il titolo di cui stiamo parlando.

Sarò breve, lo prometto.

https://youtu.be/l66CbIhVOTc

Che cos’è Panoramical? 1.0

Una scatola di colori, un foglio di carta e la fantasia di un bambino.
Un mix di pochi elementi, capaci di dare come risultato un unico, inestimabile tesoro: l’abbattimento di ogni possibile barriera fisica e mentale.
Immaginiamo per un istante una stanza dotata di tredici finestre, ognuna delle quali, curiosamente, si affaccia su un luogo del tutto differente rispetto al precedente o al successivo. Un’occhiata da una parte, una dall’altra, ma qualcosa non torna. Osserviamo con più attenzione, sfregandoci gli occhi, poiché ciò che è al di là di queste vetrate non è riconducibile a nulla che ci sia familiare. Non può esserci altra spiegazione: quello che stiamo vedendo non è il nostro mondo. Forse un universo parallelo, fatto di colori, spazi e vuoti, atmosfere, forme e non-forme sovrapposte e delineanti una non-esistenza che, logicamente, non può avere nulla a che fare con noi. Continuiamo a fissare increduli, quando a un certo punto, in lontananza, udiamo dei suoni, vaghi e imprecisi, ovattati.
Possibile che provengano da quei luoghi bizzarri?
Avvicinandoci molto lentamente, accostiamo per un istante l’orecchio alla finestra, scoprendo che è proprio così. Basta, dobbiamo sbirciare!
Con un po’ di timore, titubanti ma ormai vinti dalla curiosità, ci lasciamo alle spalle questa insopportabile barriera e passiamo, finalmente, dall’altra parte.
Purtroppo, però, quello che ci attende è soltanto una brutta sorpresa: intorno a noi, il nulla. Un orizzonte vuoto, privo di limiti e terrificante, dal quale pare provenire, distante e fugace, forse una melodia.

“…”

Panoramical
Un frammento di secondo, un battito di ciglia, e “tutto quel nulla”, quasi come avesse percepito la nostra inesprimibile delusione, si apre a noi rendendoci partecipi della sua unicità.
Ed ecco che veniamo sorpresi dalla nascita di un lago, sulla cui superficie camminiamo increduli, più leggeri di una piuma. In lontananza, dalle profondità di questa immensa distesa d’acqua, sinuose, si sollevano dolci alture capaci di donare un limite all’orizzonte, poco fa così spaventoso nella sua sconosciuta immensità. Le stelle, inarrivabili e distanti l’impossibile, discendono ora dal cielo accarezzandoci le guance sotto forma di fiocchi di neve, mentre impalpabili spiritelli volteggiano liberi, senza meta apparente, entro i (non) confini di quello che è il loro territorio: l’infinito.
Il cielo si infiamma, un vento furibondo si innalza: vuole spazzarci via. Ma non può: siamo saldi, fermi, irremovibili. All’improvviso, qualcosa è cambiato: l’enorme lago si è raggelato, il vento non c’è più, le gelide fiamme si sono spente. Tutto, intorno a noi, è freddo, freddissimo, e immobile. Giorno e notte si confondono, si battono per la supremazia, ma finiscono, in un singolo istante, col mescolarsi dando vita a qualcosa di mai visto. All’improvviso, un bagliore di luce ci sorprende.

Panoramical

Ci sfreghiamo un’altra volta gli occhi stanchi, perché mai così tanto, prima d’ora, avevano avuto modo di vedere, quindi finalmente riusciamo a scrutarlo: di nuovo il cielo, terso, azzurro, ma solo per poco. Un temporale si avvicina: lampi, fulmini, pioggia, e la volta celeste si infrange in mille frammenti.
È un caleidoscopio di colori che ferma il tempo: la materia ha raggiunto un nuovo equilibrio.
Solo adesso capiamo che quella melodia, poco fa così lontana, eppure ora così forte e chiara, partiva proprio da noi, dal nostro cuore, ma probabilmente ancora troppo costretti dalla (nostra) “razionale realtà”, non eravamo capaci di ascoltarla. Le note prendono forma, spaziano, elevandosi e superando anch’esse la loro forma esistenziale, divenendo così un tutt’uno con noi e con l’impossibile che ci circonda. Il risultato è una baraonda, un’esplosione cosmica capace di dare vita a un nuovo universo: il nostro.
In quest’infinito dove i sensi arrivano a confondersi, non trovano spazio punti fermi, nè principi, né regole o esperienze sulle quali fare affidamento onde evitare di perdersi. Ed è esattamente così che andrà a finire: ci perderemo. Ma proprio nel centro di questo meraviglioso caos,  con sorpresa, saremo capaci di trovare il nostro equilibrio. Allora, di tornare indietro, una volta che sia le nostre orecchie sia i nostri occhi saranno zeppi di sogni, non ne vorremo sapere.
Una scatola di colori, un foglio di carta e la (ritrovata) fantasia di un bambino: e così tutto diventa possibile, e anche un po’ più bello.

Panoramical

Che cos’è Panoramical? 2.0

Panoramical è un titolo che fa della manipolazione audio/visiva degli scenari il suo motivo d’essere.
Al suo interno trovano spazio tredici differenti ambienti dalle evidenti atmosfere astratte, oniriche e surreali, con il colore a farla da padrone. In aggiunta a ciò, ognuno di questi “panorami” è arricchito da una traccia audio dedicata e totalmente personalizzabile, sviluppata dal già menzionato David Kanaga in collaborazione con numerosi altri compositori.
Come facilmente immaginabile, un “clima” simile non poteva che sfociare nell’uso esclusivo di sonorità elettroniche, ascrivibili all’interno di numerosi (e totalmente differenti) generi musicali.
Il giocatore ha la possibilità di interagire con ogni scenario tramite l’utilizzo di nove differenti comandi rigorosamente analogici. Ognuno di essi prevede la presenza (come è logico) di due assi, X & Y: effettuare anche solo una minima variazione su uno di questi comporta un’alterazione dell’assetto audio/visivo. Di conseguenza, a ogni correzione corrisponde la comparsa o l’aumento/diminuzione di un determinato effetto grafico, oppure l’aggiunta o rimozione (con illimitate vie di mezzo) di un suono o di una melodia.

Panoramical

Questa unica e semplice meccanica ha come risultato le creazione, da parte ogni singolo fruitore, di scenari unici, irripetibili, che andranno logicamente a rispecchiare specifici gusti musicali e inclinazioni artistiche, ricreando un’esperienza fortemente personale, egocentrica ed emozionante.
Non ci sono tempi, obiettivi, tutorial o altri elementi tipici dell’universo videoludico. L’unica feature segnalabile è la possibilità di scattare foto e registrare piccoli video.
Inoltre, tolta la schermata iniziale, curiosa è anche l’assenza di un menù: gli scenari sono selezionabili attraverso un’interfaccia anch’essa “panoramica”, che forse, al primo approccio, richiederà qualche manciata di secondi per essere decifrata. Piccolo e unico extra risiede nella possibilità di alternare i colori di partenza dei tredici panorami, opzione selezionabile dal menù principale.
Concretamente parlando, Panoramical è questo.
È curioso come le cose cambino a seconda dei punti di vista, vero?
Sinceramente, per quanto inconcludente, preferivo la prima versione.

Panoramical

 

Concludendo…

“Esperimento inclassificabile”.
Così potremmo forse definire il titolo firmato Ramallo & Kanaga.
In questo caso, l’utilizzo di qualsivoglia ulteriore classificazione risulta totalmente inadatto e fuori luogo: Panoramical, infatti, non appartiene ad alcun genere specifico, né mette in mostra caratteristiche capaci di avvicinarlo ad altri determinati prodotti.
Insistendo ancora su questo aspetto, le uniche evidenze sono una produzione minuta, “intima”, sintetizzabile nel termine indie, oltre che un fondamentale coinvolgimento della componente musicale, parte integrante del pacchetto, in aggiunta a una palese tendenza al surrealismo e forse alla ricerca di una (soggettiva) bellezza eterea.
Panoramical, in fin dei conti, non è un videogioco, bensì un’esperienza unica e sorprendente, un “trip” tutto colore, musica ed emozioni, capace di stimolare creatività e fantasia attraverso una serie di panorami “inespressi” e in attesa delle nostre interpretazioni.

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"Gino" per gli amici. Studente di Lingue e Culture dell'Asia, è appassionato di cinema, musica, viaggi e videogiochi. Conduce un'esistenza solitaria da qualche parte sui bricchi, ove ancora l'unico mezzo di comunicazione consiste nell'uso di piccioni viaggiatori.

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