Vita e visioni di Mr Elvin Green, scrittore

Berkeley, California. 1967.
Elvin Green, una volta scrittore di successo, è alle prese con una fase a dir poco delicata della sua esistenza. Da un giorno all’altro, infatti, si ritrova solo, abbandonato dalla moglie Thea che decide di lasciarlo (con una lettera che avremo modo di leggere nei primissimi minuti) poiché non più in grado di sopportare il suo irrimediabile isolamento dalla realtà. In aggiunta a una situazione sentimentale irrimediabilmente compromessa, il Signor Green, oramai da troppo tempo, è obbligato a fare i conti con quella che per antonomasia costituisce la bestia nera per chiunque si occupi del suo medesimo settore: il terribile blocco dello scrittore.
Appunti su appunti, bozze su bozze e impressioni di mondi del passato e del futuro che inevitabilmente finiscono col “volare” sul fondo del cestino.
Una situazione senza via di uscita, con l’agente che continua a chiamare, ancora e ancora, ricordando al povero Elvin che gli editori sono in trepidante attesa dei nuovi capitoli, che non c’è più tempo, che uno scrittore che non scrive non serve a nessuno.
Un incubo senza fine, causa diretta della discesa in un oblio fatto di acidi, droga e alcool, (forse) nella speranza di fuggire sia da una realtà divenuta ingestibile, sia da un passato evidentemente troppo difficile da dimenticare.
Californium è la storia di una vita distrutta, dei resti di un uomo che a fatica si trascina ancora sulle sue gambe, alienato dalla realtà, incapace di distinguere il falso dal vero, il mondo che lo circonda da ciò che risiede unicamente nella sua testa. In una condizione simile, il solo oltrepassare la soglia della porta di casa potrebbe rivelarsi il primo passo di un oscuro viaggio al di là dei confini della razionale comprensione.

 Californium

 

Californium, tracce di gameplay

Praticamente parlando, il fine ultimo del gioco, nonché procedimento indispensabile per avanzare con la story line, consiste da una parte nella ricerca dei misteriosi simboli dislocati entro i confini dell’ambientazione, dall’altra nella conversazione con i bizzarri personaggi nei quali ci imbatteremo durante il nostro girovagare.
Per quanto riguarda i primi, l’interazione con essi avviene attraverso una modalità che potrebbe richiedere qualche minuto per essere perfettamente compresa: curiosamente, infatti, l’apparizione di questi segni è causata dall’attivazione (se così vogliamo definirla) di televisori reperibili in determinati punti del mondo di gioco, la cui accensione ha come conseguenza la “comparsa” di un determinato numero di simboli. Azionare questi strani segni, nascosti nei punti più impensabili e in grado di mostrarsi unicamente in determinate circostanze (legate quasi sempre alla nostra posizione specifica o al punto esatto che stiamo osservando), darà come risultato l’apertura di singolari “varchi”, squarci, contatti diretti con delle apparenti realtà alternative. È importante specificare, a tal proposito, che queste modifiche degli scenari non avranno alcun effetto sul gameplay: trattasi di semplici variazioni estetiche. Purtroppo, quella appena introdotta risulta sin dai primi momenti una meccanica poco apprezzabile, noiosa e incapace di aggiungere qualcosa di veramente significativo all’esperienza di gioco. Ne riparleremo tra poco.
Soffermandoci quindi per un attimo sui personaggi, come prevedibile la quasi totalità di essi non avrà alcun peso per quel che riguarda lo srotolarsi della vicenda: soltanto alcuni NPC, infatti, ci riveleranno qualcosa di veramente importante, dopo il cui ascolto avremo possibilità di accedere a nuovi edifici e stanze, dove, purtroppo, torneremo a occuparci dei già menzionati simboli.
Personalmente, mi sento di consigliarvi di non perdere alcun “colloquio”: la narrazione, all’interno di un titolo di questo tipo, costituisce una parte fondamentale del pacchetto, oltre che una delle poche componenti apprezzabili (almeno all’inizio) di Californium. Se deciderete di tagliarla, non vi rimarrà nulla. Datemi retta: curiosate, curiosate più che potete e prendetevela comoda. Dopotutto, è l’unico modo che avete per scoprire chi è Elvin Green.

Californium

 

Qualche luce, tante ombre

Uno degli aspetti veramente riusciti di Californium risiede nel suo comparto grafico.
Come evidente già a prima vista, Darjeeling e Nova Production decidono di optare non per la “forza bruta”, bensì per la marcata caratterizzazione dello scenario di gioco, ponendo d’innanzi agli occhi di Elvin un mondo colorato, caricaturale, a tratti completamente piatto (gli NPC sono più simili a delle sagome di cartone che a degli individui in carne e ossa) e, di certo, fortemente instabile, “vulnerabile”, esattamente come il profilo psicologico del protagonista. Una scelta stilistica, dunque, ben ponderata e perfettamente affine ai temi trattati.
Andando oltre la componente grafica, ci terrei a informarvi che proprio durante la stesura di questo articolo, gli sviluppatori hanno rilasciato un aggiornamento decisamente utile e apprezzabile, poiché da una parte ha comportato la rimozione di numerosi e gravi bug di gioco (prima presenti in abbondanza), dall’altra ha reso disponibile il download della colonna sonora (composta da 20 tracce) per tutti gli acquirenti del gioco. Trattasi di due piccoli passi avanti che, pur non riuscendo a fare miracoli, hanno influito positivamente sulla valutazione finale del gioco.
Prima di avviarci alle conclusioni, è arrivato il momento di chiarire dove risieda il vero punto debole di Californium. La risposta è semplice: nel suo gameplay. Inutile girarci troppo intorno: la noia incombe, letale, sin dal secondo scenario. La principale meccanica di gioco, infatti, consistente nella suddetta ricerca dei simboli, risulta frustrante, macchinosa e, sinceramente parlando, tutto fuorché stimolante. Le tre ore, forse quattro, necessarie a portare a termine l’avventura di Elvin, si riveleranno, alla fine dei conti, frustranti. Perché?
Perché da una parte vi ritroverete a voler sapere che ne sarà di Mr Green, ma dall’altra, purtroppo, dovrete sorbirvi ogni singolo intermezzo “giocato”. Ebbene si, per quanto strano, in Californium è proprio giocando che ci si annoia. Ripeto: “curiosate, curiosate più che potete e prendetevela comoda”. Fermatevi un’altra volta ad ammirare quello che vi circonda, godetevi la colonna sonora e cercate di ascoltare tutto quello che i tanti pazzi che avrete modo di incontrare vorranno dirvi, poiché dietro a tutto questo, si nasconde poco altro.

Californium

 

Concludendo…

Californium è, in conclusione, un titolo che mi sento di consigliare unicamente ai veri appassionati del genere. Il prodotto di Darjeeling e Nova Production, pur mostrando multipli lati positivi, non riesce a eccellere in nessun aspetto specifico. Ecco quindi una trama interessante e aperta a più interpretazioni, seppur “carente” sulla lunga distanza e non sufficientemente originale, uno stile grafico altamente gradevole e caratteristico, ma già visto, oltre a una colonna sonora (inclusa nel prezzo) di buona fattura che tuttavia, secondo il sottoscritto, non costituisce nulla di particolarmente eclatante e, infine, una longevità negli “standard della categoria”, macchiata però da una rigiocabilità pari a zero.
Quanto appena detto potrebbe delineare il profilo di un gioco comunque discreto, se non fosse per la presenza di un gameplay che, fondamentalmente, costituisce il vero limite di un titolo che con ogni probabilità avrebbe tratto forte giovamento da una maggiore semplificazione.
In aggiunta a tutto ciò, niente mi distoglie dal credere che all’opera in questione manchi (per tutto quello che non riguarda l’aspetto grafico) una buona dose di “carattere”, convinzione maturata in seguito a un persistente senso di “dèjà vu” che mi ha accompagnato lungo tutta la mia esperienza di gioco.

CI PIACE
Stile grafico singolare e gradevole.

Narrativamente apprezzabile, seppur non particolarmente originale.

Colonna sonora di buona fattura e inclusa nel prezzo.
NON CI PIACE
Il gameplay è, in toto, discutibile oltre che ripetitivo e noioso.

Onnipresente senso di "già visto”.

Opera fondamentalmente inconcludente, manca di quel “quid” necessario a farne più di un gioco mediocre.
Conclusioni

Il prodotto di Darjeeling e Nova Production, pur mostrando multipli lati positivi, non riesce a eccellere in nessun aspetto specifico. Una simile situazione potrebbe delineare il profilo di un gioco comunque discreto, se non fosse per la presenza di un gameplay che, fondamentalmente, costituisce il vero limite di un titolo che avrebbe tratto forte giovamento da una maggiore semplificazione.

5.9Cyberludus.com
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"Gino" per gli amici. Studente di Lingue e Culture dell'Asia, è appassionato di cinema, musica, viaggi e videogiochi. Conduce un'esistenza solitaria da qualche parte sui bricchi, ove ancora l'unico mezzo di comunicazione consiste nell'uso di piccioni viaggiatori.

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