Amore con interessi

EA, ma non solo lei, è nota per amare spassionatamente i propri clienti. Tanto che questi ultimi anni ci ha propinato una sfilza infinita di titoli caratterizzati da un’abbondante dose di DLC post-lancio.

E se non è amore questo…

Per il nostro bene, il publisher è stato capace di ficcarli ovunque, offrendoci una valanga titoli arrivati al “day one” incompleti (e incompresi ai più), il tutto per non farci distrarre troppo dallo studio o dal lavoro. Brava gente. Ma volete mettere l’avere un Battlefield con già tutte le mappe e le armi a disposizione, con un Battlefield incompleto e dai server ballerini? Dai, chi uscirebbe più di casa? Vi immaginate poi se Mass Effect 3 si fosse chiuso con un vero finale? E l’effetto “sorpresa” dove sarebbe stato a quel punto?

Non pensate a male quindi!

Tutto quanto è stato accuratamente progettato in modo da favorire la vita sociale da una parte, e un crescendo di emozioni, ovviamente positive, dall’altra.

Dubbi da una Galassia lontana lontana

Ecco, a tal proposito oggi voglio parlarvi di Star Wars: Battlefront, o meglio della mia piccola esperienza con la “Beta” del gioco, o sarebbe meglio dire “Demo”? Lo ammetto: sono stato tra i molti ad aver sbavato davanti allo schermo dopo il primo “gameplay trailer” mostrato all’E3 di quest’anno. Dopo aver visto Darth Vader e Luke librarsi in aria sotto il sibilo dei caccia imperiali e farsi largo in mezzo a cloni e ribelli, la mia sedia girevole si è sollevata da terra assieme a me, emettendo un inconfondibile “Wow!”.

Ebbene oggi posso dirvi, senza tanti giri di parole, che quell’effetto “Wow!” si è già smorzato. E la mia sedia girevole si è leggermente depressurizzata, e ha perfino perso una rotella (conto di recuperarla con il prossimo DLC). In questo momento mi viene solo una parola in mente: dubbio. L’hype iniziale nel vedere così tanto potenziale, seppur in un semplice video, è infatti scomparso del tutto o quasi. Il fatto è, cari ragazzi/e, che sono diventato un inguaribile pessimista.

Non riesco più a nutrire fiducia in una casa come EA, mi spiace, e il sapere che DICE è stata di fatto “costretta” a sviluppare questo titolo, giusto in tempo per l’uscita del settimo film, non mi aiuta affatto.

So bene che si tratta di una beta, ma il gioco esce tra un mese circa e mi chiedo, a questo punto, quale sia il senso (al di là del dimensionamento dei server). Scusate ma la beta di Halo 5 quanto tempo fa è uscita? Se il buongiorno si vede dal mattino, bé, allora mi pare che questo Star Wars: Battlefront sia arrivato clamorosamente in ritardo. Non importa che il gioco deluda, importa che venda il più possibile, cavalcando l’onda mediatica che il film sicuramente scatenerà. Proprio stamattina leggevo di cifre spropositate, in stile Battlefield 4. Più di un centone per avere il gioco “base” in allegato con il famigerato “season pass”. Più di un centone per il gioco e dei contenuti aggiuntivi in formato digitale? E il risparmio dove sarebbe?

Mea Culpa

I primi responsabili, comunque, siamo noi giocatori (mi includo, sebbene non abbia mai comprato un “season pass” o speso così tanto per un titolo in formato digitale). Leggevo anche che ben 9 milioni di giocatori circa, tra quelli PC e console, hanno testato la beta.

Mica noccioline.

Se anche solo la metà di questi 9 milioni comprerà il gioco al day-one, il titolo sarà un successo planetario. A questo punto mi sorge spontanea una riflessione: EA non è certo fessa e sa perfettamente che di fan della serie “Star Wars” ce ne sono a tonnellate, certamente molto più di quei 9 milioni di cui sopra. Quindi cosa fa? Fa uscire il gioco poco prima del film, massimizza i profitti e porta il bottino a casa. Brava, complimenti, marketing perfetto! Ma a noi giocatori cosa resterà? Spero in qualcosa, ma l’esperienza mi suggerisce “poco o niente”. Intendiamoci, il mio non è solo un frettoloso giudizio a priori (che può essere più o meno fondato), no, le mie perplessità nascono piuttosto dall’andazzo generale dell’industria. Qualche settimana fa, ad esempio, ho letto che DICE era inizialmente contraria al progetto, principalmente a causa dei tempi di sviluppo ridottissimi. E questa è la prima perplessità. Più recentemente, invece, ho intercettato una dichiarazione della stessa DICE, circa il fatto di voler sfruttare questo Star Wars: Battlefront – pur con la consapevolezza dei limiti attuali – come punto di partenza per un qualcosa di più a lungo termine. Ed ecco la seconda perplessità. Per me questo significa voler già “mettere le mani avanti”, e rappresenta una dimostrazione palese di quanto il “conflitto” tra sviluppatori e publisher sia ormai diventato una costante nel panorama VG. Da una parte troviamo sviluppatori desiderosi di mantenere alto il proprio nome, e dall’altra publisher assetati di denaro e disposti a tutto pur di far “tornare i conti”.

Bei tempi andati

Con queste premesse, è logico che ci ritroviamo con titoli ancora incompleti al lancio, pieni di bug e con la promessa di dlc futuri. Eppure non siamo troppo lontani dagli anni in cui – nella maggior parte dei casi – le software house (comprese quelle che sono state in seguito acquisite dalle varie EA, Activision e compagnia) avevano i loro tempi e gestivano le risorse in modo più autonomo. Adesso invece, l’avere le spalle coperte da un’azienda che sgancia moneta sonante, in grado di garantire un marketing spietato ed efficace, rende le cose più leggere e contribuisce a distribuire più equamente le diverse responsabilità. Immaginate se, per dire, Rockstar applicasse una politica del genere con il suo titolo di punta.

Disastri.

Punti di vista comunque, d’altro canto potreste dirmi che, se anche Valve facesse così, a quest’ora Half Life 3 sarebbe in vendita da un bel pezzo, DLC compresi.

Vabbè forse con Valve passiamo da un estremo all’altro? In ogni caso, una casa come EA può anche fallire di tanto in tanto con qualche titolo, ma ogni anno riesce comunque a recuperare nascondendosi dietro nomi consolidati da tempo e che possono permettersi il lusso di uscire in condizioni precarie. “Ma sì, non preoccupatevi, è prevista una patch a breve!”. Benvenuti nel mondo delle politiche aziendali? Ripeto, la colpa in primis è nostra. Tali macchinazioni mentali per dire che i miei dubbi, scaturiti da una beta distribuita a così breve distanza dall’uscita del gioco, credo abbiano un loro fondamento.

Quattro salti nella Demo… pardon, Beta

Fatto sta che ho avviato la prima modalità multiplayer disponibile, “Drop Zone”, e mi sono letteralmente annoiato: mappa piccola e anonima, ritmi di gioco lentissimi e soddisfazione nel raggiungere gli obiettivi praticamente assente. Ok direte voi, potrebbe essere una modalità votata alla tattica e con pochi giocatori. Allora mettetela la chat vocale su PC, ma a quanto pare proprio nelle ultime ore è stato annunciato che sarà assente.

Ottima mossa.

Ho provato la seconda modalità, denominata “Walker Assault”, e già le cose sono cambiate. Scontri su “larga” scala e tanti giocatori su schermo. Mi ha divertito? Direi proprio di no. Piuttosto, non me ne vogliate, sono rimasto particolarmente deluso dall’intera struttura di gioco. Non ho visto niente di diverso da un comune Battlefield, niente che mi facesse entusiasmare. Per un attimo ho provato esaltazione nel vedere il buon vecchio Darth avvicinarsi da lontano, con una eleganza, e mettersi in posa dinnanzi a me, concedendosi un “selfie” (quanto odio questo termine).

Purtroppo è stata questione di attimi.

Non ho mai, dico mai, percepito la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di nuovo ed originale. Niente che mi spingesse a sperimentare le classi, cercare punti critici della mappa e quant’altro. Ho comunque apprezzato la semplicità dei comandi e dell’interfaccia di gioco. Nonostante i forti dubbi, spero davvero di ricredermi, visto che nel gioco completo ci saranno comunque numerose altre modalità da affrontare. Passiamo al single player? che, bè, non c’è. Se c’è una cosa che non sopporto è la modalità “orda”. Ondate su ondate di nemici che arrivano in numero sempre crescente e sempre più forti: se avessi voluto fare questo, avrei giocato a Space Invaders, e mi sarei divertito molto di più tra l’altro. Poi posso capire la modalità coop a quattro giocatori, ma che senso ha quella in singolo? Mi sono ritrovato a girovagare passivamente per la mappa in attesa dei nemici, con ondate intervallate da periodi di assoluto nulla: non ce l’ho fatta, ho chiuso dopo una decina di minuti.

Costava tanto aspettare per realizzare una Campagna offline come si deve? Quella di Star Wars, in fondo, è una delle saghe cinematografiche più grandi che ci siano in quanto a letteratura, e riprenderne anche solo un granello avrebbe garantito un’esperienza offline corposa e avvincente. Non solo, per me si chiama “Beta” quella versione preliminare di gioco, ancora in fase di sviluppo, atta a raccogliere i feedback dei giocatori e migliorare così determinati aspetti prima di entrare in fase “gold”. Eppure, dopo qualche sessione di gioco mi è comparso il seguente quesito: “Quanto consiglieresti questo gioco ad un amico? Scegli su una scala da 1 a 10 e seleziona una motivazione”. Tra le righe mi sembra di leggere: “Quanto ci farai guadagnare? Forza diccelo!”. Praticamente mi state chiedendo se, oltre me (dandomi per scontato), ci sarà un altro potenziale acquirente?

Concludendo…

Che dire, forse il problema sono io e mi sono immaginato tutto. Magari avrò perso la verve che avevo un tempo con titoli di questo genere. Eppure ho come la sensazione che Star Wars: Battlefront avrebbe reso di più, strutturalmente (ed eticamente) parlando, se proposto come semplice espansione di Battlefield 4. A quel punto avremmo avuto il primo DLC sensato nella storia videoludica. Ma ecco che riaffiora più chiaro di prima l’imperativo tanto caro ad EA: massimizzate, massimizzate, massimizzate! Vedetela come una scusa, questa della “Beta” (preferirei davvero chiamarla “Demo”), per esprimere il mio dissenso verso una politica aziendale, in generale, divenuta negli anni sempre più avara.

Per il resto non c’è che dire: brava EA, brava davvero, marketing impeccabile!

Articolo precedenteFIFA 16: Il bello viene adesso – Recensione
Prossimo articoloTra Videgiochi e Realtà: I bambini soldato in Metal Gear Solid V
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.