Si tratta di una notizia bella grossa, che ha spiazzato e fatto infuriare tantissimi appassionati: nelle versioni old gen di Black Ops 3 non ci sarà nessuna campagna single player.

Niente. Nicht. Nada. Zero.

La spiegazione di Activision non si è fatta certo attendere, con il solito festival dei buoni propositi: “il titolo sarà una rivoluzione per la saga”, deja vu, “conterrà meccaniche mai viste”, deja vu#2, e soprattutto “sarà così avanzato a livello tecnico da non poter girare sulle console di vecchia generazione”, deja… be’, il senso lo avete capito ormai.

È davvero sbalorditivo. Voglio dire, per quanto la notizia sia sconcertante e assolutamente offensiva nei confronti dei giocatori, non posso fare a meno di meravigliarmi più del fatto che al fan medio di COD importi ancora qualcosa della campagna in single player.

Questione di affari

Mettiamo in conto che si tratta di una delle saghe videoludiche più famose e di successo di sempre, così incisiva da monopolizzare, ad ogni uscita, l’interesse dell’intero mercato videoludico. Certamente un’impresa non da poco, considerando come quella di COD sia una delle serie più odiate della storia.

Per chi non se lo ricordasse, la saga ha raggiunto l’attuale “fama multimilionaria” con il quarto capitolo, vero proprio punto di svolta per la serie, che è riuscito a scavare una profonda breccia nei cuori dei console gamer dell’allora next gen.

Una fama amplificata dal clamore generato dal controverso – e mio personale preferito – Modern Warfare 2 che, vuoi per delle scene particolarmente crude, vuoi anche per la scomparsa dei server dedicati, è stato l’inizio dell’infinito disprezzo che una parte del pubblico videoludico nutre ancora nei confronti della saga.

C’è da dire che i numeri parlano chiaro, e ogni sequel viene premiato da nuovi record di vendite. E in tutto questo, man mano che il tempo passa, la mia personale impressione è che Activision dedichi sempre meno impegno al comparto single player, curando invece il multiplayer in maniera così ossessiva da renderlo quella droga annuale di cui i videogiocatori non possono più fare a meno.

La mia opinione è che, da MW2, quelle campagne così coinvolgenti e cinematografiche, capaci non solo di mostrare il lato più crudele della guerra ma anche di approfondirne gli effetti più amari e dolorosi, siano diventate, poco per volta, sempre più fredde, scontate, e perfino banali in alcuni casi. Storie dove l’unica cosa che si legge tra le righe è una bruciante quanto superficiale esaltazione bellica, vestita di patriottismo da bar e propinata a suon di script.

Questione di Affari sporchi

A prescindere dalle considerazioni sulla qualità delle trame, ciò che Activision ha fatto con questo gesto è, indiscutibilmente, un grosso dito medio puntato verso tutti coloro che fino a ieri erano – e, statistiche alla mano, sono ancora- i fan di nicchia della saga. Non si tratta semplicemente di assecondare la volontà delle masse affamate di scontri in multiplayer (alla luce del fatto che meno della metà dei giocatori a malapena sfiorano la campagna), no, il punto è che questo genere di condotta avvilisce il videogioco tanto come forma di intrattenimento, quanto come semplice prodotto di consumo, nella misura in cui propone al pubblico una versione pesantemente castrata nei contenuti, ad un prezzo sostanzialmente irragionevole.

Anche perché – diciamolo – con un po’ d’impegno, buona volontà e qualche soldo – che è l’ultima cosa che manca ad Activision – la campagna, lo sappiamo tutti, sarebbe girata benissimo anche sulle console di vecchia generazione.

In questo senso, la decisione di Activision sembra un mezzuccio per far cassa sulle spalle dei fan della “vecchia guardia”, cercando al contempo di spingere – forzosamente – l’utenza verso la nuova generazione di macchine da gioco. Una manovra che non solo va a danneggiare l’anima artistica del medium videoludico, ma si prende bellamente gioco del rapporto fiduciario tra utente e sviluppatore.

Questione di Affari insanguinati

Non che questo sia un rant su Activision e COD badate, di casi simili ce ne sono stati a bizzeffe negli anni passati. Un chiaro esempio ce lo offre la versione old gen di Shadow of Mordor, terribilmente castrata sia sul versante tecnico, sia sul fronte gameplay, “alleggerito” dello spettacolare Nemesis System, la vera e propria punta di diamante del titolo.

Questi sono i drammi di una cross-gen alimentata da interessi di bilancio, e, purtroppo, non vedo alcuna luce in fondo a questo tunnel. D’altronde, sono proprio queste manovre che segneranno l’inevitabile transizione da “next gen” a “actual gen”.

Per quanto riguarda la mancanza del single player in Black Ops III, la stessa aria tirava già ai tempi dell’imbarazzante porting di Advanced Warfare e, più che un insulto all’utenza, il colpo gobbo di Activision ci ricorda cosa è diventato veramente il franchise di Call of Duty negli ultimi anni.

Una puttana.

Articolo precedenteL’agente 47 si mette in mostra in questo nuovo video gameplay di Hitman
Prossimo articoloMetal Gear Solid V: The Phantom Pain ha incassato 179 milioni di dollari al day one
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.