Noi siamo Batman
A Gotham si respira un’aria decisamente più tranquilla, dopo quanto accaduto alla fine di Arkham City. Il Joker, la nemesi antica del pipistrello, sembra essere sistemato una volta per tutte e, a parte sporadici criminali da quattro soldi, che fanno capolino qua e la e con cui la polizia non fatica a avere a che fare, sembra non esserci più quella sensazione di pericolo imminente per la città di Batman. E’ la sera di Halloween. In una tavola calda decisamente popolata, un poliziotto si accomoda per mangiare qualcosa prima di smontare dal turno. La cameriera bionda, sempre carina con noi, ci chiede se desideriamo il solito ma, vista la giornata di festa, possiamo anche mandare a quel paese la dieta per una volta e gustarci qualche prelibatezza senza che nostra moglie lo sappia. In un tavolo, un ragazzo indossa una maschera di Batman. E’ da solo, ma questo non gli vieta di indossare fiero la sua maschera. Tutto sembra normale, all’interno del locale, fintanto che un genio decide di accendersi una sigaretta e incominciare a fumare, dando fastidio agli altri clienti. Passa poco tempo, e il primo a lamentarsi viene a cercare, ovviamente, proprio noi. Sconsolati, ci alziamo dallo sgabello e ci avviciniamo al tavolo del tipo misterioso che si trova proprio in fondo al locale. Mentre raggiungiamo il tavolo, gli altri clienti non fanno altro che parlare di Batman e di Bruce Wayne, le due attrazioni principali della povera città di Gotham. E la polizia? Nessuno pensa alla polizia? A quei poveracci intenti a guadagnarsi da vivere andando a ricordare alle persone che non si può fumare nei luoghi pubblici? Supponiamo che anche questo significhi fare il poliziotto a Gotham.
Arriviamo al tavolo, e nemmeno il tempo di avvisare il tipo misterioso che lo stesso si gira rivelandosi essere un mostro con il viso di uno spaventapasseri. Il terrore inizia a crescere sempre di più, mentre nel locale scoppia il caos. Ci giriamo verso l’uscita, ma è pieno di altri mostruosi spaventapasseri che si aggrediscono a vicenda. Bisogna cercare di restare lucidi, e l’unico modo per difenderci è quello di estrarre la pistola e iniziare a fare fuoco. Esplosi i primi colpi, però, un essere mostruoso ci butta a terra, facendo calare il sipario sulla vita del povero poliziotto. In lontananza, su un maxi schermo, appare un video nel quale lo Spaventapasseri avverte la città di Gotham che questo non era nient’altro che un esperimento della sua nuova tossina del terrore, e che avevano solo poco tempo prima che lo stesso facesse esplodere una bomba chimica sulla città. Dopo una rapida evacuazione, nel cielo scuro e piovoso di Gotham appare il simbolo del pipistrello. Questo è un lavoro per noi. Questo è un lavoro per Batman.
Il crociato incappucciato
Batman Arkham Knight è l’ultima parte della trilogia di “Arkham” sviluppata dai Rocksteady Studios, team britannico che ha avuto il merito di rilanciare, nonché ridefinire, il videogioco dedicato agli eroi dei fumetti. Batman, infatti, è probabilmente l’eroe più intreressante tra tutti, in quanto non è il classico uomo con superpoteri da cui gli derivano grandi responsabilità, ma è un semplice essere umano – ricco sfondato, ma tant’è – che, per l’infinita fame di giustizia che nutre nei confronti della sua città e dei suoi abitanti, combatte contro criminali molto pericolosi, tra cui il Joker, Pinguino, Due Facce e lo Spaventapasseri. Quest’ultimo è il – presunto? Lo lasceremo scoprire a voi – villain protagonista, e irrompe prepotentemente nel plot narrativo con un attentato chimico di stampo terroristico all’interno di una tavola calda di Gotham, scatenando caos e terrore nella città, oramai in preda ai peggiori delinquenti. Toccherà a noi affrontarli vestendo i panni di Batman, in una notta che si preannuncia lunga e impegnativa. E’ chiaro, quindi, come le prime importanti caratteristiche di Batman Arkham Kinght siano la trama e la narrazione. A conferma di questa analisi vi è anche il fatto che il Cavaliere di Arkham, che da il sottotitolo a questo capitolo, è un personaggio inedito ed è stato ideato proprio per questo ultimo episodio della trilogia. Infatti, pur durando la bellezza di oltre venti ore di gioco, In Batman Arkham Knight difficilmente ci si imbatte in momenti morti, e a maggior ragione è ancora più difficile che si avvertano cali di tensione durante l’intero arco narrativo che ci condurrà poi al termine dell’avventura. A memoria ci viene difficile ricordare un altro videogioco simile che presenta lo stesso tenore, lo stesso ritmo e qualità narrativa del titolo edito da Warner Bros. Ma la maestria dei ragazzi di Rocksteady Studios non si esaurisce di certo all’ambito narrativo. Il gameplay del titolo infatti, pur rimanendo ancorato al tradizionale Free Flow Combat dei precedenti episodi, viene qui ulteriormente potenziato sia dalla possibilità di effettuare dei multi Ko attivabili su gruppi di pochi soldati, così da poter sbarazzarcene velocemente senza perdere l’effetto sorpresa, sia dalla possibilità di utilizzare elementi dello scenario o, addirittura, utilizzare uno dei nostri alleati con cui affronteremo il gioco in alcune situazioni. D’altronde lo sappiamo che Batman preferisce lavorare da solo, ma una mano da parte di Catwoman, Robin o Nightwing, nelle situazioni più concitate, non può che farci un enorme piacere. A insaporire ulteriormente la pietanza, troviamo uno degli elementi che i fan richiedevano a gran voce già dal primo capitolo della serie, ma che per vari motivi tecnici, legati soprattutto alle dimensioni delle aree di gioco precedenti, che non ne permettevano l’utilizzo, è stato introdotto solo in questo ultimo episodio: la Batmobile. Il carro armato con cui Batman gira per le strade di Gotham è un elemento molto importante in Arkham Knight, tanto da rappresentare una vera e propria arma a doppio taglio nella fruizione del gioco. In termini di esplorazione, infatti, trovandoci immersi in una mappa davvero gigantesca se rapportata ai capitoli precedenti, può far comodo avere un mezzo per raggiungere velocemente una determinata parte di Gotham, ma il suo intenso utilizzo, obbligatorio in alcune sezioni di gioco, come quando bisogna utilizzare il verricello elettrico per abbattere ostacoli o per disinnescare bombe, creano una sensazione in cui sembra che i ragazzi di Rocksteady abbiano voluto prediligere l’utilizzo del mezzo, piuttosto che l’esplorazione tra i tetti dei palazzi della città. Non che sia un difetto vero e proprio, ma più volte ci è capitato di dover affrontare delle sfide dell’Enigmista che partivano da un tetto e consistevano nel raggiungere un punto in un certo tempo. Dopo un po’ di tentativi andati a vuoto, dove utilizzavamo le sole forze del Cavaliere Oscuro e dei rampini, abbiamo capito che serviva la Batmobile per poter raggiungere il luogo in tempo. Insomma, non sarà un caso se a volte avrete l’impressione che la Batmobile sia la reale protagonista del titolo.
Il Cavaliere di Arkham
Anche la grafica del titolo si presenta in grande spolvero. La versione che abbiamo recensito è la versione per PC, ed è stata testata su una configurazione con processore Intel i5 con frequenza 3.5 GHz, 8 GB di Ram e scheda video Nvidia GeForce GTX 780. Per dovere di cronaca, ricordiamo che, sin dalla data di lancio, la versione PC ha sofferto di diversi e numerosi problemi di stuttering, crolli del framerate e altro, tanto da obbligare la WB Games a bloccarne la vendita per un periodo; ebbene, noi, pur avendo una configurazione tutto sommato nella norma, settando il gioco a livello Ultra e attivando anche le opzioni delle schede grafiche Nvidia, siamo riusciti a far girare bene il gioco, il quale, durante tutte le ore passate in compagnia del pipistrello, non ha mai presentato un singolo problema, salvo in due occasioni soltanto, dove abbiamo constatato un crollo del framerate durante delle sequenze a bordo della Batmobile. Nulla di trascendentale ma, anzi, un vero e proprio spettacolo per gli occhi. I ragazzi di Rocksteady si sono fatti bene le ossa sull’Unreal Engine, e i risultati si vedono nella cura dei particolari dei volti e dei modelli dei personaggi, nonché nella realizzazione di una Gotham viva e pulsante. A far il contorno, ci pensano gli effetti di luce, pioggia e fumo che rendono Batman Arkham Knight una vera gioia per gli occhi. Ultimo, ma non per importanza, il comparto audio, che si attesta su buoni livelli con dei buoni effetti sonori e un doppiaggio in italiano che annovera, tra le altre, voci del calibro di Marco Balzarotti, che doppia il Cavaliere Oscuro, o Alberto Sette, a dare una voce allo Spaventapasseri. Probabilmente, a voler essere proprio pignoli, sarebbe stato più adatto che la voce del detective più bravo del mondo fosse leggermenta più roca, più misteriosa e oscura, ma ciò non toglie comunque merito al lavoro di doppiaggio di Marco Balzarotti, che riesce a donare un’anima al nostro Uomo Pipistrello preferito.
Concludendo…
Batman è tornato, e noi non attendevamo altro che poterci rimettere la maschera per combattere il crimine di Gotham assieme a lui nell’ultimo – forse – scoppiettante capitolo della trilogia di Arkham. La formula collaudata dei predecessori ha aiutato a creare la solida base su cui si fonda questo nuovo capitolo next gen, mentre le novità introdotte hanno contribuito a rendere questo action game un must have per ogni appassionato del pipistrello e dei giochi d’azione. Pur avendo anch’esso i suoi piccoli difetti, infatti, come l’utilizzo obbligatorio di una Batmobile probabilmente troppo presente, Batman Arkham Knight è un titolo consigliatissimo per la sua cura nella narrativa e nella trama, e per il divertimento che regala a ogni scazzottata contro i criminali che popolano la città. Non è mai stato così divertente essere Batman!