Dove eravamo rimasti?

La supremazia di Blizzard nel mercato degli rpg hack & slash è nota a tutti. La serie Diablo, che si ami o si odi, è in assoluto il punto di riferimento per ogni appassionato di questa peculiare categoria di gioco di ruolo. In molti hanno tentato di appropriarsi dell’ambito trono, e parecchi sono capitolati. Altri, invece, per alcuni istanti sono riusciti ad assaporare i loro attimi di gloria. Ascaron è sicuramente un esempio di software house che, con il duro lavoro, è riuscita a confezionare un prodotto ottimo sotto ogni aspetto. Il loro Sacred è tuttora considerato come uno tra i migliori cloni di Diablo attualmente in circolazione, proponendo non solo una longeva ed appagante campagna single player ma anche una sontuosa modalità online ricca di contenuti. Il seguito di Sacred, sfortunatamente, non fu il titolo che tutti i fan della serie stavano aspettando: Sacred 2 Fallen Angels, fu un titolo ottimo in quanto a contenuti, ma ricolmo fino all’orlo di svariati problemi tecnici. Problemi tecnici che costarono il fallimento del team di sviluppo. La serie Sacred passò, così, nelle mani di Keen Games, i quali, senza perdersi in convenevoli, iniziarono immediatamente i lavori per un terzo capitolo ufficiale. Dopo uno spin off dimenticabile (quale Sacred Citadel), come si sarà comportata Keen Games con Sacred 3? Cyberludus lo ha provato per voi e questa è la nostra recensione!

Sacred…sei davvero tu?

È opportuno precisare che Sacred 3, nonostante gli sforzi di Keen Games, non ha assolutamente nulla a che fare con i capitoli precedenti. Il team di sviluppo ha puntato su uno stravolgimento delle meccaniche classiche degli hack & slash, abbandonando la via del gioco di ruolo per puntare prepotentemente sull’action puro. Sacred 3 inizia come ogni capitolo della serie: la scelta del personaggio. I personaggi selezionabili sono quattro: troveremo Marak guerriero Safiri (l’equivalente del barbaro di Diablo, personaggio dotato di pura forza bruta), Claire la paladina Serafina (personaggio con innate abilità magiche e munite di spada, capace di concatenare attacchi rapidi), Vajra l’arciere Khukuri (dotato di arco e quindi unico personaggio del roster abile negli attacchi a distanza) ed infine Alithe la lanciera Ancariana (personaggio paragonabile alla Serafina in quanto a rapidità di attacco e abilità). La scelta del personaggio, a differenza dei precedenti capitoli, non peserà assolutamente sullo svolgimento della trama, peraltro una tra le componenti più deboli della produzione. La storia è presto detta: il malvagio imperatore Zane si impossessa del cuore di Ancaria, sfruttandone il potere per piegare l’intero continente al suo dominio. Il protagonista ( o i protagonisti) fanno parte della resistenza, con lo scopo di fermare i piani di dominio e distruzione di Zane. Le cut scene di intermezzo nonostante siano povere a livello contenutistico ( e ricche di un humour di un livello decisamente basso) sono state ricreate sfruttando artwork ben modellati.

A livello di gameplay, come prima accennato, Sacred 3 punta decisamente all’action a discapito della componente rpg che aveva reso celebri i precedenti capitoli. Scordatevi quindi una Ancaria a mondo aperto, con sub quest, città e dungeon, visto che per Sacred 3 si è optato per una struttura a missioni, selezionabili dalla world map. I livelli oltre ad avere una struttura eccessivamente lineare, propongono quest decisamente troppo simili un all’altra, con boss fight finali privi di alcuna componente tattica, che si ridurranno a ripetitivi button mashing ricolmi di ignoranza. Altra scelta decisamente curiosa dei Keen Games, quella di privare Sacred 3 del loot. In Sacred 3 i nemici non dropperanno ne armi, oggetti o armature ma solamente globi esperienza, salute e denaro. Oltre alle varie castrazioni in ambito gameplay, si va ad aggiungere una personalizzazione del personaggio limitata in svariati aspetti. Con il denaro e l’esperienza sarà possibile, solamente a fine livello, potenziare i set di armi e armature (set unici, scordatevi quindi i vari pezzi per parti del corpo), acquistare abilità (sei per personaggio e solamente due equipaggiabili per missione) e selezionare lo spirito dell’arma, che donerà bonus passivi al personaggio duranti i livelli. Anche a livello di comandi Sacred 3, propone qualcosa di diverso rispetto al passato. Con il layout tastiera/mouse navighiamo al limite dell’ingiocabilità: i tasti WASD muoveranno il nostro eroe, il movimento del mouse sarà necessario per direzionare gli attacchi del nostro eroe, il pulsante sinistro sarà invece dedicato all’attacco base ed il destro per lo spezza scudo. Gli oggetti e le abilità saranno richiamabili rispettivamente con il pulsante centrale del mouse e con i tasti numerici, lo spazio richiamerà la schivata o la parata. Nonostante si tratti di un hack & slash, con tutte le sue limitazioni, ci saremmo aspettati una maggior comodità nel sistema di controllo mouse e tastiera. La situazione tuttavia migliora con un pad, visto che chiaramente Keen Games ha deciso di puntare fortemente sulle versioni console del titolo.

Per quanto riguarda la longevità, il titolo può tranquillamente essere portare a termine in circa sette ore ed inoltre la rigiocabilità, date le numerose limitazioni del titolo è pressocchè nulla. Alla sontuosa modalità multigiocatore dei precedenti capitoli si è lasciato spazio solamente ad un cooperativa a quattro giocatori. Il titolo in coop si lascia abbastanza giocare, visto anche il livello di sfida che aumenta esponenzialmente ad ogni giocatore aggiuntivo presente in partita.

Grafica e sonoro

Il comparto grafico è forse il settore dove è stata riposta maggiore cura. Trattandosi di un hack & slash, Sacred 3 se la cava molto bene, con ambientazioni ben realizzate e diversificate. Purtroppo si è deciso di optare per un character design “esagerato” per gli eroi selezionabili, dato che alcuni di loro appaiono chiaramente sotto effetto di steroidi. A livello sonoro il titolo propone musiche discrete ed un doppiaggio in lingua inglese di qualità piuttosto bassa, così come basso è il livello umoristico dell’intera produzione.

Concludendo

Inutile girarci intorno, Sacred 3 è un titolo da evitare. Keen Games ha fallito nel dover riportare agli antichi fasti un brand che ai tempi è riuscito a donare gioie a parecchi videogiocatori. Il gameplay è così limitato da risultare decisamente insufficiente. Considerando che su Steam, è possibile ottenere a prezzo zero, titoli di grandissimo spessore come Path of Exile, il consiglio odierno di Cyberludus è quello di rivolgere la vostra attenzione altrove, Sacred 3 potrebbe davvero non essere il gioco che fa per voi?

CI PIACE
In cooperativa tutto sommato si lascia giocare?
NON CI PIACE
Keen Games ha confezionato un prodotto pessimo dal lato gameplay, ripetitivo, limitato e assolutamente non divertente.
Conclusioni
Ridateci Ascaron!
4Cyberludus.com
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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.